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OLOCAUSTO
Il termine olocausto, è stato adottato dagli storici per indicare il massacro di sei milioni di ebrei compiuto dal regime nazista durante la seconda guerra mondiale. Dopo la politica di boicottaggio e di discriminazione antisemita avviata in Germania fin dal 1933 (vedi leggi di Norimberga 1935) e l'istituzione dei primi campi di concentramento, i nazisti presero a pretesto l'assassinio di un segretario dell'ambasciata tedesca a Parigi, per bruciare 267 sinagoghe e arrestare 20.000 persone nella tristemente famosa ('notte dei cristalli' tra il 9 e il 10 novembre 1938). Iniziata la seconda guerra mondiale, tre milioni di ebrei polacchi con il decreto sui ghetti dell'aiutante di Heinrich Himmler, furono gradualmente separati dal resto della popolazione e, nei due anni successivi, morirono in 700.000 per stenti e fame. Decisero di costruire un campo della capacità di almeno 100.000 persone, al quale fu dato il nome, in tedesco, di Auschwitz. Si stendevano le recinzioni di filo spinato, si costruivano altre baracche, cucine, magazzini, caserme per i corpi di guardia, strade e raccordi ferroviari. Migliaia di prigionieri russi e polacchi cominciarono ad affluire ad Auschwitz, per contribuire ai lavori, per lavorare a loro volta nelle aziende agricole e nelle fabbriche che sorgevano come funghi intorno al campo. Si trattava di imprese a bassi costi di produzione, dato che la manodopera era quella pressoché gratuita fornita dal Lager. Il campo principale non fu più sufficiente. Accanto ad Auschwitz sorsero prima Birkenau, poi Monowitz. Auschwitz era una vera e propria zona industriale, in pieno fervore di attività. La manodopera non mancava, continuamente sostituita da nuovi arrivi dato che la disciplina, la denutrizione, il clima, la fatica contribuivano allo sterminio dei deportati. Per coloro che, arrivando al campo, erano considerati abili al lavoro, le prospettive di sopravvivenza non superavano i tre mesi. Poi c'erano le fucilazioni in massa, per supposti sabotaggi, le punizioni individuali cui ben pochi poterono resistere, e le camere a gas. Queste hanno funzionato ininterrottamente, ad Auschwitz ed a Birkenau, ingoiando convogli interi di ebrei. Treni e treni di uomini, donne e bambini, stipati in carri bestiame, scaricati sulle rampe dei Lager ed avviati alle finte docce dalle cui tubature, invece dell'acqua, usciva il gas letale. Auschwitz era stato progettato, costruito, organizzato per questo: da un lato sfruttare la manodopera, dall'altro procedere allo sterminio soprattutto degli ebrei, ma anche degli zingari, a ritmi accelerati. Nel frattempo specialisti delle SS studiavano gli effetti delle infezioni, degli aborti, dei trapianti di organi, del comportamento al limite delle possibilità di sopravvivenza in condizioni atmosferiche impossibili, usando come cavie uomini, donne, bambini attinti dai convogli, prima di mandarli nelle camere a gas. Quando il crematorio non riusciva a smaltire la razione giornaliera di cadaveri, questi venivano bruciati in grandi cataste nei dintorni del Lager. Ma il massacro continuò a ritmo sostenuto e cessò solo con la fine del campo. Alle SS il Lager rendeva anche quando gli schiavi erano morti. C'erano le loro spoglie da dividere. Treni interi di indumenti sottratti ai deportati, camion carichi di casse di gioielli e denaro furono spediti da Auschwitz a Berlino, al quartier generale delle SS: anche questi erano i proventi della «soluzione finale». Nel clima di terrore e di morte, vi furono però alcuni che ebbero il coraggio di organizzare una resistenza clandestina; uomini e donne di diversa provenienza, militanza politica, religione, non esitarono a favorire il sabotaggio, ad aiutare i più deboli, a proteggere i perseguitati sottraendoli alla violenza dei Kapò e delle SS. Per ogni fuggiasco che non veniva ripreso le SS procedevano a feroci decimazioni dei loro compagni. Le armate russe del fronte ucraino entravano in Auschwitz il 27 gennaio 1945, salvando alcune centinaia di creature che di umano non avevano più nulla e incaricandosi di seppellire una montagna di cadaveri. Auschwitz è il simbolo della follia e della barbarie nazista. Nel periodo tra il 1933(Hitler diventò cancelliere) e il 1945(fine della guerra) furono milioni le persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli ebrei . Tra i gruppi assassinati e perseguitati dai nazisti e dai loro collaboratori, vi erano: zingari, serbi, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali o persone definite 'antisociali', come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti. Per i nazisti ebreo era: chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse alla Comunità Ebraica; chiunque fosse sposato con un ebreo o un'ebrea; chiunque discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con un ebreo. Vi erano poi coloro che non venivano classificati come ebrei, ma che avevano una parte di sangue ebreo e venivano classificati come ibridi, che venivano ufficialmente esclusi dal Partito Nazista e da tutte le organizzazioni del Partito. In sostanza ogni individuo che poteva essere considerato una minaccia per il nazismo correva il rischio di essere perseguitato, ma gli ebrei erano l'unico gruppo destinato ad un totale e sistematico annientamento. Per sottrarsi alla sentenza di morte imposta dai Nazisti, gli ebrei potevano solamente abbandonare l'Europa occupata dai tedeschi. Secondo il piano Nazista, ogni singolo ebreo doveva essere ucciso. I nazisti consideravano gli ebrei una razza che aveva lo scopo di dominare il mondo e, quindi, rappresentava un ostacolo per il dominio ariano. Secondo la loro opinione, la storia consisteva, quindi in uno scontro che sarebbe culminato con il trionfo della razza ariana, quella superiore: di conseguenza, essi consideravano un loro preciso obbligo morale eliminare gli ebrei, dai quali si sentivano minacciati. Inoltre, ai loro occhi, l'origine razziale degli ebrei li identificava come i delinquenti abituali, irrimediabilmente corrotti e considerati inferiori.
Sterminio degli Ebrei
In Germania i nazisti, non appena conquistarono il potere, il
30 gennaio 1933, istituirono i lager, dove la polizia politica tedesca,
Con l'avvento del regime della svastica, nel gennaio 1933, la politica razziale nazista trovò tragica attuazione, tramite l'emanazione di provvedimenti, tra cui le leggi di Norimberga del 1935, volti a privare gli ebrei di ogni diritto civile e politico, costretti a portare, come marchio d'infamia, una stella gialla sul petto.
Gli ebrei non potevano frequentare uffici, scuole ariane e banche; non potevano esercitare libere professioni e furono espulsi ed allontanati dalle loro abitazioni, furono rinchiusi in appositi quartieri recintati, i famigerati 'ghetti', ove vivevano, praticamente, da reclusi, privati di tutti i loro averi, confiscati dall'apparato nazista e sfruttati come manodopera, dietro salari irrisori, nelle industrie del reich.
In questa fase iniziale, il nazismo operò verso una vera e propria azione di sterminio e si venne a determinare nel novembre 1938 la cosiddetta 'notte dei cristalli', quando, per vendicare l'uccisione, a Parigi, di un diplomatico tedesco, ad opera di un giovane ebreo, le SS e le SA scatenarono l'inferno: nella notte tra l'8 e il nove novembre furono incendiate le sinagoghe, distrutti i negozi ebrei, arrestate e massacrate centinaia di persone.
Il 20 gennaio 1942, presso Berlino, in una riunione dei vertici del reich, la 'soluzione finale' trovò tragica e concreta pianificazione ed approvazione, aprendo le porte al più grande orrore che la storia ricordi, la morte di 6 milioni di persone nei campi di concentramento nazisti. Centinaia di migliaia di persone vennero deportate verso i lager, in un viaggio senza ritorno; ammassate come bestie nei cosiddetti "treni della morte", costrette a viaggiare in condizioni disumane, al loro arrivo venivano selezionate dai responsabili del campo; i vecchi, le donne e i bambini erano avviati direttamente alle camere a gas, gli abili al lavoro, dopo essere stati rasati, costretti ad indossare un camice a righe, tatuati con un numero di matricola, che soppiantò il loro nome, venivano spremuti come limoni e ridotti a vere e proprie larve umane; costretti a lavorare non meno di 12 ore al giorno, obbligati, la sera e la mattina, a rimanere immobili per ore, durante gli interminabili appelli finché non si ritrovarono, ben presto, a morire, al termine di un percorso fatto di malattie, fame e crudeltà ad opera dei reparti SS, incaricati di far rispettare e mantenere, la dura legge dei lager; molti detenuti venivano poi utilizzati, come cavie umane, dai medici nazisti e sottoposti ad esperimenti agghiaccianti; infine i corpi dei cadaveri finivano nei forni crematori e bruciati a migliaia al giorno, determinando la fuoriuscita, dalle ciminiere dei campi, di orripilanti, oscure, lingue di fuoco, che offuscavano il cielo sovrastante, con la loro grigia cenere. Solo la sconfitta nazista pose fine al genocidio che sterminò, senza alcuna pietà ben 6 milioni di persone in nome della svastica e del suo spietato fuhrer, che già nel 1923, durante la composizione del 'Mein Kampf' scrisse: "annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto.
I ghetti
Quando vennero istituiti, nell'est dell'Europa, furono considerati luoghi di stazionamento provvisorio degli Ebrei in vista di un definitivo trasferimento in Russi. I ghetti, situati nel cuore dei maggiori centri e villaggi della Polonia, ben presto vennero chiusi e isolati dal resto del mondo e divennero invece luoghi di morte. Il maggiore dei ghetti fu quello di Varsavia che arrivò ad accogliere fino a 600.000 persone in un'area che ne ospitava, agli inizi, meno di 100.000. Il ghetto di Varsavia fu teatro di una rivolta che tenne impegnate le truppe naziste per alcune settimane.
Il Ghetto di Varsavia
La città di Varsavia tra il 1918 e il
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Nella primavera del 1943 scoppiò nel ghetto un'eroica e disperata insurrezione.
Dopo trenta giorni di combattimento solo un pugno di uomini sopravvisse nelle
fogne e negli scantinati del quartiere raso al suolo.
Il Ghetto di Cracovia
Il 3 marzo 1941 venne creato il ghetto di Cracovia, a sud della città,
circondato da mura e da filo spinato. Vi furono concentrati gli ebrei
della città e quelli rastrellati nei vicini villaggi.
Alla fine del 1941 nel ghetto erano concentrate 18.000 persone in gran parte
utilizzate come mano d'opera per le aziende del comprensorio.
Gli ebrei si trasferiscono all'interno del ghetto di Cracovia
Il 19 marzo 1942 i nazisti diedero il via all'arresto e l'assassinio di tutte le persone considerate come punti di riferimento per la comunità ebraica. A metà del '42 cominciò l'esodo forzato degli ebrei nei campi di sterminio (Belzec e Auschwitz).
Auschwitz
Auschwitz è il nome tedesco della località polacca di Oswiecim a ovest di Cracovia, sede del più grande campo di sterminio nazista, aperto nel 1940 e in seguito ampliato con l'apertura del campo collegato di Birkenau (conosciuto anche come Auschwitz2) e Monowitz (Auschwitz3). Questo campo doveva rendere possibile la effettiva, efficiente e sollecita attuazione della «soluzione finale» del problema ebraico, cioè lo sterminio degli ebrei europei. Dal 1942, infatti, divenne il centro principale per lo sterminio degli ebrei di tutta Europa. Specialisti delle SS studiavano gli effetti delle infezioni, degli aborti, dei trapianti di organi, del comportamento al limite di sopravvivenza in condizioni atmosferiche impossibili, usando come cavie uomini, donne, bambini, prima di mandarli nelle camere a gas. I sopravvissuti furono liberati dai russi il 27 gennaio del 1945. La storia del più tristemente famoso campo di sterminio nazista può essere riassunta così: il 21 febbraio 1940 Richard Glucks, capo della sorveglianza dei campi di concentramento, scrive a Himmler di aver trovato un sito favorevole nei pressi di Auschwitz, una cittadina sperduta tra le paludi. In quel luogo esistono alcune vecchie baracche di un'unità di cavalleria austriaca. Il 14 giugno Auschwitz riceve i primi prigionieri, alcuni detenuti politici polacchi, che dovevano essere trattati duramente. Nello stesso momento, si stabilisce di mandare ad Auschwitz una fabbrica di petrolio sintetico e di caucciù. Nella primavera del '40 arrivarono le SS con alla testa due dei più grandi criminali dei campi di concentramento nazisti: Joseph Kramer e Rudolf Franz Hess, che a Norimberga avrebbe ammesso, con una certa soddisfazione, di aver controllato ad Auschwitz lo sterminio di 2.500.000 persone, a cui bisognava aggiungere 500.000 altri uomini, che avevano avuto il diritto di morire di fame. E' creata così ad Auschwitz la zona che prenderà la massima estensione e raggiungerà la fama più sinistra.
Il Furer
Adolf Hitler
Adolf Hitler nacque a Branau, in Austria, il 20 aprile 1889, da dove, nel 1906, rimasto orfano, si trasferì a Vienna, non riuscendo, però, a farsi ammettere all'Accademia delle belle arti. Proprio in questo periodo, trascorso a fare il decoratore, subì le prime influenze anti-semite, che lasciarono in lui una traccia profonda. Trasferitosi a Monaco nel 1912, lavorò come pittore edile e, allo scoppio del primo conflitto mondiale, decise di arruolarsi in un reggimento bavarese; ferito, sul fronte della Somme, dopo aver conquistato il grado di caporale, fu decorato al merito con la croce di ferro. Crollato il reich fece, deluso, ritorno in Germania, individuando nei comunisti e negli ebrei la causa della sconfitta. Nel luglio 1919, un suo superiore lo mise in contatto con un piccolo gruppo nazionalista di estrema destra, denominato 'partito dei lavoratori tedeschi' e ribattezzato, di lì a poco, 'partito nazional-socialista dei lavoratori tedeschi'; Hitler divenne, in poco tempo , leader indiscusso di quella piccola formazione, che predicava il ritorno della Germania ad un ruolo di grandezza, propugnando, fortemente, la lotta anti-semita. Dopo il fallito colpo di stato del 1923, nel cosiddetto putsch della birreria, Hitler venne arrestato e condannato a 5 anni di carcere; la prigionia durò, in realtà, solo nove mesi, trascorsi, dal futuro fuhrer, a dettare, al fido compagno il 'Mein Kampf, il libro della teoria nazional-socialista, ove erano indicati quei principi cardini che, poco tempo dopo, avrebbero trovato drammatica attuazione. Se gli ebrei avessero letto in tempo quel libro si sarebbero sicuramente salvati. Uscito dal carcere Hitler riorganizzò il partito che, nel giro di pochi anni, il 30 gennaio 1933, riuscì a conquistare il potere, con la nomina dello stesso Hitler, da parte del presidente Hindenburg, a cancelliere del reich. Dopo aver conquistato, paradossalmente, in modo democratico, il potere, il nazional-socialismo eliminò, progressivamente, ogni forma di opposizione. Con la morte del presidente Hindenburg, Hitler, concentrò nelle sue mani le cariche di presidente e cancelliere, divenendo fuhrer del III reich e, di fatto, dittatore, avendo ottenuto, nel marzo 1933, i pieni poteri da un reichstag, ormai totalmente in mano alla volontà degli uomini con la svastica. Dopo aver realizzato uno stato totalitario, i vertici del reich, diedero il via all'applicazione del programma nazista, procedendo ad un potente piano di riarmo e alla persecuzione sistematica degli ebrei, privati di ogni diritto.
Negli anni pre-bellici Hitler, mostrò la forza di una Germania ormai tornata ai fasti di un tempo, con l'occupazione della Renania, l'annessione dell'Austria e quella della Cecoslovacchia, che fece seguito alla conferenza di Monaco del 1938, quando le potenze europee, con la mediazione di un Mussolini giunto al culmine della sua parabola ascendente acconsentirono al reich, della regione dei Sudeti, fortemente reclamata dal fuhrer. Amico e ammiratore di Mussolini, nel 1937 si legò a lui e all'Italia con un patto, il cosiddetto Asse Roma-Berlino, nel 1938. Realizzò l'annessione dell'Austria alla Germania, attraverso il Patto di Monaco del 29 settembre dello stesso anno, firmato da Italia, Inghilterra e Francia e nel maggio del 1939 rafforzò il proprio rapporto con l'Italia fascista attraverso la stipula dell'accordo militare detto Patto d'Acciaio; si impadronì della Boemia e della Moravia e, il 1° settembre dello stesso anno, dopo aver richiesto invano diritti speciali sul "corridoio polacco" e l'annessione di Danzica, dopo essersi assicurato il non intervento dell'Unione Sovietica, con la quale, il 23 agosto, aveva firmato un patto di non aggressione, invase la Polonia, provocando la reazione di Inghilterra e Francia, che, con la dichiarazione di guerra alla Germania del 3 settembre successivo, diedero il via alla Seconda Guerra Mondiale. L'invasione della Polonia scatenò la seconda, tragica catastrofe che vide un Hitler, prima condottiero di una nazione apparentemente invincibile e poi, dopo Stalingrado, dopo El Alamein, dopo lo sbarco in Normandia, guida confusa e sbiadita di un nazismo ormai prossimo alla capitolazione. Era il 30 aprile del 1945; solo due giorni prima, il 28, il cadavere del suo grande alleato, Benito Mussolini, duce del fascismo, era stato esposto, dalle forze partigiane, in Piazza Loreto a Milano.
Mussolini e Hitler
Sitografia:
SITI |
VOCI |
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-"sterminio ebrei" |
-nazismo: lo sterminio degli ebrei; |
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-olocausto |
-OLOCAUSTO |
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-ghetti |
-ghetti |
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-auschwitz |
-www.auschwitz.org (foto) |
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-"ghetti americani"+ olocausto |
-RELAZIONI ETNICHE |
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-Mein kampf |
-IL NAZISMO |
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-olocausto |
-viaggio fra i campi di concentramento e sterminio ebrei |
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