La storia delle donne
La donna presso le civiltà orientali Varie secondo i tempi ed i luoghi furono le
condizioni giuridiche, sociali e spirituali della donna orientale, ma si può
sinteticamente affermare che nelle civiltà più antiche questa posizione fu relativamente
elevata, specie presso i Sumeri, Babilonesi, Assiri e Fenici, dove assistiamo a
diversi esempi di regnatrici indipendenti, quali Semiramide e la biblica
Jezebele. L'affermarsi delle monarchie militari portò ad un mutamento
sfavorevole con la formazione degli harem. Analoga curva di regresso presenta la
situazione femminile presso gli
Ebrei, quando dalla forma patriarcale
si passa alla monarchia assoluta. La
donna Araba ebbe dall'islamismo
l'avvilimento dell' harem ed i vantaggi di una maggiore libertà patrimoniale e
di una maggiore autorità domestica. L'indiana
e la persiana ebbero anticamente una
posizione discreta, ma anche per esse l'infiltrazione islamica e l'ordinamento
sociale in caste portarono diminuzioni di prestigio, culminate nel barbaro uso
del suicidio obbligatorio delle vedove.
La donna in Grecia - Nel mondo omerico la donna sposa gode di un'amorevole
considerazione. Per convincersene basta pensare ai sentimenti che i rispettivi
mariti e figli nutrono, ad esempio, per Ecuba, Andromaca, Penelope, Arete,
ecc. L'intensa partecipazione maschile alla vita pubblica nell'età
periclea relega la D. nella casa: qui ella conduce vita ritirata, intenta solo
all'andamento domestico e familiare, avulsa dalle manifestazioni pubbliche o anche
solo intellettuali, che erano affidate esclusivamente alle etere; ha
circoscritte capacità giuridiche, patrimoniali e testimoniali e durante tutta
la vita è sotto la tutela di qualcuno (padre, tutore, fratello, marito).
Naturalmente tutto ciò vale per le famiglie più agiate, perché ovunque, presso
le più povere, le necessità della vita traspongono ad esempio l'uscir di casa
ed il darsi ad altri lavori che non siano l'aristocratico tessere e ricamare ed
è inoltre completamente vero solo per la civiltà Attica, della quale abbiamo
maggiori notizie. Il periodo ellenistico, con le sue monarchie assolute,
innalza il livello culturale femminile e attraverso gli intrighi di corte
permette l'affermarsi di personalità spiccate, quali quelle di Berenice, moglie
di Tolomeo Sotere, di Laodice, moglie d'Antioco I, e di Cleopatra VII
Filopatore. In Alessandria, Bisanzio ed Antiochia, questa evoluzione si
diffonde anche presso la borghesia ed abbiamo così pittrici, poetesse, ecc.
La donna a Roma - Per il suo carattere positivo, il Romano antico fece della propria
compagna una cooperatrice quasi alla pari nella sua autorità sui figli e sui
servi e una confidente nei suoi affari. Secondo l'austero codice
repubblicano la donna poteva accompagnare il marito alle cerimonie ed ai banchetti,
partecipandovi però seduta e non sdraiata, e non poteva bere vino puro. Ella
riceveva un'istruzione elementare, integrata, presso le famiglie ricche, dal
canto, dalla danza e dal ricamo. In generale i compiti della donna romana si
riassumevano nelle cure della casa, dei figli e dei lavori femminili. Queste
qualità si persero nell'epoca imperiale, ma le sfrenatezza di talune donne
celebri non vanno confuse col comportamento della massa, che sebbene allentato
dalle trasformazioni sociali, fu in genere migliore di quanto si pensi.
La donna durante il
Medioevo e l'Età moderna - Il cristianesimo
riconfermò la sottomissione della D. all'uomo, ma ne rinnovò il compito in seno
alla famiglia affidandole soprattutto una missione spirituale di elevazione e di
coesione. Nel campo pratico combatté accanitamente il ripudio della
moglie e l'esposizione dei figli. Valorizzò inoltre la verginità, non
rinunciataria per egoismo, ma per meglio e più fattivamente agire a favore
dell'intera società. Dalla femminilità cosi trasformata e arricchita
secondo queste due direttrici, sorsero le creature dell'apostolato religioso, i
genitori e in particolare la moglie, e di quello civile, da Scolastica a
Teodolinda. Col prevalere dei barbari longobardi e franchi, dai quali si
sviluppa il feudatario, nella società violenta e feroce del tempo la D. è
proprietà del padre o del fratello e viene letteralmente venduta allo sposo.
Solo dopo l'anno 1000 e le crociate, i tipici istituti latini della cavalleria
e della gentilezza trovadorica si affermano e la D. - sebbene le sue condizioni
giuridiche rimangano immutate - viene angelicata - per usare
un'espressione dell'epoca- e tenuta in gran conto, almeno a parole. L'evoluzione politica comunale e il mistico
movimento francescano creano guerriere come Cinzica de Sismondi o Giovanna
d'Arco e religiose come Chiara d'Assisi o Caterina da Siena. I principati
e le signorie col loro sfondo umanistico, risvegliano poi un movimento
culturale a cui partecipano anche le D. Malgrado il momentaneo apparente
regresso della Controriforma e dello spagnolismo secentesco, il problema
dell'educazione femminile viene ripreso gagliardamente nel Settecento: le
Dichiarazioni dei diritti americana e francese, con le loro rivendicazioni di
uguaglianza, avvieranno la D. verso quel processo d'emancipazione, che -
rallentato dalla reazione postnapoleonica - riprenderà in pieno nel sec. XIX, quando la D. stessa, attraverso la famiglia, sarà partecipe delle
lotte per la libertà, che l'800 ha visto apparire in tutto il mondo. Sono
ormai maturi i tempi per il movimento femminista; all'indipendenza economica
succede quella professionale, entrambe sancite dalla parità giuridica.
Sotto la spinta delle necessità create dalla 1° guerra mondiale la donna, che aveva sostituito nelle retrovie l'uomo combattente, rimane ai
suoi posti di lavoro, tenutavi anche dalle nuove esigenze economiche del primo
dopoguerra. Ha ottenuto frattanto la parità di voto e l'ingresso negli
uffici pubblici, non escluse le più alte cariche diplomatiche e parlamentari.
Nella 2° guerra mondiale ha raggiunto anche il campo militare, non solo negli speciali corpi
ausiliari, ma anche - in molti casi - nei reparti combattenti, come nelle forze
armate sovietiche o nelle formazioni partigiane. Questa quasi ovunque
raggiunta parificazione generale dei due sessi non è però scevra da
inconvenienti o reazioni. La questione è comunque in pieno divenire e
solo il risultato futuro potrà determinare la portata attuale.