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Verso la seconda guerra mondiale




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VERSO LA SECONDA GUERRA MONDIALE


Nel decennio compreso fra la crisi del 1929 e l'inizio della seconda guerra mondiale, in diversi Paesi europei (Spagna, Portogallo, Iugoslavia, Romania, Bulgaria, Grecia, Polonia, Austria e Ungheria) s'insediarono regimi autoritari, che chiamiamo "parafascisti" perché sono vagamente paragonabili al fascismo e al nazismo, anche se in essi vi fu una scarsa mobilitazione delle masse.

Hitler iniziò a preparare una guerra di rivincita. Nel 1934, con l'aiuto di alcuni nazisti austriaci, tentò di annettere l'Austria, ma il tentativo fallì. Hitler si tirò indietro, negando che il tentativo insurrezionale fosse stato promosso dalla Germania. Nel 1935 diede inizio al riarmo accelerato della Germania.

Intanto Mussolini, per procurare all'Italia un impero coloniale, aggredì l'Etiopia e la conquistò (1936). La Società delle Nazioni, della quale faceva parte l'Etiopia, decise di applicare contro l'Italia alcune sanzioni economiche; esse però ebbero un'efficacia limitata, sia perché non si pose l'embargo sulle materie prime, sia perché il blocco non riguardava Stati che non facevano parte della Società delle Nazioni, come gli USA. Hitler offrì la propria solidarietà all'Italia fascista, preparando il terreno alla pericolosa amicizia tra Italia e Germania nazista.

La solidarietà nazifascista si rafforzò in occasione della guerra civile spagnola. La Spagna versava in condizioni economiche molto arretrate. Il generale Francisco Franco, comandante delle truppe stanziate in Marocco, spinse parte dell'esercito a ribellarsi al governo, formato da un Fronte popolare, dando così inizio alla guerra civile. Francia e Inghilterra proclamarono il principio del non intervento. Hitler e Mussolini, invece, stipularono in quei mesi gli accordi noti sotto il nome di Asse Roma-Berlino (ottobre 1936), che impegnavano i due Stati a sostenere la ribellione di Franco e contribuirono alla sua vittoria; egli, infatti, nel 1939, poté instaurare in Spagna un regime autoritario.

Nel novembre 1936 la Germania stipulò col Giappone un Patto antikomintern (ossia contro l'Internazionale Comunista e contro l'URSS), al quale nel '37 aderì anche l'Italia. Germania e Giappone speravano che l'URSS, minacciata da due lati, non osasse opporsi alle loro mire imperialistiche. Il Giappone nel 1937 invase la Cina. Hitler riprese il programma di annessione dell'Austria, che nel marzo 1938 accettò di essere annessa al Terzo Reich senza opporre resistenza. Francia e Inghilterra si limitarono a sollevare vane proteste verbali.

Hitler si sentì legittimato a proseguire nelle annessioni e sollevò il problema delle forti minoranze tedesche dei Sudeti (circa tre milioni), che il trattato di Versailles aveva posto sotto la sovranità della repubblica cecoslovacca. Nella Conferenza di Monaco (settembre 1938) i rappresentanti di Francia e Inghilterra accettarono parzialmente le pretese di Hitler. Egli, violando gli accordi, nel marzo 1939 occupò l'intera Cecoslovacchia, trasformandola in Protettorato della Boemia e Moravia.

Nell'aprile 1939 Mussolini procedette a sua volta all'occupazione dell'Albania. Un mese più tardi l'Italia stipulò con la Germania il cosiddetto Patto d'acciaio (maggio 1939), cioè una strettissima alleanza militare, che obbligava l'Italia ad intervenire a fianco della Germania nella guerra che il Führer già si accingeva a scatenare.


LA SECONDA GUERRA MONDIALE (FASE INIZIALE)


Le cause principali della seconda guerra mondiale furono: l'imperialismo nipponico e nazista, i cedimenti delle grandi democrazie occidentali alle aggressioni naziste, gli accordi nazi-sovietici. La guerra comportò sofferenze indicibili: l'orrendo massacro degli Ebrei e la morte di quaranta milioni di uomini.

Hitler aspirava ad impadronirsi di Danzica e del corridoio polacco, ossia la fascia di territorio che metteva la Polonia in comunicazione col Mar Baltico. Aveva firmato con l'URSS un patto di non aggressione e un accordo segreto per la divisione della Polonia. Il 1° settembre 1939 Hitler invase la Polonia. Francia e Inghilterra, alleate della Polonia, il 3 settembre dichiararono guerra alla Germania, mentre l'Italia si affrettò a proclamare la sua "non belligeranza", dichiarandosi impreparata ad affrontare una lunga guerra: si schierò a fianco della Germania, ma non intervenne direttamente nel conflitto.

Hitler occupò in brevissimo tempo la parte occidentale della Polonia, compresa Varsavia, mentre i Russi, in base agli accordi, s'impadronirono delle regioni orientali del Paese. La Repubblica polacca cessava così esistere, dopo appena vent'anni di vita, senza aver ricevuto alcun aiuto concreto dai suoi alleati occidentali.

Hitler occupò inoltre i Paesi baltici (Danimarca e Norvegia), mentre la Finlandia riuscì a difendere con le armi la propria indipendenza.

I Tedeschi, con una "guerra-lampo", dopo aver violato la neutralità di Belgio, Olanda e Lussemburgo, entrarono a Parigi e costrinsero la Francia alla resa. Il 22 giugno 1940 la Francia sottoscrisse l'armistizio di Pétain (dal nome del maresciallo francese che era allora Presidente del Consiglio), in base al quale fu divisa in due regioni: la parte settentrionale rimase nelle mani dei Tedeschi, invece quella meridionale, con capitale Vichy, fu assegnata al governo di Pétain, che era comunque subordinato alla Germania.

Intanto le vittorie tedesche avevano indotto Mussolini a dichiarare guerra alla Francia e al Regno Unito (10 giugno 1940), nell'errata convinzione che la guerra fosse ormai praticamente conclusa. Hitler rivolse all'Inghilterra proposte di pace, che furono però rifiutate.


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