Il cittadino
L'organizzazione
civica di Roma era talmente efficiente che molti storici oggi la rimpiangono.
La popolazione totale e i cittadini coincisero solamente quando Roma era
all'inizio della sua storia. Ricordiamo che i cittadini erano solamente coloro
che potevano partecipare alla guerra, di sesso maschile e che potevano pagare
le tasse, quindi donne, vecchi e bambini erano esclusi. Inizialmente erano
considerati come cittadini romani solamente i cittadini di Roma, poi gli
Italici grazie alla guerra sociale dell'89 a.C. e nel 212 d.C. tutti quelli
dell'impero Romano. Naturalmente il valore di questa conquista era molto
diverso da quello che aveva agli albori di Roma. Essere cittadini significava
per i più poveri ottenere il frumento gratis e ottenere il diritto di fare
politica.
Il cittadino è contemporaneamente un soldato, un
contribuente, un elettore o un possibile
candidato. Ogni cittadino occupava un ruolo ben preciso e in base ad
un censimento periodico esso veniva stabilito, e poteva variare di censimento
in censimento perché il reddito era più importante di tanti altri parametri.
I cittadini
romani erano chiamati, o meglio costretti, a votare in determinati giorni e
luoghi, che venivano stabiliti in base ad un calendario; il voto era orale
durante la Repubblica e solo con l'Impero divenne scritto, ma ormai era troppo
tardi poiché il potere era di nuovo in mano ad una sola persona. La popolazione
dell'Impero Romano era divisa in 35 tribù, di cui 4 erano costituite dagli
abitanti di Roma e 31 dagli abitanti dell'impero. Il voto di ognuna nei comizi
valeva uno e quindi dietro esso c'era stata un'ulteriore votazione degli
iscritti alla tribù.
Quando i possedimenti di Roma aumentavano, i nuovi cittadini venivano iscritti
in una delle 31 tribù, dette rustiche, e in queste il potere individuale del
singolo diveniva sempre più debole. Lo stesso sistema di voto era applicato
anche alle centurie, che costituivano l'esercito romano.
Ogni cittadino era assegnato alle varie centurie in base al reddito e quindi
alle tasse che potevano pagare. Le centurie erano 192, ma l'ultima comprendeva
più di metà dei cittadini mentre le altre erano composte da meno elementi, che
erano i più ricchi e avevano quindi un maggiore potere. Ciò ci rivela che la
costituzione romana era di tipo timocratico, cioè era importante il reddito del
cittadino. Anche i politici erano i cittadini più ricchi e inizialmente
guadagnavano la loro carica poiché il loro padre era un politico e rivestiva al
stessa carica.
Con l'imperatore Augusto l'ereditarietà delle cariche politiche cessò, anche se
l'avere un parente politico poteva rivelarsi un grande vantaggio. Ma la corsa
alle cariche politiche si affievolì col passare del tempo perché i senatori
erano i primi ad andare in guerra e molti vi morivano, per questo molti
preferirono vivere nell'agio e nell'ozio la loro vita, piuttosto che in
politica, cominciò così il declino delle istituzioni politiche