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I Galli a Roma e la riscossa romana
I Galli Senoni e Boi avevano varcato l'Appennino intorno all'anno 390 a. C. e posto l'assedio all'etrusca Chiusi e pare che avessero solo di mira di far preda, sperando in un ricco bottino. Essi spinsero le loro scorrerie anche contro Roma e presso il fiumicello Allia si scontrarono con l'esercito romano che fu distrutto; parte dei fuggiaschi si ritirò a Veio. I Galli entrarono in Roma senza trovar resistenza, anzì, secondo la tradizione, sarebbero entrati dalle porte dimenticate aperte: evidentemente una cinta di difesa resistente non c'era ancora e le mura cosiddette serviane furono costruite dopo. La leggenda è ricca di episodi (sui Senatori, Le oche Capitoline e la riscossa di Camillo), che mirarono ad attenuare le gravità della sconfitta, ma il dies Alliensis (18 luglio) era ricordato come giorno nefasto ancora nei calendari dell'età imperiale.
Per quanto grave la disfatta dell'Allia, il danno materiale non era irreparabile; i Galli con le ricche prede e dopo il vano tentativo di occupare il Campidoglio, se ne ritornarono indietro. Più gravi furono invece le ripercussioni morali e politiche, per la pericolosissima reazione dei popoli vinti o assogettati, coll'aggravante di un moto separatista nella federazione latina.
Ma Roma, favorita soprattutto dalla ormai raggiunta collaborazione delle classi sociali, dal valore e dalla resistenza dei soldati romani e dall'abilità e la tenacia dei loro capi, riuscì ancora a trionfare dei suoi nemici: si aggiunse il fatto che non tutte le città abbandonarono Roma e che, anzi, parecchie di esse erano disposte territorialmente in modo da formare in parte una cerchia difensiva per i Romani, e in parte delle barriere che spezzavano la contiguità territoriale dei nemici e impedivano loro la collaborazione e il coordinamento degli sforzi contro Roma. Occorse una serie di guerre fiano al 358 a. C. per restaurare l'egemonia romana nel Lazio. Fu rinnovato il Foedus Cassianum e vi fu ammessa qualche città come Preneste che prima ne era fuori.
Dopo il 358 ripresero le ostilità con Roma anche gli Etruschi, anzitutto Tarquinia e Falerii e poi anche Caere, che pure era rimasta amica di Roma durante l'incursione dei Galli; ma ogni tentativo falli e Caere dovette sottomettersi a Roma nella forma nuova di civitas sine suffragio (353 a. C.) accettando l'autorità di magistrati romani e pagando i tributi. Con Tarquinia e con Falerii fu conclusa una lunga tregua. Ormai lo Stato Romano superava. i 3000 kmq; le irruzioni dei Galli non ebbero più effetto giacchè contro ogni sorpresa Roma aveva provveduto alla costruzione delle sue mura di cui restano imponenti avanzi.
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