L'invasione della Polonia

L'invasione della Polonia

Immediatamente il Führer, eliminato il pericolo di una lotta su due fronti contro grandi potenze, proce­dette ad aggredire la Polonia settembre ma questa volta l'Inghilterra e la Francia reagirono tempestivamente, e dichiararo­no guerra alla Germania settembre) secondo gli impegni assunti verso la Polonia

L'Italia, con l'approvazione della Germania, pro­clamò invece la propria non belligeranza: un'espressione che indi­cava un atteggiamento assai diverso dalla tradizionale neutralità.

Nel nuovo conflitto la Germania si trovava in condi­zioni indubbiamente migliori di quelle della prima guerra mondiale: non solo disponeva, come allora, di una decisa supremazia militare di partenza, ma poteva anche contare sui rifor­nimenti russi, sulla sicura alleanza dell'Italia, sulla convergenza di interessi col Giappone, il cui imperialismo, impegnando gli Stati Uniti nel Pacifico, li avrebbe probabilmente stornati dallo scacchie­re europeo.

Lo strumento militare germa­nico si trovò a do­ver affrontare soltanto l'antiquato esercito polacco, che le potenze occidentali non erano in grado di aiutare né diretta­mente, inviando armi e truppe, né indirettamente, attaccando la Germania da ovest. Perciò l'occupazione della Polonia, nel cui ter­ritorio penetravano da oriente anche le truppe sovietiche, fu que­stione di poche settimane. Varsavia cadde il settembre, e la Ger­mania e l'URSS si accordarono per spartirsi l'intero paese, rinsal­dando i vincoli della loro precaria amicizia

L'Unione Sovietica approfittò della mano libera con­cessale dalla Germania per imporre agli stati baltici una serie di trattati che preludevano alla loro annes­sione, eseguita effettivamente nella successiva estate del 1940. Solo la Finlandia non volle subire le condizioni imposte dalla Russia, e riuscì a difendere con le armi la propria indipendenza.

Intanto i Tedeschi, per garantirsi delle basi sul Mare del Nord e per assicurarsi le vie di rifornimento del ferro svedese, procedevano all'occupazione della Danimarca e della Norvegia (aprile

In quest'ultima, fallito un tentativo anglo-francese di contrastarne la conquista ai Tede­schi, fu insediato il governo fantoccio del nazista norvegese Vidkun Quisling, destinato a designare per antonomasia tutti i traditori dei paesi conquistati che prestarono i propri servizi al Terzo Reich[1]. Mentre il sovrano di Norvegia, Haakon VII, andava in esilio a Lon­dra, meta di quasi tutti i governi spodestati dai nazisti, il popolo norvegese dava inizio a quella resistenza passiva e attiva contro l'invasore che sarebbe diventata esperienza comune di tutti i popoli europei schiacciati dal nazismo.