LA SITUAZIONE ITALIANA NEL CORSO DEL '400
Il '400 in Italia è caratterizzato dall'evoluzione della
cultura e soprattutto da un rinnovo delle arti e della letteratura. La più
importante città in cui si sviluppano i maggiori progressi è Firenze che
diventerà la culla del Rinascimento e che ospiterà i più grandi artisti e
letterati. Ma mentre Francia, Spagna ed Inghilterra raggiungono la propria
unità nazionale, nessuno stato italiano è abbastanza forte da imporsi su tutta
la penisola o da poter sostenere da solo l'urto delle grandi potenze straniere:
i vari stati sono troppo divisi perché facciano fronte comune contro gli stranieri,
poiché il territorio italiano risulta diviso in tante Signorie indipendenti
dove la governabilità è molto difficile. Nel Nord troviamo il regno di Savoia,
un principato ricco e potente. Il sud dell'Italia è in mano agli Aragonesi che
nel 1442, con Ferrante, riunificato tutto il meridione sotto la casata di
Spagna. Il Centro Nord e il Centro sono invece delle fiorenti ed importanti Signorie.
A Milano regnano gli Sforza, a Verona i Della Scala, a Mantova i Gonzaga, ad
Urbino i Montefeltro, a Ferrara gli Estensi, a Rimini i Malatesta, a Firenze i
Medici.
Questi ultimi furono la famiglia più importante, non solo
perché fecero di Firenze la culla del Rinascimento, ma anche perché tutta
l'Italia divenne il più grande centro culturale dell'Occidente. Il comune di
Firenze entra in crisi a causa delle continue guerre tra Guelfi e Ghibellini e
a poco a poco le istituzioni comunali si indeboliscono, mentre la figura del
Podestà acquista sempre più importanza. Il Podestà diventa signore della città,
ed è appunto il caso della famiglia Medici: inizialmente importanti banchieri,
entrarono in competizione con gli Albizi, anch'essi desiderosi di prendere il
potere su Firenze. Nel 1433 inizia quindi la lotta tra queste due famiglie: per
pochi mesi prevalgono gli Albizi, e il capo della famiglia Medici, Cosimo,
viene mandato in esilio. Ma nel 1434 rientra nella città e per volontà popolare
diviene signore di Firenze. Con Cosimo de' Medici nasce la signoria fiorentina.
Dopo la sua morte, che avviene nel 1464, gli succede il figlio Piero, che però
muore prematuramente a causa di una malattia
ereditaria. Egli ebbe sette figli, tra cui Lorenzo e Giuliano:quest'ultimo
muore il 26 aprile 1478 nella "Congiura de' Pazzi" e Lorenzo diventa il nuovo
signore di Firenze; sarà proprio lui che prenderà in mano le sorti politiche
dell'Italia. Nel 1442 Ferrante d'Aragona, re di Napoli (della dinastia degli
aragonesi), appoggiato dal Papa, vuole dichiarare guerra a Firenze. E' proprio
grazie alla diplomazia di Lorenzo il Magnifico che questa guerra non scoppierà
mai poiché Lorenzo, con un viaggio in meridione, riuscirà a persuadere il re
aragonese a rinunciare alla guerra. Con Lorenzo il Magnifico assistiamo ad un
lungo periodo di pace: nel 1453, infatti, con la pace di Lodi, le città
italiane trovano un accordo che durerà fino al 1492, anno in cui morirà Lorenzo
il Magnifico (soprannominato "l'ago della bilancia" proprio per la sua capacità
di mantenere la pace). Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passa
nelle mani del figlio, Piero, niente affatto all'altezza dell' eredità paterna Nel 1494 l'Italia si trova a confrontarsi con un
nemico straniero, la Francia: Carlo VIII, approfittando delle debolezze
italiane, scende in Italia con ottantamila uomini per riconquistare il
meridione ciascuno per i propri interessi, i Savoia, i Milanesi e i
Fiorentini lasciano passare Carlo VIII. Nel febbraio 1495 con la "guerra del
Gesso", Carlo VIII entra in Napoli. Il re di Napoli, Ferdinando II tenta la
resistenza, ma invano. Nel frattempo il nuovo pontefice, lo spagnolo Rodrigo
Borgia da Valenza, che aveva assunto dopo la propria elezione il nome di
Alessandro VI (1492-1503) e che giungeva al trono accompagnato dalla più
scandalosa fama di immoralità personale e dall'ardore di fare grande e potente
la propria figliolanza illegittima, forma una lega con Venezia, Milano, Spagna
e Austria contro Carlo VIII. Quest'ultimo allora, messo alle strette si ritira
e abbandona Napoli, risalendo la penisola e riuscendo a rompere lo schieramento
con uno scontro con la lega a Fornovo. Intanto, approfittando delle debolezze
di Firenze, Pisa si ribella alla sottomissione fiorentina e diventa un libero
comune (solo per 15 anni). Dal 1494 al 1498 assistiamo a un periodo di
repubblica con un frate domenicano, Girolamo Savonarola. Egli riesce a tenere il
governo per ben quattro anni, creando il Consiglio dei 500. Savonarola voleva
per la Chiesa una riforma morale, un programma politico orientato in senso
repubblicano e popolare, contestava la corruzione del governo mediceo e di
Lorenzo il Magnifico. Nei suoi ardenti discorsi infatti, e nelle sue
apocalittiche profezie, egli annunziava il rinnovamento radicale della Chiesa e
dell'Italia in particolare. Del grande rinnovamento cristiano avrebbe dovuto
essere inizio la conversione del popolo fiorentino e l'instaurazione in Firenze
di un regime esente dal dominio corruttore dei Medici. Ma i magnati e gli oligarchici,
d'accordo con il pontefice Alessandro VI, lo fanno arrestare e il 23 maggio
1498 Girolamo Savonarola muore arso sul rogo.
Sempre in questo periodo in tutta l'Italia si afferma il
Rinascimento, e fioriscono i grandi artisti: Leonardo da Vinci, Leon Battista
Alberti, Michelangelo, Andrea Del Sarto, Giovanni Bellini, Brunelleschi,
Masaccio, Donatello, Paolo Uccello e molti altri. I mecenati, desiderosi di
affermarsi con la bellezza delle opere d'arte offrono benefici, ma soprattutto
denaro agli artisti, permettendo a questi ultimi di realizzare opere
straordinarie: le città si arricchiscono di meravigliose opere finanziate per
abbellire corti potenti e luoghi di cultura. Nel Quattrocento italiano si affermano
anche molti letterati e umanisti, come Coluccio Salucati, Poggio Bracciolini,
Leonardo Bruni e Angelo Poliziano. La civiltà dell'umanesimo italiano, la
fioritura artistica italiana e la raffinatezza delle corti della nostra
penisola erano senza paragoni. Solo in alcune città fiamminghe e tedesche alla
fine del 400 si poteva trovare qualcosa di paragonabile alle grandi banche di
Firenze, Genova e Milano, ai tessuti di seta e alle industrie dei comuni
italiani. Ancora le navi Veneziane e Genovesi detenevano il grosso del
commercio nel Mediterraneo, mentre l'agricoltura della Pianura Padana della
Toscana era all'avanguardia per la modernità delle tecniche produttive. Gli
artigiani italiani degli stucchi, della scultura e della pittura erano
richiesti in tutta l'Europa.
Mentre nei piccoli stati italiani si sviluppavano ricchezza e
bellezza, in Francia e in Spagna i sovrani portavano a compimento un poderoso
processo di unificazione e di modernizzazione dello stato e basavano il loro
potere su un esercito formidabile per numero di soldati e potenza degli
armamenti. Alla fine del felice periodo di tranquillità seguito alla pace di
Lodi Spagna e Francia faranno un boccone degli staterelli italiani deboli e
divisi. La ricchezza dei piccoli stati italiani sono una preda invitante
per le potenti monarchie francese e spagnole. I lussi e gli intrighi delle
corti papali contrastano con le aspirazioni di riforma e coi fermenti
critici che si vanno sviluppando nella cultura, ma anche tra gli strati
più uniti della popolazione.