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Tra il 1880 e il 1914 l'Europa conquistò gran parte dei territori asiatici e africani, nonostante non fosse né il paese più moderno né il più vasto.
Vi furono superiorità tecniche, maggiore conoscenza di come produrre, dirigere e costruire, dovuta alla Rivoluzione industriale e inventarono il battello a vapore, le navi a vapore, i cavi telegrafici sottomarini, la ferrovia; superiorità nel modo di comandare, governare, organizzare. vi fu anche la necessità di espandere sempre di più il mercato, dovuta al Capitalismo.
I rapporti tra l'Europa e gli stati colonizzati furono diseguali sotto :
Motivi che spinsero l'Europa alla grande conquista:
Le potenze interessate furono il Portogallo,
Nel 1885 si tenne a Berlino una conferenza tra tutte le potenze per ritrovare un po' di ordine, ma si concluse con un fallimento.
Nei territori conquistati li paesi colonizzatori ebbero un dominio
diretto, totale ed economico, poiché vi imposero le proprie merci, i propri
prodotti, i propri commerci. In Cina, l'Inghilterra,
L'Inghilterra in particolare agli inizi del 1900 possedeva un quarto delle terre emerse. La sua incredibile espansione si svolse così:
L'ITALIA TRA IL 1900 E IL 1914
Tra il 1860 e il 1900 la drammatica situazione italiana cambiò in parte, parti invece rimasero immutabili come per esempio il voto, solo l'8% dei cittadini votava, o lo stacco tra industrie in crescita al Nord, e povertà e salari miseri al Sud.
Tra il 1900 e il 1914 divenne impetuoso lo sviluppo economico, restò il nodo delle differenze tra nord e sud e si ripropose il problema delle conquiste coloniali.
Giolitti, massimo esponente del gruppo liberale rappresentò questa nuova fase.
Giolitti tenne due atteggiamenti: da un lato favorì le zone dove il progresso economico era rapido e dall'altra parte non fece nulla per aiutare il meridione, che continuava ad essere sfruttato a favore dei bisogni del nord.
Infatti tante persone emigrarono dal sud in cerca di lavoro.
Per superare le ingiustizie della società alcuni riformisti socialisti pensavano che la via migliore fosse quella di lente riforme, mentre alcuni socialisti rivoluzionari volevano un attacco al capitalismo, volevano scioperi.
Giolitti anche qui si comportò in due modi: da un lato favorì le richieste riformiste e non ostacolò gli scioperi, dall'altro di oppose ai rivoluzionari stroncando l'esercito che metteva in discussione il predominio borghese.
TRA IL 1911 E IL 1912 L'Italia attaccò
Il territorio si rivelò montagnoso e sabbioso, quindi arido e per niente adatto alle coltivazioni. Il partito socialista si oppose già da principio a questa guerra.
Giolitti per ricucire la ferita fece il suffragio universale maschile dove potevano votare i maschi italiani superiori a 21 anni.
CAPITALISMO
viene a compimento quel processo, già iniziato da tempo, che subisce nell'Ottocento una brusca accelerazione, per il quale non si produce più per il consumo, ma per mercati sempre più vasti, a livello nazionale ed internazionale. Si verifica una netta distinzione tra l'imprenditore, fornito di capitali, e coloro che lavorano per lui. Le nuove ricchezze prodotte si distribuiscono in modo molto ineguale. La diffusione di sistemi di produzione capitalista provoca un fenomeno sociale rilevante: la progressiva eliminazione di varie categorie di lavoratori indipendenti e la loro trasformazione in salariati o, come si comincia a chiamarli, in proletari.
IMPERIALISMO
È una strategia politica finalizzata ad estendere l'autorità di uno su entità di altri stati con metodi d'annessione e/o di mantenimento del potere, sia operando direttamente sul territorio, sia tramite mezzi indiretti di controllo della politica e/o dell'economia di altri stati. Il termine è usato talvolta per descrivere la politica di uno stato tesa al mantenimento di colonie e domini in terre lontane, anche se lo stato stesso non si considera un impero. L'imperialismo, che nasce alla fine dell'Ottocento, presuppone il disegno di un governo centrale, volto ad obiettivi di assoggettamento politico e sfruttamento economico.
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