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Il pensiero politico medievale
PENSIERO POLITICO O DOTTRINA POLITICA
Sono un organico complesso di proposte, idee, di teorie che fissano le strutture generali di un gruppo omogeneo di individui, di una società, di uno Stato
La DOTTRINA ipotizza, propone. Essa nasce infatti dalla riflessione su fatti storici concreti, ma resta pur sempre in una sfera teorica
In età medievale si sono scontrate due opposte teorie:
Europa tra il V e il XII secolo
Dottrina del primato "dall'alto" = teocratica
Prevalse nettamente per la decisiva influenza del pensiero cristiano
Pensiero politico era modellato sull'idea della centralità di Cristo: si impose una concezione globale dell'uomo visto unicamente come cristiano.
PILASTRO = CHIESA in cui Dio era presente
Al vertice della Chiesa vi era il PAPATO
Rivendicò il potere assoluto sulla Terra, sostenuto dalla deferenza di ogni fedele e, in particolare, dalla sacralità di alcuni testi che confermavano quel primato
TESTO CAPITALE DELLA CHIESA CATTOLICA
FONDAMENTO TEORICO DEI PROPRI POTERI
Fu un falso del VIII secolo con cui si volle far credere che nel 313 l'imperatore romano Costantino avesse donato a papa Silvestro I la città di Roma e tutte le province e regioni della parte occidentale dell'impero.
Il documento fu ritenuto vero per molto tempo, i primi sospetti ci furono tra il 950 e il 1000.
Verso il 1450 Lorenzo Valla diede la grande svolta. Disse che tutto ciò che c'era scritto era falso e anacronistico.
Dal V al XIII secolo non vi furono spazi per una dottrina svincolata dalla religione
Comunità costituita da Dio
I poteri alternativi alla Chiesa non ebbero autonomia
Cristiani erano solo un corpo di fedeli, una vera respublica christiana comprendenti tutte le genti che conoscevano la parola del loro Dio
Anche i più grandi imperatori medievali non riuscirono ad uscire da quei limiti obbligati
Giustiniano I: imperatore bizantino. Mandò una lettera al vescovo di Bisanzio per cercare di separare il potere sacerdotale da quello civile, attribuendo ad ognuno pari dignità.
Ottone I: fondatore del Sacro Romano Impero germanico. Riuscì ad imporre il proprio controllo sull'elezione del pontefice, ma fu un successo di brevissima durata.
Enrico IV: imperatore di Germania. Si scontrò con la politica papale per la questione delle investiture, finendo sostanzialmente sconfitto.
NON EBBERO ALCUNA POSSIBILITA' PERCHÉ SI MOSSERO SEMPRE ALL'INTERNO DI UN MONDO IN CUI PREVALEVA L'IDEOLOGIA CRISTIANA
Fino al XIII secolo il potere dell'imperatore benché perdente di fronte alla sacralità del pontefice si impose su ogni altra carica terrena.
SOVRANO = 2^ nella gerarchia
Tra il VII e l'VIII secolo assunse il titolo maestoso di "Re per grazia di Dio".
PUNTO CENTRALE DELLA PODESTA' DEL RE FU LA SOVRANITA' SUI SUDDITI, non dissimile da quella papale
RE
Al di fuori del popolo
Al di sopra del popolo che Dio gli aveva affidato
2: si colloca nella dottrina politica.
All'inizio del 200 l'Europa conobbe due opere di Aristotele "La politica" e
"l'Etica nicomachea". 1: ebbe portata più generale e profonda e
si saldò con la storia della società, della politica e dell'economia
La concezione teocratica (il potere deriva da
Dio) entrò in crisi nei primi decenni del 200 a causa di due fattori:
Il popolo tornò soggetto attivo del
potere. Il comune rivendicò la propria autonomia di fronte a impero e
papato.
Il superamento della concezione teocratica di deve a MARSILIO DA PADOVA (1275 -1343)
1313: era a Parigi, nominato rettore di quell'università, rientrò poi in Italia e trascorse i suoi ultimi anni alla corte di Ludovico il Bavaro, a Norimberga.
La sua opera DEFENSOR PACIS (difensore della pace) terminata nel 1324 iniziava da dove Tommaso d'Aquino si era fermato
Non vedeva nessuna connessione tra "naturale" e "soprannaturale": pensiero comune e fede vennero a costituire due sfere del tutto separate.
Le sue conclusioni furono perentorie
È impossibile dimostrare che esista una felicità eterna e addirittura una vita ultraterrena; manca qualsiasi prova che Dio abbia istituito il potere politico. Lo Stato ha i suoi valori propri e non può essere illuminato dalla grazia divina.
Il popolo è supremo e non esiste alcuna autorità al di sopra e al di fuori di esso.
(la comunità dei cittadini comprende laici, clero e non vi è nessuna differenza tra di loro).
Il clero non ha autorità sullo Stato.
Nonostante tutto l'idea teocratica ebbe ancora una sua lunga stagione di splendore
Tra gli inizi del 200 e 300, Innocenzo III e Bonifacio VIII diedero all'autorità papale il più grande risalto.
Il primo impose l'uso di rivolgersi al papa chiamandolo "Vicario di Cristo" e non più "Vicario di Pietro"
Il secondo con la Bolla Unam Sanctam del 1302 ribadì il primato del pontefice su ogni altra autorità e istituzione politica.
Dante tra il 1312 e il 1313 nel suoi trattato "Monarchia" si schierava con l'autonomia e l'indipendenza, ognuno nei propri ambiti, dei "due Soli" del potere imperiale e del potere papale.
IL PENSIERO POLITICO ISLAMICO
610: predicazione di Maometto verso un piccolo gruppo di adepti.
622: arrivo a Medina, crebbe il numero di seguaci, fino a formare un ampio aggregato sociale e politico.
MAOMETTO = PADRONE ASSOLUTO DEL NASCENTE STATO TEOCRATICO DELL'ISLAM
Nell'Islam non esiste la concezione in cui la politica come attività autonoma è distinta dalla religione.
Esistono solo i CREDENTI e i NON CREDENTI
Il pensiero islamico ruota attorno ai principi costitutivi della nuova fede diffusa da Maometto.
DIRITTO / DOVERE DEI CREDENTI DI DIFFONDERE L'ISLAM (anche con le armi e piegare gli infedeli)
RICONOSCERE MAOMETTO COME SOMMA AUTORITA' DOTATA DI PIENI POTERI (apostolo, capo politico e militare)
IMPORTANZA DELLA LEGGE DIVINE CHE INVESTE TUTTI GLI ASPETTI DELLA VITA
La comunità islamica, che all'inizio aveva accettato di essere un gruppo minoritario entro popoli di altra fede, si pose poi come unico Stato legittimo, STATO PER ECCELLENZA
632: morì Maometto senza lasciare alcuna disposizione per la successione
Nascita del CALIFFO = figura istituzionale centrale dei primi secoli della storia islamica
Tra VII e XV secolo il califfo traeva il proprio potere dal Corano e i suoi requisiti essenziali erano:
probità e sapienza nella giustizia
conoscenza delle tradizioni di Allah e delle sue leggi
sanità fisica e mentale, coraggio, audacia
risolutezza per proteggere il territorio e muovere la guerra santa contro i non credenti
il califfo era legato alla comunità da un impegno indicibile.
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