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I FILOSOFI DELLA NATURA
Anassimandro (circa 610-550 a.C.), discepolo di Talete (l'unico probabilmente), criticò l'ipotesi del maestro sostenendo che una cosa specifica, determinata, come appunto è l'acqua, non può costituire il fondamento di tutte le singole cose. Egli pensò allora che dovesse trattarsi di una sostanza sconosciuta, non identificabile con alcuno degli elementi esistenti in natura. Ad essa diede il nome di àpeiron: parola che letteralmente significa non-limitato (in senso spazio-temporale) e non-determinato (in senso qualitativo). Con questa scelta egli voleva suggerire che ciò da cui tutto viene creato dev'essere diverso da tutto ciò che è creato, e quindi non può coincidere con una sostanza individuabile in natura. Insomma, dall'àpeiron tutto proviene e ad esso ogni cosa ritorna. Può darsi che questa teoria eserciti un suo fascino, finché non si realizza che è semplicemente priva di senso. Eppure gli studiosi sostengono che l'originalità della risposta di Anassimandro, rispetto a quella di Talete consiste in una superiore capacità di astrazione. In ciò egli ha nettamente surclassato il maestro.
ANASSIMENE
Anassimene di Mileto (c irca 580-520 a.C.), a sua volta amico e discepolo di Anassimandro, si gettò coraggiosamente in un'altra direzione, affermando che arché di tutte le cose è l'aria 'Ma - chiederete voi - in questo modo non si ha come un ritorno a Talete?'. 'Infatti - rispondono gli studiosi -, e in tal senso si può dire che Anassimene fa registrare un regresso rispetto ad Anassimandro, ma - aggiungono - rispetto al maestro egli ha fornito una più convincente spiegazione del processo di deduzione del reale dall'unico principio'. E questa formulazione, scoraggiandovi terribilmente, vi ridurrebbe probabilmente al silenzio.
Per gli atomisti, Democrito (nell foto), Epicuro, Lucrezio, la realtà è fatta di atomi eterni ed indistruttibili, differenti per forma e grandezza, che si muovono nel vuoto. Tutto nasce dalla combinazione meccanica di atomi, anche la vita e il pensiero. Democrito ritiene che la materia di ciò che è eterno cosiste in piccole sostanze infinite di numero; e suppone che queste siano contenute in altro spazio, infinito per grandezza. Egli reputa che le sostanze siano così piccole da sfuggire ai nostri sensi; e che esse presentino e combinino ogni genere di figure e differenze di grandezza.
PLATONE
Platone filosofo di Atene (427-347 a.C ) pensava che il mondo derivava e prende forma da un Essere superiore eterno che domina tutto, che designa a ognuno il proprio destino.
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