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DOMANDA 1:
A- Prima di leggere il libro, avevo sentito parlare da alcune persone che lo avevano precedentemente letto che era scritto in una prosa abbastanza difficile, e che la storia in sé era piuttosto noiosa; a lettura quasi ultimata, invece, alcune compagne di classe hanno espresso giudizio molto lusinghieri sul libro. Non ho però tenuto conto di nessuna di queste impressioni durante la lettura.
B- Il romanzo mi ha colpito molto sul piano storico - sentimentale. La malattia di Alberto, il suo peggioramento inconsapevole nel tempo, fino a diventare " pallido e gonfio sul collo" , e la deportazione finale di tutta la famiglia in Germania hanno scosso la mia coscienza. Ho provato anche indignazione per il modo in cui era considerata al tempo la vita umana; della famiglia, per puro caso, solo Alberto riposa nella tomba di Ferrara: questo fatto mi pare terribile. Questo libro aiuta molto a capire la sofferenza della gente a quel tempo; gli stessi fatti, letti sui libri di storia in cui sono raccontati in modo abbastanza oggettivo, toccano molto di più se presentati, come in questo caso, in modo così personale e vissuto. La morte di Micol è una vera tragedia per il protagonista, nel racconto lo si sente, e la si vive in maniera molto profonda.
C- L'io narrante, l'uomo che rivive con la memoria tutta la sua storia giovanile con Alberto e Micol Finzi-Contini, prova moltissimi rimpianti per ciò che gli ritorna piano piano alla mente visitando con il pensiero il cimitero di Ferrara. Con se stesso è molto severo, si rimprovera anche se non direttamente per quella volta, nella carrozza, in cui non ha dichiarato il suo amore alla giovane Micol, rimpiange i tempi in cui la poteva vedere tutti i giorni, e baciare, e abbracciare, e dimostrarle il suo amore senza parole.
D- La personalità del protagonista è ben delineata: è un giovane timido, emotivo e riservato ( lo dimostra soprattutto il tempo che impiega per confessare il suo amore alla ragazza) che si lascia trascinare dal sentimento che prova per Micol. Egli non può sottrarsi a questo amore, ed esprime con dolcezza, anche attraverso la descrizione che fa di Micol, i suoi sentimenti. Il narratore ricorda con nostalgia il passato, e soprattutto quel periodo che ha segnato così profondamente la sua vita. Il suo è un atteggiamento comune anche oggigiorno: le sue riflessioni nei confronti dell'amore per Micol, la sua paura (o forse la sua incapacità) di voler bene veramente sono facilmente ritrovabili anche nei giovani moderni.
La sua personalità convince abbastanza il lettore: ma per quanto mi riguarda, non mi sono sentita molto coinvolta nei suoi atteggiamenti.
E- La mia graduatoria è la seguente:
Micol: al primo posto l'oggetto dell'amore del protagonista, perché è il personaggio più emblematico e meglio descritto del racconto. E' una persona positiva, piena di energia, anche se le sue parole sembrano cariche di negatività. Micòl spiega al protagonista che l'amore è uno 'sport crudele, feroce' e cerca di convincerlo che il rapporto tra loro due potrà essere solo di amicizia, non d'amore: e per ottenere questo risultato obbliga il protagonista a frequentare la propria famiglia molto raramente. Altre volte, invece, rivela un atteggiamento vigliacco, scappando via da Ferrara senza salutare nemmeno il protagonista, per evitare di parlare faccia a faccia con lui.
Malnate: Il "Giampi", come viene chiamato nel racconto, è l'unico personaggio con una visione specifica del mondo e su cosa vi sta succedendo. L'idea che si ha di lui è quella di un uomo forte, deciso, determinato nelle sue scelte; nel racconto ha una duplice funzione: permette al narratore di inserire l'elemento politico e funge da elemento di disturbo nella relazione tra l'io narrante e Micol.
Protagonista: Bassani è un giovane timido, riservato, spesso in contrasto con il Malnate e carico d'amore per la giovane Finzi-Contini. Nel romanzo non descrive il proprio aspetto fisico, ma racconta di essere uno studente, iscritto a lettere. Quello che però mette in evidenza è soprattutto la difficoltà a capire i propri sentimenti e a saperli esprimere in modo corretto, specialmente nel caso dell'amore per Micol; è una persona debole, che si abbatte per un nonnulla ( come nel caso di una insufficienza in matematica, occasione dell'incontro con una giovanissima Micol) e che fa fatica a esprimere i suoi sentimenti.
Alberto: E' un personaggio molto complesso, e la sua storia è la più commovente di tutto il racconto. Inizialmente è molto chiuso, ma poi si apre nei confronti di quei ragazzi ebrei che vivono la sua stessa vita. Alla fine il suo personaggio è molto più umanizzato, e cogliamo tutta la sua sofferenza per la malattia che finirà per ucciderlo. Quarto posto perché non esprime mai una sua opinione, nemmeno nelle discussioni in casa sua tra il protagonista e Malnate; essendo sempre molto gentile nei confronti degli ospiti, non fa mai, neppure per un attimo, la parte del protagonista, ascolta i pareri di tutti e non ha mai nulla da obbiettare.
F-
IL PROTAGONISTA: Bassani ha una visione particolare della vita: per lui è importante lo studio e la realizzazione personale, e fa di tutto per svolgere il suo dovere scolastico al meglio, tanto che basta un piccolo insuccesso per deprimerlo. Egli si sente diverso dai suoi parenti, si sente ancora 'vivo' e non uno 'spettro' qualsiasi. Ama molto la sua città, respirare aria fresca, andare in bici per le strade di campagna e nutre molta simpatia nei confronti dei Finzi-Contini. Non ama, invece, le 'grandi compagnie': il suo unico desiderio è quello di potersi fidanzare con Micòl.
Alla scoperta del sentimento per la ragazza, agisce e pensa in sua funzione. Tutti suoi pensieri sono per lei, e addirittura al suo rifiuto le dà la colpa del suo dolore, dicendo che " l'aveva capito subito, lei, che tra noi era nato qualcosa di falso, di sbagliato, di molto pericoloso [.] e da vigliacca aveva scelto il partito peggiore, scappando".
MALNATE: Malnate appartiene ad un ambiente completamente diverso da quello degli aristocratici Finzi- Contini. Lavora in fabbrica ed ha idee comuniste; parla spesso di politica ed è l'unico personaggio del romanzo a prendere posizione precise al riguardo degli avvenimenti di quegli anni.
LA FAMIGLIA FINZI- CONTINI: Da quando il loro primogenito, Guido, è morto giovanissimo, il professor Ermanno e la signora Olga vivono in un "assurdo isolamento", per paura di essere in qualche modo contagiati dai comuni mortali. Così Micol e Alberto non frequentano le scuole pubbliche; hanno in comune con gli altri ragazzi un paio di professori (che danno loro ripetizioni private) e l'occasione degli esami a fine anno. Rivedono poi i ragazzi ebrei (in particolare la famiglia dell'autore) durante le funzioni alla sinagoga; c'è però un ulteriore allontanamento quando i Finzi-Contini cominciano a frequentare anche le loro funzioni in un ambiente privato.
La situazione cambia quando ospitano i coetanei; con gli ospiti dei ragazzi, i Finzi-Contini e gli Herrera si dimostrano sempre gentili, ma molto distanti. Solo il professor Ermanno prenderà più avanti interesse e simpatia per l'autore e, per i suoi studi, gli metterà a disposizione i tesori della biblioteca di famiglia.
Nella famiglia Finzi-Contini, in particolare:
MICOL FINZI-CONTINI: E' una ragazza allegra, piena di vita, dinamica e sportiva. Da bambina, è molto aperta, socievole. A circa sedici anni è molto cambiata: è diventata più timida, si impegna maggiormente nelle attività scolastiche (infatti si laurea a Venezia ottenendo il massimo dei voti) e ama starsene chiusa in camera, sul suo letto, a leggere un libro. Nonostante la sua famiglia ne ostacoli la socializzazione, Micol mostra sempre una certa curiosità nei confronti della realtà esterna, della vita, delle attività che la circondano; è infatti sua l'idea di aprire la villa di famiglia per i tornei di tennis.
ALBERTO FINZI-CONTINI: Da bambino era grande amico del protagonista, ma poi, col passare del tempo, il loro rapporto si è 'indebolito'. Molte volte, per non rimanere solo in casa, invita il protagonista e Malnate per ascoltare un po' di musica o per discutere di politica. Spesso Alberto appare privo di una propria volontà e di idee, infatti sta sempre dalla parte di chi, durante una conversazione, 'domina' sul suo interlocutore. Sicuramente non è comunista e lo ammette davanti al protagonista; certe volte è svogliato, inetto, i genitori e Micòl lo rimproverano spesso perché non è riuscito a laurearsi in ingegneria. Inizia, poi, ad ammalarsi: il suo fisico si indebolisce lentamente, il suo viso si mostra pallido, raggrinzito, egli dice a tutti di star bene, ma in realtà soffre molto. Dopo essere diventato così fragile e così vecchio (paragone con il padre del protagonista),muore di linfogranuloma.
G- Bassani è il protagonista narrante della vicenda. È un personaggio idealista che accetta il confronto e la discussione; non dispone di un gusto istintivo delle cose come la gente normale ma ama, come Micòl, il passato e non il presente. Politicamente, è schierato con i moderati.
Giampiero Malnate è invece il più anziano frequentatore di casa Finzi-Contini tra gli amici di Alberto. Il protagonista e il Malnate hanno lunghe discussioni politiche nelle quali Alberto non interferisce quasi mai, o se interviene, lo fa in maniera sottile, schierandosi dalla parte del "Giampi" senza darlo a vedere, preoccupato se il protagonista si appresta a "vincere" la discussione. Il Malnate è un accanito sostenitore del comunismo; infatti nel romanzo vediamo il protagonista prima in contrasto e poi in accordo con lui. I due, nelle loro discussioni, spaziano dalla politica contemporanea, all'arte e alla letteratura.
H- La parte della prosa che più mi ha interessata di questo libro è stata quella in cui ,nel 1938 il protagonista viene cacciato dal club di tennis 'Eleonora d'Este' e, dopo 5 anni che non vedeva i Finzi-Contini viene invitato da Alberto al giardino. Arrivato al giardino egli scopre di non essere solo: ci sono anche altri ragazzi cacciati dal club: Bruno Lattes, Adriana Trentini, Tonino Collevatti, Carletto Sani e Giampiero Malnate. Tutti questi ragazzi con Alberto e Micòl disputano lunghe partite a tennis e durante alcune di esse il protagonista e Micòl fanno lunghe escursioni nel giardino parlando da buoni amici. Un giorno di pioggia i due si ritrovano in una carrozza ma il protagonista non ha il coraggio di dichiarare il proprio amore per Micòl e, come si vedrà più avanti, si pentirà di questa scelta. In questi giorni inoltre il protagonista fa delle chiacchierate con il professor Ermanno discutendo sulla laurea. Il pezzo di prosa mi ha affascinata per la delicatezza in cui il protagonista racconta la nascita dei suoi sentimenti, e per la leggerezza del racconto se paragonato ad altre parti, quali per esempio la descrizione delle cerimonie ebraiche, in cui la mia attenzione è un po' calata per causa della lunghezza e del lessico a volte troppo specifico
DOMANDA 2:
Il titolo del libro mi sembra piuttosto efficace; dovendolo cambiare, però, sceglierei un titolo che richiamasse in qualche modo Micol, l'amore del protagonista, che in fondo è il personaggio attorno al quale ruota tutto il romanzo; quindi, o "MICOL" senza altre parole, per sottolineare appunto l'importanza del personaggio, oppure "CRONACA DI UN SENTIMENTO", dato che il libro pare proprio una cronaca, persino nel tragico finale, con protagonisti Bassani e Micol.
DOMANDA 3:
Parametri: testo argomentativo
Destinatario: lettori con una buona cultura di base
Collocazione: rivista divulgativa
Linguaggio: divulgativo
Tesi adottata: promuovere la vendita del libro considerandolo un buon testo
GIORGIO BASSANI, "IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI"
SOLO DUE PAROLE: NON DIMENTICATE
"Il giardino dei Finzi Contini", di Giorgio Bassani ( vincitore del premio strega nel 1956 per Cinque storie ferraresi e del premio Viareggio per "Il giardino dei Finzi Contini" nel 1962 ), è uno dei libri di maggior successo del dopoguerra, e rappresenta uno dei testi più lirici e struggenti del Novecento italiano, con quasi due milioni di copie vendute. Pubblicato per la prima volta nel 1963, terzo libro de Il romanzo di Ferrara, un opera più volte modificata da Bassani che raccoglie il lavoro di una vita, narra della giovinezza di quattro giovani Ferraresi di origine ebraica che, alla soglia del secondo conflitto mondiale, vivono i loro amori e giocano a tennis appunto nel giardino del titolo, un immenso parco che fa da sfondo a tutta la vicenda. "Un romanzo di ampio respiro, ma anche pudico di fronte all'inesprimibile orrore della deportazione degli ebrei ferraresi, spesso fascisti essi stessi" ( Alessio Guzzano)
Il giardino dei Finzi-Contini, un luogo che moltissimi turisti ferraresi e non cercano ancora oggi per le vie della città, è il giardino della villa di Alberto e Micol Finzi-Contini. Proprio Micol, è la principale protagonista del libro, oggetto di profondo amore da parte del narratore; questo testo sembra un monumento al suo ricordo, un disperato e ultimo tentativo di fissare nella memoria dei lettori la triste storia della giovane, della sua grinta, della sua spregiudicatezza.
Il libro è stato anche fonte di ispirazione per un film, che Vittorio De Sica ha girato nel 1971, e che ha fissato nell'immaginario collettivo di più di una generazione il volto di Micol come quello di Dominique Sanda, che la interpretò appunto nel film vincitore del premio Oscar; film, da ricordare, mai amato da Bassani, che giudicò "inadatte" le scene d'amore tra il protagonista e Micol, che lui nella prosa aveva soltanto lasciato intendere. Pietro Citati, accanito sostenitore del valore poetico del libro di Bassani, lo ha definito " un espressione universale della bellezza e del dolore"; il libro fu molto criticato negli anni sessanta, in cui venne accusato di mantenere i classici schemi della letteratura degli anni cinquanta, ma ancora oggi permane nel tempo come una testimonianza soggettiva di uno dei più disumani orrori del ventesimo secolo, l'olocausto, e come poetica cronaca di un amore sullo sfondo della seconda guerra mondiale. Un libro da avere, gustare, tenere in libreria e rileggere più volte, quasi fosse un dolce da assaporare a poco a poco: una piccola perla indispensabile per la vostra collana.
DOMANDA 4:
Come già detto nella risposta 1-h, le parti oscure e più noiose mi sembrano quelle in cui il narratore descrive le funzioni ebraiche e tutte le cerimonie, per via del lessico troppo ricercato e della lunghezza della descrizione. Il narratore spiega le cerimonie in modo troppo particolareggiato e intellettuale, difficile da seguire, oscuro da capire. Per il resto, il romanzo scorre abbastanza facilmente, la prosa è abbastanza semplice e il contiene tutte le informazioni che servono per gustare la situazione fino in fondo.
DOMANDA 5:
Il libro, secondo me, è molto indicato per un pubblico con un livello di cultura abbastanza alto. Infatti, oltre al linguaggio specifico che viene usato in certi punti, difficile da comprendere, vengono anche affrontate tematiche abbastanza impegnative, per esempio l'amore non corrisposto.
Fin da quando è bambino, infatti, l'autore si accorge che Micol manifesta curiosità nei suoi confronti; egli ne è attratto sempre più e soffre tremendamente perché non trova la forza di dichiararsi. Poi, quando si dichiara soffre ancora di più, perché viene rifiutato.
Per illudersi di rimanere legato alla ragazza, continua a frequentare la sua casa anche quando lei non c'è; frequenta suo fratello, i suoi amici, suo padre, ma è tutto inutile. E' solo tornando alla propria famiglia confidandosi con il proprio padre, che ritrova le proprie origini e quindi se stesso e va finalmente per una strada tutta sua. Un altro tema che potrebbe risultare difficile è quello della memoria. Quando Micol verrà uccisa in un campo di sterminio, infatti, dopo molti anni dall'ultima volta che si sono visti, l'autore decide di scrivere di lei, di farla in qualche modo rivivere nella memoria. Tutto il romanzo in effetti la fa vivere per come lui l'ha vissuta in quegli anni. E' il prologo che ci dice subito che tutto ciò che viene raccontato nel romanzo è storia vera, un ricordo lontano che l'autore vuole rievocare: la ragazza, i sentimenti, le emozioni, gli ambienti, tutto sarebbe perso se non ci fosse memoria.
Il romanzo, effettivamente, presenta un lessico abbastanza difficile; essendo stato scritto verso il 1957 e pubblicato per la prima volta nel 1963, presenta parole ed espressioni non più usate.
DOMANDA 6:
"Era la prima volta che la sentivo parlare, e immediatamente notai quanto la sua pronuncia somigliasse a quella di Alberto. Parlavano entrambi nello stesso modo: spiccavano le sillabe di certi vocaboli di cui essi soli sembravano conoscere il vero senso, il vero peso, e invece scivolavano bizzarramente su quelle di altri, che uno avrebbe detto di importanza molto maggiore. [.] Questa privata deformazione della lingua italiana era la loro vera lingua. Le davano persino un nome: il Finzi- continico"
Così il narratore introduce il diverso linguaggio, il modo di parlare che contraddistingueva i due ragazzi. Questo linguaggio privato, simbolo di particolare parlata borghese, tendeva a sottolineare parole magari senza senso, ma che in bocca loro acquisivano importanza, anche se non l'avevano, e invece ignorava altre parole che magari erano la chiave del discorso, ma che loro non sembravano considerare; linguaggio che probabilmente avevano imparato dal padre, la cui diffusione era stata favorita dal fatto che né Alberto né Micol frequentavano la scuola pubblica, ma avevano dei maestri privati.
ALCUNI ESEMPI:
Micol:
"..io sono come tutte le altre: bugiarda, traditoria, infedele. aveva sottolineato infedele spiccando al solito le sillabe"
"Lo stipendio paga il lavoro, non la persona che lo compie."
"Mi sono fidanzata, non lo sai??"
Alberto:
"Ma è la grande sorpresa che ti avevo detto!!"
"..ad ogni modo, se ti degni, bando ai complimenti."
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