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IL FIGLIO DEL DOLORE
Le libertà prigioniere
IL FIGLIO DEL DOLORE
Le libertà prigioniere
Donna ogni essere umano di sesso femminile , considerato rispetto alle sue qualità ,attributi e caratteristiche: fisiche , INTELLETTUALI E MORALI, positive o negative.
Questa è la definizione di Donna sul vocabolario italiano, e per quanto riguarda le qualità e le caratteristiche intellettuali e morali è alla pari dell'uomo (le differenze fisiche sono un dato di fatto).
Mi chiedo allora come è possibile che ancora oggi la donna sia considerata inferiore all'uomo, e come si perpetuano violenze che spesso non vengono punite.
Perché sulla carta siamo considerate pari agli uomini e nella società non veniamo rispettate???
Questo percorso vuole far emergere la condizione della donna attraverso un ciclo di date che attraversa epoche e mondi diversi. Si approderà in Iran durante la rivoluzione islamica , nelle terre siciliane e in quelle toscane fino ad arrivare al punto temporale più lontano presso Alessandria D'Egitto. Ma il ciclo non si ferma qui ovviamente, e risale temporalmente.
Saliremo attraverso la concezione marxista della donna, approdando ai pensieri di Simone de Beauvoir e concludere con una visione tutta artistica della donna, e in particolare modo la visione della figura femminile in Picasso.
Questa sorta di ciclo fa da contorno al mio concetto di DONNA.
Non essendo ancora una donna per questioni sia anagrafiche sia di esperienze di vita concrete, ho voluto impersonificarmi in ciò che è essere Donna.
Ho voluto raccontare una storia , presa dalla mia fantasia , che , però, trae spunto dai fatti di cronaca che ci piovono addosso ogni giorno.
Per poter capire l'obiettivo del mio percorso bisogna farsi trascinare dal ciclo proposto e aspettare pazientemente il culmine .in quel momento sarà chiaro anche il perché del mio titolo.
Per capire chi è una "Donna" abbiamo impiegato tanto e troppo tempo. Una lotta estenuante per ottenere i nostri diritti inviolabili. Battaglie e battaglie per far riconoscere le nostre autorità. ma ancora oggi quelle battaglie non sono finite. Per ogni discriminazione , per ogni stupro , per ogni pregiudizio noi dobbiamo ancora lottare.
Essere "Donna" significa forza e fragilità fuse in un unico corpo.
Troppi anni abbiamo perso vivendo come delle ombre , crescendo ignoranti , senza saper riconoscere la nostra forza , la nostra parità agli uomini.
Abbiamo avuto bisogno di tempo per far capire, prima a noi stesse e poi anche agli altri, che avevamo , abbiamo e sempre avremo qualcosa da dire.
Se con dure lotte abbiamo raggiunto un'emancipazione abbastanza alta nel mondo occidentale ciò non è avvenuto nei paesi medio-orientali.
TEHERAN 1979/1980
Febbraio 1979 Iran:
L'Iran decide di liberarsi per sempre dall'oppressione della dittatura dei Pahlavi e dà vita alla "Repubblica Islamica dell'Iran" , che intende liberare il popolo iraniano dal controllo estero e farlo ritornare delle sue risorse.
All'inizio
dello scorso secolo
Anglo-Persiana , che realizzò , fino al 1950 , profitti di 180-200 milioni di sterline con l'estrazione di 31.750.000 tonnellate di petrolio grezzo. Lo Stato persiano ricevette le briciole di questi enormi profitti: appena 16 milioni , ossia il 9% sul totale .
In questo stesso periodo , le condizioni della popolazione erano peggiorate. L'80% della popolazione era denutrita; il consumo medio di pane era il più basso del Medioriente;
La mortalità infantile nel primo anno di vita arrivò al 51%; l'attrezzatura ospedaliera era pressocchè inesistente.
Prima del 1979 , cosa era successo allora?
Mohammed Mossadeq , capo del fronte Nazionale, tenne in parlamento il suo primo discorso sulla necessità di nazionalizzare l'industria petrolifera.
1951- Mossadeq decise la nazionalizzazione dei pozzi di petrolio iraniani , innescando un grave meccanismo di crisi internazionale ed animando al contempo un clima politico nazionale fortemente ostile al giovane sovrano.
1953- il sovrano è costretto all'esilio.
Subito dopo , grazie al massiccio ed ormai documentato supporto degli Stati Uniti, le forze lealiste guidate dal generale Zahedi ripresero il controllo del paese permettendo allo scià di tornare in patria ed arrestare Mossadeq.
Con la caduta di Mossadeq , lo scià Mohammad Reza , rientrato a Tehran dal breve esilio italiano , comprese la necessità di sviluppare solidi e duraturi legami con gli stati uniti.
Cominciò ad assumere un ruolo sempre più attivo nell'amministrazione dello Stato grazie al cospicuo aiuto finanziario degli stessi americani .
Nonostante l'orientamento filo-occidentale l'Iran mantenne rapporti con l'URSS.
SUL FRONTE INTERNO - si susseguirono deboli tentativi di democratizzazione, e si intensificò il controllo dello scià sulla vita politica del paese.
POLITICA ECONOMICA - "rivoluzione bianca" promossa dallo scià , mirava all'industrializzazione del paese e alla creazione di un capitale nazionale.
La situazione delle campagne continua ad essere esplosiva.
In segno della stabilità del paese e dei successi della rivoluzione bianca , lo scià nell'ottobre del 1967 cinse con una fastosa cerimonia la corona imperiale.
POLITICA PETROLIFERA - fu resa possibile all'Iran l'esportazione di petrolio in cambio di attrezzature industriali e agricole.
1972- l'Iran revocò le concessioni di sfruttamento delle riserve petrolifere detenute dalle società straniere , con le quali stabilì nuovi accordi per la vendita del greggio.
La sperequazione sociale tendeva ad aumentare , escludendo dai profitti non solo gli strati popolari e la classe operaia , costretta a condizioni di vita miserevoli , ma anche i ceti medi , professionisti e commercianti , già privati dell'accesso a qualsiasi forma di potere decisionale.
Inoltre era presente una durissima repressione sulla vita culturale e politica del paese.
Lo scià, per placare il pericolo di una insurrezione , promulgò la cosiddetta "riforma agraria" , cardine della sua "rivoluzione bianca"
N.B. - la riforma venne imposta allo scià dagli americani che giudicavano pericolosissima la situazione delle campagne. La miseria era tale che temevano che da un momento all'altro scoppiasse la rivolta. E loro, invece , avevano bisogno di "ordine" per i loro interessi petroliferi.
L'opposizione
al regime dello scià ed alla sua feroce e repressiva polizia segreta ,
Negli anni '60 l'università di Teheran venne chiusa a più riprese.
I giovani contestavano in modo particolare la scelta dello scià di spendere 250 milioni di dollari per le celebrazioni del 2500° anniversario dell'impero quando il paese era in forte crisi economica e sociale.
Il governo però ignorò le proteste.
L'opposizione più forte si riscontrò tra i giovani rampolli delle classi medio-alte e soprattutto tra gli studenti iraniani all'estero.
Le proteste si trasformarono in un bagno di sangue.
L'università di Teheran fu chiusa per tre giorni a causa delle proteste degli studenti contro la visita di Carter in Iran. Per la prima volta i ritratti della famiglia reale vennero dati alle fiamme durante le manifestazioni antigovernative.
I manifestanti mostravano per la prima volta i ritratti dell'imam Khomeini il cui ritorno in patria veniva invocato dalle masse.
Dal novembre 1978 agli inizi del 1979 si susseguirono manifestazioni e massacri. Dopo un eccidio compiuto dalla polizia governativa a Tabriz e a Teheran , parte dell'esercito gettò le armi e si schierò dalla parte del popolo.
Il grande errore dello scià fu quello di stroncare le opposizioni rafforzando il potere centrale.
Le opposizioni arrivavano da ogni parte , dalla destra dalla sinistra e soprattutto dal clero sciita, il cui massimo rappresentante , l'Ayatollah Ruhullah Khomeini ,dal suo esilio iracheno manteneva le fila della resistenza contro il potere dello scià.
Dall'Iraq Khomeini iniziò una furiosa campagna contro il monarca , sviluppando progressivamente una estesa sfera di opposizione politica al regime impostata sui principi dell'Islam e sulla denigrazione dei sempre più evidenti insuccessi della politica dello scià.
A partire dal 1977 si verificò una forte crescita del movimento di opposizione al regime , la cui direzione viene rapidamente conquistata dai religiosi sciiti guidati dall'Ayatollah Khomeini.
Nell'autunno 1978, nonostante sanguinose repressioni e l'introduzione della legge marziale , scioperi e manifestazioni portarono alla progressiva paralisi del Paese, tanto che nel gennaio 1979 lo scià fuggì dal paese che nei bui anni del suo dominio aveva dilapidato di ogni ricchezza.
Il popolo, in occasione della sua partenza, celebrò una grande festa.
Una settimana dopo la fuga dello scià, l'Imam Khomeini decise di tornare in Iran.
Alla fine del 1979 un referendum sancì la trasformazione dell'Iran in repubblica islamica, di cui, sotto la guida di Khomeini, fu primo presidente Bani Sadr. La sua destituzione (1981) rese definitiva la frattura tra l'opposizione religiosa , ormai organizzata nel Partito della repubblica islamica, e le formazioni politiche di ispirazione laica , su cui si abbattè una repressione non meno sanguinosa di quella praticata dalla monarchia.
Contrariamente a molte aspettative, la repubblica sopravvisse alla disastrosa situazione economica, politica e sociale in cui vide la luce, alla guerra scatenate dall'Iraq e alla morte dello stesso Khomeini.
La fondamentale differenza fra il governo islamico e le monarchie costituzionali o le repubbliche e questa: mentre i rappresentanti del popolo o il monarca si impegnano a produrre un ordinamento legislativo , nell'Islam il potere legislativo e la competenza a emanare leggi appartiene solo a Dio.
Il Santo Legislatore è l'Unico Legislatore.
Per questo
nell'Islam esiste un corpo di leggi già contenuto nel Corano e nella Sunna,
entrambi derivate direttamente da Dio [.] il governo islamico perciò è in
termini stretti il governo della Legge e solo coloro che conoscono
Il progetto khomeinista
Cosa cambiò per la donna?
La donna sotto la dinastia Pahlavi:
Reza
Pahalavi ,divenuto Scià nel 1926 cominciò con metodi dittatoriali , un iter di
modernizzazione del Paese in senso occidentale che in qualche modo aiutò le
donne , bandendo il velo e aprendo anche alle studentesse l'Università di
Teheran (1936). Il figlio, Mohammad Reza Pahlavi, succedutogli nel 1942,
proseguì la politica di modernizzazione del padre, ampliando i benefici
riguardanti le donne, e adottando una serie di provvedimenti che favorirono
l'emancipazione femminile. Queste misure rientravano nel quadro di un programma
di riforme, noto come 'rivoluzione bianca', che avevano lo scopo di
modernizzare l'Iran nel più breve tempo possibile, continuando la sfida che il
padre aveva intrapreso agli inizi degli anni '20. Con la "rivoluzione bianca",
le donne iraniane, oppresse per tanti secoli dalla sharī'a islamica,
finalmente acquisivano il diritto di voto sia attivo che passivo; lo stato di
famiglia veniva riformato con l'introduzione di codici progressisti che
proteggevano il diritto delle donne in questioni come il divorzio e che
limitavano la poligamia.
Ma il sistema politico dello Scià era comunque vessatorio, ed obbligava il
Paese ad un'occidentalizzazione in qualche modo forzata per cui le donne si
ribellarono, opponendo una forma di resistenza passiva: cambiarono così, in
segno di protesta, il loro modo di abbigliarsi ed indossarono un mantello lungo
e largo che copriva tutto il corpo, al posto dello chador, ed avvolsero
la testa in un grande foulard. Quando esplose la rivolta di popolo, ispirata
dall'ayatollah Rūḥollah Khomeynī, le donne di ogni
estrazione sociale sfilarono in prima fila opponendosi al regime dello Scià, e
spesso utilizzando proprio lo chador come metafora della ribellione. Lo
Scià fu costretto a fuggire e il 30 marzo 1979 venne proclamata la Repubblica
Islamica.
Le donne sotto il regime di Khomeini:
L'ayatollah Khomeini
era decisamente contrario all'occidentalizzazione inaugurata dalla dinastia
Pahlavi, poiché sosteneva che una politica sviluppata in quel senso avrebbe
allontanato la popolazione dai princìpi del Corano. Per questo motivo, prima
ancora che venisse proclamata la Repubblica Islamica, il 6 marzo 1979, cominciò
ad annunciare una serie di misure restrittive della libertà delle donne: tutte
le giudici furono private del loro incarico, alle donne s'impedì l'accesso alla
facoltà di diritto. Khomeini lanciò addirittura una fatwa in cui si
dichiarava formalmente che «le donne membri e sostenitori dei Mojahedin,
il maggior gruppo di opposizione ai mullah, possono essere uccise,
torturate, violentate e le loro proprietà confiscate»
Le donne venivano viste come l'incarnazione della seduzione sessuale e del
vizio, e per nascondere tale potere seduttivo, venne imposto un severissimo
codice del costume che doveva essere rispettato da tutte le donne nei luoghi pubblici.
Il hijab (dal termine arabo coprire), doveva essere indossato da tutte
le donne: i capelli ed il corpo ad eccezione della faccia e delle mani,
dovevano essere coperti. Era proibito inoltre l'uso di cosmetici e sorridere
per strada. Alle donne veniva nuovamente negato l'accesso all'istruzione
superiore e fu proibito il lavoro senza il consenso del marito. Chiunque avesse
infranto queste leggi veniva sottoposto a punizioni: queste variavano dalla
reprimenda verbale a 74 frustate fino all'imprigionamento da un mese a un anno.
La più grave di tutte era la morte per lapidazione. Questa, tutt'ora praticata,
è una forma di punizione legale in caso di condotta sessuale indegna, il cui
scopo è quello di infliggere grandi sofferenze e dolore prima del
sopraggiungere della morte. Per quanto riguarda il matrimonio, l'età legale
nella quale le ragazze potevano sposarsi era di 9 anni lunari. La poligamia era
legale: gli uomini potevano avere fino a 4 mogli ed un numero illimitato di
mogli temporanee, in base all'istituto della mut'a al-nisa',
ammesso dal solo Sciismo ma non dal predominante Sunnismo nell'Islam.
Il potere di prendere tutte le decisioni riguardanti la famiglia, inclusa la
libertà di movimento delle donne e la custodia dei figli, spettava solo ed
esclusivamente all'uomo.
Le donne sotto il regime Khatami:
Quando Mohammad
Khatami fu eletto Presidente, nel 1997, vennero introdotte nuove leggi e
adottate nuove severe politiche sia nel campo dell'istruzione che della sanità
che avevano come obiettivo quello di segregare donne e uomini.
Nel 1997 alcuni membri del parlamento suggerirono l'attuazione di alcune misure
restrittive che trasformassero le scuole femminili in 'zone vietate agli
uomini' implicando la condizione che tutti i componenti del corpo docente
e del personale fossero donne.
A partire dal settembre 1999 alle insegnanti donne fu impedito l'accesso in
aule maschili e, viceversa, agli insegnanti uomini fu vietato l'accesso alle
classi femminili.
Anche nel campo della sanità furono applicate misure segregative, e nell'aprile
del 1997 il Parlamento approvò una nuova legge secondo la quale gli ospedali
dovevano separare, a seconda del sesso, tutti i servizi ospedalieri.
Sempre nel 1997 il Centro Giudiziario Martyr Ghodusi, una delle più importanti
branche della magistratura, specializzata nella lotta contro le manifestazioni
della cultura occidentale, considerata decadente e satanica, su richiesta della
fazione più estrema del regime, introdusse delle nuove regole particolarmente rigide
sull'abbigliamento femminile, emanando una hejab, o codice del costume, rigorosissima. La pena
prevista in caso di non rispetto delle regole andava dalla prigione (da tre
mesi a un anno) all'ammenda e alla flagellazione. Le donne che indossavano «un
foulard leggero che non copra completamente la capigliatura o il collo» delle
«gonne senza indossare un lungo mantello sopra», dei «mantelli corti» o dei
«tagli alla moda» o dei «colori sgargianti» correvano seri rischi di essere
arrestate, caricate su pulmini e portate ad un centro contro la «corruzione
sociale». A causa di questo regime così oppressivo, durante il periodo di
Khatami, l'età media delle prostitute è passata dai 27 ai 20 anni, e il numero
delle ragazze fuggite da casa è salito del 30%. È inoltre aumentato il numero
dei suicidi delle donne; ben quattro volte di più rispetto agli uomini.
Le donne iraniane al giorno d'oggi:
Con
l'avvento del nuovo secolo, le donne hanno preso maggior coscienza della loro
situazione, percependola come un'ingiustizia: nel 2001, infatti, le donne sono
state le protagoniste delle cinque maggiori manifestazioni in Iran e hanno
fatto emergere il loro odio per il regime misogino dei mullah gridando
'abbasso Khatami, abbasso Khomenei'. Ma la presa di coscienza,
sebbene rappresenti un passo avanti rispetto al passato, non basta a modificare
la situazione. Dall'elezione del nuovo Presidente iraniano la repressione
contro le donne è nettamente peggiorata: il nuovo Ministro della Giustizia Jamal
Karimi-Rad ha, infatti, dichiarato alla stampa, nell'agosto del 2005, che le
donne «impropriamente velate» saranno trattate come se non indossassero per
nulla il velo. L'accusa alle donne è di «non rispettare le virtù islamiche» e
di indossare «vesti repulsive ed immorali». Il bersaglio privilegiato dei
gruppi paramilitari e delle polizie private sono le giovani donne, prese di
mira per cercare di non far perdere le antiche tradizioni islamiche basate sul
rispetto del Corano. Nella città di Shahin-Shahr, il tribunale ha reso noto,
tramite pubblici annunci, che coloro che violeranno il codice d'abbigliamento
verranno portate in giudizio e condannate alla pena di 100 frustate in
pubblico.
Ali Khamenei, il supremo leader religioso iraniano, sostiene che le donne del
suo paese non hanno diritto ad un'attività politica e sociale, in quanto il
loro unico scopo nella vita deve essere quello di rimanere a casa, di mettere
al mondo i bambini, allattarli, crescerli ed educarli. Anche da punto di vista
fisico, psicologico ed emotivo, sempre secondo Ali Kakalì, le donne, sono
troppo deboli rispetto all'uomo.
E questo è nascere donna sotto una cultura islamica.e si pensa sia terribile e si pensa che il nostro mondo è lontanissimo..ma è davvero così?
Siamo libere nelle nostre scelte di vita?
CATANIA 1854
".Era morta povera capinera! Eppure il suo scodellino era pieno. Era morta perché in quel corpicino c'era qualche cosa che non si nutriva soltanto di miglio, e che soffriva qualche cosa oltre la fame e la sete."
3 settembre 1854
".immaginati un cieco nato che per miracolo riacquisti la vista."
"Sarò una peccatrice.ma allorchè sul far della notte, veggo la moglie del castaldo che recita il rosario col suo figlioletto più grandicello fra le ginocchia, seduta accanto al fuoco che cuoce la minestra di suo marito, dimenando col piede la culla in cui dorme il suo bimbo , mi pare che la preghiera di quella buona donna , calma, serena, piena di riconoscenza per la felicità prodigatale dal buon Dio debba salire sino a Lui assai più pura della mia, che è piena di turbamenti , di ansie , di desideri che non convengono al mio stato , e dai quali non posso difendermi interiormente."
Maria , la nostra piccola capinera , desiderava solo la normalità.
Era stata monacata a forza e questa sua condizione le stava stretta.ma ha impiegato vent'anni per capirlo , ma si sentiva ugualmente colpevole.
Colpevole di una colpa non sua.
Si era innamorata di un uomo che non era il suo Dio! Era un uomo fatto di carne e ossa.. Ma non le era permesso.
E la sua vita è finita tra la follia e la disperazione.
E mille lacrime i suoi occhi hanno gettato per la sua libertà che è stata imprigionata.
Il padre se pure le voleva bene era schiavo di una cultura ormai radicata.
"Me ne sto
lì seduta assente e cose strane che mi passan per la mente.
Avrei una voglia di gridare ma non capisco a quale scopo
poi d'improvviso piango un poco e rido quasi fosse un gioco.
Se sento voci non rispondo e vivo in uno strano mondo
dove ci son pochi problemi dove la gente non ha schemi.
Non ho futuro né presente e vivo adesso eternamente
il mio passato è ormai per me distante. Ma ho tutto quello che mi serve
nemmeno il mare nel suo scrigno a quelle cose che io sogno
e non capisco perché piango. Non so che cosa sia l'amore
e non capisco il batticuore per me un uomo rappresenta
chi mi accudisce e mi sostenta. Ma ogni tanto sento che
gli artigli neri della notte mi fanno fare azioni non esatte.
D'un tratto sento quella voce e qui comincia la mia croce
vorrei scordare e ricordare la mente mia sta per scoppiare
E spacco tutto ciò che trovo ed a finirla poi ci provo
tanto per me non c'è speranza di uscire mai da questa stanza.
Sopra un lettino cigolante in questo posto allucinante
io sogno spesso di volare nel cielo. Non so che male posso fare
se sogno solo di volare io non capisco i miei guardiani
perché mi legano le mani. E a tutti i costi voglion che
indossi un camice per me le braccia indietro forte spingo
e questo punto sempre piango. Mio Dio che grande confusione
e che magnifica visione un'ombra chiara mi attraversa la mente.
Le mani forte adesso mordo e per un attimo ricordo
che un tempo forse non lontano qualcuno mi diceva t'amo.
In un addio svanì la voce scese nell'animo la pace
ed è così che da quel dì io son seduta e ferma qui."
Don backy Sognando
e.. se la prigionia di Maria era principalmente una condizione psicologica e solo dopo fisica, la storia di Pia de Tolomei ha un ordine assolutamente contrario. Questa è la storia di un'assoluta sottomissione di una donna ad un uomo.
SIENA / MAREMMA XIII SECOLO
'Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato de la lunga
via',
seguitò 'l terzo spirito al secondo,
'Ricorditi di me, che son
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che 'nnanellata pria
disposando m'avea con la sua gemma'. »
(Purgatorio V, 130-136)
Chi è Pia de Tolomei ?Pia ha molte storie , molte leggende , ma non sappiamo quante di queste possano rispecchiare la sua verità.
Di sicuro, il ricco e potente marito, la uccise o la fece uccidere. Forse avvelenandola, forse strangolandola oppure facendola precipitare dalla finestra della camera nuziale del Castel di Pietra, in quello che viene ancor oggi chiamato salto della Contessa.
In ogni
caso, la sua morte venne fatta passare come un disgraziato incidente. Ma se
chiara non è la modalità della morte della bella Pia, oscuro è anche il
movente. Forse la donna tradiva il marito? Oppure fu soltanto la vittima delle
calunnie di un certo Ghino, al quale il marito, in partenza per la guerra,
aveva lasciato in custodia la giovane moglie e che volle vendicarsi sulla
povera Pia che gli aveva negato le sue grazie? Oppure era lo stesso Nello che
si era invaghito di un'altra donna, Margherita, e che decise di eliminare la
ormai scomoda moglie? O che la voleva punire per non avergli dato figli maschi?
C'è chi avanza anche un'altra teoria. Qualcuno avrebbe scorto l'ombra furtiva
di un uomo che usciva dalla stanza di Pia, abbracciandola e l'avrebbe riferito
al legittimo consorte. Il quale non ci pensò due volte a punire l'infedele
moglie. Apprendendo successivamente che, in realtà, era stato vittima di un
tragico equivoco: l'uomo così in confidenza con la moglie altri non era che il
fratello di lei, costretto ad incontrarla di nascosto perchè parteggiava per
una parte politica avversa ai Pannocchieschi.
Forse in questi racconti c'è la verità, ma non lo sapremo mai. Dante stesso,
non volle essere preciso, probabilmente perchè la vicenda, allora appena
avvenuta, era ben nota a tutti e quindi non occorreva scendere in dettagli; o
forse per paura di inimicarsi il potente casato dei Pannocchieschi, in un
momento in cui, cacciato da Firenze, era costretto a trovare ospitalità nelle
corti della Penisola.
Come abbiamo visto la storia di Pia è intrecciata ,oscura ,con molti troppi risvolti.
Vero è che Pia ,qualsiasi sia la sua storia ,non meritava la morte.
Non meritava la prigione.
"Pia è un viaggio in una vicenda umana di eterna coerenza, un viaggio nel mondo femminile così diverso da quello maschile, un'incursione nel cuore di una donna, una donna come tante donne,
nella sofferenza , nell'incomprensione, nelle passioni che tutti noi , lungo il percorso della vita facciamo."
Pia è così lontana , ma inevitabilmente vicina al nostro mondo.
Era una donna che , forse per un'incomprensione , ha perso tutto.
Diventata prigioniera , pur essendo sempre stata innocente.
Suo marito , il suo amore, non le ha creduto , non ha avuto fiducia in quella che era la persona più importante della sua vita.
Questo comportamento è analogo ai matrimoni moderni .
Matrimoni scoppiati, gelosie portate alle estreme conseguenze, in un mondo di ordinaria follia.
Allora la storia di Pia è anche la nostra storia.
Donna incompresa , donna che soffre , sempre e comunque donna.
Una donna che ha perso la cosa più bella della vita , la sua libertà!
La libertà è l'unico vero dono che abbiamo , perdendo quello non ci sono più motivi per vivere.
Nello le ha rubato la vita. Senza preoccuparsi della verità . Accecato solo dal pensiero di essere stato tradito.
Ma perché il tradimento di un uomo è lecito e quello di una donna viene condannato?
Nello ha condannato Pia per un tradimento che probabilmente lei non aveva mai commesso , le ha rubato l'anima e l'ha rinchiusa in un castello.
"la finestra ha cento sbarre , mille. Non respiro più."
Gianna Nannini
Pia richiusa. Pia prigioniera. Pia che vede la morte. Pia che ricorda la sua vita.
Pia innocente e prigioniera.
Pia nel castello è a metà strada tra la vita e la morte, in quel lasso di tempo che sembra quasi un fermo immagine.
Davanti quella porta , la porta che Nello ha chiuso , quella porta che quando si aprirà la porterà alla morte.
Dietro di lei invece una finestra , da quella finestra entrano i ricordi , entra la vita che un tempo aveva.
"Dolente Pia . Col capo chino ,la fronte al seno. Pensa a quei giorni del passato , ricordi in fior."
Gianna Nannini
Troppi ricordi. I ricordi di una donna che ha perduto l'amore , la libertà , la vita!
Quanta sofferenza , quanto dolore , e soprattutto quante donne anche oggi sono come Pia?
Forse troppe.
E forse un po' di Pia è dentro ognuno di noi.
Dolente Pia. Incompresa Pia. Donna di mille sofferenze. Ha pagato per le bugie di qualcun altro.
"Ma l'amore , questo Amore , marcisce dietro a quella porta . Fa sempre freddo , in quelle mura, il cielo è chiaro ma la terra resta scura. Poi il primo verde , la lunga luce, pensa a quei giorni del passato , ricordi in fior. Dolente Pia innocente e prigioniera."
La storia di Pia è stata una realtà nel passato, e questa realtà continuerà a ripetersi. In ogni lacrima di donna versata per la delusione di un amore.
Nella sofferenza che si prova nell'essere abbandonate, in ogni pianto in ogni commozione.
Incapaci di odiare chi ci fa soffrire perché l'amore è più forte. Sappiamo anche perdonare, anche quando il dolore è stato immenso.
Pia è morta , piangendo, dimenandosi , soffrendo per un amore che l'aveva abbandonata senza dare spiegazioni. Nello ferito, l'ha condannata credendo ad un amico piuttosto che al suo amore.
Ognuno crede solo a ciò che vuole credere.
.Pia prigioniera.e aldilà di quelle sbarre cosa resta delle sue speranze???
Da Pia scendiamo ulteriormente nel nostro ciclo temporale.
e. approderemo nella vita di qualcuno che ha donato la sua all'astronomia ed è stata uccisa solo perché la sua intelligenza era in contrasto con la stupidità di un'autorità.
ALESSANDRIA D'EGITTO IV SECOLO
Ipazia nacque ad Alessandria nella seconda metà del IV secolo. Non è possibile stabilire con maggiore precisione l'anno della sua nascita: il lessico Suda sostiene che ella «fiorì durante il regno d'Arcadio», ossia dal 395 al 408, che comporterebbe una data di nascita oscillante dal 355 al 368, anche se la maggior parte degli studiosi crede di poter indicare la sua nascita intorno al 370.
Nulla si sa della madre e il fatto che i saluti rivolti a Ipazia e agli altri famigliari nelle lettere del suo allievo Sinesio non la citino mai, fa ritenere che, almeno nel 402, ella fosse già morta. Si sa di un fratello di nome Epifanio, dedicatario sia del Piccolo commentario alle Tavole facili di Tolomeo, che del IV libro dei Commentaria a Tolomeo, del padre Teone.
Dubbia è la possibilità che avesse un altro fratello di nome Atanasio; nelle lettere in cui Sinesio saluta Ipazia: «Abbraccia per me la venerabilissima e piissima filosofa, il beato coro che gode della divina voce, ma soprattutto il beatissimo padre Teotecno e il compagno nostro Atanasio» e «stammi bene e salutami i compagni felici, cominciando dal padre Teotecno e dal fratello Atanasio», l'ipotesi che Teotecno - Teone è effettivamente il diminutivo di Teotecno - e Atanasio indichino rispettivamente il padre e il fratello di Ipazia, non ha la maggioranza dei consensi dei commentatori.
Noto è invece il padre, «Teone, il geometra, il filosofo d'Alessandria», che studiava e insegnava ad Alessandria, dedicandosi in particolare alla matematica e all'astronomia - osservò l'eclisse solare del 15 giugno 364 e quella lunare del 26 novembre - e che sarebbe vissuto almeno per tutto il regno di Teodosio (378-395). Che Ipazia sia stata allieva prima e collaboratrice del padre poi è attestato dallo stesso Teone il quale, in capo al III libro del suo commento al Sistema matematico di Tolomeo, scrive che l'edizione è stata «controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia». Non è chiaro il tipo di controllo esercitato da Ipazia: se si sia trattato di una semplice revisione del commento paterno, di integrazioni al testo, ovvero di editare l'intero testo di Tolomeo.
Le fonti antiche sono concordi nel rilevare come non solo Ipazia fosse stata istruita dal padre nella matematica ma, sostiene Filostorgio, anche che «ella divenne molto migliore del maestro, particolarmente nell'astronomia e che, infine, sia stata ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche». Filostorgio non è soltanto una storico della Chiesa, ma anche un appassionato, se non un esperto, di astronomia e di astrologia, e le sue affermazioni trovano conferma in Damascio il quale scrive che Ipazia «fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l'aveva introdotta, ma non senza altezza d'animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche»
Matematica, astronoma e filosofa, come aveva già attestato il padre: Ipazia aveva tutti i titoli per succedere al padre nell'insegnamento di queste discipline nella comunità alessandrina, nella tradizione del glorioso Museo fondato quasi 700 anni prima da Tolomeo I Soter. Anche se il vecchio Museo non esisteva più da quando andò distrutto al tempo della guerra condotta da Aureliano, la tradizione dell'insegnamento delle scienze mediche e matematica era però continuata ad Alessandria, mantenendo intatto l'antico prestigio, come conferma anche Ammiano Marcellino, e Ipazia, già almeno dal 393 era a capo della scuola alessandrina, come ricorda Sinesio, giunto ad Alessandria da Cirene per seguirvi i suoi corsi.
Le fonti antiche le attribuiscono sicuramente un commentario a un'opera di Diofanto di Alessandria, che dovrebbe essere, secondo gli interpreti, l'Arithmetica, e un commentario alle Coniche di Apollonio di Perga. È dubbio se ella abbia composto anche un'opera originale sull'astronomia, un Canone astronomico: la notizia di Suda - «scrisse un commentario a Diofanto, il Canone astronomico, un commentario alle Coniche di Diofanto» - non permette di comprendere se quel canone sia in realtà un commento a un'opera di Tolomeo, possibilmente quella già nota e citata dallo stesso padre Teone.
La mancanza di ogni suo scritto rende problematico stabilire il contributo effettivo da lei prodotto al progresso del sapere matematico e astronomico della scuola di Alessandria: a dire del Kline, quella scuola «possedeva l'insolita combinazione di interessi teorici e interessi pratici che doveva rivelarsi così feconda un migliaio di anni più tardi. Fino agli ultimi secoli della sua esistenza godette di piena libertà di pensiero che è un altro degli elementi essenziali per il fiorire di una cultura e fece compiere importanti passi avanti in numerosi campi che dovevano diventare fondamentali nel Rinascimento: la geometria quantitativa piana e solida, la trigonometria, l'algebra, il calcolo infinitesimale e l'astronomia».
Progressi sulle conoscenze ereditate fino ad allora sono rivendicate dall'allievo di Ipazia, Sinesio, che nel 399 scriveva che Ipparco, Tolomeo e i successivi astronomi «lavorarono su mere ipotesi, perché le più importanti questioni non erano state ancora risolte e la geometria era ancora ai suoi primi vagiti»: ora si è ottenuto di «perfezionarne l'elaborazione». E Sinesio fornisce un esempio di tali perfezionamenti e dell'unione di interessi teorici e pratici dall'astrolabio da lui fatto costruire e «concepito sulla base di quanto mi insegnò la mia veneratissima maestra [] Ipparco lo aveva intuito e fu il primo a occuparsene, ma noi, se è lecito dirlo, lo abbiamo perfezionato» mentre «lo stesso grande Tolomeo e la divina serie dei suoi successori» si erano contentati di uno strumento che servisse semplicemente da orologio notturno.
Da queste parole si rileva che i matematici e gli astronomi del tempo di Ipazia non consideravano affatto l'opera di Tolomeo l'ultima e definitiva parola in fatto di conoscenza astronomica: al contrario, essa era correttamente ritenuta una semplice ipotesi matematica, segno che per gli astronomi alessandrini era necessario proseguire le ricerche in questo campo per giungere possibilmente alla reale comprensione della natura e della disposizione dell'universo. L'idea di un Tolomeo sistematore della realtà astronomica appartiene alla più tarda epoca medievale.
Un altro strumento costruito su indicazioni di Ipazia fu un idroscopio: «un tubo cilindrico avente la forma e la misura di un flauto. In linea perpendicolare reca degli intagli, a mezzo dei quali misuriamo il peso dei liquidi. Da una delle estremità è otturato da un cono fissato strettamente al tubo, in modo che unica sia la base di entrambi. È questo il cosiddetto barillio. Quando s'immerge il tubo nell'acqua, esso rimane eretto e si ha in tal modo la possibilità di contare gli intagli, i quali danno l'indicazione del peso».
La sua morte.
Nel marzo del 415 un gruppo di monaci, guidati da un lettore di nome Pietro, si appostarono per sorprendere Ipazia nel suo ritorno in casa: «Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brani del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli».
Il mandante dell'omicidio fu il vescovo Cirillo: questi, «si rose a tal punto nell'anima che tramò la sua uccisione, in modo che avvenisse il più presto possibile, un'uccisione che fu tra tutte la più empia». Anche Damascio sottolinea la brutalità dell'omicidio: «una massa enorme di uomini brutali, veramente malvagi [] uccise la filosofa [] e mentre ancora respirava appena, le cavarono gli occhi».
.e..così Ipazia fu uccisa , le fu estirpata la sua vita.e con quale pretesto???
Forse era troppo intelligente , forse solo perché era una Donna.
o.. probabilmente perché era una DONNA INTELLIGENTE!!!
Con la figura di Ipazia di Alessandria siamo giunti al vertice della nostra discesa temporale.
Siamo discesi dal 1979 fino al IV secolo e adesso ricomincia il ciclo con una sorta di ascesa temporale.
"Non vogliamo un'organizzazione separata di donne comuniste. Una comunista è membro del partito così come lo è il comunista. Essi hanno gli stessi diritti e doveri. (.) il partito deve disporre degli organismi (gruppi di lavoro, commissioni, comitati ,sezioni, poco importa il nome) con l'obbiettivo specifico di risvegliare le vaste masse femminili"
(Le vaste masse femminili andavano risvegliate.erano addormentate.)
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.e cosa più importante non deve essere dipendente dall'uomo.
Bisogna riconoscere il potenziale Femminile , che a volte è anche maggiore di quello maschile.
Mele marce esistono in entrambi i sessi.come anche i geni.
Nessuna discriminazione , nessun sesso prevale sull'altro, sono entrambi "situazioni indispensabili" per un corretto funzionamento dell'esistenza.
PARIS 1949
La condition féminin dans le 1949 est témoigne par Simone de Beuvoir .
Sourtout dans l'oeuvre " Le deuxième sexe " :
L'oeuvre démythyfie l'image de la femme transmise par la tradition et fait scandale à sa parution en 1949.
La faiblesse qu'on prétend attribuer à la femme dépend des moeurs et non pas de sa nature.
L'éducation traditionelle lui apprend à être belle , réservée , à se taire, à accepter son statut d'inferiorité. Seulement l'indépendance économique, le travail peuvent lui garantir et assurer une indépendance sociale et une liberté sentimentale. Voilà pourquoi la raison de phrase célèbre du livre : On ne nait pas femme , on le devient !!!
L'auteur associe l'oppression de l'homme sur la femme à toutes celles qui limitent les droits des minorités sociales , de race ou de classe, mais l'aliénation féminine est plus tragique que les autres parce qu'elle n'est pas naturelle , elle est crée par la societé , elle lui imposée par l'homme.
Aucune loi biologique ne détermine la condition féminine , c'est la société qui à permis a l'homme de reléguer la femme au rang de créature frivole , puérile , irresponsable , le problème de la femme a toujours été un problème d'homme.
è arrivato il momento di chiudere il ciclo temporale
La donna è portatrice di mille caratteristiche che possono essere raffigurate in modi diversi e sempre nuovi
Prima di arrivare alla mia raffigurazione , soffermiamoci con un pò di silenzio e attenzione su un dipinto del grande Maestro (Picasso).
LE DONNE DI ALGERI 1955
Dal 1955, con Le donne di Algeri, ripreso da Delacroix, Picasso rinnova la polemica sulla storicità del fatto artistico (chiarendo che nulla è immutabile o valido in sé, ma è comunque suscettibile di modificazione e critica) ironizzando sulle opere di Velasquez, del quale ripropone la tela Las Meninas in 48 versioni diverse, di Goya, Delacroix, Manet, Courbet. Nel 1958 esegue, per il palazzo dell'Unesco, il pannello con La caduta di Icaro. Nel 1966 riceve il Premio Lenin per la pace.
L'odalisca in primo piano , fortemente connotata da tratti sensuali , segna il leit-motiv tematico ed espressivo della composizione. Picasso rende omaggio alla visione occidentale dell'Harem come immagine sexy , ' voluttuoso paese delle meraviglie intriso di sesso sfrenato '. Questa immagine della donna e dei rapporti fra i sessi nell'Islam, improntata a un'orgiastica lussuria , è un'invenzione dell'Occidente.
Bisogna riconoscere l'alto grado di ignoranza che pervade le nostre coscienze occidentali.
e non conosciamo nulla di quel mondo così diverso
sputiamo sentenze su qualcosa che fondamentalmente ci fa paura
Senza preoccuparci minimamente di conoscere la realtà.
Picasso ha rappresentato ciò che è la visione occidentale di una realtà a noi completamente estraneauna visione materialistica di qualcosa che va oltre il materiale.
Siamo tornati inevitabilmente al punto di partenzadalla donna islamica in Iran alla visione dell'harem islamico.
La donna nelle suo concetto più generale è pervasa da mille pregiudizi, che ci demoralizzano ma non ci uccidono.
Come ho accennato all'inizio del mio percorso , ho voluto raccontare una storiache mi portasse a vivere qualcosa che non vivrò mai, ma che racchiude , se pur nella sua tragicità , il mio concetto di Donna.
Il nostro ciclo temporale ha segnato le caratteristiche fondamentali della mia Donna.
La mia Donna è stata segnata da una violenza , perpetuata da un soldato durante la guerra nel suo paese (Iran).
E' stata costretta a far crescere dentro di se il frutto di quella violenza, e se pur dentro di se cresceva l'odio per il suo stupratore cominciava a nascere l'amore.
L'amore per quel figlio , che anche se non voluto , rimaneva sempre suo figlio.
Il figlio di un dolore atroce che ha segnato la sua vita , la sua dignità , il suo orgoglio.
.. e la mia Donna non si dava pace per essere stata debole, e non aver avuto la forza di reagire
Era stata in quel momento prigioniera di un uomo proprio come Pia, e chiedeva a Dio perchè l'aveva fatta prigioniera , proprio come la povera Maria , meglio conosciuta come la nostra Capinera.
Era intelligente , e voleva rompere gli schemi di quella società in cui si sentiva oppressa.
Lottava e cercava di affermarsi proprio come Ipazia.
La mia Donna era testimonianza di una condizione femminile che doveva ( e
dovrebbe ) essere assolutamente cambiataproprio come diceva
Spesso non si sa nulla delle storie degli altri , e la mia Donna lo sapeva benenon poteva trovare una sistemazione per quel bambino che portava in grembo.
Nessuno l'avrebbe accolta.
I pregiudizi pervadono la mente e sono la linfa dell'ignoranza
La mia Donna ha vissuto tutto questo , ma il suo essere Donna e il suo essere in qualche modo anche madre l'ha portata a prendersi la sua rivincita.
Certe rivincite però non le si può vivere completamente.
e il suo bambinoè il figlio del dolore !!!
La principale fonte di ispirazione della mia storia è la canzone «Il figlio del dolore » di
A. Celentano e Nada. Segue il testo della canzone :
LEI
Tu mi sfondavi col tuo corpo
mentre due dei tuoi
si divertivano a tenere
larghe le mie gambe
e ogni volta che spingevi
con rabbia lo facevi
mentre di dentro
morivo dal dolore
con uno straccio in bocca
fermavi le mie grida
e quando poi esausto
da me tu sei uscito
a turno i tuoi compagni
han ricominciato
tu ridevi mentre sanguinavo
la tua malvagità
nel mio grembo morirà
poiché è proprio dal mio grembo che rinascerai
e mentre in cuor mio
per sempre morirai
come un fiore dal mio grembo tu rinascerai
LUI
tu vuoi far nascere colui
che giudicherà
chi violentò la madre sua
nel giorno che lo concepì
io guardarlo non potrò
se un dì mi chiamerà
e mi racconterà che lui è figlio mio
lui mi disprezzerà e io maledirò
il giorno che la madre mia mi partorì
e mi abbandonerà e non avrà pietà
per le lacrime che io verserò
LEI
Tu gli racconterai
che tu non eri tu
ma solo il frutto di quell'odio
di chi amare non sa
figlio mio gli dirai
la mia malvagità
morì quel giorno che nascesti, nascesti tu
e gli dirai che tu pagherai i tuoi crimini
di fronte agli uomini e poi davanti a Dio
così lui capirà
che il suo vivere
è il seme di un amore che germoglierà
E l'odio finirà solamente se
gli uomini sapran risorgere dentro di sé.
.adesso racconterò la storia della mia Donna.
Il racconto integrale non è stato possibile allegarlo.il racconto che seguirà contiene le parti più significative del testo.
Il racconto è introdotto da una poesia "Bimbo solo nella notte" , che mette subito in rilievo i sentimenti della protagonista.
IL FIGLIO DEL DOLORE (2009)
BIMBO SOLO NELLA NOTTE
Quante lacrime
E tu bimbo solo nella notte.
Mille e più corpi hai visto li per terra
Senza un respiro
Io ti amo e non ti conosco
Attraverso le mie lacrime d'avorio prendi ossigeno
Quante persone moriranno ancora
Quanta gente cadrà in terra
Bimbo solo nella notte
Piangi e non hai ancora aperto gli occhi
Vita di una terra corrotta
Lacrime di una mamma morta
Quante persone moriranno ancora
Quanta gente cadrà in terra
E se sei solo nella notte
Scappa via da questo orrore
Vivi dentro me
Un casa troppo fragile
E se la vita ti ha offerto solo questo
Ho pensato
Forse è meglio rimanere fermi immobili
La vita non esiste
Ma tu
Bimbo solo nella notte
Devi aprire gli occhi
E giudica tu questa terra
I corpi calpestati senza giusta sepoltura
Le mosche che si poggiano sui cadaveri
Le lacrime di un bambino
Che ha fame
Ha sete
Ha voglia di avere ancora una madre
Quante persone moriranno ancora
Quanta gente cadrà in terra
Bimbo solo nella notte
Piangi e non hai ancora aperto gli occhi
Vita di un terra corrotta
Lacrime di una mamma morta
Abbi fiducia in quel Dio che sta lassù
Anche se io non ci credo più
Ti prego non perdere le speranze rimani solo tu!
I.
Fumo. C'è solo fumo qui. Non c'è sereno . Mi brucia l'anima e non riesco a vedere oltre quelle nubi. Tutta la notte ho sentito urla e adesso improvvisamente il silenzio. Cosa c'è oltre quelle nubi ???
Non riesco a vedere , non riesco a capire .non riesco a pensare.
E' come quando vuoi fuggire ma continui a ripeterti che devi lottare , ma lottare per cosa ?? .ho visto i corpi a terra , sento il loro odore di morte,
un odore che forse farò anch'io.
Ma anche per lui??? Anche per lui vale questa guerra, questo odore??
..lui non è ancora nato e già sente il dolore.
Il mio dolore , lui vede attraverso i miei occhi , è dentro di me , anche se non per mia volontà!!!
Ma non è sua la colpa . la colpa è dell'odio , dell'odio di chi non sa amare!!
Quell'odio che mi ha logorato quella notte , quella notte che ho pianto contro Dio perché mi ha fatto donna.se fossi stata un uomo quella notte la mia vita non sarebbe stata violentata e lui non sarebbe ora dentro me.
Lui è il mio bambino , non è colpa sua se gli uomini sono cattivi , se c'è la guerra , lui non ha colpe , è solo una vittima perché fuori dal mio grembo vedrà subito la distruzione del mondo.
Sono sotto le macerie di una casa troppo fragile per resistere anche ad una bomba lontana , sono qui da parecchie ore ormai , spero solo lui stia ancora bene.io posso morire ma lui ancora non ha vissuto , c'è sempre qualcosa per cui vale la pena vivere , lui deve vedere cosa c'è oltre queste nubi .
Lui deve amare .lui saprà amare.e pagherà per i suoi errori davanti agli uomini e poi davanti a Dio!!!
Ma tu Dio adesso dove sei? Sei morto anche tu?
Perché non ci salvi?
Non so se ci sei davvero . ma se puoi aiutami . salva almeno lui!!
Lui non ha mai visto la vita con i suoi occhi, per adesso lo sto proteggendo
Ma il mio corpo non è forte e potrebbe non bastare, aiutalo tu , fallo vivere , fallo vivere in paesi lontani dove non c'è guerra.
Fallo vivere come una persona che non ha timore di dire agli altri le proprie idee, fallo vivere senza terrore . ti chiedo soltanto di farlo vivere!!!
Io non riesco più ad amare , da quella notte la mia vita è il mio odio.
Cerco di reagire. ma qui c'è solo morte . tra le macerie ho visto i corpi di mille bambini e ho pensato che forse un giorno li sotto ci potrà essere il mio.
Perché vorrei poter sperare che un giorno la guerra finisca .
Ma non si vive di soli sogni .forse finirà qui.
Ma ci sarà un'altra terra fertile come questa , che morirà in una battaglia con una terra più potente.
Non voglio che mio figlio sia mandato allo sbaraglio nel mondo come si mandano i soldati in guerra.
Dio salva anche me!
II.
Credimi , ho sempre sognato la libertà.
Adesso la sogno anche per te.cerca la tua libertà,
la tua felicità ,..salvati!!!
Sei solo nel mondo , ma ti prego fammi rivivere dentro di te..ho bisogno di essere un tuo ricordo. ho bisogno di essere immortale ..per te!!
Bimbo mio,non posso dirti quanto è bello l'amore, non so neanche spiegarti tante cose.ti voglio solo chiedere di non cercare tuo padre, tu non hai un padre, tu sei figlio del dolore..ma saprai rinascere..sei vivo, e avrai occhi per guardarmi e in me vedrai tuo padre. Io sono anche tuo padre.
Solo io posso esserlo..non cercare nessuno.
Un giorno ti sembrerà di essere stato abbandonato,quel giorno ricordati di me.non dimenticarmi mai..ricorda il dolore..bimbo mio salvami!
III.
Sono state ore dure, ma non sono stata sola , c'eri tu con me.
Bimbo, le nubi sono scappate, adesso finalmente riesco a vedere.
Forse dentro di me avrei preferito se quelle nubi non fossero mai scomparse, ti nascondevano l'orrore..sentivo l'odore di morte, ma non riuscivo a vedere, adesso puoi vedere anche tu,.Bimbo non guardare, quanti corpi inermi,quanti fiumi rossi,quante lacrime..quanto dolore.
Bimbo dobbiamo fuggire.
Tutti questi massi ti stanno lacerando.non puoi morire..non te lo permetto!!!
E' il mio primo obbligo da mamma.
Siamo fuori,. scusa se barcollo, ma la mia gamba è rotta, scusa se la tua mamma non sarà mai più bella,scusami per questo braccio che non c'è.
Scusami per tutto quello che stai vedendo!!!
Non so dove portarti , non so dove portarmi , non ho un letto caldo, ho solo lacrime che ti cullano.
Bimbo mio scusami se c'è un soldato.
IV.
Sono un relitto, non posso fuggire,lo vede anche lui.
Allora perché continua a tenermi il fucile alla tempia?..
Perché mi odia??? Non sono io che ho voluto che lui fosse qui a combattere, non ho voluto io la sua presenza.
Allora perché non capisce che sta odiando la persona sbagliata?
Sono attimi bimbo , solo attimi , quelli che ci tengono ancora uniti.
Ancora pochi istanti,ma voglio che tu sappia che non morirò adesso..
Io non posso morire, perché io vivrò in te!
Prova ad amarmi se puoi.concedimi solo una lacrima.
Non posso crederci bimbo, ti avevo detto di non cercare nessuno,
ma non posso fare a meno di dirti che ,lì davanti a me , c'è tuo padre.
E' lì fra gli altri soldati.e non sta fermando il mio assassino, il tuo assassino.
Come è freddo quel mirino come è gelido il suo intento.Bum.
Bimbo mio scusa se non hai potuto vedere oltre queste ceneri,oltre questa guerra.
Bimbo mio tu sei il figlio del dolore , ma solo adesso che sento il freddo della morte ho capito che il mio odio era finito quando sei arrivato tu nel mio grembo.
Ho chiuso gli occhi stavolta per sempre.
V.
Aveva pensato che fossi morto anch'io.
L'unica preoccupazione di mia madre era questa.farmi vivere.
Sono nato tra le urla della sofferenza e i pianti per chi non c'è più.
Fra i corpi a terra e le larve che si nutrono di carne morta.
Non ho mai avuto una culla per dormire né un piatto su cui mangiare.
Non ho conosciuto mia madre, un soldato ha ritenuto che lei non doveva più vivere. Ma perché hanno salvato me.
Mi sono chiesto sempre il perché , ma non ho mai trovato una risposta.
Mia madre non è morta con quello sparo, era rimasta viva ,anche se solo per qualche giorno.
Ma grazie a quei pochi giorni io so la mia storia.
VI.
L'avevano portata in una fossa.
Era buttata li tra gli altri corpi.
Ma era viva , e voleva salvarmi.
Ha cominciato a trascinarsi fra le salme,respirava la terra sporca di sangue.
L'aria era intrisa dell'odore acre di morte.
Non riusciva neanche più a piangere.
Strisciando come un verme è uscita da quella fossa.
Non poteva camminare, e non aveva la forza per gridare aiuto.
Ha cominciato a rotolare.
Un camioncino di nemici, forse per caso o forse di proposito le passò vicino.
Soldati ,solo soldati.
L'hanno guardata con disprezzo.
Era sporca e mal ridotta.
Forse non sembrava neanche più una donna.
L'hanno caricata sul camioncino.
Non potevano lasciare per la strada una donna ferita.
Loro erano andati per la pace e per aiutare le persone.
La patria, il presidente aveva ordinato una guerra per la pace.
Hanno aiutato la mia mamma.
Ma la mia mamma sarebbe stata ancora viva se questi amici-nemici non si fossero scomodati a portarci la pace.
Fra di loro c'erano farabutti, padri di famiglia , quelli che volevano tornare a casa per stare intorno alla tavola insieme a quella famiglia che forse non avrebbero più rivisto.
C'era quello che tutti chiamavano il piccolo evasore.
Era il più piccolo , appena diciottenne ,era partito con la voglia di fare che solo gli adolescenti hanno.
Voleva rendere onore alla sua patria, pensava che a tenere in mano un fucile si diventasse uomini.
Pensava che uccidere il nemico fortificasse il suo animo.
Voleva essere forte.
Ma tutto quello che pensava , che credeva era solo un'illusione.
Non c'è nulla di glorioso nell'uccidere qualcuno.
Era arrivato in Iran forte e convinto, ma in un mese ha tentato quattro volte la fuga.
Voleva tornare a casa. Aveva sparato a un uomo, ma quello si era spostato all'ultimo momento, e dietro di lui c'era un bambino.
Aveva ucciso un innocente.
Ha visto gli occhi sorridenti spegnersi in un momento.
Ha visto il sangue che gocciolava da quella boccuccia, ha visto le piccole manine che stringevano una trottola.
Una trottola che non girerà mai più.
Ha visto tutto quello che aveva commesso sparando, e in quell'istante ha anche visto svanire la sua vita.
Aveva ucciso un bambino e non poteva tornare indietro.
Stava da solo in un angolino aspettando un altro buon momento per fuggire.
Poi c'erano loro! I capi!
Li chiamavano così perché decidevano tutto.
Comandavano le azioni di rappresaglia, le uccisioni, gli interrogatori, le torture e quant'altro interessava i soldati.
Uno lo chiamavano Tag era il più meschino e crudele.
Ogni sera faceva il conto di quante donne aveva violentato e di quanti uomini aveva ucciso.
Si vantava delle sue azioni e le raccontava orgoglioso agli altri compagni.
Molti ridevano e forse lo invidiavano anche un po'.
Gli uomini hanno sete di potere e non vogliono altro.
La mia mamma lo aveva scoperto così.
Era giovane, molto giovane , troppo giovane.
Presa di forza hanno fatto sfiorire la sua gioia e la sua ingenuità.
E stato lì che è iniziata la mia esistenza dentro di lei.
VII.
La mia mamma perdeva molto sangue e il suo corpo non era più bello e sano come una volta.
Le si avvicinò un soldato.
Forse preso dalla compassione o forse per sentirsi solo un po' meno in colpa.
Era lì, sulla terra umida, lei con quattro stracci, sporca ,esausta, con la sola paura che chiudendo gli occhi avrebbe perso anche me.
Lui le chiese soltanto chi fosse.
Ma mia madre stava morendo ,doveva solo farmi sapere chi era, ma soprattutto chi sono.
"..non importa chi sono o chi sono stata , le mie lacrime , il mio sangue non conta più nulla. E tu stai qui davanti a me senza sapere realmente il perché..forse dovrei credere che sei più buono degli altri, sinceramente non credo sia possibile , ma devo accontentarmi di questa fittizia certezza per morire lasciando in vita un speranza.
Qui non sono sola. Ho sempre creduto di aver avuto una vita meravigliosa , avevo amici , avevo un marito .ma quando ho avuto bisogno di aiuto sono rimasta sola, tra le macerie..non avevo nessuno che mi asciugasse queste gocce troppo salate .
Ma quando sono stata realmente sola è arrivato lui.
Forse non mi chiamerà mai,forse non mi cercherà mai ,
ma non è questo che mi uccide.
Io voglio che mio figlio viva, e anche se mi fa male dirlo, lui deve vivere anche se non saprà la mia storia , anche se non conoscerà sua madre, anche se non avrà famiglia.vale sempre la pena aprire gli occhi e vedere cosa c'è li fuori.
Io voglio che mio figlio giochi con gli altri bambini, voglio che lui abbia un vita vera, senza conflitti, senza troppi dolori , voglio che mio figlio sorrida nelle giornate di sole.
Purtroppo questa guerra gli ha vietato anche questo.
Non aprirà mai gli occhi, ma tu forse mi dirai che è il piccolo prezzo che si deve avere per un po' di pace.
Il mio bambino non deve pagare per gli errori degli altri.
Il mio bambino non deve pagare perché il tuo paese ha sete di un petrolio che non ha.
Da piccola , mia madre mi portava nella sabbia e mi faceva correre lì tra i granelli che mi scivolavano fra i piedi e vedevo le mie orme così piccole che speravo soltanto che il tempo passasse subito così che quelle orme sarebbero divenute sempre più grandi.volevo crescere e non volevo nient'altro.
Adesso che sono cresciuta rimpiango di non aver desiderato che le mie orme rimanessero piccole.
Il mio bambino non avrà sogni né speranza.
Non tornerà mai a casa raccontandomi la sua piccola grande giornata né potrà parlarmi dei capricci di un amichetto.
Dimmelo tu se c'è un motivo valido perché lui non potrà farlo!!!
Una notte uno come te mi ha puntato un fucile alle tempie . ha urlato di non muovermi perché potevo essere armata o una kamikaze . Ma dopo essersi accertato che non lo fossi non mi ha lasciata andare.
Ha chiamato altri come te e mi hanno legata .
E senza pietà lo ha fatto.
Si, lo ha fatto.
Con un straccio in bocca fermava le mie grida, mentre i suoi compagni si divertivano a tenere larghe le mie gambe.
Sono morta dal dolore.
E quella notte è stato concepito lui, il mio bambino, il figlio del dolore.
Non posso dire di non odiare quell'uomo che mi ha violentata , mi ha sparato , mi ha umiliata .non mi sono sentita un donna ma piuttosto un larva.
E piango e mi odio per non essere stata forte.
Ma amo quella piccola creatura che sta vivendo dentro di me.
E mi dispero perché voglio salvarlo dal mio destino.
Spiegami tu perché gli uomini odiano così tanto. Dimmi tu perché si deve lottare per farsi sentire. Dimmi perché i tuoi figli hanno il diritto di vedere il sole sorgere e il mio non lo potrà vedere mai.
Dimmi perché stai piangendo?"
Si , quel soldato stava piangendo. Non c'erano risposte alle domande della mia mamma. La mia mamma era intelligente e usava parole forti anche se lei non aveva mai studiato. Non aveva i soldi per farlo e poi era una donna, doveva dimostrare il doppio di quello che valeva.
".io voglio che mio figlio possa studiare, voglio che così lui capisca come funziona in questo mondo. Voglio che il mondo non si prenda gioco di lui, lui deve essere più furbo del mondo.
Io sarò sempre orgogliosa di mio figlio perché lui è mio figlio , mio e basta! e non c'è nient'altro da aggiungere.
Lo amo così com'è , non l'ho mai visto ma non importa ,non importa perché lo amerei comunque, sia che abbia la pelle chiara sia che nasca di colore, sia che abbia gli occhi azzurri come il cielo sia che li abbia castani come il tronco di una quercia. Lo amerei sia che fosse allegro sia triste e malinconico.
Lo amerei sia forte che debole.
Lo amerei sia bello che brutto.
Lo amerei anche se poi lui non mi amasse.
Vorrei abbracciarlo e difenderlo dalla vita.e piangere quando è ora di lasciarlo camminare da solo.
Aiutarlo a fare i primi passi e mettendomi dall'altra parte della stanza chiamarlo per farlo correre da me ,con quell'andare ancora un po' incerto.
Vorrei che lui mi potesse ascoltare.
Tu stai qui ad ascoltare tutte queste parole che possono sembrarti futili.
E non capisco perché ti interessi a questo storpio.
Però il mio cuore è agli ultimi battiti ormai.
Ho bisogno di credere in qualcosa per l'ultima volta.
Non so se il mio bambino si salverà, ma se così fosse voglio che lui conosca queste parole.
E tu sei l'unica persona che le ha ascoltate.
Salva il mio bambino.!"
Era un soldato come poteva salvare il bambino di quella donna???
VIII.
Le acque avevano ormai impregnato la terra.
Stavo per vedere la luce.
Ma ci sarebbe mai stato qualcuno lì fuori per me?
La mia mamma mi ha salvato. E' morta per far si che io potessi vivere.
Ho visto la luce , ma non la ricordo.
Non ricordo nulla.
Un grande vuoto che non so colmare.
Il suo viso, le sue parole , il suo amore vissuto attraverso la bocca di altre persone.
Ho pianto per la sua e la mia storia.
Ho pianto per ciò che non sapevo.
Ho pianto perché ero diverso dai miei fratelli e non capivo perché.
IX.
Un giorno , una lettera.
.e scoprire che non ero chi pensavo che fossi.
E scoprire di avere un passato.
".perché non me lo hai detto ..perchè?"
Perché mio padre mi ha nascosto per così tanto tempo la mia verità.
Mi ha nascosto l'amore di mia madre.
". non ho mai avuto il coraggio.
Sono un vigliacco e so che potevo fare di più.
Sentirmi chiamare papà forse alleggeriva il peso della mia colpa.
Ho pensato che Dio potesse perdonami per il male che ho fatto.
Avrei potuto smettere di vivere , ma c'eri tu!
No non sei mio figlio.e quella lettera è tutta la tua storia.
La tua mamma mi ha pregato di scriverla .
Lei dettava, con quella voce tremante che a ricordarla mi vengono i brividi.
Ma non sono mai stato capace di dartela.
Ti ho portato con me appena nato e pensavo che forse non sapendo di lei avresti vissuto meglio.
Ti ho raccontato della tua adozione.ma ti ho raccontato un'invenzione.
Ora non rinnegarmi. Sto pagando il peso dei miei errori ogni giorno.
Non lasciarmi. Voglio solo che tu rimanga.
Voglio che tu mi possa perdonare.
Lei lo avrebbe fatto.
Non la conoscevo bene, ma era una gran donna.
Ha messo da parte l'odio solo per farti sapere la verità.
Solo per salvarti.
Tu non hai il mio stesso sangue , non sei vigliacco come me.
Tu sei grande come lei.
Ti chiedo solo di continuare a essere mio figlio.
Voglio continuare a essere tuo padre.
Senza più scuse stavolta , solo la verità."
".Se sei stato davvero un padre non smetterai mai di esserlo.
Ma adesso non chiedermi niente.forse il tempo ci aiuterà entrambi."
X.
Dolce bambino mio , credi sempre alle mie parole.
Vivrai una vita lontano da qui , questo soldato ha promesso di salvarti.
Non so neanche il suo nome , non so chi possa essere , ma devo fidarmi di lui; e se ti arriveranno queste poche parole, vuol dire che è una persona onesta , della quale ti potrai fidare anche tu.
Devo essere sincera con te , tu non sei stato il mio sogno.
Non ti avevo mai desiderato prima che arrivassi come una goccia di pioggia in un momento di siccità.
Amavo un uomo ma la guerra lo ha portato via con se , senza chiedere il permesso.
Anche lui mi amava molto ma non poteva donarmi dei bambini , ma il sentimento era talmente forte che non mi importava.
Quando è morto pensavo fosse finita anche la mia vita , perché i miei genitori non mi avevano più guardata in viso da quando ero diventata sua moglie.
Era troppo intelligente , bimbo mio , si metteva contro tutti e tutto per difendere le sue idee e me.
Bambino ascolta sempre dentro di te.
Ognuno di noi sa qual è la strada giusta da percorrere , solo che non abbiamo il coraggio di intraprenderla.
Abbiamo paura di scoprire davvero chi siamo.
Perché un giorno potremmo scoprire di non piacerci.
Tu hai cominciato a vivere una notte.
C'era la guerra.ma sono sicura che mentre leggi queste parole , da qualche parte del mondo c'è ancora la guerra.
Dei soldati mi hanno stuprata . io sanguinavo, mentre loro sorridevano compiaciuti .
Mi è scesa una lacrima sul viso , una lacrima più dolce delle altre , quella lacrima eri tu.
È stato in quel momento che ho capito che non sarei mai più stata sola.
Ma tu stai leggendo solo qualche parola su un foglio , e lo so che non basta per colmare l'assenza di una madre; ti chiedo scusa per questo. Ti chiedo scusa per non essere stata forte e per non essere rimasta al tuo fianco.
Ti chiedo scusa se quando avrai bisogno non ci sarà mai una mia parola o la mia mano ad asciugarti le lacrime.
Ma quando stai singhiozzando e non ce la fai più pensa che non sei mai stato solo.
Non essere mai triste perché ti sei salvato ed ora sta a te cambiare qualcosa in questo mondo.
Non avere mai paura di sapere chi sei veramente , fermati ogni tanto a parlare con te stesso; non lasciarti convincere che solo i pazzi parlano da soli, perché chi ti convince di questo è il primo ad aver paura di scoprire di aver dentro una bestia.
A questo mondo c'è troppa amarezza , ma la colpa è solo nostra , di chi sta fermo a guardare aspettando di essere salvato da qualcun altro .
Ognuno deve salvare da solo la propria vita .
Ognuno può essere un eroe ; ma non di quelli falsi , che salvano vite solo per sentirsi migliori degli altri .
Gli eroi veri sono quelli che di spontanea volontà agiscono per il bene degli altri , quelli che non chiedono ricompense.
Avevo mille favole da raccontarti , mille lacrime da asciugarti e mille mani per accarezzarti .
Oh bimbo non potrò fare nulla di tutto ciò.
Mi odio tanto per questo .
I miei sono pianti che forse mai vedrai ,
tra le mie braccia non ti cullerò mai.
Ho il viso sporco di terra e sangue
Respiro a stento fra questi corpi inermi.
Colpa di un governo che non mi ha salvata ,
forse colpa del tempo che è passato.
Camminavo a piedi nudi nella sabbia
Senza aver paura che ci fosse qualche mina.
Ho dimenticato cosa vuol dire non aver paura.
Ora ho paura di fare un passo, di respirare , di guardare.
Tu fuggi da questo orizzonte nero,
vola in posti che neanche l'uomo ha visto mai.
Senza bombe .
Ma non dimenticare tutti i bambini che piangono in queste terre.
Portali con te, devono vivere ancora per quello che sono: bambini.
Io sono morta e non ho fatto nulla.
Tu sei migliore di me
Fai qualcosa.
Addio.
XI.
Mia madre è morta.
E non sapevo neanche di averla una madre.
Come posso vivere senza provare rancore?
Senza odiare?
Eppure mia madre non chiedeva altro che la mia felicità.
Ma per quale motivo adesso
non so più vivere?
non so più fidarmi di nessuno.
Vivo solo , non vedo quel soldato che chiamavo papà da più di tre anni.
Io adesso vorrei solo poter parlare con la mia mamma, almeno per un attimo.
Mi basterebbe anche soltanto guardarla un po'.
Non riesco neanche a piangere più.
Sta svanendo anche la mia vita?
Non ho risposte , e mi sento smarrito.
La mia vita è stata tutta un menzogna , però solo adesso mi rendo conto che era molto più facile vivere in quella bugia.
Guardo in alto.perché ho paura di quella lacrima che scenderà.
Ho paura del suo significato.
Penso spesso che posso dar fine a tutto questo.
Un passo verso il nulla.
Un solo attimo per dimenticare tutto.
Un solo attimo per farla finita.
Mi avvicino a quella corda,
da piccolo saltavo con quella corda,
ma ora forse mi servirà più di allora.
Non è poi così difficile fare un nodo che mi sorregga.
La mia vita la scelgo io.E anche la mia morte.Addio!
XII.
E' scesa quella goccia sul mio viso.
È troppo facile sbagliare, e io stavo sbagliando.
Mi sono salvato,.. perché ho capito che ho una missione da compiere.
Mi ero rassegnato.
Ma ora non voglio più abbassare la testa a nessuno.
Non ho più nulla da perdere.
Voglio aiutare chi oggi sta vivendo la mia stessa storia.
Tutti i bambini hanno il diritto di vivere da BAMBINI.
Non ho una madre , non ho nessuno.
Ma non posso fuggire ancora dalla storia che si ripete sotto i miei occhi.
Un giorno riuscirò a perdonare quel soldato,
so che mi ha salvato, ma non riesco a dimenticare le sue bugie.
Sono ancora instabile, e ho passato molti mesi in un manicomio.
Non sono pazzo, ho solo una storia troppo grande per me.
Ho un dolore che non si può cancellare e ho capito solo adesso che io non voglio cancellarlo.io sono figlio di quel dolore!
FIGLIO DEL DOLORE!!!
e niente è più amaroche la propria libertà fatta prigioniera ed incatenata a « Falsi ideali »
Bibliografia :
Persepolis Marjane Satrapi Lizard edizioni
Storia di una Capinera Giovanni Verga Antares editrice
Figlio del dolore testo :A.Celentano & Nada Clan Celentano srl 2000
De fil en aiguille Simonetta Doveri & Europass
Régine Jeannine
Marxismo e
emancipazione
della donna Cecilia Toledo
Condizione della
donna nell'Islam www.wikipedia.it
L'epopea della
Rivoluzione
Islamica www.worlservice.com
Rivoluzione Islamica www.pbstoria.it
Storia fatti e interpretazioni Franco Bertini Mursia scuola
Le donne di Algeri www.storia-arte.it
Ipazia D'Alessandria www.donnescienza.it
Pia de Tolomei testi : G.Nannini Pia come la canto io
Ritratti di Donne A. Mastrangelo Dell'arte e degli artisti 4
Astrolabio www.wikipedia.it
Dedicato a chi cerca ancora
il coraggio di affrontare la vita.
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