Tema sulla rivoluzione industriale
VIII secolo. Epoca di
notevoli mutamenti. Epoca in cui avvenne la prima delle più importanti
rivoluzioni della storia dell'uomo: la rivoluzione industriale. Nel 1780
l'Inghilterra fu il primo paese in cui si manifestò tale rivoluzione, grazie
alla concomitanza di diversi fattori quali l'incremento demografico,
l'espansione commerciale, le numerose risorse minerarie e la rivoluzione agricola.
Infatti in questo periodo le strutture produttive dell'agricoltura inglese
subirono notevoli cambiamenti: il possesso delle
terre si concentrò nelle mani di pochi proprietari con la costituzione di ampie
unità di produzione basate sul lavoro dei bracciati. Le nuove tecniche di
coltivazione favorirono lo stimolo per il processo di industrializzazione. Gli
artigiani e i contadini espropriati, che non avevo più la possibilità di
lavorare indipendentemente, costituirono la massa nella quale furono reclutati
gli operai delle nuove fabbriche. Alla formazione di una classe di capitalisti
industriali, corrispose dunque la nascita di una nuova classe d'operai
salariati che non possedeva altro che i loro figli (proletariato). Si passò
appunto da un'agricoltura basata sulla coltivazione e sul pascolo ad
un'economia basata sulla fabbrica, la cosiddetta "factory". Il processo di
rivoluzione fu ampliato dall'applicazione delle scoperte scientifiche nel
sistema produttivo. Il settore dove vi furono le prime invenzioni fu quello
tessile: la macchina filatrice diede un immediato impulso all'industria tessile
che cominciò ad abbandonare il lavoro a domicilio per costruire delle nuove
fabbriche vicino ai corsi d'acqua e alle vie di comunicazione. Una delle prime
conseguenze della rivoluzione fu l'aumento della popolazione che iniziò a
concentrarsi nelle città: ciò fece sì che attorno alle fabbriche nascessero
veri e propri quartieri malsani e sovraffollati dove le condizioni igieniche
erano precarie (senza acqua corrente e fognature) e la densità abitativa favoriva
il diffondersi di malattie epidemiche. La rivoluzione industriale ebbe enormi
conseguenze sociali: le condizioni di lavoro degli operai erano durissime, i
turni in fabbrica erano uguali per tutti ed erano di 16-17 ore al giorno.
L'operaio entrava in fabbrica la mattina e ne usciva la sera, e molto spesso il
pranzo e la cena avvenivano in fabbrica, mancando il tempo per tornare a casa. In
pratica tutta la vita dell'operaio era assorbita dalla fabbrica dove il ritmo lavorativo
era imposto dalla macchina. Le condizioni dell'ambiente di lavoro erano precarie:
gli stanzoni erano poco illuminati e poco areati, il rumore e le polveri
accompagnavano il ritmo incessante delle macchine. Le donne e i bambini venivano sfruttati in misura anche maggiore
degli adulti, infatti la piccola taglia dei fanciulli e l'agilità delle loro
dita erano il migliore ausilio per le macchine e la loro debolezza era una
garanzia di docilità. Senza fatica li si poteva ridurre in uno stato di
obbedienza passiva cui gli uomini adulti non si lasciavano facilmente piegare.
La sorte di questi bambini fu particolarmente penosa perché erano sottoposti ad
una schiavitù disumana senza ricevere nemmeno alcun tipo di istruzione. Infatti
sapevano eseguire soltanto l'operazione alle macchine cui erano stati
incatenati. La sicurezza nelle fabbriche era scarsa e gli infortuni erano molto
frequenti, spesso si verificavano anche incidenti mortali. Per questo gli
operai iniziarono a mobilitarsi con diverse proteste che, nel 1811, assunsero
forme violente. Il luddismo, un movimento che prese il nome da Ned Lud, si
sviluppò nel Nottinghamshire per dilagare poi nelle altre regioni industriali.
La manifestazione più vistosa e importante del luddismo fu la distruzione delle
nuove macchine, nelle quali gli operai vedevano la causa diretta delle loro
sofferenze.