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I MOTI DEL 1820-1821
LE SOCIETA' SEGRETE. Nella situazione creatasi con la Restaurazione, gli oppositori scelsero di organizzarsi in società segrete o sètte, come la Carboneria in Italia, l'Eterìa in Grecia, i Comuneros in Spagna etc.
Le società segrete, formate da intellettuali, ufficiali e studenti, volevano promuovere cospirazioni o insurrezioni che costringessero i sovrani a concedere la Costituzione, oppure avevano anche l'obiettivo (come in Italia, Polonia e Grecia) dell'indipendenza nazionale.
Esse svolsero un ruolo storico importante, anche se presentavano debolezze come:
La segretezza dei programmi, noti solo ai capi delle organizzazioni
La rigida gerarchia (modellata sull'esempio della Massoneria, società segreta diffusasi nel Settecento e attiva nella promozione delle idee illuministiche)
La chiusura verso l'esterno
Tutte precauzioni per sfuggire ai controlli della polizia, che finirono però per impedire a queste organizzazioni di radicarsi nella società.
L'OPPOSIZIONE IN ITALIA. In Italia l'opposizione alla Restaurazione fu affidata anche a movimenti di opinione.
In Lombardia essa era animata da intellettuali, commercianti ed esponenti della borghesia che si raccolsero attorno al periodico 'Il Conciliatore', una rivista letteraria attenta a tematiche civili e sociali. A Milano esisteva poi una rete di cospiratori affiliati alla Carboneria, in collegamento con i patrioti piemontesi (oppositori di Vittorio Emanuele I) che erano intellettuali illuministi, funzionari statali, aristocratici borghesi e ufficiali dell'esercito, duramente penalizzati dalle epurazioni compiute dal sovrano.
I MOTI DEL '20-'21 IN SPAGNA. La prima rivolta dopo il Congresso di Vienna ebbe luogo in Spagna, a Cadice e poi si estese ad altre città. Ferdinando VII di Borbone fu costretto a:
Ripristinare la Costituzione liberale del 1812
Abbandonare una politica assolutistica
I MOTI DEL '20-'21 IN ITALIA. In Italia, sull'esempio spagnolo, la prima ribellione scoppiò nel luglio 1820 a Napoli, guidata dapprima da due ufficiali, Morelli e Silvati, e poi da Guglielmo Pepe, ex generale dell'esercito napoleonico. Il re delle Due Sicilie, Ferdinando I, fu costretto a concedere una Costituzione.
A Palermo invece gli insorti rifiutarono la Costituzione concessa dal re e spinsero la rivolta (appoggiata dai baroni) fino a proclamare l'indipendenza dell'isola.
Ma il moto separatista siciliano fu stroncato pochi mesi dopo dalle truppe napoletane.
Nel marzo del 1821 la ribellione scoppiò in Piemonte, guidata dal conte Santorre di Santarosa che confidava nell'appoggio di un principe di casa Savoia, Carlo Alberto, che nutiva notoriamente idee antiaustriache, e che aveva ottenuto la reggenza in seguito all'abdicazione di Vittorio Emanuele I e all'assenza in quei giorni del nuovo re Carlo Felice
Il 14 marzo Carlo Alberto, nella sua qualità di reggente, concesse una Costituzione sul modello spagnolo.
Ma Metternich, nel Convegno di Troppau riuscì a convincere Francia e Russia dell'utilità di applicare il principio di intervento per schiacciare le rivolte e non mettere a rischio l'ordine sancito dal Congresso di Vienna.Così, già nel marzo 1821, le truppe austriache entrarono a Napoli abbattendo il governo costituzionale.
La stessa sorte tocco ai rivoluzionari in Piemonte dove il re Carlo Felice sconfessò l'operato del nipote Carlo Alberto e chiese aiuto all'Austria che sedò la rivolta.
Fu invece il re francese Luigi XVIII a muovere il suo esercito per stroncare il moto spagnolo.
IL SUCCESSO DELLA GRECIA. L'unico paese che riuscì a portare a compimento la sua lotta per l'indipendenza (sotto il protettorato della Russia) fu la Grecia, all'epoca sotto la dominazione turco-ottomana. Malgrado la forte opposizione di Metternich infatti, ostile a ogni ribellione popolare, Russia, Francia e Inghilterra colsero il vantaggio che avrebbero potuto trarre dall'indebolimento ell'impero ottomano e si schierarono con gli insorti greci.
Il caso della Grecia era il primo, forte scricchiolio dell'edificio faticosamente costruito a Vienna nel 1815.
IL FALLIMENTO DELLA RUSSIA. In Russia insorse un gruppo di ufficiali nel dicembre 1815 e per questo chiamati poi decabristi (dicembre in russo), in occasione dell'insediamento del nuovo zar Nicola I. Essi chiedevano:
Maggiori aperture verso la cultura occidentale
Un'attenuazione della censura
Una modernizzazione economica e politica dell'impero zarista, il più retrivo e anacronistico d'Europa
La reazione dello zar non si fece attendere: molti insorti furono condannati a morte, altri vennero deportati in Siberia.
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