La seconda repubblica
Parola chiave: Proporzionale/Maggioritario
Dal 1992-1994: Seconda repubblica: nuovo assetto politico determinatosi in
Italia. Fattori determinanti: il crollo del sistema dei partiti, la nuova legge
elettorale maggioritaria, il profondo rimescolamento e rinnovamento della
classe politica, infine la nascita di un tendenziale bipolarismo. Il tutto
mentre l'inflazione alimentata dalla crescita della spesa pubblica restava ben
al di sopra della media europea e il deficit del bilancio statale non accennava
a ridursi, il che costringeva lo Stato a continue emissioni di titoli
attraevano il risparmio, distogliendolo dagli impieghi produttivi.
In Sicilia, in Calabria, in Campania e, anche se in misura minore, in Puglia,
cresceva l'emergenza criminalità.
1989: trasformazione del Pci nel nuovo Partito democratico della sinistra
(Pds), annunciata dal segretario Achille Occhetto. L'ala più legata all'eredità
del vecchio Pci diede vita al partito di Rifondazione comunista.
Sull'opposto versante politico si consolidarono, nel Settentrione, i movimenti
regionalisti.
La spinta verso le riforme: l'ipotesi di una nuova legge elettorale
1991: schiacciante successo del referendum abrogativo di alcune parti della
legge elettorale promosso da un comitato presieduto da Mario Segni.
Francesco Cossiga si rendeva protagonista di una serie di accese polemiche e dichiarava
apertamente la volontà di contribuire a cambiare il sistema di cui lui stesso
era il più alto rappresentante.
1992: elezioni. Seccamente sconfitti la Dc e il Pds. Vere vincitrici delle
elezioni risultavano le forze politiche nuove e tendenzialmente «anti-sistema»:
in primo luogo la Lega Nord (guidata da Umberto Bossi, e nata dalla fusione
della Lega lombarda con analoghe formazioni regionali) si affermava come quarta
forza politica nazionale; i verdi rafforzavano la loro presenza in Parlamento,
un significativo anche se esiguo successo otteneva la Rete capeggiata dall'ex
sindaco democristiano di Palermo Leoluca Orlando.
La coalizione quadripartita conservava una maggioranza riddottissima.
Dimissioni di Cossiga due mesi prima del termine del mandato nella convinzione
che solo un nuovo presidente potesse affrontare gli aspetti istituzionali della
crisi politica. Un'ampia maggioranza elesse Oscar Luigi Scalfaro,
democristiano, presidente della camera, parlamentare degli anni della
Costituente.
Tangentopoli: un gravissimo scandalo stava coinvolgendo un numero crescente di
uomini politici accusati di aver preso e ottenuto tangenti per la concessione
di appalti pubblici. L'inchiesta svelava un diffusissimo sistema di
finanziamento illegale dei partiti e di autofinanziamento dei politici.
23 maggio: un attentato dinamitardo lungo l'autostrada fra l'aeroporto di
Palermo e la città uccise il magistrato Giovanni Falcone, direttore degli
Affari penali del ministero della Giustizia, la moglie e i tre agenti della
scorta. Meno di due mesi dopo il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti
della scorta furono uccisi da un'autobomba in piena Palermo. Falcone e
Borsellino erano stati in prima fila nella lotta alla mafia.
Il governo Amato e la crisi finanziaria: caduta la candidatura di Craxi dopo le
indagini che avevano investito, per lo scandalo delle tangenti, molti uomini
vicini al leader socialista, il presidente Scalfaro affidava l'incarico a un
altro socialista, Giuliano Amato. Il problema finanziario prima con interventi
di tipo fiscale, poi con una più incisiva manovra destinata a contenere le
spese, fu affrontato subito. Tali interventi si rendevano tanto più necessari
dopo che una violenta speculazione aveva costretto la lira ad uscire dal
Sistema monetario europeo.
Il tema più discusso e il nodo più difficile da sciogliere era quello della
legge elettorale.
1993: referendum. I cittadini approvarono a larghissima maggioranza, insieme
con altri sette referendum, quello che, attraverso la sopressione di alcune
formulazioni della legge elettorale, introduceva il sistema uninominale
maggioritario al Senato. Contemporaneamente venne abolito il finanziamento
pubblico dei partiti e furono mitigate le sanzioni penali contro i consumatori
di droga introdotte da una legge varata fra molti dissensi nel 1990.
Frattanto alcuni fra i maggiori rappresentanti dei partiti di maggioranza erano
stati raggiunti da numerosi avvisi di garanzia per reati legati al sistema
delle tangenti. Nonostante la diversa gravità delle imputazioni, politici come
i segretari del Psi Craxi, del Pri Giorgio La Malfa e del Pli Renato Altissimo
vedevano scossa laloro credibilità ed erano costretti ad abbandonare le
responsabilità di partito. Indagato per tangenti risultava anche l'ex
segretario della Dc Forlani, mentre Andreotti era accusato da alcuni pentiti di
collusioni con la mafia (ma assolto nel 2004).
Il presidente della Repubblica designò allora, come figura indiscussa al di
sopra delle parti, il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi per
formare il nuovo governo.
Intanto le nuove leggi elettorali per la Camera e il Senato, dopo un
accidentato percorso, venivano approvate definitivamente introducendo il
sistema maggioritario uninominale.
Una serie di ulteriori difficoltà derivavano al governo dalla improvvisa
ripresa di gravissimi atti di terrorismo. Forse come risposta ai successi
investigativi che avevano portato a importanti arresti e alla scoperta di
alcuni intrecci fra politica e criminalità organizzata (cinque autobombe tra
Roma, Firenze e Milano).
L'avvio del bipolarismo: nell'opinione pubblica si era ormai fatta strada la
convinzione che solo una consultazione elettorale e un Parlamento depurato
avrebbero potuto dare soluzione agli annosi problemi che stavano di fronte al
paese e porre le basi per una nuova repubblica.
1994: la Dc, guidata da mino Martinazzoli, aveva deciso di tornare alle
origini, riassumendo il nome di Partito popolare italiano (Ppi), mentre un
gruppo di dirigenti democristiani formò il Centro cristiano democratico (Ccd);
una scissione nel Partito popolare diede vita ai Cristiani democratici uniti
(Cdu) nel '95; il segretario del Msi Gianfranco Fini avviò la trasformazione
del suo partito in Alleanza Nazionale (conclusasi a Fiuggi nel '95).
L'elemento di maggiore novità fu l'ingresso in politica dell'imprenditore
televisivo Silvio Berlusconi. Proprietario delle tre maggiori reti televisive
private e del Milan. Berlusconi era sceso in campo con il dichiarato obiettivo
di arginare un eventuale successo dlle sinistre (e in primo luogo del Pds), e
di ricostruire un centro moderato ormai disperso e in crisi inarrestabile.
Poteva contare sulla larghissima popolarità legata ai suoi successi di
imprenditore fattosi da sé. Nel giro di qualche mese riuscì a fondare un
proprio movimento, Forza Italia, ma anche a costituire un cartello elettorale
con la Lega Nord nell'Italia settentrionale (Polo delle libertà), e con
Alleanza nazionale nel Centro-Sud (Polo del buon governo). Confluirono in
questo schieramento anche i radicali di Pannella, il Ccd e altri politici di
centro. Sulfronte opposto il Pds coaugulò intorno a sé (nel cartello
Progressisti) tutte le forze di sinistra da Rifondazione comunista ai
socialisti, dai verdi alla Rete.
1994: elezioni politiche. Lo schieramento di centro-destra conquistava con
largo margine la maggioranza assoluta alla Camera, e la mancava di poco al
Senato. Le ragioni della vittoria di Berlusconi, una vittoria confermata e anzi
accresciuta nelle elezioni europee di giugno, furono attribuite non solo al
sostegno delle sue televisioni, ma soprattutto alla capacità di proporsi come
l'unico in grado di sostituire il ceto di governo spazzato via dagli scandali
di «Tangentopoli». Rimanevano irrisolte tutte le questioni derivanti
dall'anomalia di un presidente del Consiglio grande imprenditore e proprietario
delle maggiori reti televisive private => a dicembre fu costretto a
dimttersi.
1995: Lamberto Dini, ministro del Tesoro del precedente governo, formò un
ministero di tecnici con l'obiettivo di superare gli antagonismi su alcuni temi
nodali, come la riforma del sistema pensionistico. Nell'anno in cui rimase in
carica, nonostante l'originaria connotazione tecnica, il governo divenne
espressione del centro-sinistra che lo sosteneva, mentre il centro-destra
passava a una netta opposizione reclamando il ritorno alle urne. Intanto Romano
Prodi, economista, ex presidente dell'Iri ed esponente del Ppi, si candidò come
antagonista di Berlusconi e leader di una nuova alleanza di centro-sinistra
(l'Ulivo).
Referendum di giugno: erano intesi a ridimensionare il potere televisivo di
Berlusconi e la sconfitta dei proponenti fu interpretata come un successo anche
politico dell'imprenditore milanese e della sua capacità di influenzare il
grande pubblico.
I nuovi schieramenti: nelle nuove elezioni politiche anticipate i due
schieramenti erano guidati da Berlusconi e da Prodi come leader e presidenti
del Consiglio designati. La Lega si presentava da sola.
1996: le elezioni videro il succeso di misura dell'Ulivo che ottenne la
maggioranza ssoluta al Senato e quella relativa alla Camera dove diventava
determinante l'appoggio di Rifondazione. Il Pds scavalcava Forza Italia
affermandosi come primo partito del paese (un significativo successo di Massimo
D'Alema, succeduto a Occhetto nel 1994). Il nuovo governo presieduto da Prodi
schierava molti esponenti del Pds (fra cui Walter Veltroni vicepresidente,
Giorgio Napolitano agli Interni, Luigi Berlinguer all'Istruzione), slcuni
verdi, Dini agli Esteri e ai Lavori pubblici Antonio Di Pietro, ex pubblico
ministero, il più popolare dei magistrati impegnati nelle inchieste di
Tangentopoli.
L'Italia nell'Unione europea: Il primo obiettivo del nuovo governo, perseguito
con particolare determinazione dal ministro del Bilancio Ciampi, fu quello di
ridurre il deficit => l'Italia riuscì, grazie anche al calo dell'inflazione
fino a valori insolitamente bassi, a rientrare nel Sistema monetario europeo
alla fine del '96, ad attestarsi al di sotto dell'obiettivo del 3% e ad
ottenere nel '98 l'ingresso ufficiale nell'Unione monetaria europea (cui
sarebbe seguita l'introduzione dell'euro, a partire dal 1° gennaio 2002).
Rimanevano pressanti altri problemi: la revisione del Welfare State, l'eredità
di Tangentopoli e l'ormai annosa questione delle riforme sociali.
I correttivi da introdurre nel sistema previdenziale apparivano necessarie
(come l'innalzamento dell'età pensionabile) ma incontravano le resistenze dei
sindacati e di Rifondazione comunista.
Problemi non meno delicati erano quelli legati all'amministrazione della
giustizia. Le inchieste giudiziarie sul sistema delle tangenti, erano ben lungi
dall'essere concluse, non solo per le lentezze consuete dei procedimenti
giudiziari, ma per il continuo affiorare di nuovi intrecci illegali fra i politici,
imprenditori,funzionari pubblici e anche magistrati.
Il contrasto era ulteriormente alimentato dal coinvolgimento in alcune
inchieste del leader dell'opposizione, Berlusconi, che d'intesa con il
segretario del Pds D'Alema, aveva favorito la costituzione di una Commissione
bicamerale per delineare in Parlamento un progetto organico di riforme
istituzionali tra cui quella, nel 1997, di una proposta che prevedeva
l'istituzione di un sistema semipresidenziale e l'introduzione di una serie di
elementi di federalismo. Ma l'improvviso acutizzarsi delle tensioni fra il
centro-sinistra e il centro-destra impose la rinuncia a ogni progetto.
1997: elezioni amministrative. Il centro sinistra riusciva a riconquistare la
guida di molti grandi centri come Torino, Roma, Napoli e Palermo, mentre il
centro-destra sottraeva Milano alla Lega.
1998: Rifondazione comunista negò la fiducia al governo Prodi, che fu costretto
a dimettersi. Si formò rapidamente un nuovo governo di centro-sinistra
presieduto d D'Alema, sostenuto dall'Ulivo e dal convergente e inedito appoggio
da un lato dell'Udr (una nuova formazione aggrgata intorno a Cossiga, composta
prevalentemente da parlamentari eletti nelle liste del Polo) e dall'ala
dissidente di Rifondazione (che aveva dato vita al nuovo Partito dei comunisti
italiani, guidato da Armando Cossutta). La soluzione della crisi: la nascita
dei Democratici, una formazione promossa da Prodi (poi chiamato alla guida
della Commissione europea) e in cui confluirono Di Pietro e alcuni sindaci di grandi
città (Rutelli di Roma, Bianco di Catania, Cacciari di Venezia).
1999: Referendum promosso per abrogare la quota proporzionale nelle elezioni
della Camera dei deputati e ridurre così il numero dei partiti => non
ottenne la maggioranza e non potè essere convaliato. Analogo esito ebbe quello
del 2000.
1999: le elezioni per il Parlamento europeo videro un successo di prestigio per
Forza Italia, ma anche un buon successo dei Democratici e l'inattesa ottima
riuscita della lista che faceva capo alla radicale Emma Bonino, già commissario
europeo.
Nonostante la conflittualità tra i due schieramenti, in due occasioni, si
manifestò un largo consenso tra le forze politiche: nell'elezione di Carlo
Azeglio Ciampi alla presidenza della Repubblica e nel sostegno alla
partecipazione italiana alle operazioni militari contro la Jugoslavia per il
Kosovo.
2000: il governo D'Alema non resse alla prova delle elezioni regionali e si
dimise, al suo posto fu chiamato Giuliano Amato.
2001: approvazione di una legge costituzionale che introduceva alcune
importanti modifiche all'ordinamento istituzionale italiano in materia di
poteri degli enti locali.
1996-2001: il centro-sinistra aveva guidato l'Italia verso la nuova dimensione
europea, ma persisteva una debolezza dell'esecutivo e la breve durata dei
governi.
La società italiana alle soglie del nuovo secolo
Incremento demografico prossimo allo zero, l'Italia mostrava di aver ormai
perduto il carattere di nazione giovane.
Pur in presenza di un'alta scolarizzazione, registrava percentuali inferiori di
laureati e di diplomati, confermando l'inefficienza e l'improduttività del
sistema formativo. Le differenze sociali derivavano soprattutto dalle
disuguaglianze di reddito. La difesa dello status raggiunto e dei privilegi dei
gruppi più tutelati era il crinale su cui si manifestava la conflittualità
sociale. Le forme di difesa e di tutela si ponevano come ostacoli alla mobilità
sociale. Emergeva un deficit di etica pubblica, nel persistere di forme di
criminalità organizzata, e un diffuso disprezzo per le regole che
caratterizzava molti comportamenti pubblici e privati e che nell'opinione
comune era a volte giustificato come espressione di una vitale creatività.
Il centro-destra al governo
2000: Francesco Rutelli, sindaco di Roma, già militante dei radicali e poi dei
verdi, fu preferito a Giuliano Amato: la campagna elettorale impostata da
Berlusconi su un'accentuata personalizzazione, prese l'andamento di un
referendum sulla sua persona. Berlusconi rifiutò il confronto a due in televisione.
Il centro sinistra riproponeva l'alleanza dell'Ulivo con i Ds, la nuova
formazione della Margherita.
2001:alle elezioni la vittoria della Cdl risultò nettissima.
I maggiori consensi venivano dalle fasce di età giovanili e anziane mentre
geograficamente il risultato più favorevole fu realizzato nell'Italia
meridionale e insulare, in particolare in Sicilia, dove conquistò tutti i
collegi uninominali.
L'ex segretario dei Ds, Walter Veltroni, fu eletto sindaco della capitale.
Il governo presentò un ambizioso progrmma al fine di dare una scossa
all'economia attraverso una serie di provvedimenti fndati su incentivi fiscali
e snellimenti nelle procedure d'investimento.
G8 a Genova => vi furono gravi incidenti, con l'uccisione di un
manifestante.
Abolizione delle tasse sulle successioni e donzioni anche per i patrimoni più
cospicui, attenuazione delle pene previste per il falso in bilancio e modifica
unilaterale e retroattiva delle norme sulle rogatorie internazionali (gli atti
processuali compiuti fuori dalla giurisdizione dei magistrati italiani) =>
apparivano all'opposizione e a parte dell'opinione pubblica troppo mirati a
tutelare le posizioni del presidente del Consiglio, che figurava , per di più,
ancora imputato in alcuni procedimenti penali. Il conflitto di interessi che
investiva Berlusconi come proprietario delle maggiori reti televisive private e
in grado ora di influenzare quelle pubbliche, nonostante le ripetute
assicurazioni, non trovava ancora l rapida soluzione più volte promessa.
Il progetto governativo di modifica dello Statuto dei lavoratori, al fine di
rendere più flessibile il mercato del lavoro, incontrò l'aspra opposizione
della Cgil e di partiti di sinistra, manifestatasi anche in una serie di
imponenti manifestazioni di piazza.
Le nuove Br: una nuova formazione delle Brigate rosse, che aveva già colpito a
morte, nel 1999 a Roma, il giurista del lavoro Massimo D'Antona, uccise, a
Bologna nel 2002, Marco Biagi.
Frattanto i problemi giudiziari del presidente del Consiglio continuavano a
suscitare tensioni e dibattiti, evidenziati da nuove forme di mobilitazione
dell'opinione pubblica di sinistra (girotondi), mentre si riaccendeva, in forme
esasperate, il conflitto tra Berlusconi e la magistratura.
2004-2005: esito negativo delle elezioni amministrative (2004), così come delle
sucessive elezioni regionali (2005), quando 12 regioni su 14 andarono al
centro-sinistra.
2005: la maggioranza del centro-destra impose la nuova legge elettorale che
aboliva i collegi uninominali e reintroduceva un criterio proporzionale, con il
risultato di confermare la frammentazione delle forze politiche.
2006: la riforma costituzionale che attribuiva maggiori competenze alle
regioni, ampliava i poteri del presidente del Consiglio e istituiva un Senato
federale fu poi cancellata dal referendum che avrebbe dovuto confermarla.
Alle elezioni il centro-destra ripresentava l'alleanza del 2001 (Forza Italia,
An, Udc e Lega) e il centro-sinistra una nuova coalizione denominata Unione e
sempre imperniata sull'alleanza fra Ds e Margherita che si estendeva su tutto
il restante arco dello schieramento politico: dalle formazioni di centro
moderato, come l'Udeur di Mastella e l'Italia dei valori di Di Pietro, fino al
Pdci e a Rifondazione comunista, includendo anche una nuova sigle (la Rosa nel
pugno, nata da una confluenza fra Socialisti italiani e Radicali).
Ma Berlusconi si spese con grande energia riuscendo, alla vigilia del voto, a
mobilitare con efficacia propagandistica il suo elettorato. Il centro-sinistra
vinse ottenendo però una ristrettissima maggioranza al Senato grazie al voto
degli italiani all'estero.
Romano Prodi, che si ra presentato come candidato premier, formò il nuovo
governo dopo che il Parlamento aveva eletto alla presidenza della Repubblica
Giorgio Napolitano. L'articolata composizione del centro-sinistra e la limitata
maggioranza di cui il governo disponeva al Senato resero faticosa
l'approvazione della legge finanziaria che aveva l'ambizioso obiettivo di
ridurre il deficit di bilancio e di rilanciare l'economia.
I contrasti della maggioranza: dai temi della bioetica dell'ambiente e le opere
pubbliche, al più serio contrasto sulla politica estera.
2007: si aprì una nuova crisi. Prodi si dimise, ma Napolitano rinviò
l'esecutivo al giudizio delle Camere che concessero la fiducia in tempi brevi
=> ciò rivelava però come le persistenti divisioni e l'esigua maggioranza in
Senato continuassero a rappresentare un pericolo per la sopravvivenza del
governo.
2008: un nuovo contrasto interno, questa volta legato a dissensi con l'Udeur di
Clemente Mastella, portava alla crisi definitiva dell'esecutivo.
2007: nascita del Partito democratico (Pd) risultato della fusione dei Ds,
della Margherita e di altre formazioni minori, che mirava tra l'altro a
semplificare il quadro politico combattendone la frammentazione. Il suo leader,
Veltroni, aveva deciso di presentarsi da solo nelle future consultazioni
elettorali.
2008: alle elezioni Berlusconi riportò un successo nettissimo e, in virtù degli
sbarramenti (4% alla Camera e 8% al Senato), furono ammesse alla rappresentanza
parlamentare solo le due alleanze maggiori e l'Udc di Pier Ferdinando Casini.
Il successo del centro-destra fu completato con la conquista di molte
amministrazioni locali, in particolare del comune di Roma dove Gianni Alemanno
di An superò nettamente Francesco Rutelli.
2009: elezioni per il Parlamento europeo. Si affermarono le destre e i verdi.