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Nel 1859 apparve a Londra l'origine delle specie di Charles Darwin. L'opera di Darwin suscitò molto scalpore, ma non era affatto una novità. L'esperienza comune sembrerebbe dimostrare la fissità delle specie, e, la stessa Bibbia, descriveva la creazione degli animali e dell'uomo senza accennare minimamente ad un'eventuale trasformazione delle specie.
I ritrovamenti fossili, d'altra parte, testimoniavano che sulla terra erano vissuti animali di specie ormai estinte: lo scienziato francese George Cuvier ritenne di aver risolto il problema ipotizzando una serie di catastrofi, una spiegazione poco scientifica; bisognava dar conto delle profonde analogie fra specie diverse e, soprattutto, fra animali estinti e animali che vivono oggi sulla terra.
Secondo la teoria del Lamarck, la funzione crea l'organo, ma quest'idea fu smentita poco più tardi. Secondo Darwin, invece, alcune caratteristiche individuali hanno valore di sopravvivenza, ossia rendono l'animale più adatto all'ambiente in cui vive e lo avvantaggiano nella lotta per la vita: la selezione naturale, quindi, tende a "scartare" gli animali meno dotati. La selezione naturale, a differenza di quell'artificiale, è un meccanismo cieco che elimina, in tempi lunghissimi, gli animali inetti e "sceglie" gli animali più adatti.
Dal discorso di Darwin, però, veniva fuori che la stessa specie umana fosse il risultato dell'evoluzione e derivasse quindi dalle scimmie. Questo sembrava uno scandalo atroce. Darwin ritenne anche che la terra esistesse da più di quattro miliardi d'anni: la barriera del tempo è stata sfondata. Dal 1859 gli scavi hanno portato alla luce numerosi resti fossili che permettono di intravedere le tappe percorse dall'evoluzione: a Darwin si deve riconoscere di aver gettato le basi dello studio della preistoria.
Storia e preistoria:
La storia in senso stretto, comincia da quando la Mesopotamia e l'Egitto hanno inventato la scrittura: si chiama storia l'epoca iniziata nel IV millennio a.C.. Possiamo affermare con certezza che la preistoria è il periodo più lungo e anche più importante della nostra storia (durante la preistoria per esempio è stato sviluppato un linguaggio).
Australopiteco:
Circa 2-5 milioni d'anni fa, il clima subì un notevole irrigidimento: la rarefazione delle piante favorì gli Australopite-chi, capaci di camminare come noi. Essi erano alti un metro e avevano una capacità cranica di 500 centimetri cubici; gli Australopitechi poterono sopravvivere grazie a due vantaggi: l'intelligenza relativamente elevata e la tendenza a vivere in società.
Homo Habilis:
Circa due milioni d'anni fa la terra era progressivamente abitata da Homo Habilis. In lui erano già presenti l'uso degli strumenti, il pollice opponibile e quindi un'elevata abilità manuale, la bipedia, l'istinto sociale e un linguaggio abbastanza sviluppato. Egli aveva una capacità cranica di 750 cc e sapeva costruire gli strumenti. Viveva di caccia e di raccolta. Ha lasciato tracce di una cultura che lo qualifica nel genere umano.
Homo Erectus:
Circa 1-1,5 milioni d'anni fa comparve sulla terra Homo Erectus. Con lui avviene la prima diffusione in altre parti del mondo e la prima netta differenziazione culturale (lo sviluppo della cultura bifacciale). La cultura diventa un potente mezzo d'adattamento all'ambiente e la superiorità mentale dell'Homo Erectus, assume importanza decisiva per la sopravvivenza della specie.
Homo Sapiens:
300000 anni fa, Homo Erectus si trasforma in Homo Sapiens che si divide in Neanthertal classico e progressivo.
Homo Sapiens Sapiens:
Dal Neanthertal progressivo ha origine, 50000 anni fa, Homo Sapiens Sapiens.
Uomini e razze:
In tempi relativamente brevi gli uomini s'insediarono su gran parte delle terre emerse: le razze umane, pertanto, sono solo varietà di un'unica e medesima specie, adattatesi per selezione naturale a condizioni ambientali diverse.
Datazioni:
Il metodo di datazione di un dato reperto più utilizzato è quello mediante "carbonio 14". Le tecniche di datazione contemporanee permettono di calcolare con buon'approssimazione persino l'età della terra.
Scienze:
Geologia: La scienza che studia le variazioni del clima e della flora e che ricostruisce a grandi linee la storia fin dalle origini.
Paleoantropologia: La scienza che studia i rapporti di parentela fra ominidi e uomini e che si occupa degli uomini antichi e della loro origine.
Antropologia: La scienza che studia le abitudini, la cultura degli ominidi e l'organizzazione delle tribù "primitive" attuali.
Verità di misura umana:
La ricostruzione della preistoria poggia su solide basi scientifiche, ma altri esempi rivelerebbero d'altra parte il carattere ipotetico della preistoria. Si può in ogni caso dire di aver raggiunto un livello di verità relativa.
Paleolitico:
Il periodo che va da due milioni d'anni fa al 9000 a.C. è il paleolitico.
Questo è l'unico periodo durante il quale l'evoluzione biologica e quella culturale vanno a pari passo.
Cultura: A Homo Erectus si devono la cultura bifacciale, ossia la lavorazione della pietra su entrambe le facce e l'utilizzazione del fuoco. Homo Erectus, però, non lo sapeva accendere, ma solo conservare. Grazie al fuoco, i nostri progenitori furono meno dipendenti dall'avvicendarsi del dì e della notte e poterono allungare i tempi dedicati alla vita di relazione e così svilupparono il loro linguaggio: la parola è un essenziale strumento per pensare. La fiamma, probabilmente, ispirò i nostri progenitori alla religione. Homo Erectus seppelliva i suoi morti e, probabilmente, praticava cannibalismo, che, però, si suppone avesse soltanto un significato rituale.
L'Homo Sapiens di Neanthertal sapeva anche accendere il fuoco. Nel tardo paleolitico i nostri progenitori inventarono l'uso dell'arco, ma la più gran novità (nel paleolitico recente) fu certamente la creazione di pitture parietali all'interno di caverne.
Nel paleolitico l'uomo si stacca dalla pura naturalità, però non è ancora capace di rendere la natura ai propri mezzi.
Mesolitico:
L'età che va dal 9000 a.C. al 6500 a.C. è il Mesolitico.
Durante il Mesolitico inizia l'addomesticamento degli animali e si scopre l'alto valore nutritivo dell'orzo e del grano. Ha inizio l'immanicamento degli strumenti e l'arco si diffonde ampiamente. C'è anche un grande incremento dell'uccellagione e della pesca. Dopo il cane sono addomesticati anche capre, renne e pecore.
Grazie all'addomesticamento, gli uomini poterono limitare il nomadismo e risiedere nel medesimo luogo almeno per un tempo sufficiente a scoprire il rapporto che lega la seminagione alla nascita dei vegetali.
Neolitico:
L'età che va dal 6500 a.C. al 4000 a.C. è il Neolitico.
Conquiste: In questo periodo gli strumenti si differenziano ulteriormente e gli allevamenti divengono sempre più numerosi. Per la costruzione dei recipienti, il legno e il vimini, sono rimpiazzati dalla ceramica. Appaiono anche i primi mattoni in argilla cruda cotta al sole. E' diffuso il culto della Gran Madre e infine s'inventa l'arte di filare e di tessere.
La rivoluzione dell'agricoltura: Nascono i primi villaggi preagricoli e, grazie alla sedentarietà, gli uomini scoprono il rapporto che c'è fra semina e germinazione. Dalla rivoluzione agricola in poi, l'uomo non è più una piccola parte della natura, ma riduce la natura a mezzo e strumento per i propri fini.
L'agricoltura nasce contemporaneamente fra l'8000 a.C. e il 6000 a.C. in molti paesi e consolida la sedentarietà della popolazione. Le risorse alimentari sono moltiplicate e ciò favorisce un incremento demografico e un surplus sociale. Il surplus sociale è quanto rimane del prodotto di una comunità, una volta soddisfatti i bisogni alimentari della comunità. Grazie all'agricoltura si produce un surplus sociale che consente alle comunità di mantenere anche piccole minoranze non direttamente impegnate nella produzione di viveri.
Il Calcolitico:
Il Calcolitico è anche conosciuto come età della pietra e del rame; ha sviluppo alla fine del Neolitico intorno al VI millennio a.C..
Inizialmente, il rame era fucinato, ossia battuto a caldo su incudini di pietra. In un secondo momento si scopre di lavorarlo mediante gettata, colandolo in stampi di materiale refrattario. Si scopre anche che, fondendo stagno e rame, si otteneva una lega più dura, il bronzo. Con la lavorazione del rame iniziava la metallurgia e, grazie anche alle invenzioni della vela, dell'aratro e, soprattutto, della ruota, si posero le premesse per la nascita delle città.
La nascita delle città:
La città consentì l'accentramento del sempre più vasto apparato amministrativo dello stato e rende fisicamente evidente il distacco dell'uomo dalla natura. In città si forma una classe dirigente che elabora una cultura sempre più complessa e sempre più lontana dal semplice istinto, ma nacquero anche le prime tensioni sociali.
Per dirigere una società così vasta e complessa, la tradizione orale non bastava più: per questo nacque l'esigenza della scrittura, che si sviluppò nel IV millennio a.C. in Egitto e in Mesopotamia. L'invenzione della scrittura si usa come spartiacque tre la preistoria e la storia.
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