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Il
Il primo
carattere positivo che si ha tra la fine del
L'Italia cerca così di ritrovare mezzi necessari per poter ritrovare la sua cultura,che era stata modificata dalla corrente barocca;Per prima cosa si ritorna alla tradizione rinascimentale,e in secondo luogosi cerca di rinnovarsi non più attraverso la poesia come aveva fatto l'accademia dell'arcadia,ma attraverso gli studi storici.
I due storici che contribuiscono a questo rinnovamento sono Giannone e Muratori,che si rifanno a Machiavelli e Gucciardini:
Il Muratori dedicò tutta la sua vita ad una ricerca storiografica rivolta al Medioevo,che era stato considerato dagli umanisti e dai rinascimentali,un periodo di decadenza. Egli invece lo rivaluta considerandolo come un età degna di essere studiata.
Giannone è il primo a ritenere che le ingerenze dell'autorità religiosa dagli affari civili sono sempre dannose allo sviluppo delle città.
Nella prima metà del
Tuttavia il vero rinnovamento si a quando l'Italia si innesta nella cultura europea.
L'Italia,pur prendendo a riferimento la cultura straniera,non l'accetta passivamente,ma la rielabora. Un primo tentativo di rinnovamento si ebbe con l'Accademia dell'Arcadia,che si proponeva di rinnovare la letteratura e la poesia italiana dal punto di vista formale. Gli arcadi volevano sostituire alla pomposità del barocco,uno stile semplice, però soffermandosi sul voler necessariamente sostituire la semplicità,rimasero comunque attenti all'aspetto esteriore.
L'Illuminismo
si sviluppo nella seconda metà del
La nazione
in cui trova la sua maggiore diffusione,è
La sua caratteristica principale sta nella fede assoluta nei confronti della ragione umana,ritenuta come la sola fonte di conoscenza. Proprio dall'esaltazione della ragione deriva la parola Illuminismo,attraverso la quale si intende che i lumi della ragione devono regolare la vita dell'uomo.
Quest'esaltazione della ragione è portata alle estreme conseguenze dall'intelletto umano,già rivalutato nel periodo dell'Umanesimo e del Rinascimento. L'esaltazione della ragione risale a delle correnti filosofiche precedenti,quali quella di Cartesio e di Bacone con l'Empirismo.
E' ovvio che l'esaltazione della ragione ,toglie valore a ogni elemento trascendentale, quindi non si ha più fede e accanto al razionalismo c'è il deismo che si sostituisce al teismo.
Il Teismo era una religione rivelata,mentre il deismo è un principio astratto per spiegare l'origine delle cose cominciate da Dio,che poi si evolvono meccanicisticamente. Questo meccanicismo è il perenne ciclo della materia che continuamente si evolve,attraverso costanti trasformazioni.
Dal punto di vista storico sociale,abbiamo l'antistoricismo,secondo cui la storia è un regresso perché, l'uomo nato libero e felice,col passare dei secoli a perduto la sua libertà. Ecco che si ha l'esaltazione del principio di libertà.
Gli illuministi condannano in blocco tutto il passato,presi dall'ansia di rinnovare tutta la società. Si giunge così alla triade,che dovrebbe costituire la base della rinascita: Libertà,Fraternità,Uguaglianza, principi che saranno immobili anche nel Manzoni,futuro autore romantico.
Proclamata la necessità di rinnovare,in campo politico si afferma il principio del cosmopolitismo. L'uomo va al di là dei confini della patria e si considera fratello di tutti gli altri popoli,e si afferma che l'uomo è cittadino del mondo.
Ultima caratteristica dell'illuminismo,è un atteggiamento di diffuso ottimismo,cioè la convinzione che questi principi necessariamente devono attuarsi. Però l'ottimismo durò poco perché ci si rese conto che dei mali erano cosi radicati nella società,e quindi impossibili da eliminare,se non con la violenza. Questa errata convinzione portò alla Rivoluzione Francese,che si rivelò solo un bagno di sangue.
In Italia centro dell'illuminismo fu Parma,dove soggiornò un celebre illuminista,Cavalcanti,che spinse alle estreme conseguenze l'empirismo inglese,portandolo al sensismo.
I centri in cui l'illuminismo ebbe la sua larga diffusione furono Napoli e Milano,dove fiorirono scrittori che si fecero portatori dei nuovi principi.
L'Italia non accettò in blocco le teorie illuministe,ad esempio non accettò l'eccesivo razionalismo,ma fu forte l'amore per la partria,e quindi il cosmopolitismo non fu forte.Ciò che maggiormente fu accolto,furono i principi economici.
I gruppi illuministici di Milano e Napoli si comportarono in maniera concreta,risolvendo in Italia problemi riguardanti l'ambito politico,economico e sociale. Si sentiva il bisogno di una riforma in campo giuridico,perché le leggi,ancora legate al regime feudale,consideravano la pena come un qualcosa di restrittivo.
A Milano colui che diventò più famoso fu Cesare Beccaria che scrisse "dei delitti e delle pene",in cui diceva che le pene dovevano essere rieducative. Esso era il frutto del Filantropismo e dell'Umanitarismo. Accanto a Beccaria troviamo i Fratelli Verri che si dichiararono cosmopoliti,e si occuparono di essere innovatori in tutti i campi,economici,giuridici e letterari.
A Napoli l'illuminismo affrontò soprattutto l'aspetto economico perché il meridione era più povero rispetto al settentrione. Ricordiamo la rivoluzione Napoletana nel 1799. Rispetto ai milanesi i napoletani dimostrarono un attenzione alla necessità, infatti l'unica molla che poteva spingere il popolo alla rivoluzione era il bisogno.
L'influsso dell'illuminismo in Italia,riguardò anche il campo culturale e letterale,che si sviluppo soprattutto in campo estetico,in critica letteraria e nella lingua.
Per gli illuministi italiani,l'arte non doveva essere ritenuta un fine,ma il mezzo per diffondere le nuove idee,inoltre essi rivalutano la fantasia,come facoltà creatrice dell'arte,mentre l'estetica tradizionale riteneva che l'arte fosse prodotto dell'intelletto,tuttavia si riteneva che la fantasia fosse sottoposta all'intelletto.
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