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L Italia dal dopoguerra alla crisi della Prima Repubblica (1945-92). La Seconda Repubblica (2003)
L Italia è con la Germania tra i paesi sconfitti. Ha subìto ampie distruzioni ed esce dalla guerra con gli ultimi strascichi della guerra ci- vile e con un'economia disastrata.
I partiti antifascisti sono uniti soltanto dalla lotta contro il Fascismo, per sconfiggere il quale sono stati disposti ad allearsi con USA e alleati (quindi con i nemici dell Italia) e a sca- tenare la guerra vivile. Sconfitto il Fascismo, si dedicano alla epurazione dello Stato e al massacro dei fascisti: tra il 1945 e il 1848, quindi a guerra finita, ne uccidono 19.000. Poi una amnistia generale depenalizza tutti questi crimini. Contemporaneamente sorgono tra lo- ro contrasti insanabili. Hanno abbattuto il re- gime in nome della libertà (è la loro versione dei fatti), ma gli ideali di libertà che dicono di professare non sono valori unici, universali ed eterni, come sbandierano. Sono tra loro com- pletamente diversi e antitetici: una cosa è la libertà per la DC (la libertà è libertà per l'individuo, per ogni individuo; ma è anche libertà di coscienza che impone all'individuo di opporre resistenza all'arbitrio dello Stato), un'altra per il PCI (la libertà è soprattutto li- bertà delle classi oppresse e sfruttate dal capi- talismo e lo Stato da attuare deve essere uno stato comunista governato dal partito comuni- sta e deve prendere a modello lo Stato totalita- rio sovietico), un'altra per il PLI (la libertà è la libertà dell'imprenditore di fare quello che vuole; lo Stato non deve interferire nell econo- mia, deve anzi reprimere gli operai; i sindacati sono indesiderati; gli operai devono solamente obbedire e tacere). E, più che una democrazia, essi instaurano una partitocrazia, poiché il po- tere è nelle mani delle segreterie dei partiti. Oltre a ciò tutti i partiti ignorano l'idea che lo Stato sia res pubblica (cosa o bene comune, di tutti i cittadini), che il governo debba agire al di sopra delle parti. E considerano il bene pubblico come il loro bene personale; e lo Sta- to come una ricchezza di cui impossessarsi. Negli anni successivi la polizia reprime le ma- nifestazioni operaie guidate dal PCI e dal PSI e scheda 20 milioni di cittadini.
Sotto banco, la DC è finanziata dagli USA, il PCI dall'URSS. Partito di maggioranza e par- tito di opposizione non si fanno problemi a farsi finanziar da Stati stranieri. Normalmen- te questo è considerato alto tradimento. Ma basta non farci caso e basta mettersi d'accordo sul fatto di farsi finanziare, ed il crimine scompare. Questo è il compromesso storico.
La ricostruzione peraltro è veloce poiché rice- ve finanziamenti dagli USA, interessati a fare dell Italia un baluardo contro il Comunismo sovietico. La scelta dei governi nati dalla Re- sistenza è obbligata: l alleanza con gli USA e l'entrata nella NATO. Nel 1946 il governo di coalizione dei partiti del CLN indice il refe- rendum per scegliere tra monarchia e repub- blica (in realtà fra monarchia e partitocrazia). Per l'occasione sono fatte votare anche le donne. Vince a maggioranza molto relativa la repubblica con 12,5 milioni di voti contro 10,1. Il Partito fascista è messo fuori legge: la giustificazione è che la democrazia deve di- fendersi dai suoi nemici (E perché Mussolini e il Fascismo non avevano il diritto di difendersi dai loro nemici !). Nelle elezioni del 18 aprile 1948 la DC raggiunge il 48% dei voti, dà ini- zio a governi di coalizioni con partiti di centro e di destra, e caccia i comunisti fuori del go- verno. La formazione dei governi è però molto laboriosa perché occorrono numerosi partiti per fare una maggioranza solida. Si ripropone l'incertezza politica del 1918 24 che aveva aperto la strada al Fascismo. Passano i decen- ni, ma i problemi restano gli stessi: la classe politica non cambia, continua a mal governare e riprende i suoi intrallazzi. Tuttavia la debolezza dei governi non ha conseguenze negative sulla societ , poiché l'economia è in rapido e caotico sviluppo.
Negli anni Cinquanta il paese conosce il de- collo dell'industria per lo più automobilisti- ca), che assorbe manodopera proveniente dalle campagne, e la meccanizzazione dell'agricol- tura, che favorisce l esodo dalle campagne. L emigrazione interna, che avviene caotica- mente con il passaparola, è enorme: sei mi- lioni di persone in cerca di lavoro si spostano dal Meridione e dal Nord-Est verso il Pie- monte e la Lombardia o dalle regioni centrali verso Roma. Gli immigrati sono sradicati dalla loro terra e dalle loro tradizioni e a distanza di decenni e di generazioni non hanno ancora da- to luogo a una cultura che li radicasse nelle nuove condizioni di vita.
Negli anni Cinquanta si diffondono mezzi di trasporto individuali: la lambretta, la vespa, l'automobile. Nel 1954 iniziano le trasmissio- ni televisive che danno una forte spinta all'u- nificazione linguistica del paese.
Lo sviluppo economico raggiunge il punto culminante nel 1958-63. È il così detto mira- colo economico. Poi l'economia rallenta fino a giungere all autunno caldo del 1969, caratte- rizzato da grandi scioperi operai.
Nel 1962 65 la Chiesa si rinnova e si confron- ta con il mondo moderno con il Concilio Vati- cano II. È iniziato da Giovanni XXIII e porta- to a termine da Paolo VI. Essa manifesta una maggiore attenzione alla vita e ai valori che si stanno diffondendo in seguito allo sviluppo economico.
Nel 1963 la DC forma con il PSI il primo go- verno di centro-sinistra, che mostra una mag- giore attenzione verso la classe operaia. La nuova coalizione è possibile perché il PSI si è allontanato dal PCI. Contemporaneamente av- viene la riforma della scuola media inferiore: appare la Scuola Media Unificata, che aumen- ta la scolarizzazione della societ : il mondo del lavoro ha bisogno di una manodopera più qualificata.
Le proteste studentesche, iniziate a Parigi nel maggio 1968, si diffondono nelle università italiane. È la contestazione giovanile. Gli stu- denti rifiutano la società consumistica che po- ne il suo ideale supremo nel raggiungimento del benessere economico. E vogliono l'imma- ginazione al potere. Il governo passa un po' di soldi e nel 1975 le manifestazioni universitarie di protesta sono scomparse dalla circolazione. Nel 1969 la crisi economica provoca le pro- teste degli operai. È l autunno caldo. Contem- poraneamente inizia la strategia della tensione condotta da corpi separati dello Stato contro le conquiste operaie: le bombe a Milano (1969), a Brescia (197 ), a Bologna (agosto 1980). Di questi attentati non si scoprono né esecutori né mandanti né moventi.
Nel 1971 l'emigrazione interna come l emi- grazione verso l'estero è pressoché scomparsa. Nel 1973 l'aumento dei prezzi del petrolio in seguito al conflitto tra arabi ed ebrei colpisce e rallenta l'economia italiana come le altre eco- nomie europee L'Europa - non è chiaro il mo- tivo - si schiera curiosamente con gli ebrei e contro i fornitori di petrolio di cui ha assoluto bisogno!). In Italia l'inflazione supera il 20% annuo. In una situazione economica così ano- mala sorge e si sviluppa la microindustria veneta, che è flessibile alle fluttuazioni del mercato, poiché è a conduzione familiare, ha pochi dipendenti e sfrutta le opportunità di nicchia. In pochissimi anni il Veneto da terra di emigranti diventa una delle regioni più ric- che del mondo.
Nei primi anni Settanta le proteste studente- sche continuano e danno luogo ai raggruppa- menti extraparlamentari. Da questi nascono i Nuclei Armati Rivoluzionari NAR) e le Bri- gate Rosse. È il così detto terrorismo rosso , che si propone di destabilizzare lo Stato e di provocare la rivoluzione operaia. Nel 1978 le Brigate Rosse rapiscono e uccidono il capo del governo Aldo Moro, democristiano, fautore di una linea di accordo con il PCI, che da parte sua stava proponendo alla DC il "compro- messo storico" e si stava staccando dal- l'URSS, che non dava più segni di stabilit .
Lo Stato reagisce in due modi:
a) riversa fiumi di denaro (i così detti "ammortizzatori sociali ) sui settori sociali che per le loro miserabili condizioni di vita forniscono manodopera e giustificazioni al terrorismo; e b) spinge i terroristi alla delazione e al pentimento" in cambio del perdono giudiziario. In tal modo il terrorismo è sconfitto e i costi economici sono rimandati al futuro: saranno pagati dalle nuove generazioni. Il rapimento di Moro provoca un breve governo di solidarietà nazionale", che include anche il PCI. Ma, finita la crisi, il PCI è estromesso dal potere. Come nel 1948. Continuano governi a conduzione democristiana, sempre instabili a causa delle tensioni tra i partiti della coalizione. Nel 1983 compare il primo governo a direzione socialista. Presidente del Consiglio è Bettino Craxi. Da quella data aumentano a dismisura sia il debito pubblico sia le tangenti sui lavori pubblici. Le tangenti che raggiungono anche la percentuale del 15% sulle commesse statali, coinvolgono tutti i partiti di governo, anche se DC e PSI fanno la parte del leone. Con le tangenti i partiti si finanziano, curano la propria immagine pubblica, ripagano le clientele e si dedicano a enormi sprechi che incrementano il debito pubblico.
Nel 1989 il PCI cambia nome e diventa Partito Democratico della Sinistra (PDS). Il cambia- mento è soltanto di facciata. In realtà il partito non riesce a sostituire la strategia precedente, che si era rivelata perdente, con una nuova strategia che abbia qualche possibilità di por- tare al potere. Il legame con l'URSS, ora non più considerata lo Stato-guida, che impediva l'alternativa al potere democristiano, è sosti- tuito con ideali sempre più generici che alla fine diventano filoccidentali e filoamericani. Criticare gli USA ora diventa un crimine di lesa maest .
Le colossali ruberie dei partiti di governo e le tangenti sui lavori pubblici, che alterano la concorrenza tra le imprese e aumentano il debito pubblico, provocano un'inchiesta della magistratura milanese, che incrimina esponen- ti democristiani e socialisti. È la stagione di Mani pulite". DC e PSI, travolti dagli scanda- li, subiscono un collasso e scompaiono dalla scena politica (1992). In tribunale il segretario della DC Forlani dice di non sapere niente del- le tangenti intascate dal partito, ma è condan- nato ugualmente. L ex presidente del consiglio Craxi, prima segretario del PSI e poi Presiden- te del Consiglio, scappa all'estero, in Tunisia per sottrarsi alle condanne. Ma a 10 anni di di- stanza la corruzione continua, le condanne so- no state minime e i processi non sono finiti, bloccati da infiniti cavilli processuali, compre- si i cambiamenti nella normativa, fatti oppor- tunamente intervenire dai nuovi governanti. L area politica lasciata libera dalla DC è oc- cupata da un nuovo partito, Forza Italia, fon- dato nel 1994 da Berlusconi, un industriale milanese proprietario di televisioni e giornali, le cui fortune sono legate anche ai rapporti preferenziali che aveva con Craxi. Ora egli può fare a meno dell'intermediazione politica (e dei relativi costi) e curare in prima persona i suoi molteplici interessi economici.
Il malgoverno romano provoca, nelle regioni settentrionali, la nascita della Lega lombarda di Bossi e la richiesta di maggiori autonomie. Alle elezioni la Lega ottiene buoni risultati locali.
Nelle elezioni del 1994 escono vincitori Forza Italia ma anche la Lega. Peraltro il governo di coalizione presieduto da Berlusconi dura poco, poiché la Lega esce dall alleanza. Sono indette nuove elezioni (1996). Vince l'Ulivo, una coa- lizione di sinistra guidata da Prodi, un ex de- mocristiano non coinvolto nelle tangenti e che gode di prestigio internazionale. Il nuovo go- verno, pure di coalizione, è però minato dalle tensioni interne che fanno saltare prima il go- verno Prodi, poi il governo D'Alema, segreta- rio dei Democratici di Sinistra (DS), il nuovo nome del PDS. Le divisioni della sinistra permettono a Berlusconi di ritornare al governo (2001). Si tratta di un governo di coalizione che comprende Forza Italia, Alleanza Nazio- nale, la Lega lombarda ed un partito di ex de- mocristiani. La maggioranza è indubbiamente raccogliticcia e legata soltanto dalla determi- nazione di rimanere al potere, ma l'opposizio- ne non è affatto migliore, poiché è unita dalla comune volontà di passare il tempo a litigare e a dividersi in partitini sempre più piccoli.
Nel 2003 il governo Berlusconi appoggia l'ag- gressione americana contro l Irak, anche se il popolo italiano (oltre il Papa e la Chiesa) è contrario alla guerra. Accusa i pacifisti di essere a favore di Saddam o di essere comunisti. E aggira il dettato della Costituzione (art. 11. L Italia ripudia ) affermando che l Italia non è in guerra perché non ha inviato soldati a combattere: li ha inviati a guerra finita ad aiu- tare la popolazione. In realtà i soldati italiani prendono ordini dai comandanti inglesi e ame- ricani e fanno parte della coalizione che ha bombardato e distrutto le città irakene e assas- sinato la popolazione civile. Peraltro, così fa- cendo, il governo italiano si limita a continua- re il malcostume e le assurdità linguistiche che avevano caratterizzato sia DC sia PCI, da Mo- ro a Berlinguer: le "convergenze parallele , la questione morale" ecc.
La Seconda Repubblica non è affatto migliore della Prima. La corruzione e le tangenti resta- no una prassi diffusa. Lo stesso Berlusconi ha numerosi processi in sospeso, che cerca di an- nullare o di procrastinare promulgando leggi a suo favore e sfruttando i cavilli permessi dalla legge. Ormai egli legifera su se stesso: l Italia è regredita ai regimi assolutistici contestati dalla divisione dei poteri proposta da Monte- squieu (1748). Il conflitto di interessi (è im- prenditore e uomo politico) non è stato risolto dalla sinistra quando era al potere n , tanto meno, è risolto adesso, che egli stesso è al po- tere. E questo malcostume pubblico è il risul- tato di una radicale insensibilità di etica politi- ca che accomuna maggioranza ed opposizione di oggi come maggioranza ed opposizione post-risorgimentale (Destra e Sinistra storica, partito liberale). Né l'una né l'altra hanno un concetto di Stato quale res publica, cosa e be- ne comune, organizzazione sociale sopra le parti sociali, capace di mediare gli interessi divergenti delle parti.
D'altra parte l'opposizione di sinistra, che è senza idee e senza capacità politiche, è dive- nuta filoamericana, è da sempre divisa in mille partitini, è litigiosa al massimo grado, non è certamente una alternativa credibile n , prima, ai malgoverni democristiani, n , ora, al gover- no del partito-azienda.
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