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Gli inizi della guerra. Dal crollo della Polonia alla caduta della Francia. (1 FASE)
La seconda guerra mondiale inizia il 1 settembre 1939, quando le truppe tedesche attaccano la Polonia. L'esercito polacco è del tutto impari ad un confronto con le forze armate naziste. Il 18 Settembre la guerra tedesco-polacca è terminata; la carta vincente dei tedeschi è stato l'uso congiunto di carri armati e dell'aviazione. Il 27 Settembre i tedeschi attuano una politica di occupazione quanto mai brutale. Sul fronte occidentale, per mesi e mesi, dal Settembre 1939 al Maggio 1940, non si spara un colpo. Il 30 Novembre l'Unione Sovietica attacca la Finlandia che rientra sotto la sfera di influenza russa. Il 9 Aprile 1940 Hitler occupa la Danimarca e la Norvegia, perché sono punti fondamentali per un futuro attacco all'Inghilterra, ma anche perché sono ricche di petrolio. Il 10 Maggio 1940 ordina l'attacco della Francia e delle truppe britanniche venute in loro aiuto. Per poter colpire la Francia sul fianco più debole, i tedeschi invedono i Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, senza dichiarazioni di guerra e in spregio alla loro neutralità. Il 14 giugno Parigi viene occupata; la grande Linea fortificata Maginot, non è servita a nulla. Tra il 24 maggio e il 3 giugno la maggior parte dell'esercito francese riesce a salvarsi, traghettato dalla flotta britannica, quasi 350.000 uomini trovano rifugio in Inghilterra. In Gran Bretagna, Chamberlaine viene sostituito da Churchill. Il suo coraggio e la sua volontà indomita di resistere, diventano leggendari. Le sue parole, pronunciate davanti al Parlamento, sono famosissime: "Non ho da offrire nulla, oltre che sangue, lacrime e sudore. Se domandate quale è il nostro programma, dirò che è di fare la guerra contro una tirannide mostruosa mai superata nel cupo e sciagurato catalogo dei delitti umani". I travolgenti successi nazisti spingono il 10 Giugno 1940 Mussolini, desideroso di non essere escluso dai frutti della vittoria, a entrare in guerra contro Francia e Inghilterra. La Francia firma l'armistizio con la Germania, sale al potere Petain. Il 22 Giugno si giunge all'armistizio. Le clausole prevedono l'occupazione sotto amministrazione tedesca di circa 3/5 della Francia, e la formazione di una zona non occupata nella Francia centro-meridionale, che avrà il suo centro nella cittadina di Vichy, sotto un governo fantoccio francese, ma di stampo filonazista. Ma non tutta la Francia è disposta a subire questa terribile umiliazione. Il generale Charles De Grulle, che è riuscito a raggiungere l'Inghilterra, invita i suoi connazionali a non piegarsi.
L'intervento dell'Italia, la battaglia d'Inghilterra e il fallimento della "Guerra parallela italiana". (2 FASE)
Quando la guerra scoppia, l'Italia è del tutto impreparata militarmente. La sconfitta della Francia è l'avvenimento decisivo: Mussolini entra in guerra, vuole la sua parte di bottino, accanto all'alleato nazista, vuole avere il suo "migliaio di morti da buttare sul tavolo della pace". Il 10 Giugno 1940 l'Italia fascista entra in guerra contro la Francia e la Gran Bretagna. Ma l'Inghilterra è in condizioni diverse da quelle della Francia. La sua flotta, la prima del mondo, mantiene tutta la sua schiacciante superiorità. L'aviazione inglese è di qualità superiore a quella tedesca. Di fronte alla resistenza inglese, Hitler decide di preparare l'operazione "Leone Marino", cioè l'invasione della Grande Isola: ma l'aviazione inglese, grazie anche all'utilizzo dei primi radar, infligge perdite pesantissime ai tedeschi. La battaglia d'Inghilterra è così una storica battaglia per gli inglesi. Il 17 Settembre Hitler sospende e rinvia senza data precisa l'operazione "Leone Marino". I Nazisti ricorrono all'intensificazione dei bombardamenti terroristici contro le città, per determinare un crollo morale. Come già nella prima, anche nella seconda guerra mondiale, la guerra lampo si è rivelata un'illusione.
Mussolini dà ordine di attaccare gli inglesi in Africa. L'esercito italiano coglie al principio alcuni successi, dovuti alla momentanea debolezza degli inglesi. Ma già alla fine di Ottobre l'offensiva in Africa settentrionale è bloccata, in Dicembre seguono sia una controffensiva inglese in Egitto, sia difficoltà italiane nel settore etiopico. Mussolini decide di attaccare la Grecia, ma l'offensiva, condotta da truppe inadeguate, è impantanata e sta fallendo di fronte alla difesa greca. Questa situazione viene capovolta con l'intervento dei tedeschi: la Grecia cade e anche in Africa le sorti italiane vengono risollevate dai tedeschi, comandati dal generale Rimmel. La situazione dell'Italia precipita nel settore etiopico. Nel corso di alcune grandi battaglie appare con evidenza l'inferiorità italiana nel coordinamento aviazione-marina. L'11 Novembre 1940 gli inglesi attaccano la flotta italiana a Taranto, infliggendole gravissime perdite.
La posizione degli Stati Uniti fino al 1914. L'attacco giapponese a Pearl Harbor.
Di fronte alla crisi europea, gli USA hanno reagito con l'isolazionismo e le leggi di neutralità. La ribadita di Roosevelt quando la Germania passa all'attacco generale. Ma, con la legge del 4 Novembre, grazie alla quale i paesi belligeranti possono comprare negli USA anche materiale bellico, è una prima scelta a favore di Inghilterra e Francia. Roosevelt da un lato accelera la preparazione militare statunitense, dall'altro offre aiuto di grande portata agli inglesi, cedendo loro 50 cacciatorpediniere necessarie alla difesa delle isole britanniche. Gli USA abbandonano di fatto la loro neutralità, per ora si mantengono "non belligeranti", ma hanno già scelto da che parte staranno. Roosevelt si presenta per la terza volta alle elezioni, convinto di essere indispensabile alla guida del paese in un'era storica così difficile, e vince. Decide di intensificare gli aiuti alla Gran Bretagna e nel Agosto 1941, Roosevelt incontra Churchill, i due firmano una dichiarazione comune (Carta Atlantica), destinata a fissare i termini di una nuova ricostruzione mondiale. Il documento lancia l'idea di Guerra antifascista come Guerra democratica. Contro ogni aspettativa, il Giappone spinge definitivamente gli USA in guerra: il 7 Dicembre 1914, aerei giapponesi attaccano improvvisamente la flotta statunitense di stanza nel porto di Pearl Harbor. Gli USA entrano in guerra l'11 Dicembre. La guerra è ora realmente mondiale, alcuni mesi prima, la Germania ha attaccato l'Unione Sovietica.
L'attacco tedesco all'Unione Sovietica. Il secondo fallimento della guerra lampo.
Il 22 giugno 1941 le truppe tedesche iniziano l'invasione del territorio sovietico, dispiegandosi su un fronte lunghissimo. Se Hitler non piegherà l'Unione Sovietica in poche settimane, avrà perso la guerra. Hitler è dominato dalla prospettiva di immense risorse economiche. Stalin chiama il popolo sovietico alla resistenza. Le truppe naziste sfruttano a fondo il fattore sorpresa. Alla fine dell'autunno 1941, l'esercito tedesco ha compiuto l'offensiva più efficace della storia. A fine ottobre le cose iniziano a prendere una piega diversa: l'inverno russo scende sulle armate tedesche, intanto l'esercito sovietico si riorganizza. La guerra lampo tedesca, fallita, si trasforma in guerra di usura. Dietro le linee nemiche si formano bande partigiane in stretto contatto con l'esercito sovietico; gli aiuti degli USA danno un notevole contributo. Nel giugno 1942 la Germania lancia un'offensiva generale. Centro decisivo del combattimento è la città di Stalingrado, dove si combatte per strada. Verso la fine del novembre 1942, l'armata tedesca, imbottigliata a Stalingrado, è sacrificata da Hitler, che ordina la resistenza ad oltranza, pur sapendo che non c'è più nessuna possibilità di salvarsi. La battaglia di Stalingrado è stata la più grande battaglia di tutta la storia umana. Hitler ordina 4 giorni di lutto nazionale, per gli antifascisti, Stalingrado diviene simbolo della riscossa contro il crudele totalitarismo fascista e nazista. Mussolini è coinvolto nella sconfitta, perché aveva fatto inviare in Russia 220.000 uomini.
La guerra nel Pacifico e in Africa.
Nel Pacifico si fronteggiano Stati Uniti e Giappone. La fine del 1942 ha visto una sconfitta dura per l'Asse, anche in Africa settentrionale. Si combatte nei pressi di Al Alamein: la battaglia finisce in un disastro per italiani e tedeschi. Agli inizi del 1943 è finito lo slancio offensivo delle forze dell'Asse, l'iniziativa è nelle mani degli Alleati.
Il crollo militare dell'Italia e la caduta del fascismo. Il governo Badoglio.
Di fronte alle sconfitte, il fronte interno italiano mostra tutta la sua debolezza, mettendo in luce il divario tra il regime fascista e le masse popolari. Massicci bombardamenti colpiscono Genova, Milano, Torino, Napoli. A metà agosto 1943, la Sicilia è interamente occupata dagli Alleati. Un segno grave per il fascismo è costituito dagli scioperi, che assumono un significato di protesta contro il regime. La crisi del fascismo è sempre più vicina, ma non cade. Il governo Mussolini cade per una congiura maturata all'interno dello stesso fascismo e della monarchia. Il re matura il proposito di sbarazzarsi di Mussolini, anche all'interno del partito. Dino Grandi propone di mettere in minoranza Mussolini. Il 25 luglio, viene approvato dalla maggioranza. Il Re nomina Badoglio Capo del Governo e fa arrestare Mussolini. Nella notte fra il 25 - 26 luglio, in tutta Italia scoppia l'entusiasmo popolare. Il Re assume il controllo delle forze armate. La caduta del fascismo, fa precipitare sull'Italia la minaccia della reazione tedesca. Badoglio prende i potere con due timori: da un lato teme la reazione fascista; dall'altro movimenti anarchici e rivoluzionari. Badoglio avvia trattative segrete con gli Alleati. Un primo accordo è firmato il 3 settembre; l'8 settembre Badoglio annuncia l'armistizio. La confusione è al massimo, la maggior parte sono nel panico, e l'esercito va disgregandosi. Il governo Badoglio ha portato l'Italia fuori dall'alleanza con il nazismo, ma in modo così inefficiente da causare una tragedia, lasciando campo libero ai tedeschi, determinando la catastrofe dell'esercito nazionale. Dopo le gravi sconfitte militari dell'Asse della fine del 1942 e della primavera 1943, giungono il crollo del fascismo e la sconfitta militare italiana. La Germania è sola contro l'Europa.
La sconfitta della Germania e del Giappone.
Il 1943 è stato un anno di svolta per le sorti del conflitto in Europa. I Tedeschi hanno subito la disastrosa sconfitta di Stalingrado; l'Italia è uscita dalla guerra e il suo territorio è stato invaso dalle truppe anglo-americane a sud, e dai tedeschi al nord. Maturano tutte le condizioni per attaccare il nazismo nel cuore dell'Europa. La propaganda nazista cerca di animare la popolazione tedesca e i collaborazionisti stranieri, con la speranza che le armi segrete possano cambiare le sorti del conflitto. La lotta per la "fortezza Europa" viene impostata su una grande superiorità di mezzi e uomini da parte degli Alleati. La zona scelta dagli anglo-americani per lo sbarco, è la Normandia. Lo sbarco riesce, seppure a prezzo di numerose perdite. Parigi insorge il 18 agosto ed è liberata dalle truppe golliste. Anche nel settore orientale i tedeschi subiscono gravi sconfitte. Nel gennaio 1944 una nuova offensiva porta a liberare Ucraina, Crimea e Polonia. In agosto viene occupata la Romania, poi la Bulgaria, Lettonia ed Estonia. Il 1944 segna una profonda crisi all'interno della Germania, culminata con il tentativo di eliminare Hitler, che però viene solo ferito. Tra la fine del 1944 e la primavera 1945 i tedeschi consumano fino in fondo la loro tragedia nazionale; le incursione alleate sono spesso rivolte contro obiettivi civili, per seminare il panico tra la popolazione; in tutto circa 600.000 tedeschi muoiono sotto i bombardamenti. Il periodo tra l'autunno 1944 e l'aprile 1945 non è altro che la storia di una lotta senza speranza per i tedeschi. A metà del gennaio 1945, sono liberate Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Austria. Tra il 19 aprile e il 2 maggio si compie l'ultimo atto della guerra in Europa: si accende la battaglia di Berlino. Hitler ordina la resistenza ad oltranza, si uccide il 30 aprile. Il 7 maggio 1945 la Germania firma la capitolazione senza condizioni. La guerra in Europa è finita. Nel settore del Pacifico, il 1943 ha visto l'inizio dell'incontrastata superiorità statunitense sui mari, fatto gravissimo per il Giappone. Il Giappone è colpito direttamente nell'aprile 1945, con l'attacco a Okinawa. La sconfitta del Giappone va ormai profilandosi, ma ha ancora un esercito di 3 milioni di uomini. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, Truman, decide di utilizzare la bomba atomica, sperimentata con successo nel deserto del Nevada. Il primo ordigno viene sganciato il 6 agosto 1945 su Hiroshima; un secondo ordigno, viene lanciato si Nagasaki. L'armistizio viene firmato il 2 settembre 1945. Germania e Giappone sono annientati; l'Italia si trova in posizione di Stato senza alcuna importanza; Francia e Gran Bretagna hanno ridimensionato il loro ruolo di grandi potenze. L'Europa occidentale si trova oppressa tra due grandi vincitori: Stati Uniti ed Unione Sovietica.
Il fenomeno del collaborazionismo. I movimenti politici e militari di resistenza.
Il collaborazionismo.
Le vicende militari della guerra fra Germania e Alleati costituiscono la cornice di un mondo profondamente lacerato da drammatici conflitti interni. In tutti i paesi soggetti alla dominazione tedesca, le forze politiche e sociali sono state poste di fronte ad una drastica alternativa: collaborare con i nazisti, oppure opporsi e resistere. In mezzo stanno coloro che praticano l'attendismo, cioè fautori di un atteggiamento passivo e in attesa degli eventi. Tipici casi di collaborazionismo sono stati i governi della Norvegia, Francia occupata, Repubblica di Salò, regimi satelliti della Germania. La base sociale del collaborazionismo è stata formata da conservatori di varia estrazione e tendenza che hanno visto nel nazismo un baluardo contro il bolscevismo, e hanno temuto che una sconfitta dell'Asse avrebbe potuto portare ad una rivoluzione sociale.
Resistenza in Europa.
La resistenza in Europa ha agito nelle campagne, nelle città, sulle montagne. La lotta partigiana si è sviluppata in larga scala, soprattutto in Iugoslavia, Grecia, Italia, Polonia, Russia e Francia. I combattenti della Resistenza sono stati operai, contadini e gli strati piccolo-borghesi. Gli operai sono guidati da comunisti e socialisti, la loro comune aspirazione è stato un futuro di profondo mutamento sociale. I resistenti borghesi invece hanno guardato con speranza agli anglo-americani. In Francia, la Resistenza si organizza soprattutto nella "zona occupata" dai tedeschi. Dal 1941prende consistenza sotto l'influenza dei comunisti e di De Gaulle. In Polonia, ricordiamo la rivolta dei giovani ebrei del ghetto di Varsavia dell'aprile 1943, che ha portato alla distruzione dell'intero quartiere e allo sterminio degli insorti. In Iugoslavia la Resistenza è sfociata in una lotta di dimensioni veramente vaste. Dopo l'invasione, si creano due forze contrapposte: da una parte le forze del colonnello serbo Mihajlovic, composte da monarchi conservatori (cetnici); dall'altra le forze del croato Tito, capo dei comunisti iugoslavi, che aspira ad una rivoluzione. Tito costituisce un esercito di liberazione nazionale, di stampo comunista, in grado di sostenere battaglie di grandi proporzioni e costituire nelle zone controllate un'amministrazione ed un governo. Anche in Grecia ci sono state profonde divisioni, le forze della Resistenza hanno visto contrapporsi gruppi formati da partigiani collegati al governo filo-britannici, a quelli collegati ai comunisti. In Germania non si è sviluppato un vero e proprio movimento di resistenza. Non sono però mancati piccoli episodi, hanno operato contro il nazismo piccoli gruppi di comunisti e socialdemocratici, intellettuali, cristiani e conservatori. Tutti inesorabilmente stroncati. Il gruppo di opposizione più importante è stato quello la cui azione è culminata con il tentato assassinio di Hitler, il 20 luglio 1944.
L'Italia dopo l'8 Settembre.
L'Italia, dopo l'8 settembre 1943 e la fuga da Roma di Badoglio e del Re, è occupata dai nazisti, e il fascismo risorge dalle sue ceneri. Mussolini riprende la guida del neofascismo e il Partito Fascista prende il nome di "Repubblicano" e il regime si chiamerà Repubblica Sociale Italiana. Il Governo neofascista si forma il 23 settembre. La costituzione delle forze armate, avviene sotto la direzione tedesca. La sede del governo è Salò, sulle rive del Garda. Contrapposto al governo neofascista, sta il "Regno del Sud", questo governo il 13 ottobre 1943 dichiara guerra alla Germania, ottenendo dagli Alleati il titolo di "Cobelligeranti". Il Regno del Sud ha assoluto bisogno di un governo, gli Alleati vogliono il Re e Badoglio, ma tutti i partiti antifascisti chiedono l'abdicazione immediata in attesa che una futura Assemblea decida la questione istituzionale. A sbloccare la situazione intervengono l'Unione Sovietica e il Capo dei Comunisti Italiani, Palmiro Togliatti. Il 13 marzo 1944, l'Unione Sovietica riconosce il governo Badoglio; Togliatti si esprime a favore di un nuovo governo Badoglio, con la partecipazione dei partiti per l'unità nazionale e per combattere il fascismo, rinviando a guerra finito la questione "monarchia - repubblica". È questa la "Svolta di Salerno". Il Partito d'Azione e il Partito Socialista, repubblicani, si trovano spiazzati e accettano le condizioni. Il 21 aprile 1944 viene formato il nuovo governo Badoglio con uomini e appoggio dei partiti antifascisti. Il 5 giugno 1944 il re trasferisce tutti i propri poteri a Badoglio e si dimette. Bonomi, il 18 giugno forma il nuovo governo a cui partecipano: Croce, De Gasperi, Saragat, Togliatti, Sforza. Questo governo dura in carica fino a dicembre.
La Resistenza in Italia.
Il movimento della Resistenza, in Italia, ha avuto il suo massimo sviluppo al nord, meno al centro e quasi inesistente al Sud. Tranne il caso particolare di Napoli, dove il popolo libera la città. Nell'Italia centrale la Resistenza si sviluppa dopo l'8 settembre; già il 9 settembre si costituisce il Comitato di liberazione Nazionale (CLN) con la rappresentanza dei partiti antifascisti. A Roma e nel Laziosi verificano azioni di guerriglia e sabotaggi. A Roma ha luogo un'azione che provoca la morte di 32 militari tedeschi; la reazioni di Hitler è durissima, vengono trucidati, presso la Via Ardeatina, 335 ostaggi. Nel nord Italia, la Resistenza conosce il suo maggior sviluppo, con le più durature conseguenze politiche e sociali. Al nord ha operato la Repubblica di Salò, quindi, la lotta Partigiana si è presentata non solo come lotta antifascista, ma anche come guerra civile. La lotta è durissima e lunga, dal settembre 1943 all'aprile 1945. il movimento di resistenza, che ha avuto circa 70.000 caduti, ha abbracciato tutte le classi sociali, ma le masse dei combattenti è composta dagli strati popolari. In questi strati è diffusa la convinzione che la resistenza armata al nazifascismo debba costituire il preludio per una rottura con il vecchio Stato, con il suo centro burocratico e con i privilegi sociali. La maggior parte delle formazioni partigiane è di sinistra, poi ci sono le formazioni "autonome", formate da militari. I moderati vorrebbero che i partigiani si limitassero alla lotta militare, senza entrare troppo in questioni di governo; i liberali e i monarchici concepiscono la fine del fascismo come restaurazione dello stato liberale; i democristiani sperano in un ordine sociale che si opponga alla rivoluzione comunista. Nell'Italia del nord, la lotta partigiana gode di un vasto appoggio popolare e nelle campagne. Il proletariato urbano è in prima linea. Ci sono stati scioperi a Milano, Torino e Genova. Nel marzo 1944 viene attuato un grande sciopero generale che paralizza la produzione nelle grandi città; la popolazione soffre per atroci rappresaglie. La direzione politica della Resistenza è in mano a Comitati di liberazione nazionale (CLN), che rappresentano i partiti antifascisti. Nel gennaio 1944 si costituisce il comitato di liberazione dell'alta Italia (CLNAI), come centro di coordinamento dei vari comitati locali. Un accordo del 7 settembre 1944 stabilisce strategie e gerarchie: riconosce il movimento partigiano e l'autorità del Comitato; sottopone le forze partigiane (CVL - volontari della libertà) a un comando militare supremo, a capo del quale c'è Raffaele Cadorna, questo comando è sottoposto alle direttive degli Alleati; impegna le forze partigiane ad accettare le decisioni del governo militare alleato. È evidente il tentativo degli Alleati di controllare le forze partigiane. I governi del Sud hanno ottenuto dagli anglo-americani la possibilità di costituire un Corpo italiano di Liberazione. L'insurrezione nazionale ha luogo il 25 - 26 aprile 1945. Mentre le truppe alleate iniziano l'invasione della Valle del Po, il CLNAI dà ordine ai partigiani di liberare le città e assume i poteri provvisori di governo. I tedeschi si arrendono o si ritirano, la Repubblica di Salò si disgrega. Mussolini tenta di fuggire verso la Svizzera travestito da soldato tedesco, ma è riconosciuto e giustiziato dai partigiani il 28 aprile, trasportato a Milano, è esposto per qualche ora a piazzale Loreto, appeso per i piedi. Alcune migliaia di fascisti vengono giustiziati il giorno della liberazione nazionale.
Grandi potenze e "sfere di influenza". Le conferenze di Teheran, Jalta e Potsdam. Il processo di Norimberga.
Le grandi potenze alleate hanno dovuto affrontare e risolvere le questioni militari. Ma dedicano la loro attenzione anche alla futura sistemazione politica-territoriale del mondo dopo la vittoria sulle potenze nemiche. Il primo incontro tra Roosevelt, Churchill e Stalin avviene a Teheran il 28 novembre 1943 e si decide la divisione della Germania in stati. Alla conferenza l'Unione Sovietica si siede come una delle due massime potenze mondiali. Le sue vittorie militari le conferiscono un immenso prestigio; non esiste più pericolo di sentirsi isolata. Agli occhi di Stalin hanno perso significato l'Internazionale comunista e l'appoggio diretto ai partiti comunisti come strumento per salvaguardare l'Unione Sovietica dall'accerchiamento capitalistico. Stalin ritiene conveniente sciogliere l'Internazionale, sia perché non ha più concreto bisogno del suo appoggio, sia perché ritiene che, così facendo, le potenze alleate occidentali non sospetteranno più che Mosca si serva di partiti comunisti come sue pedine. Il secondo incontro, è nell'ottobre 1944 a Mosca, tra Stalin e Churchill. È una riunione segretissima, ne scaturiscono accordi che prevedono la divisione dell'Europa in zone di influenza: a occidente, la prevalenza sarà di Stati Uniti, Francia e Inghilterra; a est dominerà l'Unione Sovietica. Una terza importante conferenza è quella di Jalta, il 4 febbraio 1945. le principali decisioni di Roosevelt, Churchill e Stalin sono: divisione della Germania in 4 zone di occupazione da parte di USA, Inghilterra, Francia e Russia; misure di smilitarizzazione integrale e denazificazione della Germania; pagamento di riparazioni ai vincitori; accordo riguardante il governo provvisorio polacco; i governi liberati avrebbero dato vita a governi "responsabili di fronte alla volontà popolare" e fondati su "libere elezioni"; creazione dell'ONU; impegno dell'Unione Sovietica di entrare in guerra con il Giappone entro 2 o 3 mesi. Alla conferenza di Postdam, il 17 luglio 1945, prendono parte Stalin, Churchill e Truman, in questa sede vengono confermati gli accordi di Jalta. L'ultimo atto dell'immane tragedia si ha a Norimberga il 14 novembre 1946. In una città-simbolo del regime nazista, le potenze alleate processano per "crimini contro l'umanità" alcuni dei massimi esponenti del Terzo Reich. La sentenza è di condanna: le pene vanno dall'impiccagione, al ergastolo, alla prigione.
In sintesi: una guerra totale, senza precedenti.
La guerra che ha insanguinato il mondo fra il 1939 e il 1945 è stata mondiale e totale in un senso ancora più ampio e profondo di quanto non fosse stata quella del 1914-18. Per i seguenti motivi:
Molte nazioni e territori sono stati occupati e poi abbandonati con enormi devastazioni. Tutto un volto dell'Europa è stato cancellato per sempre, con i suoi tesori di arte e cultura. La mobilitazione totale delle risorse umane e tecnologiche al servizio della guerra ha portato l'industria a diventare la protagonista del conflitto, che ha messo in luce l'immensa superiorità della coalizione antifascista e antigiapponese, e lo sbalorditivo potenziale della macchina produttiva degli Stati Uniti. Nel corso della seconda guerra mondiale le potenze fasciste e il Giappone hanno dichiarato di battersi per due scopi supremi. Il primo: la creazione di un nuovo ordine, che avrebbe dovuto dare ai paesi giovani e poveri il diritto storico di creare un rinnovato assetto internazionale, ponendo fine all'imperialismo delle vecchie e ricche potenze democratiche. Il secondo: la lotta contro il bolscevismo. Tutte le guerre fino a quel momento combattute non avrebbero potuto mutare l'ordine politico internazionale, ma la seconda guerra mondiale è stata diversa. Se il Terzo Reich avesse vinto, il mondo avrebbe subito una trasformazione profonda, perché avrebbe visto il proseguimento di una concezione razzista, violenza, brutale, fondata sul predominio di un popolo eletto, sulla sottomissione di altri popoli ritenuti schiavi.
L'ONU. Il nuovo assetto geopolitica mondiale. Il piano Marshall.
La fine della seconda guerra mondiale ha lasciato molta parte del mondo in una situazione di disastro, per le perdite umane e la distruzione delle risorse umane; ha dilatato immensamente sia sofferenze, sia perdite di beni. Ma quei massacri e quelle distruzioni non hanno indebolito in egual misura tutte le parti scese in guerra. Gli USA, sono usciti indenni per quanto riguarda il loro territorio, con un apparato produttivo in piena espansione e con perdite umane modeste. Nella guerra hanno perso la vita oltre 50 milioni di persone, di cui circa 30 milioni nella sola Europa. Quanto alle perdite materiali, l'Europa ha sofferto nel modo più catastrofico.
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