Quale era la teoria razziale di Hitler?
Al centro della teoria di Hitler sta l'idea della
razza. Tutta la storia, dice Hitler nel suo libro Mein Kampf, è solo espressione dell'eterna lotta tra le razze per
la supremazia. La guerra è l'espressione naturale e necessaria di questa lotta
in cui il vincitore, cioè la razza più forte, ha il diritto di dominare.
L'unico scopo dello stato è mantenere sana e pura la razza e creare le
condizioni migliori per la lotta per la supremazia, cioè per la guerra. La
guerra è l'unica cosa che può dare un senso più nobile all'esistenza di un
popolo.
Di tutte le razze quella cosiddetta 'ariana' o 'nordica' è,
secondo Hitler, la più creativa e valorosa, ed anche l'unica a cui spetta il
diritto di dominare il mondo.
Tradotto nella realtà questo significava per Hitler prima l'unificazione del
continente europeo sotto il dominio della nazione tedesca, per cercare poi
nuovo spazio vitale all'est, cioè in Polonia e in Russia. Ma questo doveva
essere, come scrive Hitler, solo il preludio dell'ultima grande sfida, dello
scontro finale contro gli Stati Uniti.
Ci sono numerose contraddizioni e imprecisioni nella teoria razziale di Hitler,
ma probabilmente questo non è molto importante per Hitler, dato che in alcuni
capitoli scrive con molta franchezza 'la propaganda non ha il compito di
essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace.'
Infatti, questa propaganda doveva rivelarsi molto efficace. Sicuramente al
disoccupato faceva piacere sentire che in fondo non era un piccolo disgraziato
ma uno che apparteneva a una razza superiore. Parlando del suo futuro Reich
Hitler promette : 'Essere uno spazzino in un tale Reich sarà onore più alto
che essere un re in uno stato estero'.
Il secondo elemento fondamentale è l'antisemitismo. Per Hitler gli
ebrei non sono una comunità religiosa, ma una razza, e cioè la razza che vuole
rovinare tutte le altre. Mescolandosi con gli altri popoli, gli ebrei cercano
di inquinarli, distruggendo la purezza della razza e eliminando così la loro
forza, necessaria per la lotta per la supremazia.
Hitler: 'L'Ebreo è colui che avvelena tutto il mondo. Se l'ebreo dovesse
vincere, allora sarà la fine di tutta l'umanità, allora questo pianeta sarà
presto privo di vita come lo era milioni di anni fa.'
L'odio di Hitler contro gli ebrei non era solo strumento politico, era. Gli
orrendi eventi degli anni 1940-1945, quando l'antisemitismo non poteva più
servire come strumento politico, lo dimostrano. Nell' aprile del 1945, quando
Hitler presagiva già la propria fine, detta al suo segretario: 'Un giorno
si ringrazierà il Nazionalsocialismo del fatto che io ho annientato gli ebrei
in Germania e in tutta l'Europa centrale'.