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La mesopotamia e gli ittiti




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LA MESOPOTAMIA E GLI ITTITI


L'avvicendamento dei popoli in Mesopotamia:

In Mesopotamia, attorno al IV-III millennio a.C., si sviluppava una civiltà relativamente prospera, caratterizzata da intense attività produttive e da una netta differenziazione dei mestieri e delle classi sociali.

La Mesopotamia non ha ostacoli che la proteggono verso occidente, quindi soggetta a numerose invasioni e insediamenti di popoli diversi. La Mesopotamia meridionale fu popolata relativamente tardi, perché poteva essere resa abitabile solo mediante una bonifica del terreno: nelle regioni bonificate si insediarono inizialmente i Sumeri e gli Accadi.

Presso i Sumeri, i centri direttivi erano i templi e, fin dal IV millennio a.C., si svilupparono attorno a loro delle vere e proprie "città stato". Nel 2350 a.C. Lugalzaggisi riuscì ad unificarle in una specie d'impero sumerico. Lugalzaggisi fu però presto sconfitto da Sargon il grande, che formò l'impero accadico. Nel 2150 a.C. l'impero accadico fu invaso dai Gutei. Dopo aver raggiunto nuovamente il dominio sulla Mesopotamia, il rinato impero sumerico fu definitamente distrutto dagli Amorrei nel 1950 a.C.. Nel XVIII secolo a.C. Hammurabi riuscì a fondare il primo impero babilonese, che fu però distrutto nel XV secolo a.C. dagli Ittiti e, intorno al 1100 a.C., irruppero nell'alta Mesopotamia gli Assiri che dominarono il paese fino al VII secolo a.C..

Il particolarismo cittadino, non fu mai però superato e rese vani tutti i tentativi d'unificazione politica. I popoli mesopotamici si rifiutarono di divinizzare il sovrano, che fungeva da intermediario fra i sudditi e gli dei.

Come in Egitto, i centri economici erano la reggia e i templi, a differenza dell'Egitto, però, in Mesopotamia era lasciato spazio notevole anche all'iniziativa dei singoli individui.

Economia:

Base dell'economia della Mesopotamia era l'agricoltura, la cui prosperità dipendeva dall'efficienza dei canali d'irrigazione. La produttività dell'agricoltura era molto elevata e i suoi prodotti erano: la palma da dattero, che produceva anche il legno, usato per la confezioni di funi e di reti, in alternativa alla palma da dattero era la canna.

Molto intense erano anche le attività artigianali, specialmente la metallurgia, l'oreficeria e la tessitura. Grande importanza aveva l'apprendistato, che favoriva la trasmissione e il progresso delle tecniche artigianali.

Punto debole dell'economia era la mancanza di materie prime. La bassa Mesopotamia mancava persino di pietra per costruire, tanto che gli edifici erano costruiti con mattoni d'argilla cotti al sole. La moneta fu introdotta solamente nel II millennio a.C. e come unità di misura per gli scambi si assunse l'argento.

Il forte sviluppo dei commerci comportò anche un'adeguata organizzazione dei trasporti, specie di quelli fluviali; la rete via terra ebbe meno sviluppo.

Il codice di Hammurabi:

La struttura della civiltà mesopotamica c'è rilevata soprattutto dal codice di Hammurabi. Il codice è una delle più antiche raccolte di leggi scritte a noi pervenute. Dall'esame del testo si deduce che la società mesopotamica non era soffocata come quell'egizia. In Mesopotamia era anche presente una nuova categoria, quell'appartenente ai ceti benestanti: a questo ceto facevano parte gli scribi, i sacerdoti, i ricchi proprietari terrieri, i commercianti e gli ufficiali dell'esercito. Al di sotto di questo ceto c'erano i subalterni e, più in basso di tutti, c'erano gli schiavi, che potevano essere venduti e comprati come merce.

Nel codice era presente una giustizia relativa, in ogni modo molto avanzata per quei tempi; le leggi di Hammurabi miravano soprattutto però a difendere i più deboli dalle prevaricazioni dei più forti.

La religione:

La religione mesopotamica fu elaborata dai Sumeri.

Capo di tutti gli dei era Anu, che insieme con Enlil ed Ea costituiva una triade. Gli dei erano concepiti in modo antropomorfo ed erano oggetto di una venerazione fondata sul timore: essi dovevano essere continuamente ammansiti con preghiere. Quindi, presso i popoli mesopotamici, prevaleva il timore di incorrere nella punizione degli dei.

L'aldilà era visto dai mesopotamici con molto pessimismo: si credeva che i defunti si nutrissero per l'eternità di polvere e fango. Alla religione era legata la magia, a sua volta connessa con la medicina. Molto favore aveva l'arte della divinazione, che era collegata all'astrologia, fondata sulla credenza che gli astri annunciassero il corso degli eventi umani.

La cultura e la tecnica:

Come gli egiziani, i Sumeri usarono dapprima una scrittura pittografica, poi ne adottarono un'altra semifonetica. La loro scrittura era anche cuneiforme.

Ai Sumeri si attribuiscono anche due altre invenzione rivoluzionarie: il tornio da vasaio e il carro a ruote. I Babilonesi adottarono una numerazione di tipo posizionale, in cui la base era la sessantina. Grande progressi fece l'astrologia che con tutta probabilità riconobbe lo zodiaco.

Scultura e architettura miravano soprattutto alla celebrazione degli dei e dei sovrani. Le costruzione erano generalmente fatte in argilla seccata al sole, quindi la loro disgregazione era molto rapida e su di loro se ne continuavano a costruire altri. L'accumulo di materiali innalzò vere e proprie colline, chiamate tell. Le costruzioni più audaci erano invece gli ziqqurat, torrette alte circa 50-90 metri.

Fra le opere più famose dell'antica Mesopotamia troviamo "Il poema di Gilgamesh".

In complesso la cultura mesopotamica fu più vivace e dinamica che quella egiziana: tuttavia restò anch'essa legata ai problemi pratici particolari.



L'impero ittita:

Verso la fine del II millennio a.C. gli ittiti penetrarono in Anatolia grazie all'adozione del carro da guerra. L'impero ittita fu travagliato da una crisi secolare, determinata soprattutto dagli Hurriti. La crisi degli ittiti fu risolta nel XIV secolo a.C. da Suppiluliuma, che riconquistò i territori perduti ed estese i propri territori fino al Libano.

L'espansione verso sud portò il popolo ittita a scontrarsi ripetutamente con gli egizi (v. sopra). L'impero ittita fu definitamente distrutto dagli invasori nel XII secolo a.C.. Nello stato gli ittiti costituivano una minoranza, quindi organizzarono l'impero come una sorta di confederazione di popoli non oppressiva. Per gli ittiti il sovrano è un uomo scelto dai nobili, i quali si contendevano la successione; Suppiluliuma tentò invano di consolidare una monarchia di tipo ereditario.

Gli ittiti diedero il meglio di sé nella politica, che si basava su leggi meno oppressive di quelle di Hammurabi. Essi espressero una certa originalità nella scultura e nella letteratura si limitarono a rielaborare le opere mesopotamiche come, del resto, lo era anche la religione. Gli ittiti praticavano la cremazione. Molti storici attribuiscono a loro l'invenzione della moneta. Particolare importanza ebbe l'esportazione del ferro, la cui scoperta si deve ai Calibei nel II millennio a.C.. Grazie a questa scoperta, gli ittiti entrarono nell'età del ferro fra il 1440 e il 1220 a.C.. Fin dalla remota antichità ogni progresso ebbe effetti positivi e negativi.


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