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La rivoluzione russa: caduta degli Zar e l'avvento di Lenin
Agli inizi del '900 la Russia si trovava in una situazione politica e sociale disastrata, l'autarchia esercitata dalla dinastia zarista aveva fatto si che il paese si differenziasse in due situazioni estreme l'arretratezza del mondo contadino e il benessere dei grandi proprietari terrieri, inoltre, si contrapponeva a queste due realtà sociali anche la nascita della classe operaia che spesso fu vittima di soprusi e sfruttamenti. In questo clima di insoddisfazione si decise di formare dei partiti politici che contrastassero il volere incontrastabile degli zar. Questi partiti furono il partito social-rivoluzionario, ispirato al tradizionalista popolarismo russo e il partito operaio socialdemocratico russo che si ispirava ai principi della Seconda Internazionale. Il sorgere di questi partiti fu anche la causa dello scontro tra menscevichi, guidati da Martov e Pelechanov, e bolscevichi guidati da Lenin che si affermò dopo poco tempo. La posizione di quest'ultimo fu in contrasto con il partito opposto in quanto affermava che il suo partito fosse molto più maturo mentre i suoi avversari preferivano puntare su una rivoluzione anti-zarista improntata all'ascesa della classe borghese, Lenin non riponendo fiducia in questa classe si oppose e preferì affermare che sarebbe stato compito del proletariato intraprendere una rivoluzione.
In seguito a questi propositi e alla sconfitta contro il Giappone si arrivò a una prima rivoluzione nel 1905. In tutto il paese dilagarono manifestazioni pacifiche contro il regime che venivano duramente represse dall'intervento della polizia. L'elemento culminante si verificò nel gennaio 1905 a San Pietroburgo dove la polizia sparò a sangue freddo sulla folla dei manifestanti riunitisi pacificamente in piazza per scioperare tutti insieme, questo giorno viene anche ricordato come la "domenica di sangue". Intanto a San Pietroburgo si formò un nuovo organo politico - rappresentativo i soviet che rappresentava migliaia di operai e che manifestava contro il regime. A fronte di questi incessanti scioperi il regime fu costretto a concedere un parlamento, la Duma, dotato di poteri legislativi ed eletto da tutte le cassi sociali. Lo zar poco dopo limitò i poteri del parlamento da lui concesso e in seguito la sciolse. Nel 1907, però, la Duma fu rieletta a suffragio ridotto in modo da mantenere gli interessi dei potenti inalterati. Qui si notò anche la debolezza della classe democratico - borghese che Lenin aveva già additato come classe indecisa e quindi poco affidabile, infatti, i borghesi preferirono arrivare a patti con le vecchie classi aristocratiche piuttosto che prendersi la responsabilità di un nuovo governo. Venne, comunque, instaurato un nuovo governo con a capo il primo ministro Stolypin che intraprese una nuova politica a favore della classe contadina concedendogli terreni e favorendo la produzione di prodotti propri, questo potrò solo effetti negativi per i contadini che si videro costretti a rivendere i terreni perché non avevano materiali sufficienti per poter lavorarli. Ci si trovò davanti a milioni di disoccupati in quanto le industrie non riuscivano ad occupare tutti i contadini che cercavano lavoro, il primo conflitto mondiale, poi, fece scoppiare l'insoddisfazione e l'obiettivo di Lenin di unire la classe operaia con quella contadina fu raggiunto per arrivare così alla vera ribellione contro il regime. Il regime zarista si era ormai rovinato con l'entrata in guerra che gli aveva portato solo una spesa insostenibile facendo si che non potesse intervenire nella già fragile economia. In seguito allo scioglimento definitivo della Duma si arrivò, nel 1917, all'abdicazione dello zar Nicola II e la rivoluzione si trasformò in una vera rivoluzione politica, si formarono due partiti il governo provvisorio e il soviet di Pietrogrado. Il primo si proponeva di presentarsi agli alleati dell'Intesa come il legittimo detentore politico dopo la caduta dello zar, mentre, il soviet si proponeva come rappresentate della classe operaia e a differenza dell'altro partito premeva per la pace immediata.
La situazione era comunque critica anche all'interno dei soviet si verificarono molti scontri. La situazione cambiò notevolmente quando Lenin tornò in Russia dopo il suo esilio in Svizzera, qui prese in mano il potere e attraverso le "Tesi di Aprile" fece conoscere il suo pensiero a tutto il paese. Lenin attraverso a questo trattato intendeva dire che si era arrivati a un momento di svolta, si doveva superare il dualismo di potere fra soviet e governo promissorio attraverso il motto "tutti i poteri ai soviet" motto che guiderà l'assalto del Palazzo d'inverno a Pietrogrado.
Il tracollo si ebbe nel luglio del 1971 quando il governo fallì un'offensiva militare in Galizia, l'esercito si sfaldò e i contadini convinti che il governo non avrebbe più ripreso le redini della questione insorsero contro i loro signori. Lenin ottenne il potere nel settembre del '17 quando vennero eletti alla Duma i soviet. Fu così che il 10 ottobre 1917 si riunì il comitato bolscevico che optò per la svolta rivoluzionaria, come primi obiettivi rovesciare Kerenskij, impadronirsi del potere e prevenire l'Assemblea costituente. Fu eletto il primo politbjuro un ufficio politico al quale spettavano le più importanti scelte politiche del quale facevano parte come esponenti principali Lenin, Stalin e altri. I soviet erano divenuti l'unico punto di riferimento politico dopo la caduta del governo promissorio. Il 7 novembre 1917 una delegazione di soviet si riunì e decise di insorgere e di impadronirsi del Palazzo di Inverno, sede del governo provvisorio, i soviet arrivarono così al potere. Nel novembre 1917 furono promulgate le prime disposizioni che affermavano di giungere al più presto a una pace senza annessioni né indennità. La rivoluzione si fondava sull'alleanza fra operai e contadini rappresentata dal potere dei soviet che ne riconosceva le aspirazioni all'autogoverno e al controllo della produzione. Alla prima riunione dell'Assemblea, però, la maggioranza rifiutò di riconoscere il governo in carica. La fonte della sovranità fu riconosciuta solo ai soviet in quanto organi di autogoverno popolare e strumento della democrazia di classe in contrasto con la democrazia di origine liberale.
L'ultimo compito del nuovo governo fu quello di analizzare le conseguenze dell'uscita della Russia dalla guerra che vedeva contrapposti gli ideali russi: rimanere in guerra, contro il volere degli Alleati, o rinforzare la difesa dei confini russi. Lenin arrivò ad una conclusione il 3 marzo 1918 con la firma della pace di Brest . Litovsk che determinò la perdita di una gran parte di territori per la Russia come Ucraina, Polonia e paesi baltici ma queste perdite furono necessarie per il rafforzamento del governo rivoluzionario e affrontare la ricostruzione del paese che con la guerra civile sarebbe arrivata al collasso nel giro di pochi anni.
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