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L'Europa cinquecentesca - Monarchia universale di Carlo V - Riforma protestante




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L'Europa cinquecentesca - Monarchia universale di Carlo V - Riforma protestante



Sacro romano impero: all'inizio del '500 l'Europa centrale è ancora occupata dal Sacro Impero Germanico, suddiviso in diversi principati, eretto da un imperatore eletto dai sette Grandi Elettori indicati nella Bolla d'oro, ma in realtà costantemente affidato ad esponenti della casa d'Asburgo, come se la corona si trasmettesse per via ereditaria.

Francia: dopo la guerra dei cent'anni, il potere monarchico si va rafforzando a scapito della nobiltà, la quale durante il conflitto si è schierata dalla parte dei nemici. I re continuano a rafforzare il regno, istituendo un esercito permanente.

Inghilterra: superata la crisi della guerra delle due rose che ha indebolito la nobiltà, si afferma la dinastia dei Tudor. I Tudor seguono due direttive: la separazione della Chiesa nazionale anglicana dalla chiesa cattolica di Roma; l'espansione marittima e commerciale che culminerà nella creazione di un impero.

Spagna: unificate l'Aragona e la Castiglia (grazie al matrimonio di Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia) porta a termine la cacciata dei Mori.

Russia: la Russia continua la sua integrazione territoriale, soprattutto sotto l'iniziativa dello zar Ivan IV il Terribile.

Questi estende i propri domini verso il Volga e il Mar Caspio; fallisce invece, bloccato dalla Polonia, nel suo tentativo di affacciarsi sul Mar Baltico. L'epiteto di Terribile, con il quale Ivan IV è passato alla storia, si spiega per le dure lotte contro i boiari.

Polonia: la Polonia rimane debole, sia per la fragilità delle sue frontiere, sia per il mancato sviluppo di una borghesia nazionale che sostenga la monarchia e di tenere testa alla nobiltà.

Scandinavia: importante per il commercio del grano polacco e legname; domina sul Mar Baltico, ma è sempre più contrastata.

Impero Ottomano: l'impero ottomano, padrone dell'Asia minore e di gran parte dei Balcani, si presenta minaccioso.

Per due anni eserciterà una pressione sull'Europa centro-orientale.

Italia: l'Italia rimane suddivisa in stati regionali, incapaci di d'allontanare il pericolo d'invasione. Molti filosofi e uomini importanti hanno risolto il problema ma i principi non lo applicano.


Carlo VIII di Valois (re di Francia), costrinse Anna di Bretagna a unirsi in matrimonio con lui per portargli in dote le proprie terre. Tre anni dopo Carlo di Valois condusse una spedizione per rivendicare l'eredità angioina nel regno di Napoli e per sconfiggere la dinastia Aragonese. Dal punto di vista internazionale Carlo di Valois non ha concorrenti temibili: la Spagna è un insieme di grandi feudi e non dispone dell'oro e argento; l'Inghilterra è uscita dalla guerra delle due rose; allora Carlo di Valois può ritenere un momento favorevole per l'attacco agli Aragonesi.

Ludovico Sforza (signore di Milano), usurpò il potere del nipote Gian Galeazzo, che era imparentato con gli aragonesi; Sforza teme che gli Aragonesi insieme al nipote vogliono restaurare in Milano la legittimità; per questo Sforza si schiera con Carlo di Valois. E quindi nel 1494, dopo aversi assicurato la neutralità della Spagna e degli Asburgo, diede inizio la spedizione.

Carlo fu ricevuto da Sforza, che dopo poca la sua partenza si liberò del nipote Gian Galeazzo.

A Firenze Piero de'Medici (successore di Lorenzo il Magnifico) dopo essersi arreso a Carlo di Valois accettandone le dure condizioni, fu travolto da una rivolta popolare. Papa Alessandro VI Borgia lasciò via libera al re francese.

Il re Alfonso II (re del Napoletano) abdicò in favore del figlio Ferdinando II, sperando che questi fosse più accetto dai baroni a al popolo; ma fu una mossa inutile, e Ferdinando II, non potendo organizzare alcuna resistenza, si rifugiò nell'isola di Ischia.

A questo punto Venezia, Milano e il papa si rendono conto del pericolo rappresentato per la loro stessa libertà dalla presenza della Francia. Carlo di Valois ritorna in Francia e Ferdinando II può rientrare nel suo Regno, rinunciando ad alcuni porti, in conclusione la situazione ritornò allo stato precedente.

Firenze dopo essere stato cacciato Piero de'Medici, si stabilì Girolamo Savonarola: un domenicano che si rifaceva alla più rigida tradizione medioevale, e critica alla corruzione papale. 

Savonarola si schierò con i sostenitori della repubblica e condannò come tirannico e corruttore il regime signorile; i due temi fondamentali del pensiero di Savonarola sono: l'integralismo cristiano e l'ispirazione democratica.

Ma né il popolo né gli esponenti della cultura non si schierarono con le idee di Savonarola e allora Alessandro VI lo scomunicò e lo condannò come eretico.


Luigi XII (re di Francia) inviò in Lombardia un esercito, che sconfisse Ludovico Sforza e lo fece imprigionare in Francia.

Luigi XII strinse un accordo segreto con Ferdinando II per una spartizione del Napoletano. Ma gli alleati dopo aver sconfitto Federico I (re del Napoletano), si scontrarono per la spartizione delle terre. La Spagna vinse, e Luigi XII dovette fare un armistizio di Lione, con il quale riconosceva il dominio spagnolo sull'intero regno di Napoli.

Cesare Borgia (detto il Valentino) tentò di ristabilire l'ordine nell'Italia centrale. Lo stato pontificio era diviso in città libere, che sfidavano il papa creando disordine. Cesare Borgia ottenne l'appoggio della Francia riuscendo a impadronirsi della Romagna. Nominato duca di Romagna da Alessandro VI, egli si impadronì dei ducati di Urbino e Camerino. I Borgia hanno tantissimi nemici.



Giulio II (successore di Alessandro VI) si batté per rafforzare lo stato pontificio. S'impadronì con la forza di Bologna e Perugia. Venezia rifiutò di cedere le terre di Romagna Giulio II; allora questo aderì alla lega di Cambrai: un'alleanza militare antiveneziana, che comprendeva le maggiori potenze d'Europa cioè la Francia, la Spagna e l'Impero.

Venezia sconfitta duramente dai francesi dovette cedere Cremona e la Ghiara d'Adda alla Francia, le terre di Romagna al papa, i porti pugliesi alla Spagna. Venezia riuscì invece a resistere all'imperatore Massimiliano d'Asburgo.


Giulio II rendendosi tardivamente del pericolo che la Francia che poteva causare alla penisola strinse con Venezia, con la Spagna, con gli Svizzeri e con gli Inglesi la lega santa, rivolta a scacciare i Francesi dal Milanese.

I Francesi ottennero una prima vittoria a Ravenna, ma furono sopraffatti dalle forze della lega e cedettero il milanese a Massimiliano Sforza. Il crollo del dominio francese nella penisola determinò il crollo di Firenze.

Alcuni mesi dopo la morte di Giulio II, Luigi XII, tentò la rivincita, ma fu fermato a Novara dagli Svizzeri. I successore Francesco I riuscì a sconfiggere gli Svizzeri e li costrinse a ritirarsi dalla Lombardia; Milano tornò sotto il dominio francese. Francesco I stabilì un accordo con Leone X (successore di Giulio II) che gli attribuiva ampi poteri sulla Chiesa nazionale. Con Carlo I (Carlo V) fece il trattato di Noyon, che dopo un determinato decennio di guerre ribadiva le clausole dell'armistizio di Lione.


Le banche di molti stati comprarono il voto dei sette Grandi Elettori e ottengono che l'eletto sia Carlo V. L'elezione di Carlo V equivale però a un'implicita dichiarazione di guerra alla Francia, anche perché il nuovo imperatore intende rivendicare la Borgogna, da tempo passata alla Francia, e anche il milanese.

Dal punto di vista territoriale, economico e demografico la superiorità di Carlo V sul suo rivale Francesco I è impressionante, però i suoi domini non costituiscono uno stato unitario. Il SRI (Sacro Romano Impero) è un'insieme di città e principati. In Spagna, i comuni della Castiglia, si rifiutano di pagare i tributi e fecero una rivolta chiamata Comuneros.

Francesco I finisce col rappresentare i valori della nuova Europa, orientata verso il progressivo consolidamento degli stati nazionali; Francesco I gode il vantaggio di esercitare la propria autorità e i suoi sudditi gli rimanevano fedeli.


La guerra tra l'Impero e la Francia iniziò nel 1521, la prima fase fu a sfavore della Francia che venne sconfitta a Pavia, Francesco I, che fu duramente sconfitto, è costretto a firmare il trattato di Madrid che lo impegna a cedere la Borgogna all'impero e di lasciare Milano, che venne occupata da Francesco II Sforza. In Germania la rivoluzione religiosa innesca lotte politiche e sociali che indebolirono l'impero. I Turchi sconfiggono e uccidono il re di Boemia e di Ungheria. Lo stato pontificio eretto da Giulio de'Medici (papa con il nome di Clemente VII) si preoccupa del dominio di Carlo V sulla penisola.

Liberato Francesco I dalla prigionia, stringe un accordo con gli italiani la Lega di Cognac, ossia un'alleanza militare antiasburgica.   

Allora Carlo V invia in Italia i Lanzichenecchi, che battono gli eserciti della lega e si avviano a Roma. I Lanzichenecchi rimasti senza controllo arrivarono a Roma e la saccheggiarono. Firenze si liberò dalla signoria dei Medici e restaurarono ordinamenti repubblicani. Genova passo dall'alleanza francese a quella degli Asburgo.

Con il trattato di Barcellona stretto con Clemente VII, Carlo V si impegna di restaurare la dominazione dei Medici a Firenze a patto che il papa lo incoronasse imperatore. Con la pace di Cambrai, stipulata con Francesco I, Carlo V rinunciava alla Borgona, contro la rinuncia dei francesi per il milanese.

Poco dopo Carlo V convoca un congresso a Bologna per discutere dell'assetto dell'Italia:

Francesco II Sforza sarebbe rimasto signore di Milano, dopo di che Milano sarebbe passata alla Spagna;

Venezia doveva restituire al papa Cervia e Ravenna

I Medici sarebbero rimasti a Firenze

Il Napoletano, la Sicilia e a Sardegna rimanevano alla Spagna


La situazione dell'Impero era disastrosa: i principi protestanti uniti nella lega di Smalcalda erano contro l'imperatore; il sultano turco Solimano il magnifico continuava la pressione sui Balcani.

Dopo la pace di Cambrai, Francesco I restaurò l'esercito e si allea con i principi protestanti e stringe un accordo con il sultano che gli assicura l'appoggio delle flotte turche e barbaresche

Francesco I occupa il ducato di Savoia; e poi fu fatta la tregua di Nizza: il Milanese rimane nelle mani di Carlo V, ma la Francia si prende la Savoia.

Carlo V inviò una flotta spagnola, unita alle flotte di Venezia e del papa, a combattere contro i Turchi, che uscirono vincenti. Nel 1547 muore Francesco I, il figlio Enrico II continua le pretese del padre. Intanto in Germania gli alleati della lega di Smalcalda, benché furono sconfitti, si rivolsero alla Francia per avere aiuto; allora Enrico II stringe un accordo, nel trattato di Chambord concedendo loro il proprio appoggio militare in cambio della cessione di tre città.

Con l'occupazione di queste città la guerra riprende e Enrico II riesce a resistere agli attacchi dell'Impero con l'aiuto dei Turchi. I Medici che erano rientrati a Firenze grazie a Carlo V, e perciò i francesi appoggiano Siena, che attacca Firenze per togliere l'egemonia sulla Toscana; i vincenti sono le forze fiorentine e imperiali, cosicché il risultato dell'operazione è la nascita dello stato dei Presidi, ossia di un nuovo dominio asburgico nella penisola.


Carlo V si ritira presso un convento, dove finisce i suoi giorni. Filippo II il Milanese sostituisce Carlo V che gli cede Napoli e la Sicilia. Filippo conclude con i principi protestanti la pace di Augusta, concedendo la libertà di culto. Nel 1557 Carlo V abdica a favore del figlio che gli cede Metz, Toul e Verdun. Carlo V conserva la corona fino al 1558.

Enrico II viene coinvolto in una nuova guerra dall'iniziativa di papa Paolo IV, che sentendosi chiuso dai domini spagnoli, preme perché il re di Francia faccia una spedizione nella penisola. Il duca d'Alba, governatore spagnolo, attacca il papa da sud, ed allora Enrico II spedisce delle truppe per soccorrere il papa, ma è a sua volta attaccato da nord

dalle truppe di Filippo II, che si è unito in matrimonio con Maria Tudor; regina degli inglesi, può inoltre contare sul loro aiuto. Ma alla Spagna mancano i soldi per finanziare la guerra. I francesi passano all'attacco strappando Calais dagli Inglesi. Tutti e due i re si avvicinano alla bancarotta e nel 1648 ci fu la pace di Cateu-Cambrésis che alla Spagna lasciava in possesso i Paesi Bassi e altre città, di cui lo Stato dei presidi. Alla Francia (questa pace viene vista come sconfitta della Francia) viene riconosciuto il possesso di Metz, Toul, Calis e Verdun, quindi rafforzò il proprio confine.



La religione nasce da un atto di sfiducia dell'uomo in se stesso. Le altre religioni pagane attribuiscono una certa importanza nei riti; per il cristianesimo ciò che importa è lo spirito, l'interiorità del fedele; e il cristianesimo nasce come religione dell'uomo. La chiesa ha il compito di guidare i fedeli nella religione. La causa della una rivoluzione è la mondanizzazione della chiesa. I diversi papi non si occupavano dei loro fedeli, ma di rafforzare lo stato pontificio.

La causa scatenante della Riforma fu la vendita delle indulgenze promossa da Leone X nel 1515. Questa "vendita" sarebbe servita per costruire la cupola di S. Pietro e rientrava nella pratica religiosa. Per protestare Martin Lutero, monaco agostiniano, rese pubbliche le novantacinque tesi riguardanti la dottrina del peccato e della penitenza. Le conseguenze dell'iniziativa furono la discussione sulle tesi di Lutero e innescò un movimento di tutte le forze sociali e         politiche della Germania interessate a cambiare lo stato attuale. Il papato reagì con prudenza agli attacchi di Lutero, e il papato risolse questo problema con la bolla Exsurge Domine che scagiona i papi, ma Lutero intenzionalmente la bruciò e consecutivamente ricevette la scomunica. Carlo V e Leone X non si preoccuparono dei contrasti tra chiesa e Lutero.

Lutero traduce in tedesco la Bibbia perché essa sia accessibile a tutti. Il suo messaggio trova appoggio nella nazione germanica in particolare fra i contadini, che lo accolgono come un invito ad abbattere la corruzione. Gli ideali che afferma Lutero sono: la salvezza della fede; interpretazione personale dei testi sacri; rifiuto delle pratiche propiziatorie.  


Le diverse classi della società germaniche aderivano al luteranesimo per vari motivi: i principi, per conservare e rafforzare i propri privilegi; i poveri, per eliminare quei privilegi. Dopo la scomunica Lutero si presentò alla Dieta di Worms per giustificarsi davanti a Carlo V, ma rifiutò di ritrattarsi. Lutero poi fu accolto da Federico di Sassonia e così fu sottratto da ogni persecuzione.

I cavalieri, ridotti in povertà dagli sviluppi economici e dalla nuova tecnica militare, manifestarono il loro malcontento sulle terre di Svevia, ma furono presto domati. Nel 1524 si fu una rivolta più importante quella dei contadini per vendicare il diritto di eleggere parroci, e attenuare l'oppressione dei nobili. Lutero in un primo tempo si schierò dallo loro parte invitando ai principi e ai signori di venire in contro alle richieste dei contadini. Ma, di fronte alla violenza che si abbatté contro i castelli e conventi comportando distruzione , egli cambiò idea e invitò i principi a eliminare questa rivolta. I principi accolsero l'invito di Lutero e massacrarono i contadini. Il radicalismo evangelico venne ripreso dagli anabattisti (coloro che hanno ricevuto un secondo battesimo), da impartirsi agli adulti consapevoli delle propria rigenerazione in Dio. L'anabattismo si diffonde in segreto in molti paesi e soprattutto nei contadini. Crolla dunque le idea di Lutero, solo i principi traggono dalla Riforma un vantaggio quello di requisire i beni della Chiesa. I principi, divenuti più forti e più ricchi, continuarono la lotta contro l'impero. Carlo V decise di accettare il luteranesimo nei paesi devo è già diffuso, ma non vuole che si espanda; e per questo i principi protestarono. Alla fine si arrivò alla pace di Augusta; Carlo V rinuncia a imporre il cristianesimo, quindi riconosce il diritto ai principi di professare il cattolicesimo o il

luteranesimo. La Riforma luterana indebolì l'impero e non favorì la formazione della monarchia nazionale germanica.


A Zurigo, Zwingli, prete di formazione erasmiana, inizia la predicazione già orientata verso la Riforma; la rottura con la chiesa di Roma inizia quando non viene più riconosciuto come parroco di Zurigo. Zwingli andava contro le cerimonia, i sacramenti; la vita religiosa deve essere raccolta nelle preghiere e nella predicazione. La chiesa dice che l'eucarestia è il pane e il vino che si trasformano nel corpo e nel sangue di Cristo; Lutero dice che il corpo e il sangue di Cristo sono presenti insieme con la sostanza del pane e del vino; Zwingli afferma che Cristo sia presente tra i fedeli che si comunicano. Ci fu una rottura tra le idee di Lutero e di Zwingli.   

Giovanni Calvino, esponente del protestantesimo, dovette abbandonare la patria per sottrarsi alle persecuzioni di Francesco I, e andò a Ginevra e la fece capitale del protestantesimo. Calvino dice che l'uomo, dopo il peccato originale, è destinato a dannarsi (predestinazione), la conseguenza della predestinazione è l'abbandono alla decisione di Dio, e possono sperare di salvarsi vivendo nella religione, lavorando con serietà e tenersi lontani dall'ozio e dalla pigrizia.






Lo scisma inglese ebbe origine dal risultato dell'azione d'Enrico VIII Tudor per sottrarsi a ogni interferenza e per estendere la propria sovranità nell'ambito della religione. In un primo tempo Enrico VIII si schierò con la chiesa di Roma, a tal punto di pubblicare delle dottrine luterane falsate, ricevendo così il titolo di "difensore della fede"             da Leone X. La conversione che lo portò a scontrarsi con il papato fu di carattere profano.

Enrico VIII sposò Caterina d'Aragona (parente di Carlo V) avendo una figlia femmina, ma non un erede maschio; allora chiese al papa di annullare il matrimonio, ma il papa, premuto dall'imperatore, risolse la questione a favore di Carlo V, e così iniziò una rottura tra il papato e il re d'Inghilterra. I preparativi per una riforma furono creati da due erasmiani, che avevano denunciato la corruzione del papato; il re intuì l'opportunità di convocare il Parlamento perché lo appoggiasse nella lotta contro il papato. Il Parlamento approvò una legislazione (atto di supremazia) , che attribuisce al sovrano la suprema autorità in campo religioso. Il re eliminò il culto dei Santi, le offerte, e tutta la pratica religiosa condannata da Lutero, sostituì l'inglese al latino nelle cerimonie religiose. La chiesa anglicana fu caratterizzata da un forte potere riconosciuto dai vescovi. Il re poi confiscò i beni e soppresse i monasteri e fece vendere il resto a bassi costi. Morto Enrico VIII gli succedette il figlio Edoardo VI, che si accostò agli ideali calvinistici.

Poco dopo in Scozia si diffuse il calvinismo e costrinse la regina (Maria Stuart) a riconoscerlo come religione.

Si formò una chiesa scozzese retta da un Consiglio degli anziani. Dopo la morte di Edoardo VI, la corona inglese passo a Caterina d'Aragona (Maria Tudor) e tentò di restaurate la religione cattolica. I paesi fedeli al cattolicesimo sono: la Spagna, il Portogallo, la Francia, l'Italia, l'Austria, e la Baviera.
            



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