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Riassunti esplorazioni dopo colombo




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RIASSUNTI ESPLORAZIONI DOPO COLOMBO


LA PENISOLA IBERICA ALLA VIGILIA DELLE ESPLORAZIONI

I protagonisti all'inizio dei viaggi di esplorazione furono Castiglia e Portogallo, uniti ideologicamente e religiosamente dalla reconquista. Inoltre c'è la volontà di evangelizzazione come ulteriore spinta. Ma ora i musulmani, stanziati in zone strategiche per il commercio come Marocco e Turchia, controllavano gli sbocchi commerciali delle due merci più desiderate dagli europei: oro e spezie. L'oro per l'Europa era fondamentale per comprare merci dall'Asia e ne serviva sempre più considerando che le miniere europee erano ormai esaurite. La maggior parte dell'oro che circolava in Europa proveniva dall'Africa, già Erodoto diceva come avvenivano gli scambi tra i mercanti e le tribù africane: i mercanti lasciavano le merci sulla riva di un fiume e quando tornavano trovavano al loro posto l'oro africano. Nel Medioevo quest'oro era trasportato dalle carovane musulmane che facevano tappa in città carovaniere come Timbuctù e arrivavano infine a Marrakech o Fez e poi al Mediterraneo. Le spezie provenienti dall'Asia orientale invece venivano acquistate dai mercanti europei, soprattutto italiani, nelle città musulmane dell'Egitto e della Siria. La conquista da parte dei Turchi di Costantinopoli (1453) cambiò in parte la situazione dato che monopolizzarono il commercio delle spezie dopo aver preso l'Egitto.

Queste motivazioni fanno capire perché i protagonisti di questi primi viaggi di esplorazione furono i regni iberici, tra l'altro anche facilitati dalla collocazione geografica.


IL PORTOGALLO E L'ATLANTICO

All'inizio del 400 i portoghesi avevano già finito la reconquista. Il Portogallo, con il suo mezzo milione di abitanti, aveva più possibilità di sviluppo nel mare che nell'agricoltura e trovò nella dinastia degli Avis il simbolo della propria volontà di autonomia nei confronti delle mire espansionistiche della Castiglia. Nel 1385 Giovanni I d'Avis aveva assicurato alla sua famiglia la Corona; da allora la monarchia portoghese cominciò ad appoggiare fortemente le attività economiche e cantieristiche della borghesia. Molti italiani ebbero fortuna in Portogallo per le proprie capacità come Colombo e Vespucci. Fu al principe Enrico (detto per questo il Navigatore), attivo durante il regno di Giovanni I che si deve il maggiore impulso alla navigazione e esplorazione: Gran Maestro della Militia Christi nato dopo lo scioglimento dell'Ordine dei Templari, raccolse intorno al 1420 nella sua residenza di Sagres un'accademia di esperti e studiosi per organizzare e coordinare i viaggi di esplorazione lungo le coste africane. Inizialmente si puntò all'oro delle miniere del Maghreb, al pepe e all'avorio. Ma si voleva principalmente arrivare a circumnavigare l'Africa per riuscire ad avere un collegamento diretto con l'Asia e non essere più dipendenti dai musulmani. L'Africa sub-sahariana era infatti prevalentemente sconosciuta, anche se il cartografo Fra Mauro aveva ipotizzato una sua forma aderente alla realtà, e addirittura si pensava che in Etiopia vi fosse il leggendario Regno Cristiano del Prete Gianni il che era uno stimolo perché si sperava in una unificazione per poi sconfiggere i musulmani.

Così i portoghesi si avventurarono lungo le coste meridionali dell'Africa sistemando di volta in volta nuove basi come punti di appoggio. Nel 1434 vene doppiato il capo Bojador poi si toccarono le Isole del Capo Verde, la foce del Niger e la Guinea dove si costruì il forte di Sao Jorge, prima capitale dell'impero marittimo portoghese.

= Bartolomeo Diaz scopre il Capo de los Tormentos (attuale Capo di Buona Speranza) e raggiunse l'oceano Indiano. Dato che ormai il collegamento con le indie era aperto i Portoghesi non accettarono di aiutare Colombo nel suo progetto.

= Vasco da Gama partito da Lisbona con tre navi e centossessanta uomini arriva a Calicut, sulle coste sud-occidentali del sub-continente indiano.


IL DOMINIO DEL MARE E LE INNOVAZIONI TECNICHE

Nonostante i numerosi progressi come la bussola, l'alberatura multipla, il timone incernierato a poppa, la presenza di violente correnti rallentò molto i viaggi portoghesi. Nasce quindi la navigazione scientifica basata non più sui portolani (carte nautiche disegnate secondo l'osservazione della costa) ma sull'osservazione astronomica in modo da potersi orientare anche in alto mare. Ad esempio si usava il quadrante per localizzare la stella polare oppure l'astrolabio. La figura del "piloto" ovvero del nocchiero divenne fondamentale. Nel 1509 nacque il primo manuale di navigazione a stampa con tabelle precise per le latitudini e le carte subirono dei cambiamenti in modo da poter rappresentare la curvatura terrestre e il reticolo di meridiani e paralleli.

Ci furono modifiche anche per quanto riguarda le navi. La caravella, nave leggera, maneggevole, piuttosto piccola (dalle 50 tonnellate alle 250) si dimostrò migliore delle galeazze veneziane che trasportavano merci in tutto il Mediterraneo per i viaggi di esplorazione poiché resistette meglio alle onde dell'oceano. Avendo un grande spazio per la velatura non ne riservava molto ai galeotti (rematori) dato che non aveva la possibilità di caricare molte riserve di cibo. Nacquero perciò i galeoni (dalle 250 alle 1000 tonnellate) armati di quaranta bocche da fuoco capaci di attaccare da lontano e affondare altre navi. Quest'innovazione tecnica determinò la decisiva superiorità militare dei Portoghesi sui popoli assoggettati.


VECCHIE E NUOVE VIE DELLE SPEZIE

Tra i popoli che già instauravano relazioni commerciali nell'Oceano Indiano vi erano gli Stati Indiani, quelli arabi e l'Impero Cinese. L'Impero coloniale portoghese nasce come rete di centri commerciali e di porti d'appoggio ottenuti con l'uso di diplomazia e/o violenza.

= Vasco da Gama assedia Calicut.

Si sovverte un antichissimo sistema commerciale secondo il quale i mercanti arabi caricavano zenzero, pepe e cannella a Calicut e li portavano nei pressi della Mecca; da qui altre navi più piccole attraversavano il Mar Rosso giungendo a Suez dove le merci partivano sui cammelli arrivando infine al Cairo o ad Alessandria. Qui si effettuavano scambi con i mercanti europei come veneziani e genovesi che tra l'altro trasportavano con loro pellegrini che andavano a Gerusalemme.


LA CREAZIONE DELL'IMPERO PORTOGHESE NELLE INDIE

Dato che i Portoghesi erano pochi dovettero sfruttare le possibilità offerte dalle scoperte in Europa difendendo i propri titolo dagli altri pretendenti e sul posto consolidando il proprio potere con la forza, le alleanze politiche e basi commerciali fortificate.

la legittimazione viene fornita dal papato che con tre bolle (1452-1455-1456) riconosce ai portoghesi il diritto di sottomettere musulmani e "pagani". Si faceva divieto, sotto pena di scomunica, a tutti gli altri governi di stabilire contatti di qualsiasi genere con le popolazioni già sottomesse dagli stranieri. L'idea della crociata si vede anche nel nome della moneta portoghese che è cruzado. Il monopolio dei portoghesi si tradusse in un impero commerciale che mirava allo sfruttamento delle risorse e al traffico di schiavi, avorio e spezie. Inoltre i portoghesi tenevano il più rigido riserbo sulle conoscenze apprese.

Le alleanze erano sempre dirette contro i musulmani o avevano comunque una giustificazione religiosa. In Africa si allearono con il re del Congo che fecero battezzare sotto il nome di Alfonso; Vasco da Gama giunto a Calicut si mise a pregare in un tempio indù fingendo fosse cristiano. Nei porti si costruivano subito la chiesa e il fondaco che venivano fortificati. A capo dell'impero venne nominato un vicerè che dovette garantire un sistema regolare di viaggi fra Portogallo e India.

Il vero fondatore di questo impero fu Alfonso de Albuquerque. In Africa invece fu più facile in quanto si poteva sfruttare anche l'attrito fra le varie tribù allenandosi con una di esse. Sulla costa occidentale bastò l'alleanza con il Congo. Su quella est i principati erano musulmani la lingua usata lo swahili. I rapporti con questi furono basati sull'inganno o sull'abile sfruttamento delle rivalità interne, come in Kenya. Nell'oceano Indiano si ebbe a che fare con la forza degli Indù, dei musulmani divisi fra sciiti (Persia) e sunniti (turchi, egiziani.). Dopo avere ottenuto il permesso di commerciare i cristiani avanzavano pretese di monopolio e compivano atti di intolleranza fino ad occupare la città militarmente. Ad esempio il rajah di Calicut, detto il Samorè (signore del mare) si oppose alla pretesa di monopolio delle spezie. Ma nel 1507 una spedizione navale guidata da Alfonso de Albuquerque riuscì a prendere il controllo di Madagascar, Mozambico e lo stretto di Ormuz.

= sconfitta la flotta musulmana, viene conquistata Goa che diventa capitale dellimpero portoghese.


LA SCOPERTA DELL'AMERICA

Nell aprile 1492 il marinaio genovese Cristoforo Colombo ottiene il permesso dalla regina Isabella di Castiglia, con le Capitolazioni di Santa Fe, per attuare il suo progetto di raggiungere le Indie navigando verso ovest. L'idea era nata dopo la lettura del Milione di Marco Polo che lo avevano incuriosito per le descrizioni che dava del Cipango (Giappone) e del Catai (Cina). Inoltre alcuni studiosi stavano affermando la sfericità della terra come Paolo del Pozzo Toscanelli. Ma in realtà si ignorava l'esistenza del continente America (Colombo pensava che la circonferenza terrestre fosse di 30000 km anziché 40000 ).

Agosto 1492= parte dalle Canarie

12 ottobre 1492= arriva in un'isola delle Bahamas che chiama San Salvador.

Colombo pensava di avere all'interno del suo nome (Christum ferens) un'implicazione profetica e che fosse colui che, secondo il Libro delle Profezie, doveva unire il mondo nella religione cristiana. Ovviamente la scoperta venne divulgata con una grande velocità dallo stesso Colombo che portò anche esemplari di selvaggi. Le autorità spagnole non avevano nessun riserbo nel divulgare le notizie.

Intanto vennero fatte delle spedizioni di accertamento:

= viaggi di ricognizione di Amerigo Vespucci che scopre l'esistenza di un vero continente. Per questo poi l'America prende il nome da lui e non da Colombo.


LA GESTIONE DELLA SCOPERTA

Aspetti giuridici e organizzativi da sistemare.

= il Papa Alessandro VI fissa il confine geografico con una linea (raja) tracciata a 370 miglia dalle Azzorre che divideva il globo nel senso dei meridiani secondo la quale i possedimenti spagnoli erano quelli a ovest e quelli portoghesi quelli a est (trattato di Torrentillas). Per questo i portoghesi rivendicavano il possesso del Brasile scoperto per caso nel 1500 durante una spedizione verso l'India.

Per governare a Siviglia nacque la Casa de la Contractatiòn che controllava merci e passeggeri delle navi, bisognava avere un permesso per partite e evitare che nelle nuove colonie giungessero eretici, ebrei e musulmani. Per popolare le nuove terre Colombo propose io perdono dei reati per chi in cambio volesse servire la Corona delle Indie, gli uomini sposati dovevano portarsi dietro le mogli e arrivarono in America anche i primi nuclei di neri africani, molto numerosi in Andalusia. In Spagna c'erano già tre regni (Castiglia e Leòn, Aragona, Navarra) e quindi l'America spagnola venne denominata Regno delle Indie ed equiparata agli altri. inizialmente degli affari si occupava il Consiglio di Castiglia, a partire da Carlo d'Asburgo nacque un Consiglio delle Indie autonomo, organo di elaborazione di materie alle quali toccava al re decidere alla fine. Era difficile creare una rete di funzionari spagnoli in quanto erano tentati di abusare del potere (lo stesso Colombo venne arrestato per questo). Gli avventurieri che conquistavano territori diventavano governatori. Per limitare i loro poteri nacquero degli organi collegiali, le Audiencias, che si occupavano dell'amministrazione giudiziaria e civile. Dal 1535 si instaura la figura del vicerè come rappresentante dell'autorità del re e sotto di loro una fittissima rete di istituzioni giudiziarie, amministrative e militari.


L'EPOPEA DEI CONQUISTADORES: CORTES

Le isole caraibiche avevano effettivamente poco oro e scarsa manodopera sterminata subito dalle epidemie. Dalla seconda metà del 500 le conquiste si spostano dal golfo di Darièn al Messico. Dopo che venne attraversato l'istmo di Panama vennero conquistate rapidamente Florida, Yucatàn, Rio della Plata. Uno dei protagonisti della conquista spagnola fu Hernàn Cortès. Inviato nel 1519 dal governatore di Cuba a esplorare il Messico affondò al flotta in modo da obbligare gli uomini a seguirlo nella marcia all'interno. Dopo aver combattuto contro il Toltechi giunse a Tenochtitlàn, capitale dell'impero azteco. La conquista fu facilitata dalla superiorità tecnica degli spagnoli ma anche da rivalità interne all'impero che portarono alcune tribù ad allearsi e a fornire informazioni. Inoltre Cortès venne scambiato per il grande dio piumato. Fece prigioniero l'imperatore Montezuma e lo costrinse a un atto di sottomissione al re di Spagna. La città si ribellò ma venne conquistata nel 1521 (tra l'altro la popolazione era vittima di un'epidemia) e cadde nell'impero di Carlo V sotto il nome di Nuova Spagna governata da Cortès che poi compì un'altra impresa scoprendo la California. Cominciò anche l'opera dei missionari richiesti da Cortès per cancellare le religioni locali anche con la forza.


PIZARRO E LA CONQUISTA DELL'IMPERO INCA

Francisco Pizarro tentò la conquista allora dell'Impero inca in Perù. Esso aveva come capitale Cuzco ed era nato nel 1000 circa, al suo interno vi era il più grande tempio dell'impero, il tempio del Sole, Massimo centro religioso. Gli inca, grazie ad un sistema stradale molto efficiente, governava su un territorio molto vasto che andava dall'Ecuador al Cile e Argentina. Gli spagnoli si allearono con Huascar, fratello dell'imperatore Atahualpa, che tramava alle sue spalle. Atahualpa venne attirato con un inganno, catturato e ucciso nel 1533. Ma Pizarro si scontrò e uccise il suo compagno di avventura Diego de Almagro, che aveva cominciato la penetrazione dal Cile, ma fu poi a sua volta ucciso dal figlio di costui. Oggetti preziosi e le tombe del Tempio del Sole vennero depredate e la popolazione fu costretta a lavorare nelle miniere fino allo sfinimento. Un discendente della famiglia reale Tupac-Amaru, cercò di ricostituire l'Impero con sede Machu Picchu invano (1571). Ancora il suo nome è attribuito alla volontà di rivolta. La popolazione quechua è la diretta erede degli inca. La conquista si completò con la costruzione della città di Lima e con la nomina di un vicerè. Il vicereame venne chiamato della Nuova Castiglia. Tutte le sedi delle organizzazioni furono sistemate nella piazza principale.


LO SCAMBIO COLOMBIANO

Per spiegare la presenza dell'umanità anche in America si fece riferimento alla Bibbia e alla divisione del mondo tra i figlio di Noè, si alluse alle dieci tribù ebraiche scomparse e si disse che gli indios erano ebrei e come tali andavano convertiti per preparare il ritorno di Cristo annunciato nell'Apocalisse. Per giustificare il dominio spagnolo si fece ricorso alla filosofia aristotelica: de Sepùlveda sosteneva che gli indios erano esseri inferiori e come tali erano schiavi di natura. Oggi sappiamo che gli amerindi derivano dal nostro stesso ceppo genetico e sono giunti in America attraverso lo stretto di Bering circa 40000 anni fa. Questo isolamento fu una debolezza per gli indios che non avevano il nostro stesso sistema immunitario e venivano colpiti da mortali epidemie di vaiolo, tifo, morbillo. Per gli europei ci fu una mortale epidemia di sifilide che scoppiò in Italia nel 1494-95 e si parlò di "mal francese" perché contemporaneamente stava scendendo l'esercito di Carlo VIII e i francesi parlarono di "mal napoletano". Essa sembrava una punizione divina e nessuno immaginava provenisse dall'America.

Lo scambio di alimenti fu importantissimo: dall'America giunsero alimenti fondamentali come patate, pomodori, mais, ma anche fagioli, cacao, ananas, arachidi, manioca, melone, zucca gialla, tabacco. Noi esportavamo la vite, il cavallo, ma anche vino e alcol ai quali gli indios non erano abituati e per i quali morivano, mentre in Europa si diffuse l'altrettanto pericolosa coca.


LO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE AMERICANE: "ENCOMIENDA" E LAVORO FORZATO

Problemi per determinare la proprietà delle terre, i diritti di sfruttamento e la possibilità di fare e vendere schiavi. Si esportarono le istituzioni feudali. Le terre e i popoli conquistati erano di proprietà della Corona, ma venivano date in affidamento provvisorio, in commenda, a qualcuno per ringraziarlo dei servizi resi e in compenso della cura che si doveva prendere del governo politico e religioso delle popolazioni. Nacque l'istituto delle encomienda cioè un rapporto di lavoro di tipo feudale regolato da leggi severe. Gli indios dovevano lavorare per l'encomendiero o pagare un'imposta equivalente al lavoro. Il risultato fu la schiavitù degli indios. Veri e propri schiavi erano invece gli indios catturati in guerra anche se alla fine vennero dichiarati personalmente liberi ma legati alla tenuta. Un'altra forma di schiavitù era il repartimiento ovvero una distribuzione del lavoro di gruppi di indigeni in funzione delle necessità dei colonizzatori. Tutto ciò serviva per attirare coloni dalla madrepatria. Si trattava di concessioni personali ma non ereditarie e che potevano essere revocate in ogni momento. Si introdusse legalmente la mita, il lavoro forzato, e gli indios dai diciotto ai cinquant'anni potevano essere costretti alla mita e al massacrante lavoro nelle miniere d'argento. D'altronde le ricchezze erano destinate all'Europa dove la Spagna era impegnata in guerre d'espansione. Si può dire che gli indios erano sfruttati in America per una storia che però si svolgeva in Europa.


BARTOLOMEO DE LAS CASAS E LA "LEGGENDA NERA"

Fra i conquistatori vi fu anche chi riusciva a vedere queste atrocità come l'ordine dominicano e specialmente Bartolomeo de Las Casas, che dedicò la sua vita per proteggere i diritti degli indios tanto che raccolse documenti sulla storia della scoperta e della conquista dell'America e gli si deve il mantenimento dei diari di bordo di Colombo. Egli affermava che per convertire bisognava usare la mitezza e gli venne anche assegnato il territorio denominato "la vera paz". Ovviamente le sue idee vennero contestate dato che tra l'altro mettevano in discussione gli ideali e i metodi utilizzati nelle crociate. Fu nominato vescovo ed ebbe il titolo di "protettore degli indiani". Diffuse le sue idee tramite la Brevissima relazione della distruzione dell'America (1542) imprimendo un marchio d'infamia sulla Corona spagnola, così da far parlare di leggenda nera della conquista.

Venne assistito dai domenicani, ad esempio nell'Università della Salamanca, un professore domenicano di teologia, Francisco de Vitoria, tenne un corso sugli indios e sul diritto di guerra. Secondo la sua tesi bisognava distinguere tra ambito religioso e politico e si poteva aggredire militarmente solo per difesa.

Per mascherare nuovamente le proprie volontà di conquista seguendo questa tesi nacque il requerimiento. Si stampava un bando nel quale si intimava agli indios di accettare il cristianesimo ma ovviamente nessuno ne capiva niente e perciò con la scusa che erano ribelli si potevano catturare. Lo stesso avvenne con Atahualpa che mentre gli si leggeva un breviario lo buttò a terra e venne ucciso.



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