Verso la
società di massa
Parola chiave: Secolarizzazione
Urbanizzazione e socieà di massa. Produzione in serie e consumi di massa,
meccanizzazione e razionalizzazione produttiva, introduzione della catena di
montaggio (Ford, 1913), che rendeva il lavoro ripetitivo e spersonalizzato,
applicazione delle teciche del taylorismo.
La stratificazione sociale: diventa più mobile e più complessa. Istruzione e
informazione. La scuola come servizio pubblico. Incremento nella diffusione
della stampa quotidiana e periodica.
Gli eserciti di massa. Suffragio universale, partiti di massa, sindacati:
Nuovo modello di partito: il partito di massa, proposto dai socialisti, che
favorirono anche la crescita dei sindacati. Trade Unions inglesi.
In Gran Bretagna il movimento femminile, sotto la guida di Emmeline Pankurst,
fondatrice nel 1902 della Women's Social and Political Union, riuscì ad imporsi
all'attenzione dell'opinione pubblica e della classe dirigente, concentrando la
sua attività nell'agitazione per il diritto al suffragio (da qui il nome delle
sufragette dato alle sue militanti) e portò nel 1918 all'estensione del diritto
di voto alle donne.
Riforme e legislazione sociale: furono introdotte forme di legislazione sociale
nonchè aumento della tassazione diretta ispirata al principio di progressività.
I partiti socialisti e la Seconda Internazionale:
In Germania il primo e il più importante partito socialista fu quello
socialdemocratico tedesco nato nel 1875, che raggiunse il massimo
dell'efficienza organizzativa con la Spd sotto la guida di August Bebel.
In Francia un partito di ispirazione marxista si formò nel 1882, si scisse e si
riunificò solo nel 1905 in un nuovo partito, la Sfio, per iniziativa di Jean
Jaurès.
In Gran Bretagna: Trade Unions, e una piccola organizzione formata soprattutto
da intellettuali, la Società fabiana. Furono gli stessi dirigenti delle Trade
Unions a far nascere nel 1906 il Partito labourista, espressione dell'intero
moovimento operaio.
1889 (Parigi)-1891 (Bruxelles): Seconda Internazionale che fissava come
obiettivo primario la giornata lavorativa di otto ore e proclamava una giornata
mondiale di lotta mondiale per il primo maggio.
Germania: un'agguerrita minoranza di sinistra si formò attorno a Karl
Liebknecht e Rosa Luxemburg, una giovane intellettuale di origine polacca.
Russia: corrente bolscevica (ossia maggioritaria), guidata da Lenin e menscevica
(minoritaria).
Francia: sindacalismo rivoluzionario che trovò il suo interprete più autorevole
in Georges Sorel, che esaltò l'importanza dello sciopero
1891: enciclica Rerum novarum emanata da Leone XIII (1978-1903), espressamente
dedicata ai problemi della classe operaia, che ribadiva la condanna del
socialismo.
Parallelamente in Italia e in Francia, una nuova tendenza: democrazia
cristiana.
Il nuovo nazionalismo: la crescita dei movimenti socialisti, che ispiravano a
ideali internazionalisti e pacifisti, suscitò per reazione un ritorno di
spiriti pattriottici e guerrieri in seno alla borghiesia conservatrice. Il
nazionalismo tendeva a spostarsi a destra.
La crisi del positivismo: fra il 1850 e il 1890, il panorama culturale europeo
era stato dominato dal positivismo. A partire dalla fine dell'800: nascita di
nuove correnti irrazionalistiche e vitalistiche. Primo e principale interprete
della critica al positivismo fu Friedrich Nietzche (l'eterno ritorno, il
superuomo).
In questo clima culturale operarono filosofi come W. Dilthey, storici come F.
Meinecke, sociologi come W. Sombart e M. Weber. In Italia: Benedetto Croce e
Giovanni Gentile; in Francia: H. Bergson; nei paesi anglosassoni, soprattutto
negli stati Uniti: il pragmatismo, corrente di pensiero che considrava
determinante il rapporto di reciproca verifica fra teoria e pratica e fra
individuo e natura.
L'elemento comune era dunque costituito da un'approccio più complesso nei
confronti delle scenze esatte, non più oggetto di quella fiducia illimitata che
aveva rappresentato il tratto essenziale della cultura positivistica.
1900: teoria quantistica (Max Planck, tedesco)
1905: teoria della relatività (Albert Einstein)
Altro elemento comune fu l'attenzione alle motivazioni non razionali, che
troviamo in particolare in Sorel, pensatore politico, e in un sociologo come
Vilfredo Pareto, studioso degli istinti primari.
In tutt'altro campo queste problematiche trovarono riscontro nella teoria
psicanalitica di Sigmund Freud. Gaetano Mosca, e la sua Teoria della classe
politica; sullo stesso filone di pensiero il sociologo tedesco Robert Michels.
Max Weber e lo studio dei fenomeni della burocratizzazione => E' facile
notare come queste analisi, maturate in contesti politici diversi, avessero in
comune un accentuato pessimismo sulla sdorte degli ordinamenti democratici,
proprio nel periodo in cui la partecipazione alla vita politica si allargava
incessantemente e si muovevano i primi passi verso la società di massa.