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Ottaviano Augusto
Dopo la sconfitta di Marco Antonio Roma si aspettava molto da Ottaviano, soprattutto una pace duratura.
Nel
Operò con grande astuzia chiudendo il tempio di Giano, cosa molto gradita dal Senato, che simboleggiava la fine delle guerre e la pace di Roma.
Ottaviano, in realtà, credeva che per amministrare un territorio così vasto fosse stato meglio che un solo uomo si occupasse di tutto; ma per non ledere le tradizioni romane, a cui tenevano tanto gli stessi romani, non disprezzò la Repubblica e disse di volerla difendere.
Ottaviano fu molto abile a costruire il suo potere per gradi e a dare l'impressione che nulla fosse cambiato.
Nel
Così ottenne anche i titoli di princeps (cioè primo cittadino dello Stato) e di Augusto
( = consacrato) che dava alla sua autorità un carattere sacro.
In questo modo trasformò la Repubblica in principato e successivamente in impero.
Augusto, comunque, non rinunciò mai al comando dell'esercito e fu molto astuto ad assicurarsi la fedeltà dei soldati; inoltre il titolo di princeps gli dette la possibilità di votare per primo al Senato con la conseguenza di poter condizionare le altre scelte.
Augusto nel
Nel
La riorganizzazione dello Stato
Augusto assicurò per ben 45 anni un periodo di pace che favorì lo sviluppo di tutti i settori della società. Poiché il territorio era enormemente aumentato urgevano riforme amministrative.
Egli divise il territorio romano in 25 province dove:
Anche il sistema fiscale venne riformato: aumentarono le imposte dirette che colpivano i patrimoni e le rendite. Esistevano due casse: il primo l'erario, il tesoro dello Stato, che incassava i tributi delle province senatorie; il fisco, costituiva il patrimonio personale di Augusto, dove venivano riscossi i tributi delle province imperiali.
Molti incarichi della burocrazia furono affidati a nuovi funzionali, soprattutto liberti e cavalieri.
Augusto, che non volle perdere l'appoggio dei soldati, ricompensava i militari congedati con terre o denaro, ridusse il numero delle legioni e il servizio militare divenne professionale e volontario.
Venne istituita una nuova tassa, l'erario militare, per pagare i legionali.
Istituì una personale guardia dell'imperatore, i pretoriani che restavano a Roma ed erano comandati dal prefetto del pretorio.
Per quanto riguarda la politica estera Augusto non volle intraprendere guerre espansionistiche ma, piuttosto, consolidare i confini dell'impero, ma restava comunque da risolvere il problema dei Parti che risolse diplomaticamente.
In Occidente, consolidò il territorio della Spagna e sottomise le tribù che abitavano l'arco alpino.
Nell'Europa
centrale, l'imperatore cercò di conquistare
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