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I totalitarismi - hitler: l'illusione di poter creare una "razza" ariana superiore




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I TOTALITARISMI

HITLER: L'ILLUSIONE DI POTER CREARE UNA "RAZZA" ARIANA SUPERIORE

Documento: LA RAZZA PURA È IL BENE PIÙ PREZIOSO    
Mentre il razzismo coloniale, pur convinto della superiorità della razza bianca, assegnava un ruolo ai popoli dominati, verso i quali anzi si proponeva una missione "civilizzatrice", il razzismo hitleriano si fonda sull'idea dell'eliminazione del diverso come modalità unica per preservare la razza eletta: in questo consiste il senso e la missione dello Stato. Queste idee sono all'origine non solo dei campi di sterminio, ma anche del "programma di eutanasia" che si calcola abbia condotto alla morte oltre 70000 pazienti deformi e malati di mente. Il testo che segue è tratto dal "Mein Kampf", il libro scritto da Hitler
durante i mesi di prigionia e pubblicato nel 1925.

<<Dobbiamo distinguere con la massima nettezza fra lo stato, che è un recipiente, e la razza, che è un contenuto. Questo recipiente ha un senso solo se è capace di contenere e salvaguardare il contenuto; in caso diverso non ha valore [.]. Lo stato nazionale deve mettere la razza al centro della vita generale. Deve darsi pensiero di conservarla pura. Deve dichiarare che il bambino è il bene più prezioso del popolo. Deve fare in modo che solo chi è sano generi figli, che sia scandaloso mettere al mondo dei bambini quando si è malati o difettosi, e che nel rinunziare a ciò consista il supremo onore [.]. Il primo compito non è quello di creare una Costituzione nazionale dello Stato, ma quello di eliminare gli ebrei. Si pensi alle devastazioni che l'imbastardimento giudaico appresta ogni giorno al popolo nostro, e si rifletta che questa intossicazione del sangue potrà solo dopo secoli, e forse mai, essere eliminata dal corpo della nostra nazione. Si consideri pure quanto questa decomposizione della razza abbassi gli ultimi valori arii del popolo tedesco, e spesso li distrugga, cosicché la nostra forza di nazione portatrice di civiltà va sempre retrocedendo e noi corriamo il pericolo di arrivare, almeno nelle grandi città, al punto in cui si trova oggi l'Italia meridionale. Questi avvelenamento del nostro sangue, di cui non si rendono conto centinaia di migliaia di tedeschi, è oggi procurato sistematicamente dall'ebreo. Sistematicamente questi neri parassiti del popolo corrompono le nostre giovani, bionde, inesperte fanciulle, rovinando così qualcosa che è insostituibile. >>      

Ai centri dei piani hitleriani c'era un'utopia nazionalista e razzista. Egli credeva nell'esistenza di una razza superiore e conquistatrice, quella ariana, progressivamente inquinatasi dalle razze "inferiori". I caratteri originari dell'arianesimo si erano per lui conservati solo nei popoli nordici, in particolare nel popolo tedesco, che avrebbe dovuto dominare sull'Europa e sul mondo. Per realizzare questo sogno, per prima cosa era necessario schiacciare i nemici interni, primi fra tutti gli ebrei, considerati portatori del virus della dissoluzione morale, in quanto "popolo senza patria".  
Gli ebrei erano allora in Germania una ristretta minoranza, ed erano concentrati prevalentemente nella stessa Berlino. Pur non facendo parte della classe dirigente tradizionale, occupavano le zone medio-alte della scala sociale: erano per lo più commercianti, liberi professionisti, intellettuali e artisti. Nei confronti di questa minoranza la propaganda nazista riuscì a risvegliare quei sentimenti di ostilità (contro la diversità etnica e religiosa e contro il presunto privilegio economico) che erano largamente diffusi soprattutto fra le classi popolari.
La discriminazione fu ufficialmente sancita nel 1935 dalle Leggi di Norimberga che tolsero agli ebrei la parità dei diritti e proibirono i matrimoni fra ebrei e non ebrei. Molti ebrei abbandonarono allora la Germania. Per chi invece era rimasto, la vita divenne impossibile, finché, a guerra mondiale già iniziata, Hitler non concepì il progetto mostruoso di una soluzione finale del problema: soluzione che prevedeva la deportazione in massa nei campi di concentramento (lager) e il progressivo sterminio del popolo ebraico.
La persecuzione antiebraica fu certo la manifestazione più vistosa ed orribile della politica razziale nazista, ma non fu l'unica. Essa si inquadrava in un più vasto programma di "difesa della razza" che prevedeva, fra l'altro, la sterilizzazione forzata per i portatori di malattie ereditarie e la soppressione dei malati mentali classificati incurabili. Pratiche incompatibili con i fondamenti dell'etica cristiana, ma che il nazismo considerava essenziali per mantenere la sanità e l'integrità del "popolo eletto".
Il mito della razza occupò un posto centrale nella teoria e nella prassi del nazismo. Ci sono numerose contraddizioni e imprecisioni nella teoria razziale di Hitler. Già il concetto di base, la 'razza ariana', è un'assurdità storica. Inoltre Hitler confonde spesso 'razza' con 'popolo' o 'nazione', confonde i concetti 'tedesco', 'germanico' e 'ariano'.
Ma probabilmente tutto questo non è molto importante per Hitler, dato che nel suo libro scrive con molta franchezza 'La propaganda non ha il compito di essere vera, ha invece l'unico compito di essere efficace.'
Infatti, questa propaganda doveva rivelarsi molto valida. Sicuramente al disoccupato faceva piacere sentire che in fondo apparteneva a una razza superiore. Parlando del suo futuro Reich Hitler promette: 'Essere uno spazzino in un tale Reich sarà onore più alto che essere un re in uno stato estero'.


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