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Il trionfo dei poteri locali nelle campagne e nelle citta sec. x-xi




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IL TRIONFO DEI POTERI LOCALI NELLE CAMPAGNE E NELLE CITTA SEC. X-XI


UN CONCETTO AMBIGUO: FEUDALESIMO

I significati della parola son molteplici:Marx lo definisce uno specifico modo di produzione; Bloch società feudale del X-XIII sec.; una giuridica che indicava il rapporto tra vassallo e beneficiario. Feudo deriva dal tedesco (Vieh-gregge) e successivamente prese il significato latino di beneficio. Il rapporto era: CONCESSIONE IN CAMBIO DI UN SERVIZIO. Non voleva dire che chi avesse un feudo aveva un determinato terreno e delega ad esercitarvi poteri pubblici.

La storiografia moderna lo divide in 4 fasi:


(VIII-IX sec):legalizzazione dei legami clientelari nel regno dei Franchi e Carlo Magno. I rapporti si sviluppano tra sovrano e funzionari ma non sono concessioni di potere pubblico.


(IX-X sec) la dissoluzione dell'impero permette all'aristocrazia locale (duchi, conti, marchesi) di patrimonializzare la carica di ufficiale pubblico creandosi a livello locale propri vassalli.


(XI-XII sec) massima frammentazione del potere signorile pubblico (ordinamento signorile). La cellula base è il castello e il territorio che esso riesce a controllare.


(dal XII sec in poi) il potere gerarchico si ricostituisce con nuove compagini territoriali e viene riordinato secondo una piramide feudale che sottende una rete gerarchica di rapporti politici basati su legame feudo-vassallatico. Esisteva quindi un formale sistema di deleghe.


Per alcuni studiosi questo sistema sottendeva la debolezza del sistema politico centrale che permise il rafforzamento di autonomie locali (signori con propri fedeli uomini). Probabilmente favorito dalla concessione di immunità. La teoria mutazionista in cui secondo i francesi si ebbe una perdita di controllo dei funzionari regi, è ascrivibile ad un periodo troppo ristretto e non può essere attendibile.


LA FRAMMENTAZIONE DELL'IMPERO CAROLINGIO

Quando Carlo il Calvo parte per l'Italia contro i saraceni decide di riconoscere il capitolare di Quierzy, nel quale diceva che gli incarichi dei funzionari non fossero affidati ad altri nell'assenza di quelli partiti per la guerra, ma alla morte del vassallo tornassero al senior. Di fatto gia passavano da padre a figlio.(ereditarietà dei benefici e degli incarichi per la grande aristocrazia). Quando questo tipo di potere fu ben radicato, le grandi aziende fondiarie divennero isole di giurisdizione autonoma con la concessione dell'IMMUNITA'. Così come godevano di grandi libertà le grandi proprietà ecclesiastiche. Anche se non si otteneva l'immunità molti grossi proprietari si comportavano come meglio credevano consci dell'appoggio di tanti loro uomini di fiducia. Con la costitutio de feudis Corrado II cercò di ricondurre il potere verso il re levando potere localmente. Il giudizio sull'ereditarietà dei benefici minori era di potere regio. Non sortì effetti


L'INCASTELLAMENTO

Fu scatenato dall'incertezza e la sensazione di insicurezza che regnava e che l'impero carolingio non aveva saputo frenare creando confini sicuri. Così i contadini decisero di unirsi nelle proprietà di padroni che riuscivano a chiudere il loro fondo con recinzioni e i piccoli contadini liberi si accomunarono a quelli che lavoravano sottopadrone, creando un nuovo tipo di rapporti di natura pubblica all'interno del castrum. I proprietari carolingi  ed ecclesiali, usarono il timore per consolidare le loro posizioni di potere. La fisionomia del paesaggio cambiò : le case di campagna non c'erano quasi più, erano ridossate al castello e i terreni più pregiati stavano vicino alle mura degradando via via verso pascoli ed incolto.


SIGNORIA FONDIARIA E SIGNORIA TERRITORIALE

L'incastellamento trasformò molti grandi proprietari in signori territoriali. La distinzione è fra signoria fondiaria e signoria territoriale e si caratterizzano come segue:

la signoria fondiaria si definisce come l'insieme dei poteri che un padrone di un appezzamento può esercitare su suoi inservienti e uomini liberi che lavorano per lui quel podere (donativi, corvees oltre che l'assoggettarsi alla giustizia dominica esercitata dal proprietario.

sono prerogative simili alle precedenti ma applicate anche a soggetti non legati patrimonialmente al proprietario del castello(detta anche signoria di banno).

All'interno del castello il signore aveva mano libera su molti argomenti: richiesta di manutenzioni, donazioni, tasse e tributi, giustizia. Le principali tasse erano:

fodro per mantenimento dell'esercito;

albergaria, per l'eventuale alloggio di re e suo personale;

curadia, sui mercati;

teloneo, pedaggio stradale;

ripatico, sul porto fluv.;

pontatico, ponte;

taglia, da tutta la comunità per la protezione accordata.

Le definizioni precedenti sono posteriori e fatte per la comprensione della situazione. Fra X e XI sec. le tasse salgono e così anche la microconflittualità. Uno stesso lavoratore poteva avere più signori. I signori in guerra tra loro potevano saccheggiarsi a vicenda a scapito del lavoratore. Inoltre alla morte il castello poteva essere frazionato dagli eredi e le quote vendute così da lasciare dinuovo in difficoltà il lavoratore.(eccessiva frammentazione).


LE CITTA' E I VESCOVI

In città il vescovo aveva primato spirituale e civile; nell'impero carolingio erano missi dominici che controllavano lo strapotere di conti o marchesi; con le seconde invasioni diventano i protettori della città (mura) e dal X sec. ricevono immunità ma non diritto a governare. Di fatto governavano una parte della città murata e i 5-7km attorno ad essa.


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