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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Premessa
La storia dei rapporti tra le grandi potenze nel periodo tra fine Ottocento e il 1914, mostra quanto carica di tensioni sia la situazione in Europa.
Le due crisi marocchine: il Marocco era conteso tra Francia e Germania. All'inizio del '900, Germania e Italia, si sentono grandi potenze, ma essendo appena nate, hanno pochi territori. La Germania vorrebbe avere delle colonie; il momento di massima tensione è quello per la conquista del Marocco, che si chiude con una Conferenza Internazionale per decidere a chi sarebbe andato questo stato. Il Marocco, per decisione degli altri stati, viene affidato alla Francia; questo è un grande scacco diplomatico per la Germania, oltre ad una mortificazione morale. Come "consolazione", le viene affidata una parte del Congo, ma è solo una presa in giro perché è un'area né fertile, né ricca. In questo modo i rapporti tra Francia e Germania si guastano definitivamente.
La conquista della Libia: la Libia era sotto il controllo dell'impero turco, che controllava il balcani. Nel 1683, i Turchi hanno tentano, inutilmente, di invadere Vienna, e questo scontro ha deciso le sorti della storia. Nel 1911 ha inizio in Italia, l'età giolittiana, che non era un guerrafondaio, ma decide di attaccare la Libia, perché ritiene che l'impero turco sia in decadenza; ma la guerra dura due anni, anche a causa dell'impreparazione dell'esercito italiano. Finalmente, la Libia viene conquistata nel 1913, fu il primo successo coloniale italiano.
Le guerre balcaniche, la zona balcanica interessa a molti paesi europei:
La rivalità anglo-tedesca: l'Inghilterra è lo stato più forte finanziariamente, e ha costruito un impero mondiale; ha la marina più forte del mondo e quindi una superiorità militare schiacciante e riesce a controllare tutti gli spostamenti. Questa superiorità è messa a rischio dalla Germania. Tentano di giungere ad un compromesso, ma i tedeschi non vogliono essere inferiori agli inglesi, e sa che senza il controllo dei mari, la Germania, avrebbe perso in partenza. Oltretutto, gli inglesi capiscono che i tedeschi stanno preparando la guerra.
Mobilitazione = chiamata alle armi di tutte le forze armate di una nazione o soltanto di alcune classe, assume spesso il significato di una dichiarazione di guerra. Alla mobilitazione seguono arruolamento e lo scatenarsi del sentimento patriottico.
Il fatto che Germania e Austria hanno avuto un ruolo particolarmente aggressivo e abbiamo provocato lo scoppio della guerra, è solo una conseguenza delle disfatte degli anni precedenti. La Germania si trova completamente frustrata dalle sue esigenze di migliorare le proprie condizioni in campo coloniale ed è desiderosa di mettere a confronto la sua splendida macchina militare di terra con gli eserciti più deboli di Inghilterra, Francia e Russia.
La scintilla scocca a Sarajevo, in Bosnia, il 28 giugno 1914, quando l'arciduca Francesco Ferdinando viene assassinato a colpi di pistola da uno studente bosniaco, sostenitore di "Mani nere". (Serbia e Austria vogliono entrambe la Bosnia, ma tutti gli studenti vogliono entrare a far parte della Bosnia; Ferdinando era l'ultimo erede austriaco. L'attentato era già fallito, ma il re capita in una strada senza uscita ed è costretto a tornare indietro, così incrocia nuovamente gli attentatori, e questa volta non sbagliano. L'attentato è degli studenti filo-serbi, il governo non c'entra, sono seguaci di "Mano nera", che è pagata dalla Serbia). Questo attentato è l'atto estremo dell'agitazione nazionalistica serba contro l'Austria. In Austria, le autorità di governo, decidono di trasformare il grave incidente in un'occasione per liquidare la Serbia. La Germania appoggia questo progetto. Il 23 luglio l'Austri rivolge alla Serbia un ultimatum durissimo: se la Serbia lo accettasse diventerebbe uno stato satellite dell'Austria; quest'ultima non è favorevole a nessun compromesso, mobilita il proprio esercito e il 28 luglio attacca. La guerra non coglie completamente di sfuggita l'Europa; mai gli stati europei sono stati tanto armati e hanno mantenuto eserciti tanto numerosi.
La Russia si appoggia alla Serbia e il 30 luglio proclama la mobilitazione generale. La Germania interviene direttamente e il 31 luglio manda un ultimatum alla Russia e il 1 agosto dichiara guerra alla Russia, la Francia si mobilita lo stesso giorno. Il 3 agosto la Germania dichiara guerra anche alla Francia. L'Italia fa conoscere la sua posizione di neutralità, motivata dal fatto che la Triplice Alleanza ha carattere difensivo e non offensivo. La Gran Bretagna, rendendosi conto che una vittoria tedesca aprirebbe una fase di incontrastato dominio della Germania sul continente, così il 4 agosto dichiara guerra alla Germania. Scendono in campo eserciti immensi, sostenuti e alimentati da tutta la potenza dell'industria moderna. All'interno dei paesi sconvolti, lo scoppio della guerra mondiale provoca una grande esaltazione. Ogni paese scopre in quella guerra la sua missione storica.
Pochi soltanto capiscono che il futuro sarà buio per tutti.
I partiti socialisti e i sindacati si rivelano fortemente integrati nei singoli stati e sostengono i propri governi. In pochi si oppongono alla guerra, ma sono casi isolati. Di fatto, la solidarietà tra operai e proletari non è mai esistita.
All'inizio della guerra, la superiorità degli eserciti degli imperi centrali è schiacciante, nel campo opposto il punto debole è la Russia. Tutti contano su una guerra di breve durata, la Germania vuole concludere la guerra tenendo fuori l'Inghilterra e battendo la Francia nel giro di pochi mesi; violando Belgio e Russia. Il 4 agosto, la Germania penetra nel Belgio e si dirige verso la Francia, sembra una marcia trionfale, ma la Russia si muove presto e punta verso la Germania, così il generale Von Molte è costretto a ritirare alcune truppe per combattere la Russia. Il fronte francese è così indebolito; durante la battaglia della Marna, l'esercito tedesco subisce un arresto. Il fronte occidentale si assesta: l'esercito francese evita la distruzione e tramontano i piani dell'esercito tedesco. Dopo questa "Guerra di movimento", ha inizio la "Guerra di logoramento", combattuta nelle trincee.
A oriente i russi vengono sconfitti dai tedeschi, ma i russi ottengono numerosi successi contro gli austriaci; l'esercito russo viene costretto a dividere le sue forze e consente agli imperi centrali di assumere il controllo della zona degli stretti. Alla fine del 1914, la guerra sul fronte occidentale, ha assunto il carattere di guerra di trincea, lunga 800Km. La flotta britannica mette in atto il blocco nei confronti della Germania, così i rifornimenti diventano difficili e rischiosi. 1915, il fronte occidentale si stabilisce, tedeschi e austriaci decidono una forte offensiva contro la Russia.
Il soldato vive una vita rovesciata: nella vita civile è abituato a vedere ciò che gli capita attorno, vive di giorno e dorme di notte; al fronte vede solo la propria trincea, e non sa cosa gli potrà accadere, perché sovrastato da pericoli che non può controllare. Vive in una situazione psicologica alterata: è pieno di superstizioni, e cerca un segno da Dio. Ha come unico scopo quello di sopravvivere, per questo compie atti atroci. Il soldato è spesso un individuo che non capisce ciò che gli si dice, con una cultura modesta; subisce e accetta la guerra, pensa alle cose del suo piccolo, non alla nazione. Il soldato desidera fuggire, e cerca di farlo in tutti i modi, anche facendosi del male.
L'Italia, il 3 agosto 1914, dimostra quanto sia fragile l'alleanza con l'Austria, e mette in evidenza la propria inadeguatezza militare. Proclamando la neutralità, si attiene ai patti della Triplice Alleanza: non ha carattere difensivo e prevede che le potenze alleate si informino dei propri obiettivi e discutano dei compensi. Le maggiori forze politiche italiane sono favorevoli alla neutralità:
I liberali giolittiani temono un intervento per l'impreparazione militare e ritengono di ottenere più vantaggi dalla neutralità che dall'intervento;
Molto settori dell'industria ritengono che la neutralità consentirà di fare buoni affari rifornendo i campi opposti;
Il partito socialista esprime l'opposizione degli operai e dei contadini alla guerra;
I cattolici sono pacifisti e neutralisti, accentuano la loro posizione della guerra a fianco dell'Intesa, le loro simpatie vanno all'Austria e detestano la Francia, la loro polemica ha come obiettivo tutto ciò che è moderno.
A favore della guerra, ci sono gli interventisti, che devono prima di tutto decidere a fianco di quale schieramento collocare l'Italia.
Un'ala di piccole dimensioni, composta da Bissolati, Salvemini, Chiesa, De Andreis, Murri e Battisti, sono simpatizzanti con l'Intesa e ostili all'Austria;
Favorevoli all'intervento a fianco dell'Intesa sono anche alcuni capi del sindacalismo rivoluzionario, si aspettano l'abbattimento degli imperi centrali conservatori e una crisi che avrebbe creato le basi per la rivoluzione sociale;
I Nazionalisti interventisti di Destra, sono sostenuti dall'industria pesante che intravedono grandi profitti nel caso di un'entrata in guerra; prima chiedono il rispetto del patto con Germania e Austria, poi cambiano opinione, (D'Annunzio);
Gli interventisti reclutano Mussolini, che è tra le figure di maggior spicco del partito socialista e risoluto avversario dell'intervento, passa nelle file degli interventisti anti-tedeschi e fonda il quotidiano "Il popolo d'Italia";
I liberali di destra anti-giolittiana, come Salandra e Sonnino, hanno l'appoggio del Re e sono sostenuti da Alberini e dal "Corriere della Sera".
Il connubio tra liberali anti-giolittiani e nazionalisti portò l'Italia in guerra. Il blocco interventista compensa la sua inferiorità numerica, con l'influenza che ha sullo stato e sulle piazze. Il passaggio da neutralità ad intervento è deciso sopra alle teste dell'opinione pubblica. Salandra segue una politica di patteggiamento in tutti i fronti, ma gli interessi spingono l'Italia ad entrare in guerra al fianco dell'Intesa. L'Italia ha delle rivendicazioni che toccano direttamente l'Austria, invece per l'Intesa non costa nulla soddisfare le richieste italiane contro il nemico. Sonnino inizia trattative segrete con Francia e Inghilterra. Il 26 aprile 1915 viene firmato un trattato con il quale l'Italia si impegna ad entrare in guerra ad un mese dalla firma. Il trattato prevede due clausole:
L'unione all'Italia delle terre popolate da italiani e soggette all'Austria;
L'estensione del dominio italiano su territori non italiani.
Si promettono tanti territori, e vengono concessi molti crediti; così l'Italia entra in guerra per diversi obiettivi:
Nazionale: per congiungere i territori italiani alla madrepatria;
Imperialistico: conquistare aree che non hanno nulla a che fare con l'Italia.
Giolitti, da sempre contrario alla guerra, rinuncia ad ogni opposizione attiva; questo atteggiamento favorisce il governo. Il governo manovra le manifestazioni di piazza per appoggiare un intervento già deciso. La maggioranza dei parlamentari è ancora neutralista, Salandra si dimette, ma il re respinge le dimissioni; è un chiaro segno che il re vuole la guerra. Il 23 maggio l'Italia indirizza un ultimatum all'Austri e il 24 maggio entra in guerra.
1915 e 1916. Due anni di guerra di logoramento
Gli italiani, sotto il controllo di Cadorna, godono di una forte superiorità numerica sui nemici, ma l'esercito manca di preparazione. Alla fine dell'anno il nostro esercito è in pieno collasso. Il 1915 si chiude con un bilancio favorevole agli imperi centrali. È fallita la strategia dell'annientamento, della guerra lampo; si allontanano le speranze di una guerra breve e si inizia a risentire del blocco navale, scarseggiano i prodotti alimentari. Le risorse dell'intesa, in vista di una guerra lunga, sono molto superiori. Il 1916 è contraddistinto da grandi offensive tedesche, ma nessuna di queste raggiunge l'obiettivo sperato. Il 21 febbraio 1916 i tedeschi attaccano Verdun, le perdite dalle due parti sono spaventose: muoiono 600.000 uomini. In risposta inizia sul fronte italiano la quinta offensiva dell'Isonzo, ma non consegue alcun obiettivo; il mancato successo convince i tedeschi che si possa assestare un colpo definitivo all'Italia. Il 15 maggio inizia la spedizione punitiva contro l'alleato traditore, questa spedizione provoca una crisi di governo in Italia e provoca la caduta di Salandra. Anche il 1916 si chiude senza risultati decisivi. Gioca a favore dell'Intesa, più dotata di risorse per una guerra prolungata. Nell'impossibilità di distruggere gli avversari, gli eserciti sono disposti lungo fronti di migliaia di km, che restano immobili. La guerra diventa un'orrenda carneficina. La trincea diviene la vera protagonista della guerra. I soldati vivono come animali, in mezzo ai topi, da cui escono ogni tanto per assalti infruttuosi, ma crudelissimi e micidiali. Le armi sono nuove e devastanti. Tutti gli eserciti dispongono di fucili, cannoni, mitragliatrici. Usati aerei e il carro armato. L'azione bellica principale rimane l'attacco della fanteria, che percorre a piedi tutto il tratto di terreno che divide le trincee; esposta senza riparo al fuoco nemico, lo scopo è arrivare alle trincee opposte. La carneficina senza vittoria, contribuisce a mutare le idee. L'ondata di patriottismo che ha travolto le masse, si tramuta in delusione. I soldati desiderano la fine, e gli ufficiali devono essere più duri per mantenere la disciplina e l'ordine.
1917: guerra sottomarina illimitata, intervento statunitense, sconfitta della Russia, Caporetto
Nel 1916 Giglielmo II, imperatore di Germania, fa un'offerta di pace, ma è una manovra propagandistica che contrasta l'immagine della Germania come responsabile della guerra. L'Intesa rifiuta e i tedeschi si ripropongono di spezzare il blocco britannico; inizia così la guerra sottomarina. Questa decisione sembra una minaccia per gli Stati Uniti; nel maggio 1915 i tedeschi affondano un transatlantico inglese, con a bordo 139 americani. Il 6 aprile 1917 gli USA entrano in guerra a fianco dell'Intesa. Le ragioni sono molteplici:
Le nazioni liberali rischiano una sconfitta;
Motivazioni economiche.
L'intervento degli USA è stato determinante e rafforza l'Intesa militarmente, economicamente, industrialmente e ideologicamente. Wilson proclama che si deve porre fine ai governi autoritari, e che gli Stati Uniti avrebbero portato una pace democratica e intese internazionali. Nello stesso anno in Russia scoppia la rivoluzione. In Germania l'opposizione delle masse cresce e la socialdemocrazia attua politiche di pace. I marescialli tedeschi diventano importanti e cercano di mettere fuori campo inglesi e francesi, prima che gli effetti dell'intervento statunitense si facciano sentire.
Papa Benedetto XV deplora la guerra, soprannominandola "inutile strage", e avanza proposte di pace, ma le proposte sono ignorate.
In Italia le truppe iniziano a ribellarsi a Cadorna. In Ottobre l'esercito italiano va incontro alla disfatta di Caporetto; Cadorna parla di viltà dei soldati, di disfattismo e quindi viene sostituito da Diaz, che si rivela più sensibile e più attenta alla psicologia e ai bisogni dei soldati. Sul Monte Grappa e sul Piave l'Italia affronta gli avversari e resiste; per colmare i vuoti lasciati dai morti e dai feriti, vengono arruolati i ragazzi del 1899. Nel 1917, i governi hanno deciso di lottare fino in fondo e diventano l'espressione del potere militare; la posta di tutti è l'annientamento del nemico e la spartizione del mondo.
1918. La pace di Brest-Litovsk, il fallimento delle offensive tedesche, il crollo degli imperi centrali
I bolscevichi dichiarano l'impossibilità di resistere e trattano con i Tedeschi la pace, firmata il 3 marzo 1918. Questa pace, rende possibile ai tedeschi di volgere tutte le proprie forze verso l'occidente, le truppe del Reich rinnovano le loro offensive in Francia, penetrando in profondità nel territorio francese; ma il fronte occidentale non cede, i tedeschi sferrano l'ultimo colpo, nella "seconda battaglia della Marna", i francesi contrattaccano spingendo i tedeschi ad indietreggiare; gli inglesi aprono una breccia nelle linee tedesche. Guglielmo II prende in considerazione la possibilità di intavolare trattative di pace, ma gli alleati rifiutano: pretendono la capitolazione degli imperi centrali. La catastrofe imminente ha profonde ripercussioni sulla politica interna del Reich. Per arrivare alle trattative su posizioni più favorevoli, il governo fa approvare una riforma costituzionale che apre le porte ad un regime parlamentare e democratico, ma il tentativo è fatto fallire da Guglielmo II che rifiuta di abdicare. Anche i suoi alleati crollano:
La Turchia firma l'armistizio il 31 ottobre;
L'Austria si dissolve: a Praga proclamata la repubblica Cecoslovacca, a Zagabria costituito lo stato Iugoslavo, gli ungheresi danno vita ad una repubblica indipendente.
Il 24 ottobre il generale Diaz ordina l'offensiva generale e a Vittorio Veneto gli austriaci vengono sconfitti definitivamente. L'8 novembre, a Monaco, la Germania proclama la Repubblica. Guglielmo II fugge in Olanda.
3 Novembre, l'Austria firma l'armistizio con l'Italia;
11 Novembre, la Germania firma l'armistizio con gli alleati.
Si conclude così la prima guerra mondiale. È stata una gigantesca lotta tra le potenze di terra (Germania - Austria) e le potenze di mare (Inghilterra - Stati Uniti - Italia - Francia). Non è stata una sola grande guerra, ma la somma di cinque guerre combattute contemporaneamente:
Francesi contro Tedeschi -> Europa continentale
Inglesi contro Tedeschi -> mari
Russi contro Austriaci -> Balcani
Italiano contro Austriaci -> Adriatico
Russi contro Turchi -> stretti
Ma quale tipo di pace imporranno i vincitori? Le condizioni dettate alla Germania mostrano che vogliono l'annientamento economico e militare.
Il bilancio di sole vite umane è di circa 9 milioni di morti, 20 milioni di feriti gravi, un'intera generazione di ragazzi fatta a pezzi. Francia, Germania, Italia e Inghilterra hanno perso circa il 20% dei ragazzi in età militare. La guerra ha avuto economicamente i suoi effetti più devastanti nelle nazioni belligeranti, ma anche i paesi neutrali hanno patito forti disagi per il blocco o l'interruzione delle normali forniture (Belgio).
Francia, Italia, Europa orientale: brusco calo della produzione agricola e industriale, territorio sconvolto dal passaggio degli eserciti, trincee, scoppio di bombe e mine, crollo di ponti, dissesto strade e ferrovie, rovina di edifici, moria del bestiame.
La prima guerra mondiale è costata in perdite e spese belliche circa 600.000 milioni di dollari. Per fronteggiare queste spese, tutte le nazioni hanno_
Il lungo periodo di guerra ha fatto saltare gli equilibri economici:
v Vacilla la supremazia dell'Europa,
v USA e Giappone aumentano le quote delle proprie esportazioni,
v Argentina, Brasile, Canada, Africa del sud, Australia, sviluppano una propria attività produttiva, allentando i legami con il vecchio continente.
Per tutta la durata del conflitto una propaganda martellante ha raffigurato l'avversario come la somma di ogni male. Ciascuno dei contendenti è convinto che il bene sia tutto dalla propria parte e il male dall'altra. Questi sentimenti hanno giovato a sostenere uomini e donne in una lotta spaventosa, ma al momento della pace, le condizioni radicate, le idee fisse, le avversioni profonde, gli odi 4e le paure non sono state improvvisamente cancellate, hanno continuato ad alimentare ostilità e rancore tra i popoli.
L'8 gennaio 1918, il presidente degli Stati Uniti, indica i "14 punti" su cui avrebbe dovuto essere avviata la ricostruzione del mondo. Prevedevano:
La conferenza di pace, si apre a Parigi il 18 gennaio 1819. Subito appaiono i diversi obiettivi di Francia, Gran Bretagna e Usa nei confronti della Germania:
Francia: tiene una posizione durissima che punta all'annientamento della potenza tedesca;
Gran Bretagna: con il solo armistizio, ha già raggiunto i suoi obiettivi, e non vuole l'annientamento della Germania, perché resta un importante acquirente delle merci britanniche;
Stati Uniti. Sono già soddisfatti.
Gli esiti dei trattati di pace
La conferenza generale per la pace si apre a Parigi con la partecipazione di 32 paesi e l'esclusione dei vinti. Chi ha perso la guerra dovrà semplicemente firmare quanto stabilito dai vincitori. (L'Italia è una potenza di secondo rango).
Le principali clausole del trattato imposto alla Germania:
Riduzione delle forza armate a 100.000 uomini;
Riduzione della flotta militare,
Perdita di tutte le colonie e divieto di nuove conquiste.
Queste le perdite territoriali della Germania:
Restituzione dell'Alsazia e Lorena ai francesi, e occupazione per 15 anni del bacino della Saar;
Cessione della Polonia;
Cessione di tutte le Colonie.
L'economia tedesca è smantellata, sono stabilite le seguenti condizioni:
Consegna ai vincitori di gran parte della flotta commerciale e delle navi di futura costruzione;
Fornitura di carbone per 10 anni;
Cessione alla Francia e al Belgio di una grande quantità di bestiame;
Deve pagare 132 milioni di marchi;
Occupazione per 15 anni e la smilitarizzazione.
La pace tra Intesa e l'Austria viene firmata il 10 settembre 1919 a Parigi. L'impero Austro-ungarico non esiste più:
Si formano Cecoslovacchia e Iugoslavia;
Si ingrandiscono Polonia e Romania;
Trentino e Istria passano all'Italia;
Si divide l'Ungheria.
L'Austria è stata ridimensionata a circa 1/8 del suo impero. I suoi territori perduti vanno alla Cecoslovacchia, alla Iugoslavia e alla Romania.
Assai complessa è la pace con la Turchia, firmata il 10 agosto 1920. Stabilisce le seguenti condizioni:
Alla Gran Bretagna va il controllo di Iraq e Palestina;
Alla Francia va la Siria;
Gli stretti cadono sotto il controllo britannico;
Transgiordania, Arabia e Yemen diventano indipendenti, ma di fatto sono sotto il controllo degli inglesi.
La "questione orientale" è finita. L'immenso impero turco è annientato, ben presto i turchi chiederanno la revisione del trattato così punitivo.
Nasce il 28 aprile 1919 la Società delle nazioni. Questi gli obiettivi:
Cooperazioni fra le nazioni, garanzia di pace e sicurezza;
Non ricorso alla guerra;
Relazioni internazionali fondati sui principi di giustizia e onore;
Rispetto del diritto internazionale.
Questa la struttura:
Assemblea cui partecipano tutti i membri;
Consiglio di 9 stati di cui 5 permanenti (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone) e 4 eletti dall'assemblea;
In caso di contrasti ricorso ad un'opera di mediazione;
In caso di guerra, messa al bando dello stato colpevole, con conseguenti sanzioni.
La Società delle nazioni, non è in grado di operare realmente in nessun senso, non dispone di alcun mezzo autonomo per operare in concreto. Accade un fatto clamoroso: il Congresso degli Usa, non approva l'adesione alla Società, per questo non ne faranno parte.
Con la forma dei trattati di pace, si apre un nuovo scenario, ecco alcuni dati:
Decadenza dell'Europa;
Nuovo ruolo egemonico degli Stati Uniti;
Crepe nel sistema coloniale;
Irruzione, come protagoniste, delle masse;
Crisi del sistema monetario e finanziario internazionale;
Crollo del capitalismo in Russia e nascita dell'URSS.
Sui fronti della prima guerra mondiale, tra immensi dolori, è morta una società ed è nato il nuovo secolo.
Appunti su: i balcani vogliono liberarsi dal controllo turco, |
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