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L'annientamento dell'Unione Sovietica, fallito davanti a Mosca nel dicembre del 1941, fu ritentato dalla Germania fra l'estate e l'autunno del
Questa volta l'obiettivo principale dell'offensiva tedesca era affidato alle armate del Sud, comandate dal generale von Bock, che, procedendo dalle posizioni conquistate in Ucraina nella precedente campagna, dovevano occupare Stalingrado e il basso Volga, e impadronirsi in seguito del Caucaso e delle fonti petrolifere di Baku e Batum, privando l'esercito russo della linfa vitale delle armate moderne.
Lo stato maggiore tedesco giudicava rettamente che, se gli obiettivi fossero stati raggiunti, i Russi, privati del grano ucraino, delle risorse petrolifere e della loro massima via di comunicazione fluviale, sarebbero stati, quanto meno, ridotti ai margini della guerra, e il Reich avrebbe quindi potuto tentare con gli Anglo-americani una vantaggiosa pace di compromesso.
Scatenata il 3 luglio 1942, la nuova offensiva iniziò con una serie di vittorie germaniche, e i Sovietici dovettero retrocedere rapidamente, tanto che già il 25 luglio Rostov, chiave d'ingresso al Caucaso, cadde nelle mani della Wehrmacht.
Esaltato dal successo, il Führer ritenne allora - contro il parere dei suoi generali - che non fosse più necessario rispettare il principio della concentrazione degli sforzi e fece staccare dall'armata di von Bock un forte contingente di truppe, destinandole alla immediata occupazione del Caucaso.
Così, mentre Stalin accumulava le riserve strategiche necessarie a bloccare l'armata tedesca prima che essa avesse raggiunto il basso Volga, le divisioni che puntavano su Stalingrado al comando del generale von Paulus vennero sensibilmente indebolite; per converso la resistenza russa andava crescendo progressivamente man mano che i Tedeschi si avvicinavano al Don e al Volga.
Il 7 settembre Stalin diede l'ordine di abbandonare la tattica della difesa elastica, intesa a risparmiare uomini e mezzi consumando spazio, e tale ordine si tradusse, presso l'armata sovietica che sentiva di combattere in difesa della patria socialista e della civiltà, nell'epico motto «Il Volga non ha che una sola riva».
Per due mesi (16 settembre-19 novembre 1942) Stalingrado è investita dall'armata tedesca. Approfittando delle stesse rovine di cui i bombardamenti nemici hanno disseminato la città e che rendono difficoltoso l'uso delle divisioni corazzate, i soldati russi combattono per le vie e inchiodano l'avanzata nemica. Dal 19 novembre inizia da nord una controffensiva sovietica vittoriosa, che procedendo verso sud chiude la strada di rifornimento e di ritirata agli assedianti e li riduce a loro volta alla condizione di assediati.
Questa manovra era stata prevista da von Paulus, che aveva proposto al Führer un tempestivo arretramento, ricevendo peraltro l'ordine di mantenere le posizioni ad ogni costo. Dopo un terribile inverno - durante il quale i soldati tedeschi dovettero sopportare le più atroci sofferenze - il 31 gennaio 1943 von Paulus prese autonomamente la decisione di arrendersi nelle mani del maresciallo Zukov.
Nel frattempo le armate sovietiche avanzavano verso sud-ovest, costringendo le truppe dell'Asse, delle quali faceva parte l'Armata Italiana in Russia (ARMIR), non solo ad abbandonare la direttrice del Caucaso, ma anche a ritirarsi precipitosamente dall'Ucraina. Mentre il corpo di spedizione italiano, lasciato senza notizie e senza assistenza dall'alleato tedesco, veniva praticamente distrutto, anche i Tedeschi cominciavano quella ritirata che, se pur interrotta da pause o da locali controffensive, non doveva più arrestarsi sino al tracollo definitivo del Terzo Reich.
Del resto su tutti gli scacchieri le sorti della guerra, nel corso del 1942, si erano capovolte, e solo la mentalità di Hitler e dei suoi seguaci, nonché la loro infondata speranza di pervenire per primi alla realizzazione delle armi atomiche, può ormai spiegare l'ulteriore protrarsi del conflitto per oltre due anni.
Nel Pacifico gli Americani recuperavano il terreno perduto, non solo con la già ricordata battaglia del Mar dei Coralli, ma anche con lo sbarco a Guadalcanal nelle Salomone (7 agosto 1942), donde procedevano per una lunga e vittoriosa campagna navale (9 agosto-30 novembre).
Truppe cino-americane, solidamente appoggiate dall'aviazione statunitense, rovesciavano durante l'estate il corso della guerra sul continente asiatico
Nel Nordafrica gli Inglesi sfondavano le linee dell'Asse attestate presso el-Alamein (23 ottobre - 2 novembre) e proseguivano in una avanzata che doveva concludersi con la conquista di tutta la Libia (Tripoli cadrà nelle loro mani il 23 gennaio 1943). Altri contingenti anglo-americani sbarcavano in forze nel Marocco francese e nell'Algeria (8 novembre 1942) e da queste basi procedevano contro la Tunisia, che gli Italo-tedeschi riuscivano a difendere solo fino al 15 maggio 1943.
Nel 1942, inoltre, la resistenza dei popoli al nazismo si andava facendo più aspra e serrata.
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