I trattati di
pace
Il 18
gennaio 1919 si aprì a Versailles la conferenza di pace alla quale
parteciparono solo le nazioni vincitrici con lo scopo di elaborare un trattato
che sarebbe stato successivamente imposto ai governi delle nazioni vinte. A
differenza del passato, una novità fu che per la prima volta venivano
affrontati problemi che riguardavano l'equilibrio europeo insieme a potenze non
europee come il Giappone, ma soprattutto gli Stati Uniti. Ma si notò subito la
differenza tra le posizioni delle potenze vincitrici: Wilson poneva alla base
di ogni discussione i principi formulati nei suoi "quattordici punti" con i
quali intendeva garantire un futuro assetto pacifico del mondo, affermare il
principio della libertà di navigazione e di commercio, respingeva le intese
della diplomazia segreta in nome del principio di nazionalità e di
autodeterminazione dei popoli. I governi
europei, invece, sentivano il bisogno di risarcimenti per lo sforzo e per le
sofferenze subite mediante ingrandimenti territoriali. Per iniziativa degli
Stati uniti, fu firmato un accordo per la nascita della Società delle Nazioni,
con sede a Ginevra, che doveva comprendere tutti gli stati vincitori con lo
scopo di garantire la pace e nel caso di violazione della stessa pace venivano
applicate delle sanzioni economiche contro la nazione colpevole. Ma la Società della
nazioni era un organismo a cui si partecipava volontariamente e liberamente:
non poteva quindi imporsi, non aveva un'autorità né un proprio esercito e
quindi poteva contare solo sulle forze dei paesi membri. Quindi si verificarono
gli stessi conflitti politici e diplomatici che si erano avuti in precedenza.
Inoltre, gli Stati Uniti si rifiutarono di far parte della Società a causa
delle sue tendenze isolazioniste: mancava quindi la forza della maggiore
potenza internazionale. Il riassetto politico europeo uscito dalla conferenza
di Parigi fu debole e contraddittorio e lasciò questioni irrisolte sia tra le
nazione vinte, sia tra quelle vincitrici. Con la scomparsa degli imperi
secolari vi furono molte rivalità fra i nuovi stati. In Italia si parlava
addirittura di una "vittoria mutilata" a causa del mancato mantenimento delle
promesse della Dalmazia, secondo il patto di Londra. Furono cinque i trattati
stipulati con le nazioni sconfitte: trattato di Saint Germain e del Trianon
(con l'Austria), trattato di Neuilly(con la Bulgaria, la quale perdeva lo sbocco
sull'Egeo),trattato di Sevres (con la Turchia e dalla quale revisione si ebbe il
trattato di Losanna), ma il più importante fu sicuramente il trattato di
Versailles stipulato con la
Germania il 28 giugno 1919: la Germania restituiva
l'Alsazia e la Lorena
alla Francia, fu obbligata a risarcimenti economici per i danni causati alle
nazioni vincitrici, e ritenuta perciò l'unica responsabile, e inoltre subiva
una riduzione dell'esercito.
Repubblica
di Weimar- L'11 agosto
1919 fu proclamata a Weimar la nascita della nuovo repubblica che prevedeva un
parlamento eletto a suffraggio universale e con sistema proporzionale. Inoltre
veniva creata la figura del presidente della repubblica, eletto sempre dal
popolo, e con ampi poteri. Ma la contrapposizione tra queste due figure,
presidente e parlamento, finì con l'indebolire il nuovo stato.
Ghandi
e la non violenza- Ghandi
proponeva quale mezzo di lotta politica la non-violenza, che consisteva cioè
nel non osservare le leggi ritenute ingiuste opponendovisi in forma pacifica e
di disobbedienza civile.