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Aspetto Geografico del Kosovo:
Il Kosovo è situato nella Serbia sud-occidentale; il suo territorio è per la maggior parte occupato da colline e rilievi, che raggiungono al massimo circa i 2000 m.
Sebbene sia ricco di giacimenti di piombo, zinco, lignite e magnesite, il Kosovo è una delle regioni più povere dell'Europa, infatti la popolazione si dedica soprattutto alla coltura di sussistenza (mais, frumento, orzo, patate, prugne, uva) e all'allevamento di bovini e ovini.
La popolazione arriva quasi ai 2 milioni d'individui, per la maggior parte albanesi con minoranze serbe e montenegrine, la cui maggior parte vive nei più grandi centri urbani: Pristina, Prizren e Pec.
Aspetto Storico Sociale del Kosovo:
.- Tito e Milosevic; due ere a confronto:
Tito: L'ascesa di Tito iniziò tra il 1944 e il 1945 quando fu eletto Presidente della Repubblica Federale Jugoslava della quale difese l'autonomia contro l'URRS optando per una politica di non allineamento.
Fu leader autorevolissimo e durante la seconda guerra mondiale era stato capo partigiano che aveva guidato la resistenza contro le truppe tedesche e italiane. Alla sua morte hanno cominciato a nascere tensioni tra le varie etnie dello stato multinazionale che era nato artificialmente alla fine della seconda guerra mondiale.
Milosevic: Milosevic cominciò la sua carriera nel 1959 quando si iscrisse al partito socialista serbo; in seguito fu direttore della banca serba più importante e contemporaneamente a capo del comitato cittadino di Belgrado.
Dopo nel 1986 egli guida il partito socialista serbo fino al 1991 quando con l'indipendenza delle regioni serbe egli attacca le minoranze in Croazia e nelle zone limitrofe.
La Jugoslavia dalla morte di Tito ad oggi:
Con la morte di Tito, avvenuta nel 1980, la Jugoslavia va incontro a delle grandi difficoltà economiche, causate dall'elevato debito estero, ma soprattutto dal separatismo del Kosovo (indipendente dal 1968), che poi sarà conquistato nei mesi seguenti.
Negli anni successivi, nonostante gli sforzi del paese, la sua situazione economica peggiora e nel dicembre 1990 si ha l'elezione politica di gruppi nazionalisti conservatori.
Alla fine del 1990, il nazionalista Slobodan Milosevic, viene eletto al potere e lui ripristina subito la legge marziale.
Negli anni successivi si ha una completa rivoluzione nei Balcani con un susseguirsi di guerre e di separazioni tra stati:
Giugno 1991 secessione della Serbia che ottiene subito l'indipendenza;
Giugno 1991 secessione della Croazia che combatte fino al 1992 con la quasi completa distruzione di Dubrovnik;
Settembre 1991 indipendenza Macedone;
Marzo 1992 indipendenza Bosnia-Erzegovina.
Successivamente nel 1995 Russia e Repubblica Federale Jugoslava
firmarono un accordo di cooperazione militare la cui entrata in vigore segna il primo passo per la rimozione delle sanzioni internazionali applicate precedentemente.
Adesso dal 24 marzo 1999 la NATO (North Atlantic Treaty Organization)sta compiendo un'azione militare per costringere Milosevic ad accettare gli accordi che prevedono l'autonomia o indipendenza del Kosovo e la permanenza, sul territorio, di una forza militare multinazionale per garantire il rispetto degli accordi.
Finora tutte le azioni si sono svolte tramite attacchi aerei che cercano, colpendo obiettivi militari, di ridurre il massacro dei Kosovari da parte delle truppe Serbe, che però non si fermano.
Così ora si sono formati due principali piani d'azione:
-1-Invasione del Kosovo: comporterebbe l'invio di 200 mila uomini in due
settimane con l'utilizzo di circa 300 elicotteri.
-2-Creazione di un enclave
per la protezione dei
profughi : comporterebbe l'uso di 30-40 mila soldati per
la creazione di un cordone umanitario per la
protezione dei profughi.
Tra questi due, comunque, il più accreditato è il secondo; ma in ogni caso si pone un domanda: Quando agire?
Per questa domanda ci sono due risposte: subito chiedendo a Belgrado con la convenzione di Ginevra il permesso di agire, come vorrebbe il nostro governo, o solo dopo la sconfitta di Milosevic come preferirebbe quello Americano.
Però, comunque si decida, a parer mio, bisogna farlo in fretta poiché una grande massa di profughi stanno scappando dal Kosovo ed essi devono essere aiutati.
Finora gli emigranti sono 900 mila di cui 350 mila sono ancora in Kosovo e rischiano di morire per la mancanza di cibo o per il freddo.
La mia opinione su questi fatti è che la NATO ha sbagliato a compiere i bombardamenti sulle città abitate dai civili, come Belgrado, e che avrebbe dovuto subito compiere un attacco terrestre, poiché la guerra deve essere combattuta dai militari e non bombardando i civili.
- Le vie diplomatiche
Fin dall'inizio dell'offensiva militare si sono attivati una serie di interventi diplomatici per riprendere i contatti con Milosevic ed arrivare ad un accordo politico. Si sono particolarmente attivati il Governo russo che ha inviato il ministro Primakov (31/3) e successivamente il Vaticano che ha inviato un prelato con un messaggio personale del Santo Padre a Milosevic perché interrompesse l'azione di guerra almeno durante la Pasqua cristiana e ortodossa.
Il 6 aprile Milosevic ha dichiarato la sospensione unilaterale dell'offensiva bellica, ma gli alleati della NATO non si fidano di tali ammissioni che vengono giudicate di propaganda politica. Sembra piuttosto che continuino i massacri degli albanesi per la 'pulizia etnica' e le deportazioni.
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