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L'ETA' GIOLITTIANA
Dopo l'unificazione d'Italia si affermò al governo la SINISTRA STORICA, con De Pretis nel 1876. egli adottò la politica del trasformismo che tendeva ad eliminare un'opposizione parlamentare. Queste furono le innovazioni della sua politica:
Allargamento del suffragio elettorale;
Abolizione dell'imposta sul macinato, sostituita però con delle imposte indirette;
Privilegi fiscali e provvedimenti protezionistici. Quest'ultimi accentuarono il divario tra nord e sud in quanto favoriva il settore industriale presente soprattutto al nord.
Nel 1887 entrò al governo Crispi che adottò una politica così divisa:
Politica interna --- repressione delle agitazioni sociali fra cui i fasci siciliani
Politica estera --- allargamento coloniale che però fallì.
Avendo mandato l'economia statale in rovina si dimise.
E nel 1903 entrò al governo Giolitti, la cui politica si basava sul concetto di neutralità dello stato nei conflitti economici, ma questo portò ancor più ad un favorimento del settore industriale e alla crescita pacifica dei movimenti socialisti e operai
L'obiettivo di Giolitti era adattare le istituzioni a un paese che era in via di ammodernamento economico e sociale. Però egli fu accusato di trasformismo e di clientelismo, cioè di favorire i cambiamenti solo secondo i propri interessi. Durante la sua politica ci fu un decollo industriale a cui l'Italia non aveva mai assistito!! Questo grazie alla politica protezionistica che aveva agevolato l'economia interna e grazie al credito bancario, che aveva favorito la nascita di molte imprese. Però si assistette a un crollo dell'agricoltura che portò conseguentemente all'emigrazione soprattutto delle regioni meridionali.
La politica giolittiana diede vita ad un fenomeno urbanistico, che diede una forma alle città simile a quella odierna. Ovviamente questo comportò una crescita della popolazione operaia, e quindi del partito socialista. Inoltre l'estensione elettorale ai maschi di 21 anni, aumentò la forza parlamentare dei socialisti, e inoltre grazie al Patto Gentiloni anche la Chiesa entrò a far parte della vita politica. Tutto come previsto dalla politica interna di Giolitti. Ma la fine del governo Giolitti si inizò a percepire con l'inizio dell'impresa libica alla fine del 1911. L'Italia, che aveva ottenuto la Libia, riportò più effetti negativi, che positivi. Infatti :
Il bilancio statale subì un duro colpo per le spese militari;
Il prestigio internazionale fu indebolito a causa delle condotta repressiva tenuta durente la guerra nei confronti dei popoli indigeni;
La Libia era inoltre un paese povero di materie prime;
Anche la vita politica fu destabilizzata in quanto fu cacciato dal partito socialista il gruppo riformista che aveva condotto la guerra, e prese "potere" un partito di estrema sinistra rivoluzionario, capeggiato da Benito Mussolini.
Con queste guerra e tutti gli antefatti, andò crescendo una società di massa, basata sulla propaganda, e così l'Italia si divide in due fazioni politiche:
Sinistra: faceva proprie le richieste di informazione e di cultura avanzate soprattutto dal proletariato del nord;
Destra: andava contro l'affermazione di una società di massa e contro questa nuova cultura di stampo popolare
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