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L'IMPERO BIZANTINO E L'EST EUROPEO SEC. VII-XV
IL RESTRINGIMENTO TERRITORIALE
Nel VII sec. iniziò l'espansione islamica. Bisanzio perde gran parte dei suoi territori: Siria, Mesopotamia, Armenia, in mare Cipro, Creta e Rodi, ma Costantinopoli resistette; anche grazie al Fuoco Greco, un impiastro che incendiava al contatto con l'acqua. Bisanzio perse anche terre nei Balcani; prima Slavi e poi i Bulgari, occuparono i territori fra Danubio e Balcani, e Bisanzio fu costretta a riconoscere il loro regno.
IL RIASSETTO AMMINISTRATIVO
Il territorio dell'impero nell'VIII° sec si era ridotto di più di 2/3 da Giustiniano e venne suddiviso in Théma, una circoscrizione di carattere militare dapprima usata per i territori di frontiera, e con a capo lo Stratego con poteri militari e civili (senza la separazione tra funz. politico-amm. e militari come sotto i romani.). il fine era quello di permettere lo stanziamento degli Strationi (soldati) a cui venivano ceduti territori sgravati fiscalmente, e ereditabili dai figli con servizio militare obbligatorio. Si formò così un esercito nazionale.
Furono favorite la piccola proprietà contadina e i villaggi rurali a scapito delle città arrivando ad abolire i municipi sotto Leone VI (886-912).
Fu abbandonato il Latino a favore del Greco e anche il diritto Giustinianeo fu accantonato; l'apparato fu orientalizzato.
La successione imperiale non avveniva ereditariamente, ma gli imperatori riuscivano a far succedere membri della famiglia, in accordo con le lobby dominanti. All'inizio la via principale era una brillante carriera militare ma dal X sec. prevalse l'aspetto dinastico e fondiario oltre che l'ereditarietà familiare.
LA CONTROVERSIA ICONOCLASTA
L'unica cosa che accomunava il vecchio impero romano d'oriente con quello Bizantino dell'VIII° sec, era il cristianesimo che era il baluardo dell'identità collettiva. Probabilmente condizionati dalla cultura araba alcuni iconoclasti credevano che non si potesse divinare rappresentando Gesù e la Madonna. Leone III nel 726 vieta l'utilizzo di immagini e le motivazioni sono da cercare nel troppo potere che erano riusciti ad acquisire gli ordini dei monaci, al rispetto dei condizionamenti venuti da gruppi religiosi confinanti al fine di non creare spaccature all'interno dell'impero, e dal punto di vista ideologico fare fronte comune contro gli arabi. Infatti esaurito il pericolo arabo, anche la lotta iconoclastica cesso nell'843 con la riabilitazione delle icone.
IL PERIODO D'ORO
Sotto la dinastia Amorica e Macedone sec. VII-VIII vi fu una grandissima rinascita culturale e politica di Bisanzio. Riconquistate la Cappadocia, la Cilicia e l'alta Mesopotamia oltre che in varie tappe l'Armenia. Nel 1014 il regno di Bulgaria fu annientato. In Italia vennero ripresi i domini di Calabria Lucania e Longobardia (Puglia) oltre che l'isola di Creta. L'esercito da nazionale passa a professionistico, la città recupera il suo ruolo ma i mercati nel lungo periodo risentono dell'imposizione statale dei prezzi che non agevola la concorrenza e i mercati veneziani prenderanno il sopravvento. Il diritto si riforma con i Basilici che sostituisce il codex Gistinianeo. Le popolazioni slave vengono bizantinizzate e convertute al cristianesimo (Cirillo e Metodio). Si approfondisce però la spaccatura con la chiesa di Roma. Il 25 luglio del 1054 papa Leone IX ed il Patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario si scomunicano a vicenda. Non era la prima volta, e successivamente la frattura si approfondisce con dispute sull'iconoclastia, il controllo sulla chiesa Bulgara e questioni dottrinali che vertevano sulla posizione del Padre e del Figlio nella Trinità.
IL MERCATO MEDITERRANEO E LE CROCIATE.
A partire dall'XI° secolo l'economia dell'Europa occidentale comincia ad espandersi. Amalfi si becca il Maghreb l'Egitto e i porti di Costantinopoli, oltre che la penisola iberica. Venezia le aree continentali dell'Oriente Islamico. Nello stesso secolo i porti dell'Italia meridionale decadono e si affermano invece Genova e Pisa. Queste città cacciano i musulmani da Corsica e Sardegna.
Venezia approfitta della debolezza di Bisanzio attaccata da Turchi e cacciata dal sud Italia dall'invasione Normanna. I veneziani si alleano con Costantinopoli, ma in cambio gli chiedono l'esenzione di dazi nell'Adriatico e nello Ionio sicché riescono ad ottenere il completo controllo degli scambi verso oriente. L'economia bizantina va in crisi anche perchè i veneziani dirottano la quarta crociata verso Costantinopoli invece di Gerusalemme.
L'IMPERO LATINO D'ORIENTE.
Dalla presa di Costantinopoli i veneziani si beccano i principali centri mercantili. Restava l'impero latino d'oriente + Atene e Tebe diviso da Acaia e Tessalonica.
Nel 1261 la difesa dell'ortodossia porta Bisanzio alla riconquista di Costantinopoli, ma lo splendore è ormai decaduto. I commerci restarono saldamente in mano ai venessiani, e sotto i Paleòlogi avanza la grande aristocrazia fondiaria, che però non favorisce l'economia. Si arriva così al 1453 con l'arrivo dei Turchi (ottomani) che con Maometto II la conquistano definitivamente.
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