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LA RIVOLUZIONE COMUNISTA IN RUSSIA
LA SOCIETA' RUSSA PRERIVOLUZIONARIA
Primi decenni del Novecento: problema della terra alimentava gravissime tensioni
Grande differenza tra i contadini (la maggioranza della popolazione) che vivevano negli stenti e nella miseria, e i grandi proprietari terrieri che con i kulaki, contadini agiati, possedevano il 40% delle terre
Classe operaia poco numerosa in quanto lo sviluppo industriale era lento per l'assenza di una mentalità imprenditoriale (le poche industrie erano sorte con capitali stranieri o con l'intervento dello stato)
Condizioni di vita e lavoro di contadini e operai erano disumane: il 70% della popolazione aveva mezzi per acquistare solamente generi di prima necessità
Il malcontento popolare era esploso in forma rivoluzionaria in occasione della guerra russo-giapponese (1904-5) che aveva messo a nudo la corruzione della burocrazia e dell'esercito zaristi. Forze tra loro diverse -aristocrazia liberale, borghesi, gruppi politici d'ispirazione socialista- si erano coalizzate per opporsi al dispotismo dello zar.
La giusta arma per reprimere la rivoluzione fu una politica riformatrice. Il ministro Stolypin tentò una riforma agraria per favorire il progresso delle campagne e la formazione di un ceto medio agiato. Il programma mirava alla creazione di una libera proprietà contadina (ostacolata fino ad allora dai grandi proprietari terrieri e dai mir, le comunità di villaggio). La riforma dava la possibilità ad ogni capofamiglia di acquistare una parte di terra ma, molti di questi, privi dei mezzi economici, non seppero far fruttare i terreni e quindi furono costretti a cederli ai contadini più ricchi.
La riforma venne a favorire i contadini agiati, rimborsati dallo stato per aver ceduto le terre che poi riescono a comprare ad un prezzo più basso dei contadini poveri. I contadini privati delle terre comuni, si trasformarono in braccianti o si riversarono nelle grandi città in cerca di lavoro (stesso processo il secolo prima in Inghilterra) ma le poche industrie non riuscirono ad occupare tutti i contadini inurbati. Aumentarono la disoccupazione e le ragioni per conflitti sociali
Divisione del partito socialista: gruppo che faceva capo a Lenin, i bolscevichi, e quello che faceva capo a Plechanov, i menscevichi. Il dissenso era la concezione del partito che per i bolscevichi doveva essere un ristretto manipolo di quadri rivoluzionari fortemente centralizzato, mentre per i menscevichi doveva essere un'organizzazione aperta a tutti i simpatizzanti
Altro contrasto all'interno del partito: per Lenin le possibilità concrete della rivoluzione andavano maturando rapidamente mentre per Plechanov erano remote e si doveva puntare ad una rivoluzione democratico-borghese
Nella rivoluzione del 1904 emerse chiaramente come nella struttura sociale russa non esistessero le condizioni per un regime democratico borghese
1904 nascita del Soviet dei lavoratori, un organismo di massa. Ebbe vita molto breve per l'arresto quasi immediato dei suoi massimi esponenti, ma bastò a dimostrare che la classe operaia poteva rappresentare la nuova avanguardia di una rivoluzione socialista. Le alleanze del proletariato andavano allora individuate nella massa dei contadini poveri (considerata invece dai menscevichi una forza controrivoluzionaria) e non nella borghesia
L'entrata in guerra appare come l'ultimo tragico atto di una classe politica incapace di comprendere i problemi e i bisogni di una società in trasformazione. Illusione di risolvere la situazione esplosiva con un conflitto rapido e vincente dal quale trarre dei benefici. Ma la mancanza di strategia portò all'insuccesso.
La popolazione civile viveva in disagio per il rincaro dei beni di prima necessità e per la diminuzione del potere d'acquisto dei salari
Gennaio - Febbraio 1917: rivolta di operai e soldati che si trasformò in una vera e propria rivoluzione politica. Si crearono due distinti organismi di potere: il governo provvisorio (prima guidato dai liberali moderati e poi da Kerenskij) e il Soviet di Pietrogrado ovvero il consiglio dei rappresentanti degli operai e dei soldati
Contrasto tra i due organi: il soviet premeva per la pace immediata e la distribuzione delle terre, il governo si opponeva perché era convinto che la rivoluzione non dovesse sfociare nel socialismo ma limitarsi alla creazione di uno stato liberale sul modello inglese
Il governo si rivelò incapace di soddisfare le aspirazioni sociali delle masse popolari
Al ritorno dall'esilio, Lenin si rese conto di come le condizioni fossero mature per una radicale trasformazione ed enunciò i capisaldi del proprio programma rivoluzionario nelle "Tesi di Aprile". Propose che tutto il potere passasse nelle mani dei soviet perché la pace duratura si poteva ottenere solo abbattendo il capitalismo
Rivoluzione a Pietrogrado diretta dai bolscevichi repressa inviando Lenin in esilio
Svolta moderata e autoritaria ai vertici del governo provvisorio. Kerenskij ottenne poteri eccezionali per far fronte all'opposizione popolare alla guerra e ai tentativi di abbattere la democrazia e la repubblica dai fedeli allo zar, soffocati dalla mobilitazione dei soviet e dalla "guardia rossa operaia"
Il soviet di Pietrogrado acquistava importanza politica a scapito del potere e della credibilità del governo
Ottobre: riunione del comitato centrale del partito bolscevico che deliberò di passare all'insurrezione armata. La notte del 6 Novembre vennero occupati i punti strategici di Pietrogrado
I soviet (di cui la maggioranza era bolscevica) fondò un nuovo governo rivoluzionario presieduto da Lenin. Prime disposizioni: giungere ad una pace senza annessioni né indennità, soppressione della grande proprietà mediante la nazionalizzazione delle terre, controllo degli operai e degli impiegati nelle fabbriche, riconoscere l'uguaglianza di tutti i popoli della Russia e il loro diritto all'autodecisione
L'uscita dal conflitto costò alla Russia la perdita di numerosi territori e la metà degli impianti industriali
Conclusa la pace, sorsero le prime difficoltà: all'interno la situazione era continuamente turbata da sommosse e rivolte e aggravata dalla carestia, si opponevano al governo rivoluzionario i ceti che avevano perduto i loro privilegi -kulaki, borghesi, le popolazioni che si dissociarono dalla rivoluzione per ragioni nazionalistiche-; all'esterno gli alleati temevano il propagarsi dell'ondata rivoluzionaria e, vendicandosi per l'uscita dalla guerra, portarono aiuto alle armate "bianche" che si contrapponevano a quelle "rosse" dell'esercito rivoluzionario
Le popolazioni russe non volevano rinunciare a quanto conquistato con la nazionalizzazione per questo non aderirono al programma di restaurazione dell'opposizione
L'armata rossa fu in grado di sconfiggere una dopo l'altra le armate della controrivoluzione
Comunismo di guerra: drastiche misure adottate per far fronte alla situazione di emergenza in cui si era trovata la Russia. L'intento non era quello di trasformare l'economia in senso socialista ma far fronte alle necessità immediate. Questi provvedimenti crearono un vasto malcontento e momenti di tensione e ribellione (grave episodio del marzo 1921 della ribellione dei marinai della guarnigione di Kronstadt)
Ultimo scontro tra armata rossa e forze controrivoluzionarie fu quello con la Polonia a cui pose fine il trattato di Praga del 1921. dimostrazione alle nazioni europee del'impossibilità di aver ragione della rivoluzione russa con l'intervento armato
Nuova strategia europea: per arginare la diffusione del socialismo, crearono un "cordone sanitario" sostenendo governi anticomunisti nei paesi confinanti con la Russia
Terza Internazionale: il Partito comunista (nome che si era dato il Partito bolscevico per differenziarsi dalla socialdemocrazia) organizza tutte le energie rivoluzionarie esistenti nel movimento operaio internazionale
Caratteri salienti della nuova organizzazione statale (che costituiscono le chiavi di volta dello stalinismo): forte accentramento del potere, venne soffocata ogni voce di dissenso per reggere all'attacco di nemici interni ed esterni; incomprensione della questione agraria, drastici provvedimenti economici che colpirono direttamente le condizioni di vita dei contadini -requisizione dei raccolti-
Da qui scaturì una contrapposizione tra campagna e città, tra operai e contadini la cui unificazione, sul piano politico, costituiva il presupposto stesso della rivoluzione bolscevica
1922: lo stato assunse l'assetto istituzionale federale e il nome di Unione delle repubbliche socialiste sovietiche
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