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Tra il 1905 e il 1913 diverse crisi e guerre locali portarono la situazione al limite del conflitto generale. Due di queste (crisi marocchine) furono il risultato del tentativo tedesco di sostenere l'indipendenza del Marocco nei confronti dell'occupazione francese, questione poi risolta pacificamente dalla conferenza di Algeciras. Un'altra crisi ebbe luogo nei Balcani nel 1908 a seguito dell'annessione della Bosnia - Erzegovina da parte dell'impero Austrungarico; in questo caso la guerra fu evitata solo perché la Serbia, che coltivava mire espansionistiche sulla regione, non poteva agire senza il sostegno della Russia, che a quell'epoca non si riteneva ancora pronta per il conflitto. Approfittando del fatto che l'attenzione delle potenze maggiori era rivolta alla questione marocchina, l'Italia dichiarò guerra alla Turchia nel 1911 per annettersi la regione di Tripoli (guerra di Libia), mentre le guerre balcaniche del 1912-13 ebbero il risultato di rafforzare le tendenze aggressive del regno di Serbia nella regione, peggiorando ulteriormente i suoi rapporti con Vienna, e di suscitare desideri di vendetta e di riscatto nella Bulgaria e nella Turchia. Dunque tra gli Stati Europei vi erano numerosi motivi di tensione a causa dell'espansione coloniale e del nazionalismo. Accanto alle rivalità coloniali ne esistevano altre che riguardavano il controllo di due zone di grande importanza dal punto di vista strategico: il Mediterraneo, che con l'apertura del Canale di Suez riacquistò l'importanza a carattere commerciale di un tempo, e la Penisola Balcanica, dove il vuoto di potere creato dalla crisi dell'impero Ottomano ed i contrasti da poco formatisi favorivano gli interventi delle grandi potenze Europee. In questa situazione si erano formati due grandi blocchi d'alleanze: triplice Alleanza, di cui facevano parte la Germania, l'Impero Austro Ungarico e l'Italia; dall'altra parte invece c'era la Triplice Intesa che comprendeva Francia, Inghilterra e Russia.
L'evento scatenante della prima guerra mondiale fu l'uccisione a Sarajevo, il 28 giugno '14, dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono degli Asburgo. Un mese dopo, l'Austria dichiarò guerra alla Serbia, ritenuta corresponsabile dell'attentato. La Russia, che proteggeva la Serbia, mobilitò il suo esercito provocando la reazione della Germania, alleata con l'Austria. Il 3 agosto la Germania dichiarò guerra alla Russia e alla Francia sua alleata. Il 5, dopo che le truppe tedesche ebbero invaso il Belgio neutrale, anche la Gran Bretagna scese in campo contro gli imperi centrali. L'omicida era un giovane studente ma l'arma proveniva dalla Serbia. Tra la Serbia e l'Austria c'erano da qualche tempo numerosi contrasti, poiché l'Austria voleva espandere il suo impero coloniale nella penisola balcanica, mentre la Serbia continuava a difendere l'indipendenza. L'Austria dichiarò la Serbia diretta responsabile dell'attentato inviandogli un ultimatum durissimo. La Serbia accettò quasi tutte le condizioni imposte dall'ultimatum, ma l'Austria mosse comunque guerra contro la Serbia, al cui fianco si schierò la Russia, mentre la Germania impaurita dalla potenza russa, decise di attaccarla senza che essa potesse aspettarselo. La Russia suscitò, in questo modo, la reazione della Francia, ebbe così iniziò la guerra.
Ad agosto la Germania attaccò la Francia. Poiché le truppe
francesi erano schierate sul confine franco-tedesco, nella famosa linea di
fortificazione detta: 'Maginot', la Germania, decise di attaccare il
Belgio aggirando così le postazioni difensive Francesi e attaccandole da un
punto nel quale essa era indifesa. Il Belgio era uno stato neutrale, questo
però non fermò l'esercito tedesco. Questo attacco da parte della Germania diede
un pretesto all'Inghilterra di entrare in guerra a fianco di Francia e Russia.
Iniziò così in agosto la prima guerra mondiale. Il conflitto vide schierate
Francia, Inghilterra e Russia contro Germania, Austria e Ungheria. Poiché
queste erano potenze coloniali la guerra riguardò anche Asia e Africa, ma si
decise in Europa grazie all'intervento degli U.S.A. Il governo Tedesco era
convinto di poter sconfiggere rapidamente la Francia, ma le sue truppe furono
interrotte, durante l'avanzata, da quelle Francesi che costrinsero i tedeschi
ad arrendersi. La contro offensiva Austriaca in difesa della Germania fu un
disastro, questa, infatti, perse grandi quantità di territorio che passarono in
mano alla Russia. Sia la Triplice Alleanza sia la Triplice Intesa
incoraggiavano altri Stati Europei a schierarsi con una di loro, per rinforzare
il proprio esercito e per trarne dei benefici economici.
Con Francia, Inghilterra e Russia si schierarono Romania e Italia, mentre con
Austria , Germania e Ungheria si allearono invece impero Ottomano e Bulgaria.
La guerra si estese così a quasi tutta l'Europa. Dal 1914 al 1916 il fronte si
spostò più volte dall'oriente all'occidente e a meridione. La penisola
balcanica intanto era passata rapidamente sotto il potere austriaco.
La guerra si trasformò dunque in una guerra di posizione e di logoramento, in cui gli avversari di fronti opposti stavano molto vicini appostati nelle trincee, dove si riparavano dai bombardamenti avversari. Il progresso tecnico aveva portato all'invenzione di nuovi tipi d'armi. Il fucile era stato modificato in modo che si potesse ricaricare più in fretta, fu inventata la mitragliatrice, i dirigibili, gli aerei, i sommergibili, i carri armati, le bombe a mano e gas velenosi. Importantissimi i sommergibili che permisero ai tedeschi di ostacolare gli scambi commerciali dell'Inghilterra. All'interno dei paesi coinvolti nella guerra le condizioni economiche e sociali erano molto scarse, erano, infatti, state vietate le importazioni di prodotti da paesi nemici, e le condizioni igieniche erano scadentissime.
L'Italia era alleata con Germania e Austria, ma il patto affermava che l'Italia sarebbe dovuta intervenire in difesa di Russia o Austria solo se queste sarebbero state attaccate, però in questo caso era stata l'Austria ad attaccare per prima, quindi l'Italia non doveva necessariamente schierarsi con Austria e Germania, perciò decise di schierarsi con Francia, Inghilterra e Russia, firmando il patto di Londra che alla fine della guerra avrebbe assicurato all'Italia il Trentino, Trieste, l'Istria e la Dalmazia assieme ad altri piccoli territori appartenenti ai nemici. Man mano che la guerra proseguiva si andavano formando in Italia dei partiti, uno interventista formato soprattutto da borghesi che volevano il Trentino e la Dalmazia, ma soprattutto volevano che l'Italia sconfiggesse l'Austria. L'altro partito era invece un partito pacifista formato dal resto della popolazione. Questo partito era favorevole alla pace, quindi voleva che l'Italia si dichiarasse neutrale. In seguito ci furono delle manifestazioni in piazza da parte degli interventisti che erano convinti che l'entrata in guerra dell'Italia a favore della Francia, dell'Inghilterra e della Russia avrebbero portato l'Italia alla vittoria della guerra in poco tempo. I giovani in età di leva furono costretti ad arruolarsi nell'esercito: dovettero combattere con una preparazione poco adeguata e molto spesso sotto il comando di generali incompetenti. L'Italia entrò in guerra contro l'Austria, non ottenendo dei risultati importanti, oltre l'enorme quantità di decessi. Anche per l'Italia ebbe inizio una guerra di logoramento. Nel 1917 però il fronte Austro-Tedesco riuscì ad oltrepassare il fronte Italiano a Caporetto, invadendo così il Veneto che entrò a far parte dell'Austria.
Nel 1917 le potenze che avevano scatenato la guerra erano decise più che mai a continuare fino alla vittoria. Ognuna di queste potenze aveva dei piani di spartizione del mondo. Intanto le condizioni della popolazione andavano via via peggiorando. Soprattutto in Russia e Germania ci furono scioperi popolari a causa della mancanza di materie prime che con il proseguire della guerra continuavano a peggiorare. A San Pietroburgo ( a quel tempo Pietrogrado ) ci furono degli scioperi che però degenerarono in una vera e propria rivolta popolare. Si costituì un Soviet: un consiglio formato da operai e soldati. La rivolta da Pietrogrado si espanse fino a Mosca dove si formarono altri soviet. I soldati inviati per soffocare la rivolta entrarono a farne parte alleandosi con i rivoluzionari. Intanto lo zar abdicò e si formò un governo provvisorio. In Russia ci furono dunque due governi contemporaneamente. I Soviet che erano composti dalla maggior parte della popolazione e il Governo Provvisorio composto dalla borghesia. Allo scoppio della rivoluzione tornò in Russia il maggior rappresentante dei bolscevichi , Lenin , da qualche tempo in esilio in Svizzera. Lenin attuò un programma di distribuzione delle terre dei nobili ai contadini , il controllo delle fabbriche agli operai , la libertà di scelta per tutte le minoranze nazionali presenti all'interno della Russia. I proletari appoggiarono i bolscevichi e incominciarono ad impadronirsi delle terre dei nobili, i soldati si rifiutarono di continuare a combattere. La Russia dovette dunque fare degli accordi con gli imperi centrali. Intanto il governo provvisorio cercò di indebolire il potere dei soviet e soprattutto dei bolscevichi , che con un colpo di stato andarono al governo. La Russia divenne dunque un governo socialista. Il governo cercò di mettere subito fine alla guerra firmando un armistizio con gli imperi centrali, essa perse però tutti i territori ad occidente. Dopo aver firmato l'armistizio con Germania e Austria la Russia poté finalmente affrontare i gravissimi problemi interni. L'uscita della Russia dalla guerra favorì gli stati facenti parte della Triplice Alleanza: Germania , Austria e Ungheria avrebbero potuto schierare tutte le forze al completo sul fronte occidentale. Germania Austria e Ungheria divennero così le favorite vincitrici della guerra.
Nel 1917 però durante uno scontro sottomarino contro l'Inghilterra , la Germania colpì una nave americana. La Germania dichiarò pubblicamente che avrebbe colpito tutte le imbarcazioni che avessero cercato di aiutare gli stati dell'Intesa. Gli U.S.A. si sentirono minacciati nei loro interessi e decisero di entrare in guerra. Gli U.S.A. erano ormai i favoriti della guerra , il loro esercito non aveva subito ancora alcun danno, a differenza di quelli Europei e non aveva bisogno di importare materie prime poiché ne possedevano a sufficienza. Gli U.S.A. non intendevano espandere il loro impero ma volevano solo rispettare i 14 punti decretati dal Presidente Wilson. I più importanti erano quelli che volevano che ogni Stato avesse la facoltà di scegliere per conto proprio , e che in ogni Stato ci sarebbero dovuti essere governi democratici. Dalla dichiarazione da parte degli Stati Uniti di entrare in guerra all'entrata in guerra vera e propria, passarono alcuni mesi. Le speranze di vittoria della Triplice Alleanza erano ormai svanite. L'Austria attaccò per l'ultima volta l'Italia senza risultato ma, l'Italia, nel contrattacco, riuscì a riprendersi il Veneto e il Friuli. Dopo la fuga dell'imperatore, la Germania divenne una Repubblica e chiese immediatamente la pace. Questa Repubblica venne chiamata Repubblica di Weimar , dal nome della località dove nel 1919 si riunì l'assemblea costituente.
La soluzione diplomatica che prevalse al termine della guerra disegnò un quadro politico dell'Europa completamente differente da quello del 1914. La scomparsa di tre imperi (russo, tedesco, austro-ungarico) fu colmata dalla creazione di nuove unità statali, entro le quali l'identità nazionale era tutt'altro che omogenea. Per di più lo spirito punitivo con cui vennero decise, da parte della Francia e della Gran Bretagna, le sanzioni contro la Germania portò ad assumere provvedimenti oltremodo pesanti. I tedeschi li percepirono come umilianti tanto più che il loro esercito non aveva mai subìto una reale sconfitta nel corso della guerra. Ancor più grave fu il dissesto finanziario i cui effetti negativi si aggiunsero ai problemi derivanti dalla riconversione delle industrie dalla produzione militare a quella civile. Inoltre la guerra aveva innescato profondi e ampi sommovimenti in tutte le società coinvolte: la rivoluzione russa aveva indicato una meta possibile per i ceti operai e contadini, maggiormente colpiti dai costi sociali della guerra. Ma la crisi del dopoguerra travolse anche i ceti medi, predisponendoli a favorire soluzioni autoritarie con le quali liquidare i conflitti ideologici e gli squilibri sociali. La prima guerra mondiale segnò infine il declino dell'Europa, che dopo tre secoli di espansione vedeva il suo ruolo emarginato da nuove grandi potenze, quali gli Stati Uniti e il Giappone.
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