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USA E URSS LOTTANO PER L'EGEMONIA SUL MONDO
Mentre l'Urss si assicurava il controllo sui Paesi orientali. Inglesi e Americani decisero di fermare l'avanzata del comunismo in Europa. Quando in Grecia scoppiò una guerra civile tra il movimento di liberazione dei partigiani, appoggiati da Tito, e la monarchia, subito l'Inghilterra e gli USA intervennero a favore di quest'ultima.
Truman affermava che gli USA dovevano frenare l'avanzata del comunismo in Europa. Questa sua dottrina portò alla definitiva rottura con l'Urss e diede inizio alla guerra fredda. La guerra fredda fu uno scontro per l'egemonia sul mondo da parte dei due blocchi politici e geografici con economie separate e ideologie contrastanti: il capitalismo americano e il socialismo marxista sovietico.
L'equilibrio del terrore.
Sul piano militare gli Americani potenziarono l'arsenale nucleare. I sovietici nel 1949 replicarono con la costruzione della loro prima bomba atomica. Così la minaccia di un conflitto nucleare fu frenata, perché si creò un equilibrio del terrore. Entrambe le superpotenze possedevano l'arma più distruttiva esistente al mondo, la stessa arma distruttiva per tutti.
In Usa & Urss si crea un clima di intolleranza
In USA vengono limitate le libertà.
All'interno dei due blocchi le posizioni politiche si irrigidirono. A est l'Urss fu isolata dalle reazioni internazionali e a ovest si creò un clima di intolleranza contro le idee comuniste.
In America, la paura dell'avanzata del comunismo, portò alla persecuzione di chiunque manifestasse simpatie per le idee socialiste. Il senatore Joseph Mac Carthy istituì una Commissione per le attività americane, che processava i comunisti e non comunisti. Il partito comunista fu considerato fuori legge e le attività sindacali furono controllate. Quando divenne presidente il repubblicano Dwight Eisenhower si passò al contrattacco diretto.
In URSS continua la repressione interna.
In Urss diventò predominante l'esigenza di difendersi dall'aggressione imperialistica americana.
Il clima di oppressione si accentuò ulteriormente e portò a processi e condanne contro i dirigenti accusati di attività contro lo Stao. Furono frequenti le espulsioni dal Partito comunista, definite purghe, seguite anche da esecuzioni, operate dalla polizia militare che aveva ampi poteri.
Gli ideali del socialismo ne risentirono: la giustizia sociale, la pace e l'uguaglianza furono offuscati dalla repressione e dalla istituzione dei gulag, campi di rieducazione per i dissidenti, cioè coloro che non approvavano l'ideologia dello Stato.
A BERLINO E IN COREA SI APRONO I FRONTI DELLA GUERRA FREDDA
Berlino ovest è isolata dal mondo.
I fronti della guerra si aprirono in punti deboli per gli equilibri internazionali tra le due superpotenze: a Berlino e in Corea, dove si arrivò allo scontro armato.
Di fronte al riarmo tedesco, i sovietici nel 1948 crearono un blocco di accessi stradali, ferroviari e fluviali, impedendo il passaggio dei rifornimenti. Così Inghilterra e America organizzarono un ponte aereo con Berlino. I sovietici, nel 1949 decisero di abbandonare il blocco, per evitare lo scontro armato.
USA e URSS si fronteggiano in Corea.
In Asia, si fronteggiavano Giappone e
Cina e
Il 25 giugno 1950 scoppiò la guerra, perché i coreani del
nord oltrepassarono il 38°parallelo. Così
IL BLOCCO SOVIETICO ENTRA IN CRISI:
Un rapporto segreto denuncia la politica di Stalin.
Con la morte di Stalin nel 1953, il clima politico e sociale in Unione Sovietica si modificò. Il suo successore, Nikita Kruscev, rese pubblico un rapporto segreto e denunciò apertamente gli eccessi del sistema poliziesco staliniano: in questo modo crollò un "mito". Kruscev promise un ritorno alla legalità socialista. Questa nuova fase politica fu definita col termine destalinizzazione.
La distensione con l'America suscita speranze nelle democrazie popolari.
Per ricostruire e rilanciare la propia economia l'Unione Sovietica aveva bisogno di un periodo di minor tensione con gli Stati Uniti. Ciò portò nelle relazioni con gli USA ad una tregua, che venne definita con il termine di disgelo, in cui le due superpotenze rinunciarono ad attaccarsi sul piano militare. Così Krucev potè sviluppare la produzione agricola, senza però agire sul sistema politico che restò centralizzato e non ampliò le libertà. Il pocesso di destalinizzazione aveva fatto sorgere in alcune Repubbliche satelliti del blocco sovietico la convinzione che ci si potesse rendere indipendenti da Mosca, pur restando fedeli alle idee del socialismo.
L'Ungheria insorge contro Mosca.
In Germania orientale nel 1953 ci fu un'insurrezione operaia, che fallì. In Polonia vennero allontanati coloro di idea stalinista. In Ungheria ci fu un'insurrezione generale che fece cadere il governo. L'Ungheria, dopo aver eletto un nuovo presidente, uscì dal Patto di Varsavia, così Kruscev invase il Paese alleato violando il principio della fratellanza internazionale tra i popoli.
Gli intellettuali europei,
In Europa l'invasione sovietica in Ungheria venne condannata
apertamente. In Italia formularono la loro condanna in un documento, chiamato
Appello dei
CRISI NELL'ALLEANZA ATLANTICA:
IL PROBLEMA DEL CANALE DI SEUZ
Egitto e Inghilterra si contendono il Canale di Suez.
Anche per l'Alleanza Atlantica il 1956 segnò un momento di crisi. Gli alleati, in particolare Inghilterra e Usa, si trovarono in disaccordo sulla politica mediorientale. L'Inghilterra si oppose con l'appoggio della Francia alla nazionalizzazione del Canale di Suez da parte dell'Egitto. Inglesi e Franceso attaccarono l'Egito. L'esercito egiziano, circondato, capitolò nel giro di una settimana.
L'Onu interviene a favore dell'Egitto.
Gli Usa attraverso l'Onu si opposero all'iniziativa militare. Intimarono quindi agli alleati europei il ritiro immediato delle loro truppe dal suolo egiziano. Il Canale di Suez così, resto all'Egitto.
KRUSCEV E KENNEDY INIZIANO
PACIFICA TRA USA E URSS
Krescev prosegue sulla linea della distensione politica.
Kruscev nel 1959 ritenne giunta l'epoca della coesistenza pacifica, che prevedeva la rinuncia alla corsa agli armamenti e un accordo per un disarmo generale e completo, in modo che le controversie internazionali sarebbero state risolte per via pacifica.
Kennedy riduce gli armamenti e avvia le battaglie civili.
Nel 1960 diventò presidente degli Stati Uniti il democratico John F. Kennedy, che era orientato a ridurre le spese militari e a favorire l'occupazione. Infatti in America il 20% della popolazione era in condizioni di povertà. Tra questi figuravano anche persone di colore erano guidate dal pastore battista Martin Luther King, che predicava l'integrazioe dei neri nella società americana con il metodo della non-violenza. Le rivolte nei ghetti neri, invece, erano guidate da Malcom X, che proponeva una lotta armata contro il potere dei bianchi. Kennedy decise di avviare una battaglia civile per l'uguaglianza tra bianchi e neri con un programma definito Nuova Frontiera.
Il Concilio Vaticano II:
Durante il Concilio Vaticano II del 1962, papa Giovanni XXIII
auspicò non solo il riavvicinamento tra le varie confessioni cristiane,
protestanti e ortodosse, ma anche un'apertura verso uomini di fedi diverse e
non credenti. In questo modo
PAPA GIOVANNI XXIII E IL CONCILIO VATICANO II
UNA NUOVA
STAGIONE PER
Di nome Angelo Giuseppe Roncalli, nato nel 1881 da una
famiglia contadina di Sotto il Monte, un piccolo villaggio situato tra Lecco e
Bergamo, studiò al Collegio vescovile di Celana e al Seminario di Bergamo.
Successivamente conseguì la laurea in teologia e venne nominato sacerdote.
Presto ebbe inizio una rapida carriera che lo portò ai più alti gradi della
gerarchia ecclesiastica. Fu per 10 anni segretario del vescovo di Bergamo,
Radini Tedeschi, quindi passò a Roma come direttore dell'Opera della Propaganda
della Fede (1921). Per tale carica viaggiò in Italia e in Europa partecipando a
congressi internazionali e a congegni diocesani. Nel 1925 venne nominato
arcivescovo e inviato come visitatore apostolico a Sofia, in Bulgaria, dove
rimase 10 anni. Nel 1934 diveniva delegato apostolico per
Nella Enciclica Mater et magistra del 1961 papa Giovanni XXIII così sentetizzò il nuovo pensiero della Chiesa sul contrasto tra lavoratori e capitalisti: "la retribuzione del lavoro non può essere interamente abbandonata alle leggi di mercato" e i lavoratori devono essere posti nelle condizioni di "giungere a partecipare alle proprietà delle imprese stessee".Queste affermazioni contrastavano con il sistema di produzione capitalistico e con la legge del libero mercato su cui si fondava.
Anche il suo successore, Paolo VI, con l'Enciclica Pacem in terris nel 1967 intervenne su un altro problema fondamentale: la proprietà privata. Essa restava un "diritto naturale" ma non costituiva "un diritto incondizionato e assoluto". Se i beni privati diventavano un ostacolo per l'utilità collettiva si poteva procedere alla loro espropriazione. Non si poteva infatti considerare "il profitto come motore essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema dell'economia, la proprietà dei mezzi di ripoduzione come un diritto assoluto, senza limiti né obblighi sociali corrispondenti".
Erano da condannare quindi gli abusi del capitalismo e l'economia deveva porsi al servizio dell'uomo.
Molte di queste idee erano già state espresse dai movimenti socialisti nel corso del Novecento, ma essi per raggiungere tali obbiettivi erano ricorsi a mezzi rivoluzionari non approvati dalla Chiesa.
Proprio per questo motivo non tutte le speranze suscitate nel mondo cattolico dal Concilio Vaticano II si realizzarono.
Mentre in Italia l'apertura della Chiesa fece nascere movimenti cattolici impegnati nelle lotte sociali, nei Paesi dell'America Latina alcuni movimenti di liberazione che si opponevano con la forza alle dittature militari furono condannati. Essi infatti proponrvano una teologia della liberazione dalla dittatura che in nome del Cristianesimo ricorreva anche all'insurrezione armata.
Nel corso degli anni Ottanta è stato Papa Giovanni Paolo II
che si è fatto portavoce di questa condanna in più occasioni, creando dissidi
con
I risultati del Concilio Vaticano II tuttavia rinnovarono
profondamente
DI UNA NUOVA GUERRA
Usa e Urss controllano lo spazio e gli armamenti nucleari mondiali.
Durante la guerra fredda la lotta tra le due superpotenze avvenne anche per la conquista dello spazio. La superiorità dei sovietici era evidente, infatti nel 1961 l'astronauta sovietico Yuri Gagarin compì il primo volo umano intorno alla Terra. L'America, però, portò i primi uomini sulla Luna. Kennedy aveva intensificato i rapporti con l'Europa per potenziare i Paesi alleati militarmente. Gli europei avrebbero dovuto potenziare solamente gli armamenti, cioè le armi non nucleari, lasciando agli Usa il controllo dell'arsenale nucleare della Nato, che doveva garantire l'equilibrio militare mondiale.
Il muro di Berlino.
La distensione entrò in crisi quando Kennedy e Kruscev si incontrarono per discutere sul problema della divisione della città di Berlino. L'incontro fallì e nello stesso anno, 1961, Kruscev fece costruire un muro di cemento e di filo spinato che divise Berlino est da Berlino ovest. Questo muro diventò il simbolo della definitiva chiusura tra Est e Ovest del mondo.
Con la crisi di Cuba si sfiora un conflitto mondiale
Cuba diventa uno Stato comunista.
L'isola di Cuba, posta a pochissima distanza dalla Florida, sotto la dittatura del generale Batista era stata una colonia economica degli Stati Uniti.
Nel 1959 una rivoluzione popolare guidata da Fidel Castro ed Ernesto Guevara, aveva instaurato un regime comunista. Lo Stato era diventato il proprietario di tutte le terre dell'isola, che vennero assegnate in piccoli lotti ai contadini poveri. Questa riforma agraria colpì gli interessi dei grandi latifondisti cubani; le grandi società statunitensi dovettero rinunciare al monopolio sulle piantagioni della canna da zucchero, allo sfruttamento dell'energia elettrica e delle raffinerie di petrolio, che vennero immediatamente nazionalizzate.
Il mondo col fiato sospeso.
Kennedy rispose alla riforma agraria ed alla nazionalizzazione dell'economia con l'embargo, il blocco economico e commerciale sui prodotti esportati dall'isola.
Ciò spinse Castro a stringere rapporti con l'Urss, accettando, nel proprio territorio, missili nucleari sovietici. La minaccia di un attacco sovietico all'America non era mai parsa così vicina.
Gli incrociatori russi furono intercettati dai servizi segreti americani e Kennedy fece disporre un blocco navale intorno all'isola. Il mondo intero per 4 giorni (dal 16 al 22 novembre) visse sull'orlo di una nuova guerra mondiale. Di fronte a questa minaccia, Kruscev ritirò gli incrociatori, dopo aver ottenuto l'assicurazione che Cuba non sarebbe stata invasa dagli USA.
Kruscev fu destituito e Kenedy fu assassinato nel novembre
del
UGO FOSCOLO
Ugo Foscolo nasce a Zante, nelle Isole Ionie, il 6
febbraio 1778 da madre greca e padre veneziano. Compie i primi studi a Spoleto,
ma la sua prima seria formazione avviene a Venezia, dove morto il padre, il
giovanissimo Foscolo si trasferisce con la madre e i fratelli nel 1792. Qui
studia i classici latini e greci e i filosofi, soprattutto Rousseau. Sulle orme
dell'insegnamento alfierano, lo spirito del Foscolo è violentemente acceso
dalle idee di libertà e di patria. Costretto dall'oligarchia veneta a
rifugiarsi a Bologna, alla discesa di Napoleone in Italia il poeta assume
atteggiamenti apertamente liberali e nel 1797 si arruola nel corpo dei
Cacciatori a cavallo e scrive l'ode "A Bonaparte liberatore". Da questo momento
ha inizio la sua carriera militare, che si protrae fino al 1815. Con il
trattato di Campoformido (ottobre 1797), con cui Napoleone cedeva Venezia
all'Austria, si rifugia a Milano. Qui conosce il Parini e il Monti e si dedica
a un'intensa attività giornalistica quale redattore del "Monitore italiano". A
Bologna fonda poi un nuovo giornale, il "Genio democratico", sul quale continua
la sua battaglia per l'indipendenza nazionale. Nel frattempo avvia la
pubblicazione delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis". Con la calata degli
Austro-Russi nel 1799, il Foscolo riprende le armi nella Guardia Nazionale,
combattendo eroicamente. Compone, nel frattempo, l'ode "A Luigina Pallavicini
caduta da cavallo". Dopo la vittoria di Napoleone a Marenga, tornato a Milano,
il Foscolo viene impiegato in una serie di incarichi e mansioni militari in
Lombardia, in Emilia e in Toscana. E' di
questo periodo la seconda ode, "All'amica risanata", oltre all'edizione definitiva
delle "Ultime lettere di Jacopo Ortis", a "La chioma di Benerice" e ai
"Sonetti". Dal 1804 al 1806 il poeta vive nella Francia settentrionale come
capitano di frontiera della divisione italiana. Rientrato in Italia, compone il
carme "Dei Sepolcri" (pubblicato nel 1807) e il poemetto "Le Grazie". Con il
ritorno del governo austriaco in Lombardia, il poeta si reca in esilio prima in
Svizzera, poi in Inghilterra, dove si dedica a un'attività di letterato e di
critico che lo pone tra i primissimi nella storia dell'Ottocento. Muore il 10
settembre
A ZACINTO
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar, da cui vergine nacque
Venere, e fea quell'isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
(U. Foscolo)
DANTE ALGHIERI
Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio del 1265 da Alghiero di Bellicone e da Donna Bella. Il padre, prima di morire, aveva destinato il figlio al matrimonio con una ragazza. Ma Dante incontrò un'altra ragazza, Beatrice, di cui se ne innamorò perdutamente, ma l'amò sempre a distanza perché le loro strade non si unirono mai. Lei morì a soli 25 anni, e Dante doveva sposare un'altra donna. Egli studiò nelle scuole religiose e frequentò persone nobili e intellettuali, riscoprendo il piacere della poesia e mutandolo, al punto che venne chiamato "Dolce stil nuovo". Non conosciamo l'aspetto esatto di Dante Alighieri, ma possiamo capirlo da un affresco di Giotto, dove viene ritratto con un tipico abito, un cappello, il suo naso aquilino e la sua aria misteriosa. Ma il carattere di Dante si capisce soprattutto dalle sue opere, dove si notano i suoi sentimenti: amore, odio e disperazione.
Dante si interessava di tante cose, anche di politica, nella
sua Firenze del'200 che viveva della produzione di pannilana, soprattutto, in
tutta Europa.
LEONARDO SCIASCIA
Leonardo Sciascia è uno scrittore tra i più significativi ed impegnati del nostro tempo. Nasce a Recalmuto, in provincia di Agrigento, nel 1921. Tutta la sua opera letteraria verte sulla storia e sui problemi della sua travagliata Sicilia, visti con l'occhio attento e sofferto di chi li vive in prima persona. Notissimo è il suo racconto "Il giorno della civetta" da cui è stato tratto un film di grande successo che tocca da vicino il gravissimo problema della mafia. È morto nel 1989.
JACQUES PREVERT
Jacques Prévert a créé une poésie simple, accessible à tous, pleine d'humour et de tendresse. Son ouvre reflète son amour de la liberté et sa façon de vivre, toute simple, à Paris ou en banlieue au lendemain de la deuxième guerre mondiale.
Quand il dénonce la guerre ou les injustices, il peut être ironique et même violente. Mais il redevient tendre et optimiste quand il rêve d'un monde de justice et de fraternité, quand il chante le droit au bonheur de chaque être humain.
D'innombrables poèmes de Jacques Prévert, mis en musique, sont devenue des chansons populaires: Les feuilles mortes, Barbara, Inventaire, etc., chantées par Juliette Gréco, Yves Montand et les Frères Jacques.
Jacques Prévert a également écrit des scénarios et des dialogues pour le cinéma, avec le réalisateur Marcel Carné. Leurs films les plus célèbres sont Drôle de drame, Les visiteurs du soir, Les enfants du paradis.
Ses principaux recueils de poèmes: Paroles (1946); Histoires (1946); Spectacle (1951).
Elle n'a pas de soucis
Elle se la coule douce
Le jour comme la nuit
Et elle sort de sa source
Tout doucement sans bruit
Et sans se faire de mousse
Sans sortir de son lit
Elle s'en va vers la mer
En passant par Paris
Elle n'a pas de soucis
Et quand elle se promène
Tout le long de ses quais
Avec sa belle robe verte
Et ses lumières dorées
Notre-Dame Jalouse
Immobile et sévère
Du haut de toutes ses pierres
La regarde de travers
Mais la seine s'en balance
Elle n'a pas de soucis
Elle se la coule douce
Le jour comme la nuit
Et s'en va vers Le Havre
Et s'en va vers la mer
En passant comme un rêve
Ou milieu des mystères
Des misères de Paris.
J.Prévert
MARY QUANT
Quant Mary (Londra 1934), disegnatrice di moda britannica, considerata la creatrice della 'minigonna'. Con il marito Alexander Plunket Green aprì nel 1955 la sua prima boutique in Kings' Road, chiamata 'Bazaar', cui seguirono negli anni Sessanta circa cento altri negozi solamente a Londra, di cui il più famoso a Carnaby Street. Riconoscibile per il marchio, una margherita, il suo stile molto semplice e colorato contrastava nettamente con quello allora in voga e si rivolgeva a un'ideale femminile esile e molto giovane, che fu perfettamente incarnato dalla magrissima modella Twiggy. Mary Quant lanciò minigonne, calze lavorate e stivali alti fin sopra il ginocchio, pantaloni scampanati e cinture, top lavorati all'uncinetto e lucidi impermeabili, cui affiancò prodotti di cosmetica. I suoi prezzi accessibili, uniti allo stile rivoluzionario, la fecero conoscere a un pubblico vastissimo.
MONROE MARILYN
(Norma Jean Backer). Attrice
cinematografica nord-americana, nata a Los Angeles nel 1928, morta ad Hollywood
nel 1962. Figlia di un'alienata mentale, dopo una squallida infanzia ed un
precoce matrimonio fallito (con un tale J. Dougherty), per vivere iniziò a
posare per piccanti foto «naturiste». Notata dal cinema, apparve brevemente in
Scudda Hoo, Scudda Hay (1948), in Giungla d'asfalto (1950) ed in Eva contro Eva
(1950). Soprattutto in Giungla d'asfalto, nella piccola leziosa parte
dell'amante d'un avvocato gangster, M. fece impressione per la naturalezza con
cui sosteneva il ruolo d'una ragazza bella, stupida e incosciente. Tre anni
dopo era protagonista d'un film di Hathaway dal titolo Niagara, abbastanza
melodrammatico, ma nel quale M., biondissima, vellutata, si rivelò un'insuperabile
fatale perversa. Niagara le diede subito il rango della grande stella.
Seguirono Gli uominipreferiscono le bionde (1953) e La magnifica preda (1954),
in cui però il suo personaggio era stato modificato. I produttori avevano ora
ideato per lei il tipo d'una ragazza tutta istintiva provocazione e insieme
incosciente candore, in continuo pericolo, ma capace alla fine di salvarsi per
la sua naturale fiducia in ciò che è semplice e vitale. Tale personaggio, reso
dalla M. in modo perfetto, affascinò il pubblico maschile e femminile. Dopo il
non ancora centrato Follie dell'anno (1954),
Incapace di separare
la finzione dalla realtà,
Vi è oggi un ricordo mitico di questa grande attrice nord-americana, che probabilmente resta come il simbolo di un'epoca troppo rapidamente superata. Esiste ora su di lei un'intera letteratura e se ne tenta la delineazione psicologica.
Nel 1984 è stata trovata una lettera della M. diretta a Lee Strasberg, il direttore dell'Actor's Studio di New York. Dalla clinica in cui era ricoverata l'attrice scriveva: 'sono sequestrata in una stanza di cemento'.
1966 - FIRENZE SOTT'ACQUA
A Firenze l'Arno scorre veloce e tranquillo, ben incassato fra due muraglie di pietra. Vi si specchiano palazzi bellissimi, il glorioso Ponte Vecchio con le sue botteghe di orafi, gli altri ponti ricostruiti dopo la guerra. Pare impossibile che quel fiume dall'aspetto così pacifico possa devastare una città: eppure è già accaduto due volte.
La prima fu nel 1333, con ben 300 morti. La seconda nel 1966: le vittime dell'alluvione furono diciassette, neanche da paragonare con le stragi dei secoli prima. Ma uguali e forse maggiori le distruzioni, specie nell'immenso patrimonio artistico della città.
A mezzanotte fra il 3 e il 4 novembre l'Arno, cresciuto di livello per oltre quattro metri, cominciò a superare gli argini. Se quel che accadeva sopra la superficie creava il massimo allarme, con case e strade inondate, il peggio succedeva nel sottosuolo. Scoppiarono uno dopo l'altro i trasformatori sotterranei della rete elettrica, fu danneggiata la centrale dell'acqua potabile dove morì anche un operaio. L'acqua che entrava nelle fogne tornava in superficie caricata dal gasolio delle cisterne, una sorta di patina grigia, unta, puzzolente che coprì presto tutta la città.
Il fiume correva ormai senza trovare resistenza per tutto il centro di Firenze, portandosi via automobili, torpedoni, biciclette e persone. Ma se una macchina si ricompra, che ne sarebbe stato di tutti quei capolavori d'arte, insostituibili? Qualcosa in verità fu salvato subito. In alcune gallerie si portarono a spalla i quadri nelle sale superiori: ma furono eccezioni. Non c'era tempo matematico per intervenire. Il maggior disastro avvenne nella Biblioteca Nazionale, una delle più grandi d'Italia, dove migliaia di libri rari e incunaboli furono sommersi dalla piena. Più tardi bisognò ripulirli pagina per pagina con speciali carte asciuganti; ed erano milioni di pagine. Molte volte però le legature erano state distrutte, e le pagine rimanevano appiccicate da una sostanza più forte e rigida della colla. Per fortuna, se così si può dire, in questa cronaca di disgrazie, l'alluvione durò poco: già la sera del 4 novembre la piena era in calo, e il mattino del 5 l'Arno cominciava a tornare ai livelli normali.
A questo punto, quasi immediatamente, esplose un fenomeno di segno contrario, la ricostruzione. In pochi giorni affluirono migliaia di volontari, quasi tutti ragazzi, che cominciarono con pazienza e sacrificio, senza che nessuno li pagasse, a ripulire le pagine dei libri e a togliere dai quadri la crosta fangosa. Erano studenti di tutte le nazionalità, che giungevano con una camicia di ricambio e un sacco a pelo, ammirevoli per generosità e resistenza alla fatica. Sapendo che le ruspe avrebbero distrutto anche cose salvabili, scavarono nella melma con le mani: così si rinvennero piastrelle di scultori medievali, piccole statue, oggetti d'arte che altrimenti sarebbero spariti. Collaborarono naturalmente in pieno anche i fiorentini; la città voleva rivivere. Già tre settimane dopo l'alluvione riaprì il Teatro Comunale, presente il capo di Stato: cominciava la ripresa, Firenze sarebbe tornata bella come prima.
MAGNETI E MAGNETISMI
Il magnetismo è la proprietà di alcuni corpi detti magnati di attirare oggetti di ferro. In un magnete tale capacità si concentra ai due poli, che sono considerati, uno positivo (nord magnetico) e l'altro negativo (sud magnetico). I due poli non sono separabili fra loro. Il magnete è, quindi, formato da particelle dette magnetoni allineati regolarmente fra di loro. Se la disposizione regolare viene alterata, il corpo si smagnetizza. Certi corpi metallici si smagnetizzano permanentemente (azione duratura) o temporaneamente (azione rapida) se strofinati con un magnete.
Le proprietà magnetiche si trasmettono, per induzione, anche agli oggetti metallici disposti in un campo magnetico di una calamita (magnetismo indotto). Corpi come l'ambra, l'ebanite, la lana, se strofinati acquistano la proprietà detta elettrizzazione, di attirare corpi leggeri. Esistono due forme di elettricità negativa (dell'ambra) e positiva (del vetro). I fenomeni elettrici sono dovuti a spostamenti di elettroni lungo un corpo o fra due corpi diversi. Si generano quando si creano squilibri fra il numero degli elettroni e quello dei protoni degli atomi di una sostanza. I metalli sono conduttori di elettricità perché perdono facilmente elettroni dalle orbite periferiche dei loro atomi (perché ne hanno di meno); i non metalli sono isolanti perché trattengono gli elettroni e non propagano movimenti elettronici alle parti circostanti. Nei conduttori gli spostamenti elettronici riguardano la superficie esterna dei corpi sferici e delle reti metalliche. Nelle zone puntiformi dei conduttori si ha accumulo di cariche elettriche. I corpi elettrizzati per contatto acquistano carica delle stesso segno di quella del corpo elettrizzato, mentre, quelli che si elettrizzano per induzione in un campo elettrico si caricano con lo stesso segno del corpo inducente nelle parti a questo prossimo, con segno opposto nelle parti distanti. Col pendolino elettrico si può stabilire se un corpo è carico elettricamente e con l'elettroscopio si può identificare il tipo dicarica. L'intensità della carica elettrica è espressa dalla legge di Coulomb che si enuncia nel seguente modo: due cariche elettriche puntiformi (Q1 e Q2) si attraggono o si respingono con una intensità (F) direttamente proporzionale al prodotto delle intensità delle due cariche ed inversamente al quadrato della loro distanza
F= K Q1 x Q2
d2
La corrente elettrica è un flusso regolare di elettroni lungo un conduttore costruito dal cavo elettrico. Lo spostamento degli elettroni nel conduttore si deve al fatto che ai 2 estremi di esso esiste una differenza della quantità delle cariche elettriche (detta differenza di potenziale o tensione) la quale fa passare gli elettroni dall'estremo a potenziale maggiore a quello a potenziale minore. Quanto più elevata è la differenza di potenziale tanto più rapido è il flusso degli elettroni nel conduttore. La differenza di potenziale si esprime in un'unità di misura della volt (V) in onore di Alessandro Volta. Per comprendere cos'è il volt occorre tenere presente che per portare una carica elettrica ad un certo potenziale bisogna compiere un lavoro. Un volt esprime il lavoro di un joule (J) per spostare la carica di un coulom (C) dall'estremo all'altro del conduttore. V = J C altro elemento da considerare è l'intensità di corrente, cioè IDC che si valuta calcolando la quantità di cariche (Q) che ogni secondo attraversano la sezione del conduttore. I = Q sec.
L'intensità di misura dell'intensità di corrente è l'ampere (A).
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