Le Olimpiadi nell'antica Grecia

Le Olimpiadi nell'antica Grecia

Le Olimpiadi sono un complesso di gare che si disputano, ogni quattro anni, probabilmente a partire dal 776 a.C., ad Olimpia. Le Olimpiadi erano una delle quattro feste panelleniche agonistiche, istituite secondo alcune tradizioni da Pelope dopo la sua vittoria su Enomao, secondo altre da Eracle in onore del padre.

Infatti, secondo Pindaro, i giochi olimpici furono in origine giochi funebri in onore di Pelope. Secondo il mito, Enomao, antico re dell'Elide, non voleva dare in sposa la figlia Ippodamia, in quanto un oracolo gli aveva predetto che suo genero lo avrebbe ucciso. Così, per trovare lo sposo di sua figlia, Enomao sfidava i pretendenti in una corsa con i cavalli, ma i pretendenti non riuscivano mai a sconfiggerlo a causa dei cavalli divini che Ares aveva donato a Enomao. Pelope utilizzò anch'egli cavalli divini donatigli da Poseidone, ma per avere maggiore sicurezza corruppe l'auriga di Enomao, e riuscì a vincere la gara.

In origine, alle Olimpiadi, partecipavano solo le genti dell'Elide. I giochi olimpici consistevano in gare podistiche e di lotta; poi furono introdotte altre gare a cui parteciparono i Greci metropolitani e delle colonie. Le Olimpiadi si ripeterono per 294 volte fino al 393, quando furono sospese dall'imperatore cristiano Teodosio I, che proibì tutte le feste pagane.

In occasione delle Olimpiadi, venivano sospese le continue lotte tra le poleis.

Le gare si svolgevano normalmente durante l' estate, in uno stadio lungo 192 m e comprendevano la corsa di due giri dello stadio, il pentathlon, il salto, il lancio del disco e del giavellotto, oltre a corse a cavallo, gare di cocchi, pugilato,  lotte e pancrazio. Durante le gare gli atleti dovevano essere nudi.

Le gare erano suddivise in sette giorni:  il primo giorno si svolgevano le cerimonie religiose, a seguire le gare con i cavalli,il pentathlon, una pausa nella giornata centrale per i sacrificio di 100 buoi (ecatombe), al quale seguivano le tre prove riservate ai ragazzi (corsa, lotta e pugilato). Vi erano poi le corse dei 200 e 400 metri e una gara di fondo di 4800 metri, a cui seguivano le prove di lotta, pugilato e pancrazio; in fine vi era la corsa dei 400 m da sostenere sotto il peso di un'armatura. L'ultimo giorno, infine, era dedicato a cerimonie varie.

Erano presenti anche gare riservate alle giovani non sposate, che erano perlopiù spartane, in quanto solo a Sparta le fanciulle praticavano sport e potevano mostrare il corpo nudo.

Corse con i cavalli:

Le corse con i cavalli potevano essere di vario tipo: corse con bighe tirate da un solo cavallo o da due e corse con i fantini in groppa al cavallo.

Il pentathlon:

Il pentathlon era articolato in cinque specialità: il lancio del disco, il salto in lungo, il lancio del giavellotto, la corsa dei 200 m e la lotta.

La lotta:

La lotta era divisa in tre specialità: il pugilato, la lotta e il pancrazio, nel quale i contendenti si affrontavano a pugni nudi su un terreno molle e sdrucciolevole. Era vietato dare morsi e cavare gli occhi all'avversario. Nelle lotte vinceva chi atterrava per tre volte l'avversario, mentre nel pancrazio si continuava a combattere fino a quando uno dei due non si arrendeva. Nella lotta la morte era un rischio considerato e riconosciuto; la legge non riteneva omicidio incidenti fatali.

Le manifestazioni erano accompagnate da riti religiosi e concorsi di poesia destinati a esaltare i vincitori. I vincitori, oltre alla simbolica corona d'ulivo, ricevevano gloria e onori: acquistavano infatti il diritto di farsi erigere una statua e avevano la mensa gratuita per sé e per tutta la famiglia.