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L'Indipendenza Americana
Se ripensiamo alla storia dei secoli passati, ci accorgiamo che è già capitato che un Paese conquistasse la propria indipendenza sottraendosi al dominio dei sovrani stranieri.
Parliamo delle vaste colonie che l'Inghilterra deteneva in America.
Nella seconda metà del 700 gli inglesi d'America si sentono sempre meno rappresentati dalla madre patria, infine rompono gli indugi: cambiano nome, cessano di essere sudditi britannici e si dichiarano indipendenti. Cominciano poi a costruire un Paese nuovo, dotato d'istituzioni e leggi come nessuno Stato in Europa.
Gli insediamenti delle colonie del Nord erano composti da agricoltori proprietari di piccole porzioni di terra, artigiani e mercanti.
Al Sud invece, lo sfruttamento del suolo avveniva attraverso il sistema della grande piantagione, che richiedeva l'impiego di grandi capitali d'esercizio. Era gestito da un ceto d'élite che ricorreva agli schiavi neri.
La madre patria esercitava il controllo da lontano, attraverso governatori nominati dalla Corona. Un ruolo importante era quello delle assemblee elettive locali. La maggior parte degli organi del governo erano nominati dall'alto quindi il potere dei governatori sopraffece non quello della madre patria.
Dopo la Guerra dei Sette anni i rapporti tra coloni e Inghilterra si fecero più tesi.
Dopo la vittoria contro i francesi, alla quale presero parte, i coloni non volevano sentirsi più inglesi per metà. Da'altra parte anche gli inglesi avvertirono il bisogno di improntare un governo più stabile, facendoli pagare le tasse, dal sostegno all'esercito e alle flotte.
Nel 1773 le colonie insorsero.
Per salvare dalla bancarotta la Compagnia delle Indie, il Parlamento attribuì a essa il monopolio dell'esportazione del tè oltre oceano, irritando gli americani.
Allora i coloni, travestiti da pellerossa, salirono a sorpresa su una nave inglese ormeggiata nel porto di Boston e ne gettarono a mare il carico di tè. Gli inglesi risposero con misure restrittive e autoritarie e i coloni replicarono togliendo ogni potere ai funzionari britannici, trasformando le assemblee in veri e proprio corpo legislativo.
Nel 1774 fu convocato va Filadelfia il primo Congresso continentale americano, nel quale spiccarono le figure di Jefferson, Wilson e Adams.
Il Congresso concluse che le colonie e l'Inghilterra avrebbero dovuto essere considerate come comunità politiche coordinate, dotate di organismi legislativi autonomi. Volevano ottenere l'emancipazione amministrativa e fiscale delle Americhe, e che la corona Inglese riconoscesse alle assemblee legislative coloniali le stesse funzioni che aveva il Parlamento a Londra.
Ma Giorgio II e il Parlamento rifiutarono le richieste del Congresso e nel 1774 alcune colonie furono ufficialmente dichiarate in stato di ribellione.
Nel 1755 il congresso radunò un esercito e lo affidò a George Washington, quello stesso anno iniziò la vera e propria guerra che si sarebbe conclusa sette anni dopo a favore degli insorti. Decisivo fu l'intervento a loro sostegno, nel 1778, della Francia e l'anno dopo della Spagna.
La pace venne sottoscritta a Versailles nel 1783.
Oltre all'indipendenza ottennero il diritto di libera espansione.
La Costituzione Americana entrò in vigore alla fine del 1788 un 11 dei 13 Stati, dopo le elezioni presidenziali del Febbraio del 1789 fu approvata dai restanti stati.
Il potere esecutivo era detenuto dal Presidente che il governo e la Corte Suprema.
I cittadini eleggono il Presidente e il Congresso che è diviso in:
Sia il Congresso che la Corte Suprema controllano l'operato del Presidente.
Quest'ultimo ha potere di veto sul Congresso.
Con gli Stati Uniti nacque la moderna democrazia.
Naturalmente non tutti gli Stati erano in accordo, ce n'erano di federalisti e d'antifederalisti.
Il primo presidente fu George Washington, che non riuscì ad accordare tutti.
Nel 1791 Jefferson, che era ministro degli Esteri, fondò un partito repubblicano.
Dopo i due consecutivi mandati di Washington e quello d'Adams, entrambi federalisti, fu proprio Jefferson a salire alla presidenza e immediatamente avviò una politica del rafforzamento dei singoli stati. Un nuovo soggetto politico-territoriale era nato.
Bastava che 60.000 persone s'insediassero di là dei confini di volta in volta esistenti che il Congresso sancisse l'esistenza di un nuovo Stato che entrava a far parte dell'unione federale.
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