La bomba
Atomica
Il 17 giugno era giunta
una notizia sensazionale. Nel pomeriggio Stimson si presentò alla abitazione di
Churchille e gli pose davanti un foglio di carta su cui stava
scritto:'Bimbi nati in modo soddisfacente'. Dai suoi modi mi accorsi
che era successo qualcosa di straordinario.'Vuoi dire' commentò
'che l'esperimento del deserto messicano è riuscito. La bomba atomica è
una realtà.'Sebbene avessero seguito questa terrificante ricerca con ogni
brano di informazione comunicatogli, non eravano stati avvertiti della data
della prova decisiva. Nessuno scienziato responsabile avrebbe predetto che cosa
fosse per avvenire al collaudo della prima esplosione atomica in grande stile.
Erano inutili queste bombe o erano annientatrici? Adesso lo sapevano.I "bimbi"
erano "nati in modo soddisfacente".
Nessuno poteva ancora misurare le immediat conseguenze militari della scoperta,
e nessun finora ne ha misurato altro. L'indomani mattina arrivò un aereo a
portare una piena descrizione di questo evento terribile della storia umana. Il
rapporto fu consegnato da Stimson.La bomba, o il suo equivalente, era stata
fatta esplodere in cima a una torre alta trenta metri. Si era completamente
sgomberato da ogni persona tutto il terreno circostante per 15 chilometri, e
gli scnenzlati col rispettivo personale si accovaccìarono pressappoco a quella
distanza dietro massicci scudi di calcestruzzo.La vampata era stata spaventosa.
Una colonna enorme di fiamma e fumo balzò all'orlo dell'atmosfera della nostra
povera terra. La devastazione fu assoluta entro un raggio di un chilometro e
mezzo circa. Ecco dunque una rapida fine per la seconda guerra mondiale, e
forse anche per molte altre cose. Il Presidente Truman invitò Churchill seduta
stante a conferire con lui. Erano con lui il generale Marshall e l'ammiraglio
Leahy. Fino a quel momento avevano orientato le loro idee su un assalto al
Giappone vero e proprio mediante tremendi bombardamenti aerei e invasione da
parte di soverchianti eserciti. Avevano contemplato una disperata resistenza da
parte dei giapponesi che si sarebbero battuti fino alla morte con devozione da
samurai, non soltanto in battaglie campali ma in ogni buca e in ogni
camminamento. Dopo lo spettacolo dell'isola di Okinawa, dove molte migliaia di
giapponesi, piuttosto di arrendersi, si erano schierati in fila e autodistrutti
con bombe a mano dopo che i loro capi avevano solennemente compiuto il rito del
hara-kiri.
Domare la resistenza giapponese uomo per uomo e conquistare il suolo metro per
metro poteva ben esigere la perdita di un milione di vite americane e mezzo
milione di vite britanniche, o più ancora se riuscivano ad aumentare il loro
apporto: perché erano decisi a condividere lo spasimo.Adesso tutto questo
quadro da incubo era svanito. Al suo posto subentrava la visione di una fine
dell'intera guerra con una o due scosse violente. Pensarono subito come il
popolo giapponese, di cui avevano sempre ammirato il coraggio, poteva trovare
nell'apparizione di quest'arma quasi soprannaturale una scusa tale da salvare
il proprio onore e liberarlo dall'obbligo di farsi uccidere fino all'ultimo uomo.
Inoltre, non avevano avuto bisogno dei russi. La fine della guerra giapponese
non dipendeva più dall'immissione delle loro armate nella fornace per il
massacro finale e forse prolungato. Non avevano bisogno di chieder loro
favori.Pochi giorni dopo fu mandato a Eden questo promemoria:'E
chiarissimo che gli Stati Uniti non desiderano attualmente una partecipazione
russa alla guerra contro il Giappone'. La folla di problemi europei si
poteva quindi affrontare nella propria sfera e secondo i larghi principi delle
Nazioni Unite. A quanto pareva,erano entrati di colpo in possesso d'un mezzo
provvidenziale per abbreviare il macello in Oriente e si apriva una prospettiva
ben più luminosa in Europa. Sventare un vasto, indefinito massacro, metter fine
alla guerra, dar pace al mondo, imporre mani risanatrici ai suoi popoli
tormentati con una manifestazione di potenza schiacciante a prezzo di qualche
esplosione, pareva dopo tutti i travagli e pericoli un miracolo di liberazione.
Il consenso britannico in linea di principio all'uso dell'arma era stato dato
il 4 luglio, prima del collaudo. La decisione finale spettava ora più che altro
al Presidente Truman, il quale deteneva l'arma; ma iL governo britannico non
ebbe mai dubbi su quello che sarebbe stata.Resta il fatto storico, e lo si
dovrà giudicare in epoca posteriore, che la decisione di usare o no la bomba
atomica per costringere il Giappone alla resa non fu mai anche soltanto messa
in questione.Al loro tavolo ci fu accordo unanime, automatico, indiscusso; non
giunse mai il minimo suggerimento che si dovesse fare altrimenti. Evidentemente
l'aviazione americana aveva preparato un formidabile attacco alle città e ai
porti giapponesi mediante ordinario bombardamento aereo.Li si sarebbe certo
potuti distruggere in poche settimane o pochi mesi, e nessuno potrebbe dire con
quali gravissime perdite per la popolazione civile.