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PIETRO IL GRANDE
Con la Russia di Pietro il Grande, cominciamo a parlare di dispotismo illuminato ovvero un tipo di governo autoritario, tirannico ma aperto, riformista, liberale, questo fenomeno coinvolse molti governi dal 1690 al 1770/'80 geograficamente interessò la zona della Prussia, Russia e Austria.
Fino alla fine del 1600 la Russia viveva in condizione di assoluta marginalità, era isolata per economia, usi e costumi dal mondo occidentale, non si chiamava Russia ma Società della Moscovia, aveva una densità demografica di circa quattro o cinque abitanti per chilometro quadrato contro i quindici dell'Inghilterra. Era un mondo senza città, una realtà rurale molto arretrata, l'handicap maggiore lo creava la vastità del territorio che rendeva troppo difficile il controllo della popolazione. Gli spazi erano vasti e l'agricoltura estensiva, la Russia aveva grandi risorse naturali, era un serbatoio di legname, catrame, pellicce, cera, cereali che diffondeva attraverso le vie commerciali del Mar Baltico. Le tassazioni dello Stato che gravavano sulla popolazione erano principalmente quella sull'acquavite, sul sale e sul tabacco.
La Russia cambia decisamente con l'avvento di Pietro il Grande, il suo operato è giudicato dagli storici con opinioni contrastanti: ci sono i tradizionalisti che lo accusano di aver tradito le origini slave per occidentalizzarla, c'è chi invece afferma che Pierto ha posto le basi per un'economia di assoluta importanza.
Prima di Pietro governava in Russia lo zar Ivan il Terribile (il termine zar deriva dalla grande tradizione degli imperatori romani, Caesar da cui deriva zar), apparteneva alla grande dinastia dei Romanov, l'idea di Pietro il Grande, diventato zar a dieci anni ma che di fatto comincia a governare a diciassette, era quella di modernizzare, centralizzare e occidentalizzare il suo Stato. Era un personaggio particolare, si era formato con una cultura occidentale, aveva viaggiato molto, prima in Germania poi in Olanda e Inghilterra, ha lavorato nei cantieri occidentali coma carpentiere, questo mondo gli pare più aperto, più più libero della sua Russia che vuole trasformare. Il progetto di Pietro è quello di modernizzare, centralizzare, occidentalizzare:
Modernizzzare significa urbanizzare il suo Paese, industrializzarlo, fonda San Pietroburgo in una zona nevralgica a Nord Ovest sul Mar Baltico, è una sorta di abbraccio col mondo occidentale.
Centralizzare vuol dire creare in russia una burocrazia in grado di controllare anche la periferia.
Occidentalizzare implica il portare in Russia la mentalità, i costumi del mondo occidentale.
In sintesi, Pietro vuol far uscire la Russia dal suo isolamento e farla diventare una grande potenza economica, sicuramente un progetto ambizioso ma, cosa fece in concreto?
Cominciò dalla centralizzazione dello Stato, ai tempi la società Russa aveva al governo la famiglia reale dei Romanov con attorno la nobiltà dei Boiardi e sparsa per il Paese tutta un nobiltà periferica nella maggior parte dei casi militarizzata: i Cosacchi. La grande pecca del mondo russo era quella di mancare di tutta la classe intermedia, , non c'era la borghesia, dopo i nobili c'era tutta una serie di contadini in miseria. Il potere era diviso tra lo zar, un'assemblea dei Boiardi riunita in sessione permanente che aiutava lo zar nelle decisioni più importanti, quest'assemblea era chiamata Duma, generalmente non ascoltata da Pietro.c'era poi un'altra istituzione l'assemblea, Zemskje Sobor, che doveva rappresentare la nobiltà, il clero,e i proprietari terrieri vicini al mondo contadino. Questo consiglio veniva convocato sporadicamente dallo zar per il consulto su tasse e guerre, con Pietro non venne più utilizzata.
Pietro capisce che la prima cosa da fare per centalizzare lo Stato è quella di creare il Senato ovvero nove membri da lui nominati con il compito di governare l'intera vita del Paese: finanze, giustizia ed esercito. Lo statoveniva amministrato con la Tavola dei Ranghi, una vera e propria graduatoria di nobili ordinata con compiti ben precisi, è il simbolo della razionalizzazione dello stato diventato finalmente più efficiente. In Russia nasce così la nomenklatura, l'insieme dei funzionari che governano lo stato. Come governano i Boiardi? Hanno sotto di loro la grande rete burocratica organizzata dall Tavola dei Ranghi. Ci vuole un esercito in grado di controllare il Paese e permettere una politica di espansione, Pietro nel 1716 promulga un nuovo codice militare, si crea un esercito permanente reclutando soldati dal mondo contadino con coscrizione obbligatoria, vanno formati anche gli ufficiali, vengono così create apposite scuole militari e accademie delle scienze. Per fare la guerra ci vogliono le armi, Pietro crea nella periferia di Mosca una grande flotta composta da cinquanta galeoni da guerra in grado di rivaleggiare con la flotta inglese.
Per sostenere tutto questo, ci vuole propaganda, viene ideato dallo zar il Bollettino, un organo di propaganda per dare direttive a tutti i funzionari sparsi nel regno.
Le entrate fiscali erano molto discontinue e non gli permetteveno di mettere in atto tutte le riforme. Inventa così una delle tasse più famose, la capitazione, venivano fatti censimenti periodici in tutte le campagne russe e le tasse pesavano su ogni individuo: donne, bambini, vecchi senza distinzione; i pagamenti erano in natura, denaro, lavoro gratuito. Il sistema aveva però una pecca: i censimenti venivano fatti ogni cinque o dieci anni e si pagavano tasse anche sui morti.
Pietro si accorge che i contadini spesso fuggono dai villaggi presi dalla disperazione e per contrastare questo fenomeno decide di vincolarli maggiormente, rafforza la condizione di servitù, blocca la società, non si può più cambiare la propria condizione sociale. Essendo all'ottanta percento un mondo contadino, la Russia divenne un Paese di sudditi, questa situazione provocò molte ribellioni.
Qual'era il rapporto con il mondo della religione? I problemi con il mondo ortodosso non erano solo di mentalità, ci fu uno scontro diretto, Pietro abolisce il patriarcato nel 1721 tenendosi per sé l'autorità spirituale. A quel tempo un monarca non poteva non scontrarsi col problema religioso.
Per quanto riguarda la politica estera, Pietro capisce che bisogna espandersi verso Ovest, sul Mar Baltico, verso il Mar d'Azov, il Mar Nero. Aprirsi sul Mar Baltico voleva dire scontrarsi a viso aperto con la Svezia, il confronto si risolse con la pace di Stoccolma nel 1720 con la vittoria della Russia che potè espandersi e fondare in quella zona la città più importante ovvero San Pietroburgo ove lo zar trasferisce il potere. Fondamentale snodo politico militare era anche l'Ucraina occupata dall'Impero Turco Ottomano contro il quale si formò una Lega Santa di Polonia e Austria, Paesi cattolicissinìmi per tradizione. Uno degli ultimi obiettivi di Pietro fu quello di conquistare Azov, ci riuscì. Alla sua morte il sovrano aveva raggiunto la gran parte dei suoi obiettivi.
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