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LE EREDITA' DELLA GUERRA: IL CONFLITTO SOCIALE
MODERNITA' DI UNA GUERRA TOTALE E TECNOLOGICA
La prima guerra mondiale portò la necessità di modernità intesa come concetto globale.
Vengono infatti a svilupparsi l'economia di tipo industriale e i servizi. Per la prima volta si ha una mobilitazione di massa di interi popoli. Tutti quelli non impegnati al fronte di guerra, ne contribuirono allo svolgimento lavorando nelle industrie belliche nella produzione di armi, navi, cannoni ecc. La lunghezza della guerra e i suoi enormi costi, bruciò rapidamente tutte le risorse incamerate nel periodo prebellico. Si ha inoltre la necessità e il conseguente investimento di ingenti capitali per le migliorie tecnologiche, ritenute indispensabili per la vittoria del conflitto. Si verifica quindi il fenomeno del potere pubblico, cioè lo stato che assume un ruolo di leder nella vita economica, investendo i capitali nelle produzione bellica. Parte dei capitali si ottennero con l'inasprimento del prelievo finale, oltre che al ricorso ai prestiti nazionali, a quelli esteri e alla stampa di carta-moneta. Il fenomeno tecnologica si estese anche nei soldati impegnati al fronte, entusiasti in un primo momento di una guerra eroica, ma consapevoli in un secondo momento di essere solamente soldati-operai.
SVILUPPO TECNOLOGICO E CRISI POST-BELLICA
La guerra fu una gigantesca impresa economica che favorì l'ammodernamento tecnologico, che diede un forte impulso al capitalismo organizzato, che portò benessere e grandi profitti. Al termine della guerra però si registrarono gravi problemi economici, uno su tutti la riconversione produttiva, delle industrie belliche in industrie civili. Ma la difficile situazione post-guerra, non favorì la ripresa economica, provocando disoccupazione. Inoltre l'inflazione e la svalutazione dovuta alla eccessiva sovrabbondanza di carta-stampata emessa durante la guerra, rappresentava un altro ostacolo alla già complicata situazione economico-sociale.
L'INASPRIMENTO DEL CONFLITTO SOCIALE
La difficile situazione economica crebbe conflitti sociali. Nel 1917 nacque un movimento di opposizione sociale, cioè uno scontro fra classi, determinato da vari fattori, quali: inflazione, razionamento, ricorso al mercato nero, disoccupazione. Ne è esempio la rivoluzione russa che diede l'impulso ai programmi rivoluzionari. La rivoluzioni volute dai partiti operai insieme a quelle contadine, provocò la reazione della classe dominante e dei ceti medi, che avevano visto crollare i propri redditi dall'inflazione.
UNA NUOVA COSCIENZA COLLETTIVA
La partecipazione attiva o passiva, favorì la consapevolezza della propria forza collettiva da parte di milioni di uomini. Si trasforma anche il mondo femminile. Per la prima volta la donna diviene operaia di fabbrica, mutando il suo ruolo sociale e la propria mentalità, facendo un primo passo verso la parità di sessi.
CRISI DEI VALORI DEMOCRATICI
La guerra fece risvegliare le masse. In tutta Europa si doveva convivere con la realtà della partecipazione popolare. Le istituzioni democratiche e liberali in alcuni casi sopravvissero trasformandosi, in altri casi divennero dittature totalitarie, dove la libertà subì forti restrizioni, come la censura, considerata legittima per il bene della nazione, indicando la stampa come strumento di sola propaganda patriottica, basata sulla disumanazione del nemico. Si perfezionò la manipolazione dell'opinione pubblica. Durante la guerra nelle fabbriche belliche, furono proibiti e soppressi gli scioperi. Questo cambiamento provoca una crisi dei valori democratici e liberali favorendo l'instaurazione di regimi fascisti.
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