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La parola ebreo
Introduzione
E' un racconto autobiografico, quindi narrato in prima persona da Rosetta Loy e mira a rendere l'idea di ciò che succedeva durante la guerra. Si svolge nell'arco di nove anni, dal 1936 a 1945 a Roma per quanto riguarda la vicenda di Rosetta, mentre in tutta Europa per quanto riguarda il conflitto.
E' scritto in un linguaggio semplice, ma la quantità di avvenimenti storici lo rende difficile da comprendere in tutte le sue parti.
Tra gli eventi storici che il libro affronta, in modo persino più ampio e approfondito della vicenda privata che fa da filo conduttore, spiccano l'analisi della questione ebraica e del comportamento del Vaticano rispetto ad essa.
L'autrice appartiene ad una famiglia cattolica e, nel contempo, ha avuto modo di conoscere degli ebrei stabilendo con essi normali rapporti; forse questi motivi l'hanno spinta a documentarsi sui fatti in modo così minuzioso.
Inizialmente s'introduce la storia di una bambina che s'imbatte con la parola "ebreo", conoscendo a poco a poco il suo significato. Il primo impatto con essa avvenne osservando dalla sua cameretta la circoncisione di un bambino ebreo, rimanendone basita e chiedendo alla Fraulein Annemarie spiegazioni.
Rosetta incontrò durante la sua infanzia molte persone di origine ebraica, come la signora Della Seta, che le faceva molti doni quando era malata, e come la famiglia Levi,che abita proprio sopra la sua famiglia, e che la bambina reputa meno simpatici, perché non le regalano mai niente.
Un giorno,mentre era al parco insieme ad Annemarie, rimase affascinata da una bambina che giocava sola come lei. Quest'ultima rimase colpita soprattutto dalla medaglietta a forma di stella che la bambina portava al collo,e chiedendo informazioni alla sua badante, scopre che quella era la stella di David, simbolo della cultura ebraica, che lei paragona alla sua medaglietta raffigurante la Madonna.
Il pomeriggio, dopo la scuola lei e suo fratello si divertano a cantare inni fascisti, intonando ad esempio "faccetta nera", ma da un giorno all'altro si ritrovano a non poterla più cantare.
Durante l'estate del 1937 i genitori di Rosetta partirono per la Germania dove ammirarono l'ordine e la disciplina del popolo tedesco,ma qui rimasero profondamente delusi dalla presenza di striscioni contro i giudei. Nell'ottobre dello stesso anno il padre al ritorno da un viaggio di lavoro, ignora sdegnato il figlio, il quale lo è andato a prendere alla stazione in completa divisa fascista.
Il padre era contrario alla situazione italiana di quegli anni, infatti ogni volta che doveva indossare la camicia nera faceva brutte smorfie allo specchio.
Nell'autunno del 1938 la bambina frequenta la prima elementare,e uno degli argomenti trattati in classe è proprio il fascismo e l'importanza della razza ariana;sono gli anni dei licenziamenti dalle cattedre delle scuole e delle università, di molti docenti contrari alla nuova politica italiana.
I suoi pomeriggi adesso gli passa a giocare a travestirsi da "signora sportiva" fingendo di portare i pantaloni chiudendo la gonna con una spilla.
La bambina intorno a se vede mutare il comportamento delle persone nei confronti degli ebrei, come successe a Giorgio Levi che fu aggredito dalla portiera del palazzo,solo per aver portato la bicicletta dentro al condominio.
Anche Italia, la governante della sua famiglia, subisce maltrattamenti dalla portiera la quale le proibisce di prendere l'ascensore perché è ebrea.
Durante l'estate del 1939 la famiglia della bimba trascorre le vacanze al mare,ad Ostia,e il primo settembre scoppia la guerra, e Rosetta per un momento rimane sbigottita, e per un attimo tutto sembra fermarsi dinanzi a lei, per un istante non è più una bambina.
Ma dopo poco questa sensazione svanisce, mentre la madre si appresta a comprare le stoffe più economiche per poterne fare dei vestiti se ci saranno momenti difficili.
Nel luglio dell'anno successivo Rosetta e i suoi famigliari traslocano vicino alla campagna, per sfuggire ad eventuali bombardamenti, e questa fu una giornata di grande confusione per i bambini di casa Loy, che salutarono i loro vicini, tanti,come la signora Della Seta senza mai più rivederli.
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