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LA SECONDA GUERRA MONDIALE
seconda guerra mondiale Verso la guerra Dopo essersi impadronito dell'Austria e della Cecoslovacchia e ormai sicuro dell'appoggio della Russia, nell'estate del 1939 Hitler aumentò le sue pretese. Intimò alla Polonia di lasciare il porto di Danzica e di restituire i territori che dividevano la Prussia orientale dal resto della Germania. Hitler era convinto che
le democrazie occidentali avrebbero protestato, ma non sarebbero intervenute,
che Inglesi e Francesi non erano disposti, come fu detto, a 'morire per
Danziaca'. Invasione della Polonia La repubblica polacca
non accettò le imposizioni tedesche e si rifiutò do consegnare i territori
richiesti. Di conseguenza, il primo settembre 1939 l'esercito tedesco iniziò
l'invasione della Polonia senza neppure presentare una formale dichiarazione
di guerra. Europa in guerra Nel primo anno di
guerra la Germania occupò la Danimarca e la Norvegia, dove costituì due
governi collaborazionisti. Non belligeranza italiana Quando le truppe
naziste attraversarono il confine polacco Mussolini non era stato nemmeno
avvisato. In base al patto d'acciaio l'Italia avrebbe dovuto intervenire a
fianco della Germania immediatamente, ma decise di aspettare qualche anno che
l'esercito italiano fosse pronto. LA SCONFITTA DELLA FRANCIA Le truppe italiane
attaccarono senza successo i francesi sulle Alpi. In sostanza, l'intervento
italiano non ebbe alcun effetto. LA GUERRA NEI CIELI, LA BATTAGLIA D'INGHILTERRA L'Inghilterra rimase
sola a sostenere il peso della guerra in Europa e nel Mediterraneo. Winston
Churchill un conservatore energico e vigoroso, decisissimo a resistere a ogni
costo, divenne il capo di un governo di coalizioni nazionale. LA GUERRA SUI MARI Intanto la flotta
britannica da guerra, la Royal Navy, manteneva il controllo dei mari; la
maggior corazzata tedesca, la Bismark progettata per essere la più potente
del mondo, venne affondata nel 1941. HITLER CONTRO STALIN Il 21 giugno 1941 Hitler attaccò di sorpresa l'Unione Sovietica. Impreparato nonostante i due anni guadagnati col patto Molotov- Ribbentrop, l'esercito sovietico subì inizialmente gravi sconfitte. Le truppe tedesche dilagarono: a nord conquistarono i paesi baltici e la Bielorussia; a sud occuparono quasi tutta l'Ucraina arrivando fino al mar Nero e alla penisola di Crimea. Dopo le prime sconfitte, l'Armata Rossa riuscì a riorganizzarsi, aiutata in questo dall'inverno russo che, con la neve e il fango, ostacolava e rallentava sia l'avanzata dei tedeschi sia l'arrivo dei loro rifornimenti. L'invasione ebbe inoltre l'effetto di unire le diverse popolazioni sovietiche, rafforzando il loro patriottismo e il loro spirito di resistenza di fronte al nemico. Nei territori occupati si formarono importanti nuclei di resistenza, mentre le truppe russe, prima di ritirarsi, distruggevano i raccolti, le stalle e i granai, impedendo alle forze tedesche di rifornirsi di viveri. Era la vecchia tattica della 'terra bruciata' che centotrent'anni prima aveva fermato Napoleone. L'offensiva tedesca si arrestò nell'inverno 1941-42 e poi riprese più lentamente, arrivando nell'estate 1942 a insidiare Mosca e Stalingrado, e avvicinandosi ai pozzi di petrolio del Caucaso. LA GUERRA IN GRECIA E NEI BALCANI Nel frattempo Mussolini
decise di attaccare la Grecia. Fu una decisione presa solo per motivi
di prestigio, che si rivelò ancora una volta improvvisata e dannosa. LA GUERRA NEL MEDITERRANEO E IN AFRICA SETTENTRIONALE Numerosi combattimenti
si svolsero anche in Africa settentrionale e nel Mediterraneo che
la flotta inglese controllava grazie alle basi navali di Gibilterra,
Alessandria d'Egitto e soprattutto Malta. Nonostante i ripetuti bombardamenti
a cui fu sottoposta, Malta non cedette e, di conseguenza, la flotta
italiana ebbe grandi difficoltà a difendere dagli attacchi inglesi i convogli
di navi mercantili che portavano rifornimenti per le truppe impegnate in
Africa. IL CORPO DI SPEDIZIONE ITALIANO IN RUSSIA L'aggressione tedesca alla Russia costrinse a Mussolini a inviare un corpo di spedizione italiano nella Russia meridionale a fianco dell'alleato nazista. Anche in questo caso il regime fascista rivelò la sua incapacità organizzativa. Vennero inviati in Russia reparti privi di carri armati, di autotrasporti, di collegamenti radio. Bersaglieri, fanti e alpini dovettero avanzare in regioni sterminate, spesso a piedi senza riuscire a tenersi in contatto tra loro. Nel terribile inverno russo vennero a mancare scarpe adatte, indumenti pesanti, generi alimentari, benzina. Gli esempi di valore e di spirito di sacrificio furono frequenti ma non poterono cambiare la situazione. In questa occasione si verificò l'ultima coraggiosa, tragica e inutile carica di soldati a cavallo della storia, eseguita dal reggimento Savoia Cavalleria. A seguito delle controffensive sovietiche, il corpo di spedizione italiano dovette ritirarsi. Abbandonati, sbandati, lasciati privi di viveri, migliaia di soldati italiani morirono in mezzo alla neve e al ghiaccio. Altri vennero catturati e morirono di fame e di stenti nei campi di prigionia sovietici. L'INTERVENTO DEL GIAPPONE Fino al 7 dicembre1941
lo scenario della guerra era rimasto limitato dall'Europa. Ma quel giorno
l'aviazione giapponese attaccò di sorpresa la flotta americana ancorata nella
baia di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii. L'EUROPA NAZISTA Verso la metà del 1942 gran parte dell'Europa e quasi tutto il Nordafrica erano caduti sotto il dominio tedesco. Nei pochi paesi dell'Europa orientale che non furono direttamente sottomessi, come l'Ungheria, la Bulgaria e la Romania, si costituirono governi alleati o collaborazionisti. Unici paesi neutrali restavano la Svezia, la Svizzera, il Portogallo e la Spagna del generale Franco. Quest'ultimo, dopo una guerra civile che aveva causato oltre 700.000 morti, riuscì con astuzia a tenersi fuori dal conflitto mondiale, resistendo alle pressioni degli alleati nazisti e fascisti. L'occupazione tedesca dell'Europa continentale portò a un durissimo sfruttamento dei popoli sottomessi, alimentato dall'ideologia razzista del nazismo. Milioni di uomini vennero deportati in Germania e costretti con la forza a lavorare nelle industrie o nei campi. Gli oppositori politici, gli zingari, i prigionieri russi o slavi, tutti coloro che venivano considerati di 'razza inferiore' furono internati a milioni nei campi di concentramento (i lager). Qui essi venivano impiegati in lavori pesantissimi (nel campo austriaco di Mauthausen per esempio c'era una cava di pietra da sfruttare a forza di braccia, senza l'ausilio di mezzi meccanici), malnutriti e maltrattati tanto che quasi la metà degli internati morì per la fame o per la fatica. Molti altri furono invece vittime di torture o usati come cavie umane di esperimenti medici e chirurgici, tanto folli quanto crudeli. |
LO STERMINIO DEL POPOLO EBRAICO Ancora peggiore fu il
destino che Hitler riservò agli ebrei. Già nel 1938, con le leggi razziali,
essi erano stati perseguitati, licenziati dagli impieghi, allontanati da ogni
attività economica e isolati dal resto della popolazione. A partire dal 1941-42
Hitler decise di far letteralmente scomparire il popolo ebraico dalla faccia
della Terra. Per riuscire a comprendere la spaventosa realtà di quella che il
nazismo chiamò soluzione finale della questione ebraica, sono sufficienti le
cifre. In tutta l'Europa centrale e persino in Germania, ma soprattutto nella
Polonia occupata, furono allestiti dei campi di sterminio (Dachau, Aushwitz,
Bergen- Belsen, Chelmno, Belzec, Sobibor, Treblinka, Maidanek ecc.),
destinati esclusivamente al massacro sistematico degli ebrei, con mezzi
tecnici di un'efficienza e di una rapidità agghiaccianti: dalle camere a gas
ai forni crematori per sbarazzarsi rapidamente dei cadaveri. LO STERMINIO DEGLI EBREI ITALIANI Neppure l'Italia fu risparmiata dagli orrori della soluzione finale. Nel periodo della occupazione tedesca, dopo l'8 settembre del 1943, moltissimi ebrei furono perseguitati e inviati nei campi di sterminio. Purtroppo in molti casi i nazisti ebbero la collaborazione attiva dell'autorità fascista. Un caso tristemente noto è quello che riguarda gli ebrei di Roma. Il 20 settembre del 1943 le autorità fasciste romane chiesero alla comunità ebraica di versare 50 chili d'oro tedeschi entro otto giorni. Con grande fatica l'oro fu raccolto e proprio l'enormità della richiesta convinse gli ebrei romani che i fascisti e tedeschi preferivano sfruttarli piuttosto che sterminarli. Ma il 16 ottobre 1943 il ghetto di Roma, il quartiere dove vivevano gli ebrei, fu recintato con transenne e le case furono perquisite e svuotate. In poche ore, 1022 ebrei romani, uomini e donne, adulti, bambini e lattanti, giovani e anziani e persino malati e paralitici, furono caricati sui carri - bestiame, chiusi con catene e lucchetti e portati al campo di sterminio di Auschwitz. Dei 1022 ebrei catturati solo 16 sopravvissero. Non tutti gli ebrei del nostro paese, per fortuna subirono la stessa sorte. Molti fuggirono e si nascosero tenendo celata la loro identità, aiutati da moltissimi italiani che condannavano il razzismo, l'antisemitismo e le persecuzioni come una follia criminale. LA RESISTENZA EUROPEA In tutti i paesi occupati dai nazisti, dalla Francia alla Polonia, dal Belgio e dall'Olanda alla Iugoslavia e alla Grecia, nacquero e si svilupparono gruppi clandestini e di partigiani. Furono formazioni volontarie e spontanee di combattenti che presero le armi contro gli occupanti tedeschi, ostacolarono le loro attività e le loro comunicazioni con sabotaggi, agirono come informatori segreti degli anglo-americani. Molti di loro pagarono con la vita, con le torture, con il campo di concentramento il loro desiderio di battersi per la libertà dei loro paesi. La resistenza ( così fu chiamata in tutti i paesi l'opposizione e la lotta all'occupazione tedesca) costò cara alle popolazioni. Le autorità naziste, infatti, moltiplicarono le rappresaglie, gli arresti, le fucilazioni, la distruzione di case e talvolta di interi villaggi o quartieri cittadini. Si calcola che nella sola Francia i nazisti abbiano fucilato 25000 persone tra partigiani e ostaggi civili. I nuclei di partigiani che costituirono la Resistenza europea spesso operavano in contato con i loro governi democratici in esilio (quello polacco e quello francese i particolare) che si erano costituiti a Londra. Sempre da Londra, le trasmissioni radio destinate ai paesi occupati portarono ogni giorno notizie e messaggi di speranza per tutti coloro che non si rassegnavano alla dominazione nazista, e, spesso, segnali e informazioni in codice per i partigiani. GLI ALLEATI ALLA CONTROFFESSIVA A partire dalla metà
del 1942 l'andamento della guerra ebbe una svolta a favore degli alleati.
Stati Uniti, Inghilterra e Unione Sovietica vinsero tre importanti battaglie,
dopo le quali il Giappone e la Germania iniziarono a perdere terreno. Gli scioperi e il malcontento popolare in Italia In Italia le notizie
dal fronte si facevano sempre più scoraggianti: neppure la propaganda
fascista riusciva più a tenerle nascoste. LA CADUTA DI MUSSOLINI Il 25 luglio 1943 si
tenne a Roma una seduta del Gran Consiglio del fascismo, assemblea che
riuniva i più influenti gerarchi fascisti. L'ITALIA IN GUERRA CONTRO I TEDESCHI L'8 settembre 1943
venne annunciato via radio che un armistizio con gli angloamericani era stato
firmato a Cassìbile in Sicilia. Per timore delle rappresaglie tedesche, il
re, il governo e gli alti comandi abbandonarono immediatamente Roma. Nella
fretta di fuggire e di salvarsi nessuno pensò alla sorte dei soldati italiani
lasciati privi di ordini a fronteggiare la reazione tedesca. La radio aveva
detto soltanto che dovevano rispondere agli attacchi da qualunque parte
provenissero. MUSSOLINI E LA REPUBBLICA DI SALO' Subito dopo l'8
settembre 1943, un commando tedesco riuscì a liberare Mussolini.
Quest'ultimo, con l'appoggio delle truppe tedesche, si insediò nell'Italia
centro- settentrionale e vi costituì la Repubblica Sociale Italiana (RSI),
detta anche Repubblica di Salò, dal nome della cittadina sul lago di Garda
dove ebbe sede il governo.
LA PRESA DI COSCIENZA DEI GIOVANI ITALIANI Nuto Revelli fu ufficiale degli alpini in Russia dove meritò una medaglia d'argento al valor militare. Partecipò poi alla Resistenza e fu decorato con altre due medaglie d'argento. Ha scritto una preziosa testimonianza della ritirata di Russia e della guerra partigiana in La Guerra dei poveri pubblicato nel 1962. La sua è una delle tante voci di molti giovani italiani che proprio durante al guerra, in Russia, in Africa o in Germania, scoprirono finalmente il vero volto del fascismo. La mia scelta partigiana l'avevo maturata sul fronte russo: là avevo imparato a odiare i tedeschi a disprezzare i fascisti. Nel sonno riaffioravano le visioni della ritirata, le incursioni dei carri armati, i villaggi in fiamme, gli assalti, le notti al gelo, i morti, i feriti, i pazzi. Dopo l'8 settembre vennero i giorni dei sogni, dell'entusiasmo. proprio nel ricordo dei morti in Russia, nel ricordo delle vittime della guerra fascista. Non ero più monarchico, non credevo più nei gradi. Era stato fascista, avevo dovuto capire tutto da solo quando ormai era troppo tardi. Adesso vivevo nella paura di sbagliare. Cominciava tuttavia un'epoca nuova. Finiti i giorni dello sbandamento, delle illusioni, delle speranze vuote cominciava la guerra vera. Il cln e la guerra partigiana La caduta del fascismo
i partiti politici avevano ripreso la loro attività. Per loro iniziativa si
costituivano clandestinamente nell' Italia occupata dai tedeschi i comitati
di liberazione nazionale (CLN). Essi coordinarono non solo la guerra
partigiana , ma anche tutte le altre attività legate alla propaganda
antifascista e ai contatti con le truppe alleate. LA LIBERAZIONE DELL'EUROPA Dopo la sconfitta di Stalingrado, l'esercito tedesco dovette ritirarsi e abbandonare via via i territori dell'Unione Sovietica , quelli dell'Europa orientale e dei Balcani. La Germania continuava però a occupare la Francia. Per liberarla e dare inizio al definitivo attacco contro la Germania, il 6 giugno 1944 gli alleati sbarcarono in Normandia realizzando una delle più colossali operazioni militari della storia. Dopo durissimi combattimenti, il generale De Gaulle poté entrare a Parigi, alla testa delle truppe alleate. L'avanzata degli alleati, soprattutto in Francia e in Italia, fu duramente contrastata dai tedeschi, ma in ogni nazione occupata la Resistenza dette un'importante contributo alla liberazione. Nello stesso periodo le armate sovietiche erano all'offensiva sul fronte orientale costringendo così l'esercito tedesco a combattere contemporaneamente su più fronti. Nei Balcani un importante contributo alla lotta contro i tedeschi venne dato dai partigiani del comandante Josip Broz, conosciuto dai suoi uomini e poi da tutto il mondo come il maresciallo Tito. L'ultima offensiva fu sferrata contemporaneamente contro la Germania da ovest a est mentre i bombardamenti alleati radevano al suolo intere città. Berlino venne circondata mentre sul fiume Elba le truppe americane si incontravano con quelle sovietiche. Il 30 aprile 1945 Hitler si uccise con la sua compagna Eva Braun e altri capi nazisti. Pochi giorno dopo le armate tedesche si arresero in tutta l'Europa. LA LIBERAZIONE DEGLI ITALIANI La lunga avanzata delle truppe alleate, che risalivano la penisola da sud, portò anche alla progressiva liberazione dell'Italia. Diverse città: Firenze, Genova, Milano, Bologna, Torino, furono liberate dalle formazioni partigiane che riuscirono a precedere l'ingresso delle truppe alleate. Il 25 aprile 1945 il CLN ordinò l'insurrezione generale: i partigiani presero possesso di tutto il Nord, abbandonato dall'esercito tedesco in fuga. Mussolini fu arrestato a Dongo, sul lago di Como mentre cercava di fuggire in Svizzera vestito da soldato tedesco, e venne fucilato sul posto con altri gerarchi fascisti. IL SIGNIFICATO DELLA RESISTENZA Per gli italiani la Resistenza fu un evento molto importante, che molti vissero come un secondo Risorgimento. I combattimenti furono in numero variabile, come era logico che fosse per una guerra do popolo combattuta spontaneamente. Le stime degli studiosi parlano tuttavia di 100.000 partigiani che crebbero fino a 250.000 negli ultimi tempi. I caduti furono circa 35.000 e altrettanti i feriti. La Resistenza dimostrò così che il popolo italiano, prima trascinato dal fascismo in una guerra vergognosa al fianco dei nazisti e poi lasciato solo dal governo Badoglio, aveva ancora la capacità di ribellarsi e di combattere per la propria libertà. LA SCONFITTA DEL GIAPPONE La controffensiva
americana nel Pacifico progredì più lentamente dell'avanzata in Europa. Pur
perdendo via via terreno, il Giappone continuava a opporre una resistenza
disperata e accanita. Piloti suicidi (i kamikaze = vento
divino) si offrivano volontari per gettarsi contro le navi americane con i
loro aerei carichi di esplosivo. |
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