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Età GIOLITTIANA (1901-1914)
- CARATTERISTICHE
Sviluppo economico, libertà politica, accordo con le rappresentanze sindacali e politiche del movimento operaio. Il partito socialista era per lo più riformista e perciò diede a più riprese l'appoggio parlamentare a Giolitti. Egli riteneva che il governo dovesse rimanere neutrale di fronte ai conflitti sindacali; pensava che solo le riforme potessero impedire la rivoluzione socialista.
- POLITICA DI RIFORME
Tutela del lavoro di donne e bambini.
Miglioramento dell'assistenza sugli infortuni e per le pensioni, l'obbligatorietà del riposo settimanale, statalizzazione delle ferrovie, istruzione elementare statale e nazionalizzazione delle assicurazioni sulla vita. I limiti della sua politica: la questione meridionale si aggravò perché il progresso del paese era spinto da una visione industrialista e settentrionalista del problema italiano, accuse mosse a Giolitti di clientelismo e corruzione. Il socialista pugliese Gaetano Salvemini anche direttore del Corriere della sera lo chiamò "Ministro della malevita".
- I SOCIALISTI ALL'EPOCA
Riformisti che ritenevano che la classe operaia dovesse puntare al miglioramento attraverso una politica di riforme. Rivoluzionari, restio ad ogni accordo con i governi borghesi, tra i primi Filippo Turati, secondo Antonio Labriola. Lo sciopero generale del 1904 fu gestito con moderazione dai sindacati e affrontato con calma da Giolitti, determinò il declino del sindacalismo rivoluzionario. Giolitti guardò con attenzione ai cattolici i quali erano socialmente impiegati a cooperare a favore di piccoli coltivatori e organizzazioni sindacali cattoliche. Romolo Murri fonda la democrazia cristiana. Nell'età Giolittiana nasce la confindustria, associazione di categoria degli industriali; in quegli anni emerse Beniti Mussolini al quale fu affidata la direzione dell' "AVANTI", quotidiano del partito socialista. Si diffondono le idee nazionaliste con la richiesta di uno stato forte, dell'affermazione della grandezza dell'Italia, dell'espansione coloniale. In questo clima riprese la politica coloniale aggressiva nel nord Africa; tra il 1911-1912 l'Italia occupò la Libia lo "scatolone di sabbia" serviva solo per far entrare l'Italia tra le grandi potenze e per dirottare all'esterno le tensioni sociali esistenti nel paese. Nel 1913 prime elezioni a suffragio universale maschile. Patto Gentiloni: alleanza tra Giolitti e i cattolici per contrastare un possibile successo elettorale dei socialisti; Giolitti ottenne un'ampia maggioranza ma eterogenea. Nel 1914 Giolitti rassegnò le dimissioni, pensando di riprendere in mano la situazione rapidamente ma la prima guerra mondiale glie lo impedì.
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