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Signore delle SS
A tutt'oggi si parla delle SS come di un organizzazione esclusivamente maschile, sebbene il comandante supremo Heinrich Himmler già nel 1929 dichiarò di volerne fare una "Comunità di stirpe" di uomini e donne, un'èlite razziale del popolo germanico a capo di un Europa comandata dai nazisti.
(stendardo dell'armata SS)
Nel 1931 Himmler decretò che i membri della Schutzstaffel (guardie di protezione, abbreviato SS) potessero unirsi in matrimonio soltanto con donne ariane che avessero "passato l'esame" in merito alle loro convinzioni politiche e razziali (dovevano essere antisemite e adoperarsi a favore della nazione generando e allevando figli per poi distaccarsene e porli al servizio dello stato nazista); in osservanza di tale decreto, tra il 1931 e il 1945 all'interno del corpo speciale delle SS si registrarono 240 mila matrimoni. Quest'ordinanza sul fidanzamento e matrimonio pretendeva inoltre che i futuri membri armati al fianco di Hitler fossero alti almeno 170 cm e che i lineamenti del loro volto non presentassero alcuna venatura di sangue straniero. La commissione per la razza, composta da comandanti delle SS, scienziati razzisti e medici, aveva fissato cinque categorie in base a cui i candidati ad entrare nell'esercito personale del Führer venivano selezionati:
1)Nordico puro
2)A prevalenza nordica o falica
3)Armonicamente misto con leggere componenti alpine, dinariche o mediterranee
4)Sangue misto di origine prevalentemente orientale o alpina
5)Sangue misto di discendenza extra Europea.
Sebbene le fasce d'appartenenza ritenute valide fossero cinque,furono arruolati soltanto coloro che appartenevano a una delle prime tre categorie; oltre a ciò le possibili guardie di protezione dovevano dimostrare di essere di discendenza ariana, il che significava documentare che nessuno dei loro antenati era appartenuto alla religione ebraica a partire dal 1750 per i comandanti e dal 1800 per i semplici soldati. In maniera analoga, le leggi matrimoniali sollecitavano a sottoporre a selezione razziale anche le future signore delle SS: da quel momento innamorarsi, fidanzarsi e poi sposarsi non fu più un affare privato.
(bandiera dello Schutzstaffel)
<<La moglie dell'uomo SS, non deve essere inferiore sotto il profilo razziale e fisico, poiché una discendenza di alto valore dipende dal fatto che entrambi i genitori siano tanto razzialmente che fisicamente di pari specie e valore [.] >>[1]
così si espresse Gottlob Berger succeduto alla guida dell'Ufficio centrale delle SS, sostenendo che <<accanto all'uomo SS in primo luogo la donna tedesca deve assumere una posizione imminente come custode della specie>>.[2]
Le future spose dovevano aver frequentato un corso d'istruzione alla maternità, di cui veniva stilato un attestato di partecipazione, ed essere in possesso del distintivo sportivo del Reich; una volta ottenuti questi documenti, la coppia poteva sposarsi. Conclusasi la cerimonia nuziale secondo riti neopagani, il comandante SS più anziano in servizio dichiarava l'avvenuto ingresso della giovane moglie nella comunità di stirpe, consegnava lei un libro di stirpe della Schutzstaffel, o un documento che attestasse l'appartenenza ad essa, e in coro tutti intonavano il canto delle SS Treuelied: in questo modo era dimostrato che la moglie avesse accettato l'ideologia e la prassi razzista dell'ordine di cui entrava a far parte.
Le mogli di SS dovevano assumere nell'Ordine della stirpe un posto che altro non era che il ruolo tradizionale della donna sposata: dovevano cioè restare subordinate al patriarcato del marito; come custodi dell'onore e della stirpe del sangue si riteneva spettasse per natura all'uomo l'orientamento spirituale della casa, la donna invece doveva fornire alla famiglia l'anima e l'atteggiamento interiore, in silenzioso e quasi invisibile adempimento del dovere. Loro compito, come quello di tutte le altre donne di razza pura, era quello di generare figli, possibilmente molti, allevare i nati per l'eroica lotta, rafforzare marito e prole nel loro entusiasmo verso la causa nazista, con orgoglio e consapevolezza della loro missione.
Disponibilità alla maternità e al sacrificio per il popolo e la patria erano gli attribuiti che furono imposti alle donne come dovere supremo. Questi permisero loro di sentirsi parte del "Movimento di rinnovamento razziale" e le rese orgogliose di aderire alla dottrina della superiorità della propria razza. Secondo la volontà di Himmler le mogli di SS dovevano essere le "signore del futuro" e a guerra vinta ricevere dal Reichsfuhrer delle tenute nei territori orientali, per dominare laggiù con le loro famiglie sulle donne e sugli uomini inferiori.
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