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Lotta per l'egemonia
Nella seconda metà del V secolo a.C. Atene conobbe l'apogeo e il declino della propria potenza. Riprese le ostilità con i Persiani e si scontrò con Sparta (prima guerra del Peloponneso): con i primi stipulò la pace di Callia (449 a.C.), con la seconda concluse una tregua (446 a.C.) che avrebbe dovuto avere durata trentennale e che invece fu infranta pochi anni dopo per i continui tentativi degli Ateniesi di estendere il loro dominio, interferendo anche nella vita politica di altre città-stato. Sparta decise di intervenire e iniziò così la seconda guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), che coinvolse di fatto tutta la penisola greca e il mondo delle colonie. Per l'equilibrio delle forze in campo, la prima fase della guerra si concluse dopo dieci anni con una tregua temporanea (pace di Nicia). Poco dopo Atene con Alcibiade, un nobile nipote di Pericle, divenuto il più popolare esponente dei democratici, propose di ingrandire ulteriormente l'impero con una spedizione in Sicilia. Nonostante l'avversione degli aristocratici, la proposta venne approvata ma l'impresa, la cui realizzazione richiese un ingente finanziamento, si trasformò in un completo disastro e l'intero corpo di spedizione fu annientato (413 a.C.).
L'ultima fase della guerra del Peloponneso venne influenzata dall'intervento persiano in favore di Sparta: i Persiani cercarono di provocare il crollo dell'impero ateniese nella speranza di creare le condizioni adatte a un loro nuovo tentativo espansionistico nell'area dell'Egeo. Grazie ai massicci aiuti finanziari ottenuti dalla Persia, gli Spartani allestirono una flotta con la quale sorpresero gli Ateniesi e si impadronirono di quasi tutte le loro navi (405 a.C.). L'anno successivo, dopo un assedio durato quattro mesi, gli Ateniesi furono costretti ad arrendersi e dovettero accettare le dure condizioni di pace imposte dai vincitori: distruggere tutte le fortificazioni e la flotta, rinunciando in pratica a esercitare una politica autonoma.
La situazione generale della Grecia all'inizio del IV secolo a.C. si fece sempre più confusa. Una coalizione di polis si ribellò all'egemonia spartana. In questo conflitto intervenne anche il sovrano persiano Artaserse che impose la pace del re (386 a.C.): in base ad essa le poleis persero il diritto a costituire nuovi vincoli federali e Sparta fu incaricata di far rispettare gli accordi.
L'intervento spartano pose in evidenza perciò la debolezza degli Stati della Grecia. Un altro segno di questa debolezza fu la clamorosa sconfitta inflitta dai Tebani a Sparta nella battaglia di Leuttra (371 a.C.). L'egemonia tebana tuttavia fu di brevissima durata - solo nove anni - in quanto derivava unicamente dall'abile guida di due personalità d'eccezione: Pelopida ed Epaminonda.
Con il IV secolo a.C. le poleis cominciarono a manifestare i primi sintomi della loro decadenza. Tuttavia in molte di esse la vita culturale continuò ad essere assai vivace: ne sono un esempio le lezioni dei sofisti e l'insegnamento di Socrate. Un'altra importante conquista culturale raggiunta in questo periodo fu la diffusione della medicina scientifica a opera di lppocrate.
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