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Adolf Hitler-La follia come arma di distruzione




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Adolf Hitler-La follia come arma di distruzione



Freud nei suoi studi sull'inconscio e sui rapporti di questo con l'infanzia dell'individuo ha ipotizzato una teoria che definisce l'uomo "messo in croce" da due pulsioni contrastanti: quella di vita e quella di morte. Le due pulsioni nell'uomo coesistono in equilibrio tra loro, ma se una di queste prevale sull'altra allora si giunge a due tipi di stati psicologici: la biofilia, amore per la vita, e la necrofilia, amore per la morte.

Tali studi di Freud furono poi applicati ai Grandi della storia e in particolare allo studio di Hitler e del suo comportamento. Il principale filosofo che si occupò del Grande Dittatore fu Erich Fromm, che descrisse Hitler come il più eclatante caso di necrofilia. Adolf Hitler nacque nel 1889 in un paesino dell'Austria, in una zona in cui la presenza di ariani era bassissima e lui stesso aveva il padre era di origine ebraica. Hitler ebbe sin dall'infanzia un rapporto conflittuale con il padre, che non accettava la sua scelta di abbandonare gli studi, per cui non era portato, e dedicarsi alla pittura.

Dopo la morte del padre decise di provare la strada della pittura e si recò a Vienna, dove tentò di entrare all'Accademia delle Belle Arti, ma fu bocciato per ben due volte e anche qui bollato con il risultato di "mediocre", questo fu il primo cocente fallimento del giovane Hitler, che ne risentì la sconfitta per il resto della vita.

Nel 1909 visse solo a Vienna, senza lavoro, senza soldi; in quel periodo si trovava nello stesso quartiere di Lenin; nessuno poteva immaginare che nello spazio di 40 metri, dentro due anguste stanzette, i cervelli di due barboni si stavano formando sui libri rivoluzionari, per poi maturare due apocalittici progetti. Hitler si dedicò alla lettura di libri di politica rivoluzionaria che divennero un'ossessione per lui, unico modo per poter organizzare il proprio riscatto contro tutti coloro che non avevano creduto in lui e lo avevano dipinto come un "mediocre".

Fu costretto a scappare da Vienna per non essere arruolato, ma fu catturato. Non appena fu dichiarato l'inizio della Prima Guerra Mondiale e dopo aver preso parte al discorso di Guglielmo II ed essersi galvanizzato per questo, decise di arruolarsi come volontario. Durante i combattimenti fu ferito e premiato con la croce di ferro, ma non con una promozione di grado, in quanto "uomo coraggioso, ma  incapace di farsi ubbidire".

Ma alla notizia del crollo, all'annuncio che il Kaiser era fuggito in Olanda, lui come una belva colpita a morte si mise a gemere e considerare criminali, i borghesi ebrei accusati di essere i responsabili della resa e della vendita della Germania ai nemici.

Entrò a far parte del partito socialista e simpatizzò per il partito dei lavoratori, nonostante questi fossero tendenzialmente di sinistra.

Nel 1919 nacque il Partito Comunista guidato da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, i due socialisti che facevano parte della ben più nota Lega di Spartaco, i quali avevano in mente di instaurare in Germania una Repubblica Socialista secondo il modello sovietico. Nacque la Repubblica di Weimar. Dopo la fuga del Kaiser, il 9 novembre 1918, i socialdemocratici si erano riuniti nel Reichstag per decidere del futuro dello Stato tedesco; alcuni volevano una monarchia costituzionale, ma per sfuggire al pericolo della diffusione dell'ideologia comunista, Scheidemann  proclamò la Repubblica. Questa durò per circa 13anni, si presentò come una Repubblica di libertà in cui i cittadini erano assenti.

Hitler entrò nel Partito operaio tedesco, di estrema destra, ma  il vero e proprio partito del Dittatore fu il Partito Nazionalsocialista (NSDAP), un partito aperto a tutti, in cui si riunivano i disillusi provenienti da ogni tipo di classe: gli ufficiali umiliati, i lavoratori disoccupati, i "colletti bianchi" e molti altri.

Il popolo tedesco era alla ricerca di una guida, che sapesse interpretare la volontà popolare, e Hitler sembrava incarnare queste caratteristiche, soprattutto grazie alla sua arte di dominare le masse. Il suo programma, presentato in modo plateale, agiva sul sentimento patriottico e sul desiderio di riscatto del popolo tedesco.

Nel 1923 Hitler e il suo partito organizzarono un colpo di Stato a Monaco.

L'operazione fallì e Hitler e i suoi alleati furono condannati a mesi di carcere.

Durante il periodo di reclusione egli scrisse il Mein Kampf (La mia battaglia), che si può riassumere in 4 punti: 1)I tedeschi provenivano dagli Arii, un popolo guerriero indoeuropeo, alti, forti, biondi, con simbolo la svastica, che simboleggiava il sole nascente e che erano considerati da Chamberlain, la razza superiore;

2)Distruggere senza pietà i popoli non ariani, gli ebrei e gli slavi che vivevano come parassiti sulla società tedesca occupandone posti di rilievo; 3)Creare una comunità ariana sotto la guida di una capo carismatico (Il Fuher);

4)Espandere i confini della Germania a spese degli slavi e della Russia per creare lo "spazio vitale" agli arii.

In Hitler brillava la scintilla di una geniale follia.

Per raggiungere il proprio scopo aveva bisogno di un forte appoggio e seppe conquistarlo ampiamente, sfruttando l'arma della stampa, della radio e del cinema.

Gli uomini, secondo Erich Fromm, si distinguono in due categorie: le pecore e i lupi. Le prime rappresentano quella parte della popolazione facilmente influenzabile, e i secondi che rappresentano quei pochi uomini forti che possono sovrastare le masse. Hitler fu un uomo lupo, capace di attuare la propria follia grazie all'aiuto di milioni di uomini pecore pronti ad uccidere pur di far parte del meccanismo della "nobile causa".

Nel 1932 in Germania ci furono le nuove elezioni e il partito Nazionalsocialista ottenne il ben 37,4% dei voti popolari e circa 230 seggi al Reichstag, riscuotendo così un grande successo. I tedeschi, ammaliati dalla sua convincente propaganda e piuttosto provati ed esasperati dalla difficile crisi economica, erano disposti a seguire qualsiasi ideologia estremista che promettesse un rapido cambiamento.

Il 31 gennaio 1933 Hitler venne nominato cancelliere del Reichstag e l'anno successivo divenne capo dello Stato e padrone del Reich.

Nacque il Terzo Reich.

Gli altri due Reich si erano costituiti nei secoli precedenti. Il primo era stato il Sacro Romano Impero Germanico, l'altro il Secondo Reich di Otto von Bismarck.

Il Terzo Reich nacque fin da subito con le tutte le caratteristiche tipiche di un totalitarismo,  un'ideologia rappresentata da un partito unico, guidato e controllato da un dittatore, con un sistema di controllo terroristico, la polizia di Stato e forze armate e il totale controllo dell'economia. Così a dieci anni dalla pubblicazione del suo "Mein Kampf" il giovane che era sempre stato giudicato dai suoi superiori e dagli insegnanti "scarso" e "mediocre" aveva in pugno tutta la Germania.

Questa vittoria rafforzò in lui la convinzione d'essere l'uomo della provvidenza, si sentiva invincibile. Il delirio di onnipotenza si impossessò di lui, "la famosa Alessandrite", la conquista e l'unificazione del mondo programmata dal macedone aveva sconvolto il cervello di tutti i potenti e nessuno ne rimase immune, era una delle sue patologie che giunsero tutte ad un punto di arrivo.

Tanto potere lo condusse negli anni alla follia, anni che videro gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto (1939-1945).

L'atto finale fu la sua morte: si tolse la vita, con un unico colpo di pistola, il 30 aprile 1945 nel suo bunker sotto il giardino della Cancelleria.


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