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RAMMA
Benché l'interno della casa giapponese si presenti semplice e disadorno, nelle stanze apparentemente vuote si trovano innumerevoli punti in cui l'ebanista può dar prova della sua inventiva e del suo senso artistico. Naturalmente la disposizione e i dettagli del tokonoma e del chigaidana hanno una varietà illimitata, salvo nelle dimensioni; e le sogli e i montanti, i ripiani e gli armadietti, le porte scorrevoli con le relative superfici da spingere, e la varietà del legno impegnato, offrono davvero all'artigiano ampio terreno per fare sfoggio della sua abilità specifica. Il soffitto, pur avendo una struttura meno varia, rappresenta comunque una superficie adatta alla decorazione; ma ogni opera che non rientri nell'ornato tradizionale diventa molto dispendiosa, a causa dell'ampiezza della superficie e dell'alto costo dell'ebanisteria.
Quanto al valore decorativo, dopo il chigaidana (escluso naturalmente il soffitto che ben di rado discosta dal modello praticamente universale, composto da tavole sottili e listelli trasversali), ritengo che il ramma sia l'elemento più curato dal progettista e lavorato con più finezza dall'ebanista. È vero che le zone da coprire sono minuscole, ma le figure, che possono essere intagliate o formate dal graticcio (devono possedere una incisività e un risalto che non si ritrovano in altre finiture interne della stanza.
Il kamoi, o architrave, è una trave che traversa interamente un lato della stanza a circa sei piedi di altezza dal pavimento. Sul lato inferiore ha delle scanalature in cui scorre il fusuma; lo spazio fra la trave e il soffitto è di due piedi o più, a seconda, ovviamente, dell'altezza della stanza. La distanza fra il kamoi e il pavimento è quasi sempre costante, ed è quasi sempre inferiore all'altezza delle nostre porte, poiché la struttura media dei giapponesi è inferiore alla nostra, tanto che per molti stranieri questa trave è fastidiosamente bassa, come può essere testimoniato da quanti vi hanno sbattuto contro la testa passando da una stanza all'altra. Lo spazio fra il kamoi e il soffitto è detto ramma, e fornisce ai giapponesi altro terreno su cui dar prova di quel talento per la decorazione che in loro è così naturale. Questo spazio può essere chiuso semplicemente da una tramezza intonacata, esattamente come nelle nostre case, in cui lo spazio corrispondente, sopra ampie porte a fisarmonica fra stanze comunicanti, è sempre chiuso, ma generalmente è suddiviso in due o più pannelli (quasi sempre due), e sulle loro superfici progettista e carpentiere trovano ampio spazio per realizzare quelle affascinanti meraviglie che compaiono negli interni giapponesi.
I motivi decorativi sono ovviamente innumerevoli. Possono essere costituiti da figure romboidali e geometriche; oppure ogni pannello può essere formato da una tavola singola in cui il motivo è stato ricavato eliminando il legno superfluo, e lasciando come sfondo il buio della stanza che è dall'altra parte; oppure la decorazione si può presentare come un pannello sottile con figure di uccelli, fiori, onde, draghi o altri soggetti, intagliati o traforati. I pannelli in legno traforato vengono adoperati molto spesso nella decorazione del ramma, e hanno figure simili a quelle che si trovano sui pannelli importati attualmente dal Giappone, ma di dimensioni maggiori. L'opera deve apparire leggere e ariosa, ma deve essere molto resistente, infatti è raro trovare pannelli di questo tipo con pezzi sostituiti o rotti.
I ramma che richiedono grande maestria nella progettazione e nella realizzazione sono quelli in cui l'intagliatore, dopo aver disegnato la figura su una grossa tavola, elimina tutto il legno superfluo fino a far risaltare la sagoma, che poi viene finita minuziosamente.
Che in città piccolissime e in villaggi di villaggi di contrade sperdute esistano, come infatti esistono, artigiani con temperamento artistico, capaci di progettare e realizzare questi raffinati lavori d'intaglio che sono opere d'arte, è un fatto straordinario che merita attenzione. Troviamo capolavori di ogni genere sparsi in tutto il paese, e ciò dimostra che tutti gli artigiani, qualsiasi sia il loro mestiere, hanno perfetta padronanza delle proprie dimensioni, non ne sono 'asserviti' (e le esercitano per conto proprio). In altri termini, tutta la popolazione apprezza ciò che è progettato in senso artistico ed eseguito alla perfezione, e per questo chiunque svolga con competenza il proprio mestiere riceve offerte di lavoro ovunque si trovi. Con questa generica affermazione non voglio sostenere che in Giappone gli artigiani provetti non si trasferiscano nelle città più grandi, ma piuttosto che sono una categoria presente dappertutto, nelle cittadine e nei villaggi, e che gli artigiani sono distribuiti sul territorio in modo più capillare che da noi. E quanto la situazione del Giappone sia diversa dalla nostra si può capire dal fatto che in centinaia di città e in migliaia di villaggi del nostro paese il carpentiere è capace di costruire soltanto un ricovero delle intelaiature.
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