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La "guerra fredda" (19 5-56)
Gli USA fanno capire esplicitamente il loro punto di vista ad alleati e avversari bombar- dando il Giappone con le due bombe atomiche (agosto 1945). L'URSS non può che risponde- re allo stesso modo: procurandosi al più presto le stesse armi. Inizia così una forsennata corsa agli armamenti, che distoglie enormi risorse economiche dagli usi civili e che danneggia soprattutto i paesi economicamente più deboli. È la guerra fredda": USA e URSS non si combattono direttamente, ma si combattono indirettamente attraverso gli Stati satelliti che finanziano. Il primo esempio è la Corea, divisa in due tronconi dal 38° parallelo. La Corea del Nord è finanziata dall'URSS, la Corea del Sud dagli USA. La guerra scoppia nel 1950, pro- voca un po' di morti e di distruzioni, quindi finisce (1953): sono riconfermati i confini pre- cedenti la guerra.
In questi casi l'ONU interviene soltanto a pa- role con qualche risoluzione generica o manda qualche forza di interposizione tra le due parti. Tutto qui.
La "coesistenza pacifica" (1956-63) e gli in- terventi militari sovietici (1968, 1981)
Nel 1953 muore Stalin. Nel 1956 Kruscëv, il suo successore, denuncia i "crimini staliniani" del 1934-36 e il culto della personalit , e mo- difica la politica estera dell'URSS. Ciò dà luogo a due conseguenze:
a) Tra URSS e USA finisce la guerra fredda" ed incomincia la "coesistenza competitiva". L URSS inizia la conquista dello spazio, se- guita dagli USA, che recuperano il tempo per- duto e che vincono la sfida: nel 1969 mandano il primo uomo sulla luna. Questa coesistenza pacifica" o "competitiva" raggiunge il culmine quando negli USA è nominato presidente John F. Kennedy e sul soglio pontificio sale Papa Giovanni XXIII (1958 63). E si interrompe bruscamente quando Kruscëv è destituito per il fallimento dei suoi piani economici (1964) e Kennedy è fatto uccidere a Dallas (1963) dalle forze conservatrici ostili ai suoi programmi di politica interna, che avevano qualche modesta apertura verso le classi meno abbienti.
b) La denuncia postuma (e interessata) dei "crimini staliniani" induce i regimi dell'est eu- ropeo a credere che l'oppressione sovietica sia finita, ma si sbagliano. Nel 1956 l'Ungheria insorge ed è repressa dall'esercito sovietico. Nel 1968 inizia la primavera di Praga", che è interrotta da un altro intervento dell'esercito sovietico. Nel 1981 la Polonia cerca maggiori autonomie dall'URSS, ma evita l'intervento sovietico grazie al colpo di Stato preventivo" fatto dal generale Jaruzelski e dai militari po- lacchi.
I paesi occidentali, in particolare gli USA, di- mostrano simpatie verso gli insorti (è nel loro interesse, poiché così destabilizzano l'URSS a costo zero e senza correre rischi), ma non in- tervengono con aiuti o militarmente, poiché intendono rispettare la divisione dell'Europa in due zone d'influenza decisa nel 1945 a Yal- ta. Peraltro queste insurrezioni, che coinvol- gono soprattutto le generazioni più giovani, mostrano le difficoltà ideologiche ed econo- miche in cui da tempo si dibatte l'URSS, che dedica per scelta o perché vi è costretta dagli USA) una percentuale troppo elevata di risorse a favore degli armamenti, togliendole allo svi- luppo civile e quindi alla popolazione. In ef- fetti il tenore di vita dell'Occidente è molto superiore a quello dell'URSS e degli Stati satelliti.
Le tensioni tra URSS e paesi satelliti orientali terminano soltanto con il crollo dell'URSS nel 1990, quando riacquistano la piena indipen- denza e decidono di entrare a sciami nella co- munità europea.
La guerra degli USA in Vietnam (1962-74)
Uno dei momenti più feroci dello scontro indi- retto tra USA e URSS è la guerra americana in Vietnam. Nel 1954 i francesi, sconfitti, lascia- no il paese. Subentrano gli USA. Contro l'espansionismo comunista del Vietnam del nord, essi finanziano il regime corrotto, ma anticomunista del Vietnam del sud, inviando prima qualche istruttore militare e poi soldati. Alla fine della guerra i soldati superano il mezzo milione. La guerra inizia nel 1962, non è mai dichiarata ed è addirittura fatta non sol- tanto aggirando la volontà popolare (che nella democrazia americana non conta niente) ma anche evitando la consultazione, il consenso e l'approvazione del Congresso americano. È voluta dal presidente Kennedy (il primo presi- dente cattolico americano), continuata dal suo successore Jonhson e portata a termine da Ni- xon pace di Parigi, 19 4). Il Vietnam è unifi- cato sotto il regime comunista di Hanoi.
Gli USA fanno bestiali bombardamenti contro la popolazione civile del nord. Le città del sud diventano enormi bordelli per i soldati ameri- cani. Usano anche armi chimiche come na- palm e defolianti, che inquinano il terreno. Al- la fine sono costretti a lasciare il Vietnam sconfitti dai viet-cong e soprattutto dalla pro- testa dell'opinione americana contro la guerra.
I bombardamenti americani provocano circa 2 milioni di morti e 5 di feriti, oltre a enormi di- struzioni materiali. Ma questi, naturalmente, non sono crimini contro l'umanità, perché per definizione una democrazia non commette mai crimini di nessun tipo.
I governi europei non vedono, non sentono, non parlano. D'altra parte sono alleati con gli USA nella NATO. L'ONU è assente e co- munque è nelle mani degli USA, che ricorrono al veto ogni volta che vogliono o che con un pugno di dollari comperano i voti dei piccoli paesi. La protesta resta nelle mani dei giovani europei e di qualche partito di sinistra, che in questo momento è ancora filosovietico ed an- tiamericano. I giovani americani protestano contro la guerra per un confuso pacifismo e perché non vogliono andare a farla.
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